JON OLIVA’S PAIN – Fight for the Rock!

Pubblicato il 12/04/2008 da

Un vita trascorsa tra Savatage, Trans Siberian Orchestra e JOP. Jon Oliva, in concomitanza con la release del nuovo “Global Warning”ci trascina in un’intervista fiume trasformatasi quasi una chiacchierata tra due metal-fan che tocca tutta la carriera di uno dei più grandi artisti che il panorama hard rock e metal a livello mondiale abbia mai partorito. E con la felicità di un esordiente imberbe Jon Oliva ci racconta la sua vita, con la malinconia di uomo che dopo tanti anni dalla perdita del fratello lo sente ancora vicino decanta la genialità di Criss Oliva. Pieno di mille sfaccettature ,ma sempre grato ad una vita che tra alti e bassi gli ha permesso di realizzare il suo sogno più grande, portare la sua musica in tutto il mondo.

SIN DA QUANDO SONO INIZIATI I LAVORI SUL NUOVO “GLOBAL  WARNING”, HAI SEMPRE DETTO CHE IL DISCO NUOVO SAREBBE STATO DECISAMENTE MIGLIORE DEL PRECEDENTE “MANIACAL RENDERING”. A DISCO ULTIMATO NE SEI ANCORA CONVINTO?
“Certamente, e se ho detto che ‘Global Warning’ sarebbe stato il miglior disco dei Jon Oliva’s Pain non è per fare retorica o per dare le due solite righe alla stampa, ma perché ne sono convinto. Il discorso è molto semplice,  in questi anni ho familiarizzato molto con la mia band, ci siamo conosciuti ed abbiamo imparato a lavorare insieme. ‘Maniacal Rendering’ è andato bene qui in America ed abbastanza bene in Europa, i risultati sono stati migliori rispetto al nostro primo disco. Quando ho iniziato la mia avventura con i Jon Oliva’s Pain, o JOP come mi piace chiamarli, sapevo che sarebbero stati necessari almeno tre o quattro dischi per permettere ai fan di comprendere appieno la mia proposta musicale. Mi auguro che ai fan piaccia il nuovo ‘Global Warning’, un disco a cui abbiamo lavorato molto duramente dando sempre il massimo per scrivere la nostra musica migliore. Molti credono che dopo oltre vent’anni con i Savatage e con il successo della Trans Siberian Orchestra mi consideri arrivato al traguardo, io invece credo non ci sia mai limite al meglio. Per questo io stesso, nonostante tanti anni di esperienza ho ricominciato a prendere delle lezioni di canto in modo ed a studiare le tecniche di respirazione per far rendere al meglio la mia voce.”

VISTO CHE HAI PARLATO DEI SAVATAGE, COLGO L’OCCASIONE PER RICORDARE UN TUO COMUNICATO DI POCHI MESI FA IN CUI UFFICIALMENTE HAI SCRITTO LA PAROLA FINE PER UNA DELLE METAL BAND PIU’ AMATE IN ASSOLUTO.
“Non sono d’accordo quando parli di una ‘parola fine’. La realtà è che i Savatage si sono semplicemente trasformati in quella formazione che oggi viene chiamata Trans Siberian Orchestra. Questo processo di cambiamento non nasce dall’oggi al domani, i primi sintomi si possono trovare a partire da dischi come ‘Dead Winter Dead’ e ‘The Wake Of Magellan’. Tutti i musicisti presenti su quei dischi, oggi suonano nella Trans Siberian Orchestra, per cui possiamo considerarla l’erede naturale dell’ultimo periodo dei Savatage e mi riferisco agli ultimi anni in cui lo stile della band  ha sterzato verso soluzioni più melodiche ed orchestrali. Il sound ed il testamento dei Savatage che tutti hanno amato con ‘Streets’, ‘Gutter Ballet’ o ‘Hall Of The Mountain King’ li porto avanti io con i miei JOP, la mia band è l’incarnazione dei Savatage  più hard rock! Possiamo quindi dire che l’unica cosa cambiata è il nome, anche perché nella Trans Siberian Orchestra i due compositori siamo io e Paul O’Neil, gli stessi dei Savatage degli anni novanta, ed i musicisti Al Pitrelli, Alex Skolnick, Chris Caffery non sono certo persone nuove per la nostra storia. La situazione è un po’ confusa, posso capire che le persone rimangano spiazzate, ma chi vuole ascoltare i vecchi Savatage può farlo ancora grazie ai JOP, lo stile è quello e dal vivo cantiamo molte canzoni dal vecchio repertorio con me alla voce.”

