JON OLIVA’S PAIN – Ricordi, capolavori & anni ’80

Pubblicato il 15/09/2012 da

I ricordi sono quelli di Jon Oliva, che in questa intervista retrospettiva, tra qualche frase sarcastica, qualche momento riflessivo e anche qualche ricordo triste, rivanga la propria storia con i Savatage e le altre sue band, fornendo ai microfoni di Metalitalia.com un toccante riassunto della propria vita. Gli anni ’80 sono invece il periodo da cui partiamo con questo articolo; anni che, come leggerete, Jon ricorda abbastanza confusamente. Il capolavoro infine è ovviamente l’intramontabile del metal “Hall Of The Mountain King”, classe ’87, che è il vero ospite d’onore di questa intervista. In occasione dello speciale tour del venticinquennale del mastodontico album, raggiungiamo infatti l’altrettanto mastodontico cantante nei camerini del Live Club di Trezzo dove, in compagnia di quattro compagni altrettanto grossi e decisamente rumorosi, Jon si sottopone ad un serrato fuoco di fila di domande che spaziano dal passato dei suoi Savatage al futuro dei suoi JOP. Vediamo cosa Jon ha risposto alle nostre domande…

 


PARLIAMO DI QUESTO TOUR COSI’ PARTICOLARE CHE CI PORTA ALLO SHOW DI QUESTA SERA. QUANDO HAI AVUTO L’IDEA DI FARE UN REVIVAL DI “HALL OF THE MOUNTAIN KING”? LO SAPPIAMO CHE E’ IL VENTICINQUENNALE, MA QUESTA E’ L’UNICA MOTIVAZIONE DIETRO QUESTA ORGANIZZAZIONE?
“Chissà perché mi immaginavo questa domanda… Sono stati loro (indica i rumorosi amici, ndR) a forgiare l’idea in sé: una sera Matt l’aveva buttata giù come proposta e questo sembrava fare felici un po’ tutti, sembrava una buona idea. Poi si è passati rapidamente da ‘che bell’idea, Matt!’ a ‘dai, facciamolo!’, fino a mettere attivamente i pezzi assieme e l’idea ha preso una sua forma. Poi sono saltate fuori anche le varie coincidenze, l’anniversario e queste cose qui… e sì, so che lo volevi dire, è quindi anche un modo per ricordarci sia di Matt, per quelllo che ti ho detto prima, che ovviamente di mio fratello. Quindi, come vedi, abbiamo capito che era la cosa giusta da fare. Non ti so rispondere precisamente alla domanda, è stata una serie di fattori anche sentimentali a portarci qui stasera. E’ principalmente una dedica a tutti, sia ai fan che alle persone qui presenti, che a quelli che non ci sono più”.

E SIAMO FELICI DI QUESTO… MENO FELICI CI FA INVECE LA DISGRAZIA OCCORSA A MATT LA PORTE L’ANNO SCORSO. CI PARLI DI LUI? COME VUOI RICORDARTELO?
“Come voglio ricordarmelo? Una delle persone più divertenti mai incontrate e un grandissimo talento. Sai, è triste, veramente triste, che se ne sia andato così, e la sua scomparsa mi ha riportato alla mente in tanti modi anche quella di mio fratello. Motivi diversi, ma per chi li conosceva c’erano tantissimi punti in comune, sia in loro che per appunto nelle circostanze della loro morte. Era ad esempio un periodo in cui Matt era infelice, e anche mio fratello era molto infelice, se ne sono andati in periodi non belli della loro vita, in cui non era giusto che chiudessero così. E’ triste, ripeto, triste. Sì, è vero, mi dicono tutti che ancora parlo di questo, ma non passi mai oltre ad una cosa del genere, semplicemente non lo puoi fare. Tutti dicono che il tempo guarisce, ma non è del tutto vero. O almeno, non lo è per me”.

