ISOLE – Malinconia nordica

Pubblicato il 07/04/2015 da

Con sei dischi sul groppone, gli Isole sono indubbiamente una realtà storica del doom metal europeo. Scena nella quale sono sempre stati considerati dei validi outsider, mai dei leader riconosciuti. “The Calm Hunter” potrebbe rappresentare una piccola svolta da questo punto di vista: posto che gli appassionati di doom “classico” quelli sono, e andare a raggiungere un’audience più ampia fuori dai confini di genere è utopistico, gli Isole potrebbero scalare le graduatorie e guadagnarsi un following di un certo rispetto. Tra epic doom alla Doomsword, pennellate di gothic doom vecchia scuola, melodie squisitamente nordiche, gli svedesi hanno scritto un’opera di grande impatto e priva di punti deboli. Uno degli apici in campo heavy metal classico del 2014, che avrà un suo gradito strascico in un breve tour che toccherà anche la nostra penisola per tre date a maggio, precisamente l’8 al Colony di Brescia, il 9 al Traffic di Roma e il 10 al Santi Angeli di Giavera Del Montello (TV). Il singer Daniel Bryntse, con un breve inciso di Crister Olsson, ci spiega qualcosa in più su quest’ultimo disco della sua band e di come se la passano in generale i ragazzi degli Isole.

isole - band - 2014

“THE CALM HUNTER” È UN TITOLO CHE SUONA COME UNA SPERANZA: UNA SPERANZA PER LA FINE DELLA TRISTEZZA, LA FINE DEL DOLORE, DELLA SOFFERENZA… QUALI ERANO I VOSTRI STATI D’ANIMO QUANDO AVETE COMPOSTO L’ALBUM?
Daniel Bryntse: “Posso rispondere solo per me stesso. Direi frustrazione e un po’ di ansia tipica di chi ha il blocco dello scrittore. Da un certo punto di vista avrei preferito fosse trascorso un tempo più lungo dei tre anni che intercorrono tra ‘Born From Shadows’ e quest’ultimo lavoro, ma alla fine è scoccata la scintilla e siamo riusciti a tirare fuori dal cilindro il disco”.

C’È UN FEELING MOLTO OSCURO NEL NUOVO ALBUM, QUANDO NELLE ULTIME RELEASE QUESTA CAPPA DI BUIO ERA ANDATA PROGRESSIVAMENTE ATTENUANDOSI. ORA È RITORNATA A GALLA PIÙ FORTE CHE MAI, A COSA DOBBIAMO QUESTA COMPLETA IMMERSIONE NELLA CUPEZZA?
Daniel Bryntse: “Dici? Io la penso diversamente, per me il nostro disco precedente, ‘Born From Shadows’, era leggermente più plumbeo e pesante, mentre ‘The Calm Hunter’ lo trovo più umorale e malinconico. Non so come e perchè ci sia stato questo cambiamento. Credo abbia a che fare con la nostra volontà di non ripetere due volte lo stesso album, e questa volta abbiamo finito per imboccare questa direzione sonora”.

ALCUNE PARTI DI “THE CALM HUNTER” MI HANNO RICORDATO ALCUNE COSE DEI MY DYING BRIDE E DEI PRIMI ANATHEMA. SPECIALMENTE LA TITLE-TRACK E “DEAD TO ME”. RITIENI CHE IL GOTHIC DOOM DEGLI ANNI ’90 ABBIA AVUTO UNA FORTE INFLUENZA SULLA COMPOSIZIONE DELL’ULTIMO ALBUM?
Daniel Bryntse: “E’ un’influenza che è presente nel disco e c’è sempre stata nella nostra musica, ma non penso sia aumentata rispetto a prima. Al contrario, al giorno d’oggi moltre delle nostre influenze musicali arrivano da stili anche molto distanti dal doom. Ma è quasi impossibile non essere influenzati dal metal degli Anni ’90, e anche da quanto è stato scritto nel decennio precedente, perchè la musica che io e Crister (Olsson, chitarrista e seconda voce del gruppo, ndR) abbiamo esplorato in profondità nella nostra vita e che ci ha formato come musicisti appartiene a quegli anni. E’ qualcosa che portiamo sempre con noi”.