PARLIAMO ORA DEL TUO NUOVO DISCO, “GLOBAL WARNING”.
“Devi sapere che la prima cosa che ho fatto per quest’album è stato scegliere il titolo! Una volta deciso, abbiamo iniziato a documentarci sul riscaldamento globale del Mondo. A livello musicale ancora una volta ho preso diverso materiale dai vecchi nastri che mio fratello Criss ha registrato da giovane. Ho tirato fuori dal cassonetto i vecchi demo ed ho cominciato ad ascoltarli per vedere come il contributo di Criss poteva essere utilizzato. Devo dirti che, rispetto al nostro disco precedente in cui ho preso solo alcuni riff di Criss, questa volta ho trovato tantissimo materiale di qualità indiscutibile che ho usato in sette canzoni del disco! I demo erano pieni di idee magnifiche e soprattutto complete, non c’erano riff buttati lì per caso, ho trovato invece strofe intere, partiture per i cori ed un sacco di altre perle. Paradossalmente il song-writing del nuovo disco è partito proprio da mio fratello Criss, anche se non c’è più, perché dalle sue registrazioni abbiamo iniziato a lavorare. Io ed i ragazzi abbiamo aggiunto la nostra parte alla canzoni, sovrapposto chitarre, cambiato le linee di basso e non si è mai smesso di provare sino a quando le canzoni sono diventate perfette! La pre-produzione è durata moltissimo tempo, circa cinque mesi, ma è stato necessario perché ‘Global Warning’ suona in modo perfetto!”

JON, TORNANDO ALLA TUA GIOVINEZZA,  RICORDI  QUANDO TUO FRATELLO CRISS HA SCRITTO I RIFF CHE POI HAI UTILIZZATO SU ‘GLOBAL WARNING’ O LI HAI PROPRIO RISCOPERTI DAL NULLA?
“Questa è una domanda davvero difficile. Pensandoci bene, ricordo solo con una certa nitidezza la prima canzone che Criss ha scritto insieme a me, era una brano acustico ed eravamo molto giovani. Criss aveva…fammi pensare…quattordici anni credo. Mio fratello sin da quando ha imbracciato la chitarra ha scritto dei riff geniali, inoltre ha sempre compreso la musica in tutte le sue sfaccettature.  Ricordo che suonava riff velocissimi, diecimila note al minuto, ed il problema è che gli venivano stupendamente. Io inizialmente ho cominciato a suonare la batteria, poi mi sono dedicato allo studio della chitarra. Ma quando il mio fratellino iniziò anche lui a suonare la sei corde, in meno di un mese mi superò in bravura. Allora, per l’onta e per non essere sempre bastonato da Criss, ho preferito concentrarmi sul pianoforte. Insieme io e Criss lavoravamo magnificamente, c’era un’alchimia vera fra di noi, io componevo il corpo della canzone e le linee melodiche mentre Criss si occupava delle parti di chitarra. Nel momento in cui mi sono trovato i suoi vecchi demo in mano li ho subito ascoltati rimanendo allibito da quanto buon materiale c’era dentro. Tutt’ora mi chiedo perché mai in passato non li abbiamo usati con i Savatage…”

“GLOBAL WARNING” E’ UN CONCEPT ALBUM SOLO IN PARTE…
“Sì, il concept del surriscaldamento globale del mondo è trattato solo nei primi tre brani, gli altri sviluppano storie diverse. Vorrei però spendere due parole sulla canzone ‘O To G’. Chi visita il nostro sito internet avrà saputo della tragica scomparsa di Greg Marchak, il nostro fonico live che in amicizia chiamavamo ‘Super G’. Era un professionista in gamba e preparatissimo, ci ha anche aiutato nella produzione dei primi due dischi dei JOP ed io lo conoscevo da oltre vent’anni.  Greg era un mio grandissimo amico, uno dei migliori e vederlo morire mi ha riportato alla mente la scomparsa di mio fratello. Proprio per il nostro rapporto di amicizia, ho deciso di dedicargli questa canzone, ‘O To G’ che significa ‘da Oliva a Greg’.”