CHE ASPETTATIVE AVETE PER LA SERATA? QUI IN ITALIA AVETE UN SACCO DI FAN AFFEZIONATI… QUESTO DOVREBBE
ESSERE SIA UNO SPRONE CHE UN TIMORE, PERCHE’ E’ PIU’ FACILE DELUDERLI COSI’…
“E lo so bene, credimi… Sei un furbetto tu! Be’, comunque la nostra maggior aspettativa stasera è solo quella di divertirci e di passare una bella serata. I presupposti sono i migliori, questa venue sembra essere molto migliore di quella in cui suonammo a Milano un paio d’anni fa, che era terribilmente inadatta per una band come la nostra. Comunque siamo molto rilassati, siamo sicuri che sarà una grande serata, in qualche modo. Poi vuoi sentire altro? Va bene, eccoti servito: sarà un divertimento stellare! Ci saranno scherzi, giochi di prestigio e altre cose specialissime (ride con gli amici, ndR)!”.

TORNIAMO ALL’OSPITE D’ONORE DI QUESTA SERA, “HALL OF THE MOUNTAIN KING”. VENTICINQUE ANNI FA ERA STATO DESCRITTO COME UN DISCO PROGRESSIVE, ORA E’ UN CAPOSALDO DEL METAL CLASSICO. COSA NE PENSI TU?
“Se la gente dice che era un disco progressive, di sicuro lo sarà, no? Scherzi a parte, dovresti presentarmi chi ha detto ‘sta cazzata. Non sono d’accordo, quasi per niente: penso che ‘Streets’ e ‘Gutter Ballet’ siano molto più progressivi di ‘Hall Of The Mountain King’. Quest’ultimo è secondo me ancora molto ancorato a quell ‘heavy metal vibe’ che avevamo sui primi dischi dei Savatage. ‘Hall Of The Mountain King’ fondamentalmente è un album arrabbiato. Non ci sono altre parole per dirlo. Noi eravamo arrabbiati. Era un periodo di cambiamenti, di mutazioni, e grazie a Dio alcuni di essi sono avvenuti (il sodalizio con Paul O’Neill è iniziato in quel periodo, ndR), ma in linea di massima eravamo arrabbiati e quindi abbiamo fatto un album veramente incazzato. Prendi ‘Beyond The Doors Of The Dark’: non ci sono altre definizioni che ‘incazzata’ per quella canzone e così per tutto l’album”.

MA A QUEI TEMPI CHE SPERANZE RIPONEVATE IN QUEL DISCO? UN RISCATTO DOPO “FIGHT FOR THE ROCK”? E, PIU’ IMPORTANTE, AVEVATE LA MINIMA IDEA DELL’OGGETTO DI CULTO CHE SAREBBE DIVENTATO? LA GENTE LETTERALMENTE ADORA QUEL LAVORO; VOGLIO DIRE, VIENE CONSIDERATO TRA I DISCHI PIU’ IMPORTANTI DEL METAL…
”Chiaramente non lo sapevamo. L’unica cosa che si voleva fare, in quel brutto periodo, era creare un album 100% Savatage. Il problema, come hai detto tu, era che quello che avevamo fatto prima non lo era e questo doveva per forza esserlo. Musicalmente parlando, era un incubo che finiva. L’album precedente, per cui avevamo grandi idee, era stato prodotto con 1000 o 1500 dollari, mentre per questo ne avevamo 27000. E i soldi cambiano le cose, te lo dico io. Abbiamo potuto sistemare lo studio in cui registrare, comprare tutto l’equipaggiamento nuovo, non preoccuparci più di come dare da mangiare ai pargoli la settimana successiva o se avevamo abbastanza benzina per tornare a casa! Ti ho parlato della rabbia, ma avevamo di sicuro anche una grande energia, una grande voglia di rifarci. Quindi non sapevamo se sarebbe diventato un capolavoro, un culto o chissà che cosa. Ma sapevamo che doveva essere un classico dei Savatage, qualcosa che rappresentasse appieno la band”.

COMUNQUE, VISTO COME E’ ANDATO POI, COME TI SENTI A SAPERE DI AVERE CREATO QUALCOSA CUI LA GENTE E’ ANCORA, A DISTANZA DI ANNI, COSI’ LEGATA?
“Be’, mi sento bene. Ti fa sentire felice, ti fa capire che il tuo lavoro valeva la pena di essere fatto. A chi non piace un po’ di riconoscimento? Avere successo con una tua creazione è qualcosa che poi, quando la realizzi, significa molto per te. Per ciascuno, penso”.