“DEAD TO ME” E “MY REGRET” FORMANO LA STORIA DI “THE DESTROYER”. QUAL È IL TEMA DI QUESTE DUE CANZONI? COSA CAMBIA DAL PUNTO DI VISTA LIRICO TRA I DUE PEZZI?
Daniel Bryntse: “Lascio la parola al principale compositore dei testi, Crister… Io mi limito a cantare, ahahah”
Crister Olsson: “E’ una sorta di continuazione della mia autobiografia iniziata in ‘The Lake’, traccia presente in ‘Born From Shadows’. Ho scritto lyrics molto personali negli ultimi anni. Si potrebbe dire che sono io ‘Il Distruttore’ di cui si parla nei testi. E’ una storia che riguarda molto da vicino i miei pensieri e le mie paure”.

MI È PARSO DI UDIRE UN TOCCO DI REVEREND BIZARRE IN “THE PERDITION”: UN ALTRO SEGNO DEL VOSTRO ECLETTISMO. TI PIACE IL DOOM ULTRA-SLOW DELLA BAND FINLANDESE? I REVEREND BIZARRE HANNO SEGNATO IN QUALCHE MODO QUELLO CHE SUONATE?
Daniel Bryntse: “Non li ho mai ascoltati tantissimo, non possiedo nessun loro album. Sicuramente sono influenzati dal doom settantiano, un genere che anche noi ascoltiamo assiduamente”.

HO APPREZZATO MOLTISSIMO LA TUA VOCE, DANIEL: POTREBBE RICHIAMARE QUELLA DI MESSIAH MARCOLIN, DI DEATHMASTER DEI DOOMSWORD E ANCHE LE LINEE DI HERI JOENSEN DEI TYR. IN QUESTO CASO, C’È UNA SORTA DI PROSPETTIVA “DA BARDO” NELLA NARRAZIONE. SEMBRA CHE TU NARRI QUALCOSA LONTANO DA TE STESSO, ANCHE SE STAI PARLANDO DI EMOZIONI MOLTO PERSONALI E PROFONDE. HAI QUESTA IMPRESSIONE ASCOLTANDOTI CANTARE? TI SEI CONCENTRATO SU QUALCHE SPECIFICO ASPETTO DELLA TUA VOCALITÀ SU “THE CALM HUNTER”?
Daniel Bryntse: “Ti ringrazio! Io non oserei mai paragonare la mia voce a quella di Messiah Marcolin! L’interpretazione potrebbe essere stata influenzata dalla musica folk scandinava e dalle melodie uniche che sa offrire. Il tipo di cantato molto “narrativo” ha probabilmente questa motivazione. A noi questo modo di costruire le melodie vocali viene molto naturale”.

VI SIETE AUTOPRODOTTI L’ALBUM, COME ACCADUTO PER TUTTI I VOSTRI FULL-LENGTH PRECEDENTI. QUAL È IL VANTAGGIO DI POTER USUFRUIRE DEI VOSTRI PERSONALI STUDI DI REGISTRAZIONE? NON SENTITE OGNI TANTO IL BISOGNO DI UNA PERSONA ESTERNA CHE POSSA DARVI DEI SUGGERIMENTI SU COME GESTIRE E IMPOSTARE IL VOSTRO SOUND?
Daniel Bryntse: “I vantaggi di questo modo di lavorare stanno nell’accessibilità dello studio, tempo illimitato a disposizione, nessun costo per l’utilizzo dello studio e molti altri aspetti che ora non ti sto qui ad elencare. Gli svantaggi sono chiari. Come hai detto tu, non ti puoi avvalere di una seconda opinione con cui confrontarti e non hai nessuno a consigliarti quando sei incerto su qualcosa. Anche il fatto di avere libero accesso alle strutture e potersi prendere tutto il tempo desiderato ti si può ritorcere contro, perchè finisci per rallentare troppo il processo di registrazione”.

QUAL È IL SIGNIFICATO DELLO SPLENDIDO ARTWORK DI TRAVIS SMITH? E’ ABBASTANZA DIFFERENTE DALLE IMMAGINI SCELTE PER I PRECEDENTI LAVORI, ANCHE SE TUTTO SOMMATO NON AVETE MAI TENUTO UNO STRETTO FILO CONDUTTORE TRA DI LORO…
Daniel Bryntse: “La copertina illustra ‘Il cacciatore della calma’ (in una delle molte forme che può assumere la morte) in agguato dietro ognuno di noi”.

