JOE SATRIANI – Inarrestabile!

Pubblicato il 25/05/2013 da

“Unstoppable Momentum” è il quattordicesimo album in carriera per il famoso chitarrista newyorkese Joe Satriani e, facendo fede al titolo, ci mostra di nuovo un musicista inarrestabile, da venticinque anni sulla cresta dell’onda eppure sempre in grado di regalarci ad ogni giro un disco nuovo, che si distanzia dall’album precedente per esplorare nuovi lidi. Come una sorta di zingaro musicale, al genio della sei corde di origini italiane non piace di sicuro stare troppo fermo su cose già fatte…e diretta conseguenza di ciò è che anche questo nuovo capitolo discografico ci suggerisce parecchie domande da porgli. Cosa che abbiamo appunto fatto in questi dieci minuti, brevi ma intensi, di intervista telefonica…

 

joe satriani  2012


CIAO JOE, E’ SEMPRE UN PIACERE DARE IL BENTORNATO SULLE SCENE AD ARTISTI DEL TUO CALIBRO… COME VANNO LE COSE ORA CHE LA PUBBLICAZIONE DEL DISCO “UNSTOPPABLE MOMENTUM” E’ IMMINENTE?

“Mi sento sicuramente molto eccitato e curioso riguardo l’uscita del nuovo disco. Le reazioni per adesso sono state assolutamente positive e sono quindi veramente felice di ciò”.

CI PRESENTERESTI CON QUALCHE PAROLA TUA L’ALBUM? COSA DIRESTI AI LETTORI CHE ANCORA NON L’HANNO ASCOLTATO?
“In poche parole, eh? Be’, la cosa da cui tengo ad iniziare è che ‘Unstoppable Momentum’ mostra un approccio nuovo e fresco al mio modo di fare musica strumentale. Sono stato accompagnato da una band del tutto nuova questa volta, in particolare da Vinnie Colaiuta alla batteria, Chris Chaney al basso, Mike Keneally alle tastiere. Sono sicuro che la gente troverà molto interessante quanto inciso questa volta, anche grazie al loro contributo. Siamo riusciti a fare un disco veramente bello, te lo garantisco”.

QUALE PENSI SIA IL SUO PUNTO PIU’ FORTE?
“Direi che come sempre la parte più importante di un album sono le composizioni stesse. Non puoi parlare di un buon album se le composizioni, le canzoni che lo compongono, sono le prime ad avere punti deboli, non ti pare?”.

PARLIAMO UN ATTIMO DEL TITOLO… A COSA SI RIFERISCE ESATTAMENTE?
“E’ la forza che mi spinge ad impegnarmi per migliorare costantemente in quello che faccio. Musicalmente, è la forza che mi spinge a impegnarmi nel suonare il mio strumento, la chitarra, raggiungendo sempre nuovi livelli, migliorandomi di continuo. Non è una forza fisica, reale, è una forza che risiede dentro di me, un ‘momento inarrestabile’ che continua a farmi muovere e progredire”.

VORREI ALLONTANARMI UN ATTIMO DAGLI ARGOMENTI RIGUARDANTI IL NUOVO DISCO PER TOCCARE IL PIU’ AMPIO ASPETTO DELL’ESSERE UN GRANDE CHITARRISTA… UNA DOMANDA CHE TI VORREI PORRE E’: QUANTO IN UN PEZZO STRUMENTALE DIPENDE DAL MOOD DELL’ARTISTA NEL MOMENTO IN CUI LO SUONA? TI E’ MAI SUCCESSO DI PROPORRE UN PEZZO DAL VIVO IN STATI D’ANIMO DIVERSI ED ACCORGERTI CHE IL RISULTATO VARIAVA OGNI VOLTA?
“Capisco la domanda, è un pensiero interessante. Ma è qualcosa che si affronta di più quando si incide il disco, piuttosto che quando devi suonare un pezzo dal vivo. Vedi, quando incidi, devi farlo in un’ottica che preveda ANCHE la sua riproposizione dal vivo. In pratica la tua attenzione deve per forza andare nella direzione di rendere il pezzo ripetibile su un palco. Questo non esclude, però, che ci siano delle modifiche ogni volta che lo si suona! Mi piace definire un nuovo disco come il primo approccio che da artista si fa a del nuovo materiale. Ma è l’inizio di un percorso. Poi, durante i tour, riproponendo le canzoni, impari a conoscerle meglio, le scopri, anche se le hai composte tu. Quindi non puoi impedire che un pezzo, specialmente se strumentale come quelli di cui stiamo parlando noi, finisca per avere qualche modifica nel modo stesso in cui è suonato. Però è sicuramente importante comporre in modo che il pezzo funzioni dal vivo, lasciando poi che esso appunto cresca e si evolva durante l’attività concertistica”.

MA CI SONO, NELLA VITA DI UN ARTISTA, DELLE CANZONI CHE NON RIESCE PROPRIO A SUONARE SE NON SI TROVA NELLO STATO D’ANIMO GIUSTO? PER ‘SUONARLA’ NON INTENDO OVVIAMENTE SOLO IL RIUSCIRE A METTERE LE GIUSTE NOTE IN FILA NEL MODO CORRETTO, MI RIFERIVO PIU’ AD UNA CANZONE IL CUI MOOD RISULTEREBBE SNATURATO SE SUONATO IN UN MOMENTO, AD ESEMPIO, DI TRISTEZZA O DI RABBIA…
“No, non penso, queste cose in genere non succedono. Almeno non a me. E’ molto più facile che sia io a cambiare il mio umore, entrando nel mood corretto della canzone che sto suonando… è la musica a cambiare il tuo umore, non il contrario”.