APPROFONDIAMO ALCUNI ASPETTI DELL’ALBUM… NEI CREDITI DEL CD INTERPRETAVATE DEI RUOLI STRANI, COME CRISS, CHE ERA ‘THE CRUNCH’, OPPURE TU CHE ERI ‘THE GRIT’… CE NE PARLERESTI UN PO’? COME SONO NATI?
“Ah sì, i nomi finti… Che idea del cazzo che avevamo avuto. Era sicuramente un’idea stupida, sostanzialmente. Non mi ricordo assolutamente come era saltata fuori…pensa che io ero ‘The Doc’ e Wacholz ‘The Thunder’ o qualcosa del genere… Eravamo giovani. Forse il perchè sono nati è quello”.

LA CANZONE “HALL OF THE MOUNTAIN KING” E’ APPARSA COME SPECIAL TRACK ALL’INTERNO DEL VIDEOGIOCO ‘BRUTAL LEGEND’. VOLEVO CHIEDERTI SE TI PIACCIONO I VIDEOGIOCHI…
“Intendi che la canzone è stata usata come base per un video su un fottuto videogioco? Non capisco…”.

NO, E’ UNA COSA DIVERSA… MENTRE GIOCHI A QUEL GIOCO, GUIDI UNA MACCHINA. A DISPOSIZIONE HAI UN’AUTORADIO E UNO DEI PEZZI CHE PUOI SCEGLIERE DI METTERE COME BASE MENTRE GUIDI QUESTA AUTO E’ PROPRIO “HALL OF THE MOUNTAIN KING”…
“Boh, non ne sapevo niente… Dici che è la canzone originale, quella fatta dai Savatage nell’87? Se è così devi dirmi il nome del videogame, che me lo segno. Non ne sapevo niente, deve essere stato un casino delle case discografiche. Be’, tu non ne sapevi niente, risponderò alla tua domanda. Mi piacciono i videogame, soprattutto quelli sportivi, in particolare il baseball. Non mi divertono quelli dove uccidi le persone. Sai, gli sparatutto? Specie quelli insensati… Devi sparare a tutti, buoni, cattivi, poliziotti, donne con bambini… Chiunque ti si pari davanti, tu devi solo sparare. E tutti cadono. Molto divertente, eh?”.

I JON OLIVA’S PAIN STANNO LAVORANDO AD UN NUOVO ALBUM? PUOI DIRCI QUALCOSA?
“No, non posso. Segreto. Top secret. Sta arrivando qualcosa di grosso, ma non posso dirti cosa. Ti prego di non insistere su quest’argomento (anche qui ride sotto i baffi, mantenendo una finta aria solenne e misteriosa, ndR). In realtà, posso dirti che abbiamo due idee diverse e quindi dobbiamo trovare un comune accordo. Per questo, se ti dico qualcosa ora, questa può ancora cambiare. So che una delle notizie che sta circolando parla di un progetto con tanti ospiti, tipo Avantasia per intenderci, ma senza una vera storia dietro, senza cose del genere. Sì, quella è in effetti una delle ipotesi giunte al traguardo, ma ce ne sono altre che stiamo valutando che sono idee altrettanto ottime. Vogliamo essere sicuri di scegliere quella che ci piace di più e ci fa sentire meglio, quella che ci darà più soddisfazioni. Comunque sarà un gran progetto, te lo assicuro”.

RECENTEMENTE HAI AVUTO UN SACCO DI COLLABORAZIONI CON BAND PIU’ O MENO GROSSE… ABBIAMO SENTITO LA TUA VOCE CON KAMELOT, AVANTASIA, ELVENKING. CONSIDERI QUESTE COLLABORAZIONI IMPORTANTI PER LA TUA CARRIERA MUSICALE O E’ UN MODO PER TE DI DIVERTIRTI CON REALTA’ DIVERSE DALLA TUA?
“In realtà mi piace molto collaborare con altri musicisti, può essere molto divertente. Questo non ha necessariamente qualcosa a che fare con il music business, alle volte lo fai solo per svagarti. Avantasia è sicuramente un progetto al quale è stato molto divertente collaborare. E poi mi piace molto fare cose diverse, esplorare stili e temi diversi. Se poi i risultati sono buoni come quelli che si sono ottenuti con le collaborazioni che dicevi tu, tanto meglio, no?”.