SONO RIMASTO ANCHE COLPITO DA “FIREFLY” IN CUI SONO STATE UTILIZZATE OLTRE MILLE SOVRAINCISIONI!
“Mille e quattro per la precisione! Abbiamo utilizzato persino l’impensabile per quella canzone, ci potrai sentire diversi strumenti, corni, un vero pianoforte e chi più ne ha più ne metta. E’ stato meraviglioso lavorare su ‘Firefly’, io personalmente suono ben quattro tracce di chitarra nel pezzo, elettrica ed acustica, organo, pianoforte e tastiere, tanto per fare un esempio. Siamo diventati pazzi nel registrarla, ma è indubbiamente il mio pezzo preferito del disco.”

JON, UNA COSA CHE PIACE DI TE E’ LA TUA ALLEGRIA, LA TUA CARICA NEL SUONARE GLI STESSI PEZZI ANCHE DOPO VENT’ANNI E LA PASSIONE CHE RIESCI A TRASMETTERE SIA QUANDO SEI SUL PALCO SIA NEL MOMENTO DI FARE DUE CHIACCHIERE CON I FAN. ORMAI IN UN MUSICISTA AFFERMATO QUESTA E’ UNA CARATTERISTICA SEMPRE PIU’ RARA.
“Vedi, io non ho mai dimenticato da dove vengo, non ho mai dimenticato i periodi più difficili che ho passato con i Savatage in cui i fan ci sono stati vicino, adoro i ragazzi che vengono ad un concerto per stare insieme ed ascoltare buona musica perché anch’io sono come loro! Non ho mai cercato di essere una persona diversa da ciò che sono, chi mi conosce sa che non sono un falso, e apprezzo davvero il supporto dei nostri fan. Grazie a loro ho realizzato la mia vita facendo il lavoro che ho sempre sognato, senza i loro sforzi economici per comprare i miei dischi, probabilmente sarei a fare un lavoro normale e non potrei continuare il mio sogno. Il mio modo per ringraziare chi ci supporta è scrivere la miglior musica possibile, che sappia trasmettere emozioni , far ridere o commuovere l’ascoltatore. Purtroppo ho conosciuto delle rockstar che si credono migliori delle altre persone solo perché vendono tanti dischi, io ti dico che la loro è tutta merda! Io posso dire che adoro suonare, lo reputo il mestiere più bello del mondo e canzoni come ‘Believe ‘  o ‘Gutter Ballet’ mi suscitano parecchie emozioni anche dopo tanti anni. Finchè mi piacerà suonare, stai certo che non vi libererete così presto di me!”

A PROPOSITO DI SUONARE LIVE, SE NON ERRO PREFERISCI NON PARTECIPARE AI TOUR DELLA TRANS SIBERIAN ORCHESTRA, MENTRE CON I JOP GIRI PARECCHIO.
“Con la Trans Siberian Orchestra suono solo in due o tre show natalizi, non di più. Il motivo è semplice, la Trans Siberian fa dei lunghi tour da Ottobre a Dicembre ed io, che sono in giro per molti mesi all’anno, preferisco non prendervi perché in questi tre mesi posso finalmente fermarmi e fare davvero ciò che voglio senza interruzioni, come seguire al 100% i JOP. Sai, se volessi potrei tranquillamente suonare nella Trans Siberian Orchestra, ma semplicemente non è una cosa che fa per me, non mi interessa. Io sono il maggior compositore, mi piace molto la musica della Trans Siberian da ascoltare, ma non da suonare tutte le sere. Questa è semplicemente una mia scelta, preferisco fare altro che suonare di fronte a venticinquemila persone. Riprendendo il discorso di prima, non sarei me stesso e non mi piace mentire ai fan e a me stesso. Ad ogni concerto, i ragazzi della band mi introducono e io ricevo sempre una standing ovation dal pubblico, questo per me è già abbastanza. Preferisco invece suonare con i JOP. Non credere che io sputi nel piatto dove mangio, la Trans Siberian Orchestra mi ha fatto guadagnare un sacco di soldi e mi ha dato la possibilità di fare ciò che davvero voglio senza preoccuparmi del riscontro economico. Io scrivo i dischi dei Jon Oliva’s Pain seguendo solo il mio cuore e non me ne frega niente di quanto vendono o delle pressioni da parte delle etichette. I miei guadagni con la Trans Siberian mi permettono di pubblicare i dischi dei JOP senza preoccuparmi troppo del resto, devo solo pensare a fare la miglior musica per me ed i fan. Onestamente, i vecchi Savatage sono morti con la morte di mio fratello Criss ed io porto avanti il loro testamento grazie ai JOP. E’ questa la musica rock che mi piace suonare dal vivo, mi diverto ad andare in tour e sentire la gente che canta a squarciagola ‘Hall Of the Mountain King’.”