TRE MEMBRI DEGLI ISOLE SUONANO ANCHE NEGLI EREB ALTOR. QUESTA ESPERIENZA VI ARRICCHISCE E VI DÀ ANCHE MAGGIORE ISPIRAZIONE PER LA MUSICA DEGLI ISOLE? COS’HANNO IN COMUNE LE DUE BAND?
Daniel Bryntse: “Al momento siamo solo in due a far parte sia degli Isole che degli Ereb Altor, perchè Jonas (Lindström, il batterista, ndR) ha lasciato gli Isole da poco. A volte è difficile per noi fare distinzioni tra le due band, ma alla fine con gli Ereb Altor riusciamo a sviluppare idee diverse, così che quando ricominciamo a pensare agli Isole ci viene facile ‘resettare’ le nostre teste ed essere freschi e pronti a una nuova partenza con l’altro gruppo in cui siamo impegnati. Secondo me i punti in comune tra le due formazioni sono l’utilizzo di melodie e stati d’animo cari alla tradizione culturale nordica, con un tocco malinconico molto marcato”.

QUALI SONO LE PIÙ GRANDI SODDISFAZIONI CHE VI SIETE PRESI COME ISOLE?
Daniel Bryntse: “Aver iniziato la nostra avventura artistica a inizio Anni ’90 (come Forlorn) e l’aver continuato la collaborazione artistica fino ad ora come buoni amici”.

COSA PENSI DELL’ATTUALE SCENA DOOM METAL? HAI TROVATO NUOVE LEVE INTERESSANTI NEGLI ULTIMI ANNI?
Daniel Bryntse: “Non ascolto molte ‘nuove’ band doom. Sono rimasto indietro con gli ascolti di venti-trent’anni. Ogni tanto mi imbatto anch’io in qualcosa che mi colpisce e monopolizza il mio stereo per alcuni giorni, ma poi tendo sempre a tornare ai classici di un tempo. Per quello che sento, mi pare che la scena doom metal sia in un buon momento, ci sono tanti festival doom in giro, un po’ dappertutto. Solo pochi anni fa non ci si immaginava che sarebbe stato possibile”.

PENSI CHE GLI ISOLE NELLA LORO CARRIERA ABBIANO RICEVUTO UN RESPONSO ADEGUATO DAL PUBBLICO METAL, IN RELAZIONE AL VALORE DEGLI ALBUM?
Daniel Bryntse: “Non penserei mai di lasciare il mio lavoro e di vivere esclusivamente di musica, ma non posso lamentarmi della situazione attuale della band. Ci sono moltissimi gruppi in circolazione e non ti puoi aspettare che chiunque si accorga di te o ti apprezzi. Devi arrivare al momento giusto ed essere fortunato per diventare un grande nome, ed è praticamente impossibile farlo suonando doom”.

NELLA STORIA DEL DOOM, QUAL È SECONDO TE LA BAND PIÙ SOTTOVALUTATA E QUELLA PIÙ SOPRAVVALUTATA?
Daniel Bryntse: “Domanda interessante, ma ho paura di non riuscire a venirmente fuori con una risposta adeguata. Personalmente non sono mai stato troppo impressionato dai Cathedral, eccetto il loro esordio, ma da qui a dire che sono sopravvalutati… Sull’altro fronte, vado sul sicuro: Candlemass! Sono molto sottovalutati! Per conto mio dovrebbero stare, come importanza, tra gente come Iron Maiden e Metallica”.

QUALI SONO LE TUE SPERANZE E I TUOI OBIETTIVI PER IL FUTURO DEGLI ISOLE, E IN GENERALE PER IL FUTURO DELLA SCENA HEAVY METAL?
Daniel Bryntse: “Spero che continueremo a scrivere nuovi album e a trovare il tempo e le possibilità per suonare dal vivo. Ho abbandonato da tempo i sogni da rockstar che ognuno ha in mente quando inizia a suonare con un gruppo e mi godo quello che facciamo senza farmi troppe domande. Considero gli Isole una pausa salutare all’ordinarietà della vita di tutti i giorni. Infine, per citare un’altra band: ‘ The Gods Made Heavy Metal And It’s Never Gonna Die.'”.

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