La mia chiacchierata con un distesissimo e cortese Tim Owens, altrimenti noto come Ripper, fenomenale voce dei Judas Priest “nuovo corso”, si svolge all’interno del sontuosissimo hotel Hilton, nel centro di Milano, in un pomeriggio a dir poco torrido.
L’atmosfera generale sembra essere piuttosto rilassata e i circa venticinque minuti che ho a disposizione per tastare il polso della “english riff-machine” sono più che sufficienti per stamparmi in mente i Judas Priest anno 2001;ecco cosa io e il buon Dave (eccezionalemente in veste di fotografo) abbiamo raccolto…
ALLORA TIM, IL NUOVO ALBUM EVIDENZIA UN APPROCCIO MOLTO PIÙ PERSONALE DA PARTE TUA ALLE CANZONI; COME SI È EVOLUTO IL TUO MODO DI CANTARE RISPETTO A JUGULATOR?
Beh, la differenza fondamentale con “Jugulator” è che il nuovo album è stato scritto per me, per la mia voce. Il nostro album precedente, che comunque adoro, non era stato scritto per nessuno, non c’era un cantante e l’unica cosa che si potesse fare era scrivere delle linee vocali che si adattassero allo stile dei Priest.
Questo invece è tutto mio, ci abbiamo messo un po’ più di melodia. Fondamentalmente ci piace guardare avanti, ad alcuni non piace quando lo facciamo, ma altri ci amano per questo. Io stesso come fan non posso dire di apprezzare tutte le evoluzioni che la band ha avuto nella sua carriera, ma guardare avanti, progredire, è una cosa fondamentale…
QUANTO TI PESA IL PARAGONE CON ROB HALFORD? E’ STATO DIFFICILE RACCOGLIERE UN’EREDITÀ COSÌ PESANTE?In realtà è andato tutto bene, principalmente perchè il nostro pubblico è un pubblico fantastico, mi sono sentito apprezzato da subito, è stata una cosa abbastanza naturale per fortuna.
AVETE SENTITO MOLTA PRESSIONE DA PARTE DELLA STAMPA E DEI FANS DURANTE LA REALIZZAZIONE DI “DEMOLITION”?
Sì, sicuramente, perchè c’abbiamo messo un po’ di tempo, ci siamo presi un po’ di pausa, perchè questo è un disco importante. Siamo stati in tour e abbiamo cambiato etichetta negli States. Ci è voluto molto tempo, penso che la pressione venisse principalmente da lì. Io mi sono concentrato a cantare le canzoni in modo da poterle riproporre al meglio dal vivo, mi sono fatto pressione da solo, è una cosa positiva…
IL NUOVO LAVORO È INTERAMENTE PRODOTTO DA GLENN TIPTON, IL VOSTRO CHITARRISTA, DA COSA NASCE QUESTA SCELTA?
Glenn ha cominciato a interessarsi di produzione ai tempi del suo album solista “Baptism of Fire”, l’ha coprodotto, così come ha co-prodotto “Jugulator”. Ora si è sentito pronto a fare tutto da solo, per avere più controllo.
E’ un casino…scrivere la musica, suonarla e poi metterti seduto al mixer e produrre l’album, io non lo farei mai!
MI DICEVI CHE L’EVOLUZIONE È FONDAMENTALE PER I JUDAS, VORREI SAPERE SE È UNA VOSTRA PROPENSIONE NATURALE O È QUALCOSA CHE SENTITE DI DOVER FARE, DAL MOMENTO CHE SIAMO NEL 2001?
Penso che si tratti delle due cose insieme. Non tutti i gruppi devono cambiare, anzi alcuni devono rimanere sempre uguali, pensa agli AC/DC per esempio! Ma per i Priest non è così, penso che a questo punto in parte fosse necessario farlo. Ma lo facciamo semplicemente perchè ci piace sperimentare, guardare avanti per l’appunto. Tutti ascoltiamo la musica di oggi, capisci, Glenn ha un figlio teen-ager che ascolta la roba nuova, come i Korn, e sarebbe stupido negare che anche queste sono, seppur indirettamente, influenze. A qualcuno piacerebbe che rifacessimo “Screaming for Venegance” per sempre, ma era il 1982, ora non sarebbe possibile.