POCHE SETTIMANE FA HAI COLLABORATO CON IL PRIMO ED INDIMENTICATO SINGER DEI CRIMSON GLORY, MIDNIGHT, PER UNA VERSIONE DEL CLASSICO “PAINTED SKIES”.
“Esatto, il mio chitarrista Matt LaPorte suona con Midnight, così mi ha chiesto se ero interessato a collaborare insieme all’ex Crimson Glory.  Io ho accettato ed in un’ora ho registrato le mie parti vocali per la canzone. Questa versione di ‘Painted Skies’ è venuta molto bene, principalmente ho fatto questa cosa per puro divertimento e per dare una mano a Midnight.”

TOGLIMI UNA CURIOSITA’, MOLTE PERSONE DESCRIVONO MIDNIGHT COME UN PERSONAGGIO MOLTO STRANO ED UN PO’ PAZZO. TU CHE IDEA TI SEI FATTO DI LUI?
“Che è strano ed un po’ pazzo eheh! Sono d’accordo con chi lo descrive come un personaggio molto strano in effetti. Dovrei scusarmi con lui per queste mie parole, purtroppo mi ha raccontato la lunga serie di eventi tragici e sfortunati che hanno accompagnato la sua vita. Midnight ha grande talento, purtroppo alza troppo spesso il gomito, si sta rovinando a forza di bere senza ritegno. Una volta l’ho visto talmente ubriaco da non ricordare nemmeno il suo nome. Purtroppo negli anni ottanta ci sono passato anch’io e so cosa vuol dire, ho suonato diversi show con i Savatage e non mi rendevo conto nemmeno di essere sul palco! Fortunatamente sono cresciuto e ho capito che mi stavo distruggendo, spero che faccia lo stesso anche lui e che si riprenda. Nonostante tutto Midnight è una ragazzo molto simpatico, scrive testi davvero strani…ed è un po’ pazzo!”

ULTIMA DOMANDA, CON I SAVATAGE NON HAI MAI OTTENUTO UN GRANDISSIMO SUCCESSO COMMERCIALE, SE NON ALL’INTERNO DELLA SCENA METAL. APPENA HAI SUONATO UNA CANZONE DEI SAVATAGE CON I SAVATAGE STESSI, MA RINOMINATI TRANS SIBERIAN ORCHESTRA, HAI VENDUTO MILIONI DI DISCHI. COME TE LO SPIEGHI?
“Semplice non me lo spiego nemmeno io! Sarebbe stato bellissimo se lo stesso successo lo avessero ottenuto i Savatage. Come ti dicevo prima, con la morte di Criss, i Savatage non sono stati più gli stessi ed io me ne rendevo conto tanto che, in diverse occasioni, mi sono pure disinteressato alla nuova incarnazione della band. Anche se ci siamo rimessi insieme negli anni novanta non è più stato lo stesso, Criss non c’era più ed io ero l’unico membro originale rimasto del primo nucleo della band. ‘Dead Winter Dead’ e ‘Wake Of Magellan’ sono stati due album di transizione per il l’evoluzione da Savatage a Trans Siberian Orchestra. ‘Poets And Madmen’ è il disco più vicino ai vecchi Savatage dagli anni novanta ad oggi, ma solo perché tutte le canzoni sono cantate da me e dalla mia voce. E’ dura pensare che gli stessi brani dei Savatage snobbati da tutti, suonati con la Trans Siberian Orchestra siano diventati dischi d’oro! E’ bastato cambiare il nome della band e mettere un albero di Natale in copertina per farci vendere milioni di dischi.”

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