SEI STATO UN MAESTRO PER TANTISSIMI CHITARRISTI DELLA SCENA METAL, GENERE DI CUI OVVIAMENTE TRATTA IN PREDOMINANZA IL NOSTRO PORTALE… KIRK HAMMETT, ANDY TIMMONS, ALEX SKOLNICK E STEVE VAI SONO NOMI ILLUSTRI DI TUOI VECCHI ALUNNI. MA SENTENDOLI ADESSO, TI CAPITA DI RICONOSCERE QUALCOSA CHE PUOI AVERGLI INSEGNATO TU?
“No… direi di no. Ho sempre pensato che i miei studenti che poi hanno avuto successo, come i nomi che hai appena citato tu, avessero fin da subito una personalità molto forte e definita. Erano ben identificabili fin dal principio, ognuno con il proprio stile, quindi non ho l’impressione di cui parli ascoltandoli adesso”.

IL SUONO DELLA CHITARRA E’ CAMBIATO MOLTO DAGLI ANNI ’80: LE NUOVE SCENE ALTERNATIVE, IL DJENT, O QUELLE BAND CHE USANO LE FAMOSE CHITARRE AD OTTO CORDE CON ACCORDATURE RIBASSATE COME I PERIPHERY O I MESHUGGAH… QUAL E’ IL TUO PARERE SU QUESTI MODI COSI’ ESTREMI DI APPROCCIARE LO STRUMENTO?
“Penso che questo modo ‘nuovo’ di suonare la chitarra sia assolutamente incredibile! Bellissimo! E’ il segno della creatività che arriva quando non te l’aspetti. Anche nei momenti in cui ti sembra che tutto sia già stato scritto, che sia già stato scoperto ogni modo possibile di approcciare la chitarra come strumento; gli innovatori, soprattutto dalla scena metal, band proprio come i Meshuggah che giustamente citavi tu, possono uscire con qualcosa di veramente nuovo e fresco, e che apre la strada a nuove sperimentazioni. E io non posso che essere felice di questa evoluzione, che apre strade nuove a tanta altra musica”.

CI SONO DELLE BAND, O DEI GENERI, CHE TROVI VERAMENTE INNOVATIVI NEL CAMPO DELLA CHITARRA?
“Gli Animal As Leaders sono sicuramente una delle realtà attualmente più particolari ed innovative. Usano un numero impressionante di approcci diversi allo strumento nelle loro canzoni. Come artista, credo che Charlie Hunter sia uno dei migliori. E’ un genio. Non farà il tipo di musica di cui parla il vostro portale, ma è assolutamente incredibile in ciò che fa”.

RITORNANDO AD “UNSTOPPABLE MOMENTUM”, C’E’ QUALCOSA DI PARTICOLARE CHE TI RICORDI ESSERE ACCADUTA NEL SUO PERIODO DI CREAZIONE?
“Penso che ‘Unstoppable Momentum’ sia stato uno dei dischi più divertenti e più rapidi da fare della mia carriera. Ho lavorato alle registrazione con la band per un periodo corto ma veramente intenso, senza quindi sprecare momenti, in un periodo di circa dieci, quindici giorni. E’ di sicuro uno dei dischi,  per me, più divertenti da realizzare, come ti dicevo, ma è bello perché il risultato è comunque veramente creativo ed eccitante. Ho solo ricordi belli di questo periodo di incisioni, te l’assicuro”.

ALCUNE DOMANDE DI CARATTERE PIU’ GENERALE, PER CONCLUDERE… CI DIRESTI QUAL E’ LO STATO ATTUALE DEL PROGETTO CHICKENFOOT?
“E’ qualcosa di cui parliamo sempre, non è dimenticato. Penso che si potrà vedere qualcosa l’anno prossimo, perché quest’anno siamo tutti molto occupati. Chad (Smith, ndR) ha tanti impegni con i Red Hot Chili Peppers, mentre Sam Hagar ed io saremo entrambi impegnati con i tour per quest’anno e parte dell’anno prossimo. Penso però che il 2014 avrete delle novità a riguardo, questo sì”.

SONO TANTI ANNI CHE PARTECIPI AL G3, E VOLEVO SAPERE ADESSO PER TE ESSO COSA RAPPRESENTA. E’ ANCORA UN PALCOSCENICO IMPORTANTE PER LA TUA TECNICA CHITARRISTICA O E’ UNA BELLA OCCASIONE DI INCONTRARE VECCHI AMICI E SUONARE CON LORO?
“E’ un evento assolutamente fantastico. Non riesco a pensare ad un’altra occasione dove ritrovarsi per celebrare quel grande strumento che è la chitarra. Ma è ancora entrambe le cose che dici. E’ il più prestigioso posto dove mostrare al pubblico la propria tecnica, e quindi è artisticamente significativo per me, uno dei concerti più importanti ai quali suonare. Ma è certo anche un’occasione che mi fa divertire parecchio!”.

PER CHIUDERE, UNA DOMANDA IMPORTANTE! POSSIAMO ASPETTARTI QUI IN ITALIA? HAI GIA’ UN’IDEA DELLA SETLIST DA PROPORRE? I FAN POTRANNO ASPETTARSI QUALCHE SORPRESA?
“Non abbiamo ancora messo in piedi una scaletta definitiva, ma è ovviamente qualcosa a cui lavoreremo presto. Abbiamo idea di suonare più serate in Italia e questa è una cosa che ci sta emozionando molto. Per le sorprese… vedremo cosa ci dirà la setlist definitiva. Conterrà sicuro un buon bilanciamento di materiale vecchio e nuovo e penso che l’apprezzerete tutti! Ci vediamo lì, allora!”.

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