SO CHE GLI ARTISTI CERCANO IN GENERE DI NON FARE CLASSIFICHE ALL’INTERNO DELLA PROPRIA DISCOGRAFIA, MA C’E’ QUALCHE ALBUM, CON I SAVATAGE O NON CON LORO, CHE SEI VERAMENTE FELICE DI AVER CREATO? DI CUI HAI RICORDI INDIMENTICABILI?
“’Streets’. Sicuramente ‘Streets’. Era il nostro miglior periodo. Abbiamo speso un anno intero per creare quell’album, perché sentivamo che era importante. Stavamo in studio tutti i giorni, anche le domeniche, perfino a Natale! La nostra casa era lo studio. Finalmente avevamo i mezzi tecnici che ci servivano per fare il lavoro veramente nostro e quindi ci prendevamo il tempo che serviva per dedicarci alla musica. C’era la musica, c’erano i Savatage, non c’era da pensare ai soldi, ai problemi, alle altre cose. Quindi abbiamo fatto innumerevoli registrazioni… Anche per ‘Hall Of The Mountain King’ avevamo fatto, per alcune canzoni, trenta o quaranta registrazioni prima di ottenere ciò che volevamo, ma per ognuna delle canzoni di ‘Streets’ abbiamo preso almeno un centinaio di take prima del risultato finale. Tempi differenti, arrangiamenti differenti, accordature differenti, suoni diversi: per ciascuna canzone abbiamo provato letteralmente tutto per riuscire a scovare il risultato migliore. Quell’album è speciale per il tempo dedicato ad esso, tutti i giorni dalle dieci del mattino alle due del giorno dopo. Non so se sia stato il periodo più felice, o il migliore, ma di sicuro resta il periodo più vivido nella mia memoria; e ‘Streets’ l’album più fortemente voluto dei Savatage. Non fraintendermi, non dico che per gli altri non ci sia stata cura o volontà, su ‘Hall Of The Mountain King’ e ‘Gutter Ballet’ ci sono delle canzoni che letteralmente adoro, ma su ‘Streets’ ogni traccia, anche la più piccola intro, é assolutamente perfetta”.

PARLANDO DEGLI ANNI ’80, SONO STATI UN PERIODO IMPORTANTISSIMO PER L’HEAVY METAL. DISCHI VERAMENTE STORICI SONO USCITI IN QUEL PERIODO… COSA TI RICORDI DI QUEGLI ANNI?
“Non ricordo quasi nulla degli anni ’80, i miei ricordi partono dagli anni ’90 (ride fragorosamente, ndR). Non sto scherzando, mi ricordo proprio poco. Lavoravamo tutto il tempo cercando di combattere i nostri problemi. O eravamo in studio o eravamo in tour. Sai, anche le tue canzoni diventano un po’ noiose quando fai solo quello. Scrivevamo e se non scrivevamo registravamo demo. Se non registravamo eravamo in tour e se non si faceva nessuna di queste cose, stavamo comunque provando in sala prove. Questo ricordo di quel periodo. Non posso dividerlo in fasi, è un unico indistinto periodo. Avevo in partenza troppi progetti, tra Doctor Butcher e altri, e non c’era tempo per descrivere l’esistenza come vita, ma solo come una serie indistinta di eventi e attività legati alla musica. Questi erano i mei anni ’80. Roba da perderci la testa”.

 

3 commenti
I commenti esprimono il punto di vista e le opinioni del proprio autore e non quelle dei membri dello staff di Metalitalia.com e dei moderatori eccetto i commenti inseriti dagli stessi. L'utente concorda di non inviare messaggi abusivi, osceni, diffamatori, di odio, minatori, sessuali o che possano in altro modo violare qualunque legge applicabile. Inserendo messaggi di questo tipo l'utente verrà immediatamente e permanentemente escluso. L'utente concorda che i moderatori di Metalitalia.com hanno il diritto di rimuovere, modificare, o chiudere argomenti qualora si ritenga necessario. La Redazione di Metalitalia.com invita ad un uso costruttivo dei commenti.