JON, PER QUALE MOTIVO HAI DECISO DI FORMARE I PAIN? SENTIVI LA NECESSITA’ DI FARE QUALCOSA EXTRA SAVATAGE?
“Con i Savatage siamo un po’ fermi ed io avevo molto tempo libero. Non sono il tipo che riesce a stare molto tempo con le mani in mano e, soprattutto, non riesco a stare senza la musica. Sentivo il forte bisogno di ricominciare e suonare, di fare qualcosa di totalmente mio, così non ho aspettato oltre e mi sono rimesso subito al lavoro. Sai, con i Savatage non abbiamo in programma nulla fino al 2006”.
QUINDI CI CONFERMI IL FATTO CHE I PAIN NON RAPPRESENTANO ALCUN PERICOLO PER IL FUTURO DEI SAVATAGE?
“Assolutamente, tutti i fan della band possono stare tranquilli. Nel 2006 ricorrerà il venticinquesimo anniversario dei Savatage e per quell’occasione pensavamo di realizzare qualcosa di veramente speciale, per festeggiare al meglio l’anniversario della band. L’idea sarebbe quella di realizzare un disco, con la partecipazione di tutti i ragazzi che hanno fatto parte dei Savatage nel corso degli anni, sarebbe una cosa davvero bella. La volontà di continuare a suonare insieme c’è, però dopo il tour di ‘Poets And Madmen’ abbiamo deciso, per vari motivi, di prenderci una pausa. Penso che tutti avessimo il bisogno di fare un break e di provare nuove esperienze; anche Caffery ha approfittato dell’occasione per realizzare un disco solista. Quando avremo voglia di fare qualcosa con i Savatage non sarà per soldi, ma solamente perché ci sarà il desiderio di fare nuovamente qualcosa insieme. Quel momento sarà per tutti noi come un ritorno a casa, nella propria famiglia e dovrà essere quindi una cosa meravigliosa”.
PARLIAMO DEL TUO NUOVO DISCO, PARTENDO DAL SUO TITOLO “TAGE MAHAL”, LO STESSO CHE AVEVA SCELTO TUO FRATELLO PER UN SUO IPOTETICO DISCO SOLISTA CHE NON VIDE MAI LA LUCE….
“Sì, è stato un modo per me di portare a compimento una cosa che lui aveva deciso di fare, così ho deciso di usare questo titolo”.
JON, COME GIUDICHI IL TUO NUOVO LAVORO?
“Penso che il nuovo album sia molto bello… Ho provato a fare qualcosa di nuovo e mi ritengo molto soddisfatto del risultato finale. Ho cercato di esplorare quelle che sono le mie influenze, rivisatandole dal mio punto di vista e devo ammettere che mi sono divertito molto a farlo. Credo, in tutta sincerità, che questo sia il miglior disco che ho fatto dai tempi di ‘Streets’ coi Savatage… Come avrai capito, sono molto orgoglioso di questo lavoro e spero che possa piacere anche ai fan”.
IN CHE SENSO REPUTI “TAGE MAHAL” IL TUO MIGLIOR DISCO DAI TEMPI DI “STREETS”?
“Ora ti spiego. Questo disco ha un significato molto speciale per me, perché è stata la prima volta che ho realizzato qualcosa tutto solo, senza l’aiuto di Caffery o di mio fratello e credo, senza falsa modestia, di aver raggiunto dei buoni risultati”.
QUINDI, PER QUEL CHE RIGUARDA IL PROCESSO DI SONGWRITING, TI SEI OCCUPATO TU DI OGNI COSA?
“Sì, ho fatto tutto da solo, lavorando con gli altri ragazzi solamente in studio; desideravo molto provare a scrivere un disco intero contando solo sulle mie forze. Penso però che dalla prossima volta, anche gli altri avranno maggiore spazio e la possibilità di dare un maggiore contributo”.
LA BAND CHE TI HA ACCOMPAGNATO ERA LA STESSA CHE HA SUONATO CON ZACK STEVENS NEI CIRCLE II CIRCLE. COME SEI ENTRATO IN CONTATTO CON LORO? L’AVERLI RECLUTATI TI HA CREATO QUALCHE PROBLEMA CON ZACK?
“No, nessun problema, quella di lasciare i Circle II Circle è stata una loro decisione… Reputavano molto scomodo continuare a spostarsi da New York alla Florida per suonare con Zack. Sapendo che erano liberi da impegni, non ho esitato a contattarli e a chiedergli se volevano partecipare al mio disco. Loro ssi sono mostrati fin da subito molto entusiasti e disponibili; abbiamo quindi deciso di suonare qualche show per comprendere come ci trovavamo a suonare insieme, e devo ammettere che tutto è andato per il meglio sin dal primo momento. A quel punto abbiamo deciso che era fatta ed abbiamo formato i Pain”.
TORNANDO A PARLARE DELLA MUSICA, PENSO CHE “TAGE MAHAL” ABBIA UN FEELING ABBASTANZA DRAMMATICO ED OSCURO. SEI D’ACORDO? COSA PUOI DIRMI DEI TESTI?
“Sì, sono d’accordo con quello che dici. Sai, i testi sono molto personali…Per scriverli ho analizzato tutto quello che mi girava per la testa, cercando di tirare fuori quelli che erano i miei pensieri al momento. Ho svuotato il mio animo di tutte le negatività che l’avevano invaso, mettendo a nudo demoni e diavoli. Come puoi ben capire, ho scritto un disco molto personale e, di conseguenza, i testi sono un po’ difficili da capire”.
AVETE ORGANIZZATO UN TOUR PER LA PROMOZIONE DELL’ALBUM?
“Certamente. Abbiamo in programma un tour europeo e speriamo di poter partecipare anche a qualche festival estivo”.
QUALI ALTRI PROGETTI HAI PER IL FUTURO?
“Direi che per il momento non ne ho altri (ride, ndR)! La mia volontà è quella di continuare a suonare sia con i Savatage che con i Pain, direi che è abbastanza!”.
JON, TI REPUTO UN ECCELLENTE COMPOSITORE, NON HAI MAI PENSATO DI CIMENTARTI IN UN QUALCOSA DI DIVERSO, COME AD ESEMPIO UN MUSICAL?
“Per dirti la verità non ci ho mai pensato, forse perché non sono molto attratto da questo genere di cose. L’unica mia esperienza che esula dal territorio metal è quella che vivo da qualche anno con la Trans-Siberian Orchestra, con la quale ho pubblicato di recente un nuovo album”.
SIAMO GUNTI ALLA FINE DI QUESTA PIACEVOLISIMA CHIACCHIERATA. VUOI LASCIARE UN MESSAGGIO AI TUOI FAN ITALIANI?
“Vi voglio bene, ragazzi! Non vedo l’ora di tornare in Italia, per me è sempre un piacere date le mie origini italiane, poi nel vostro paese ho un sacco di cari amici. Ci vediamo presto!”.