COME TI SENTI A SUONARE CON PERSONE PIÙ VECCHIE DI TE E PER GIUNTA INGLESI (TIM È AMERICANO), C’È STATO QUALCHE PROBLEMA?
Vedi, sono stato in molte band, ma devo dirti che con i Judas mi sono trovato subito alla grande, meglio con chiunque altro. Devo solo abituarmi al loro “English humour”, quando qualcuno di loro fa una battuta io non la capisco mai! (ride) Comunque in comune c’è la passione per la musica, è per questo che mi trovo bene con loro.
OK, PASSIAMO AI TESTI DI “DEMOLITION…
Li ha scritti Glenn, direi che ci sono due tipi di liriche; alcune sono tipicamente Priestiane, come quella di “Machine Man”, che parla di moto, o “Metal Messiah”. Ma su questo disco c’è anche un’altra vena lirica, più intimista, Glenn si è ispirato a cose che ha vissuto penso…a me piace molto “In Between”, mi ci ritrovo molto, mi sento “in between” a volte…è chiaro che ci sono un sacco di canzoni che parlano di morte, siamo un gruppo metal, non possiamo scrivere di fiorellini! (ride)
NEL DISCO C’È UNA MAREA DI SUONI DI CHITARRA DIVERSI, COME ERA SUCCESSO ANCHE CON “TURBO”, C’È QUALCHE CONNESSIONE TRA “DEMOLITION” E QUELL’ALBUM?
Penso che anche “Jugulator” avesse un buon numero di suoni di chitarra. In questo ci siamo serviti di molta effettistica, ma anche di molti “rumori” fatti con le chitarre, anche questo è un esperimento. Negli anni ’80 non potevi sperimentare più tanto, ma certe cose dei Judas di quegli anni suonano molto fresche proprio per la mentalità di Glenn e degli altri, tesa sempre agli esperimenti. Anche nei ’70 hanno sperimentato molto, ma non solo con le chitarre! (ride) E’ una mentalità che i Judas Priest hanno da sempre.
MI PARE CHE IL DISCO SIA UN PO’ PIÙ CUPO E MENO RABBIOSO DEL SUO PREDECESSORE, SOPRATTUTTO PER L’USO FREQUENTE DI CHITARRE ACUSTICHE, CHE MI DICI DI QUESTO?
Sì, penso di sì, dipende da come ti poni nello scrivere le canzoni. Per me è più facile azzeccare delle melodie piuttosto oscure, e penso che molto dipenda dalla mia voce, soprattutto sulle tonalità basse!
COME COMPORRETE LA SCALETTA PER IL TOUR DI “DEMOLITION”?
Ci stiamo pensando proprio adesso. Faremo qualcosa di diverso dai nostri tour abituali, metteremo insieme canzoni diverse, vecchie e nuove, faremo un mix di quello che sono i Judas Priest. Suoneremo anche al Gods of Metal, saremo gli headliner su un palco, è una figata! Capisci, chiuderemo la serata. Siamo lontani dai palchi da un po’ di tempo ormai, e il fatto che ci abbiano invitato al Gods of Metal ci lusinga.
COME CONVINCERESTI QUALCUNO A COMPRARE “DEMOLITION”?
Beh, è un “classic priest album”, c’è un sacco di passione dentro. Ci sono delle ottime chitarre dentro, dei grandi solos! Sono semplicemente i Priest nel 2001, nient’altro!
PENSATE DI AVERE IL DOVERE DI MIGLIORARE DI ALBUM IN ALBUM? PENSI CHE “DEMOLITION” SIA IL MIGLIOR ALBUM CHE I JUDAS PRIEST ABBIANO MAI FATTO?
E’ difficile a dirsi, ovviamente dovrei dirti che lo penso, ma, sai, i Judas hanno fatto grandissime cose: “Sad Wings of Destiny” o “Sin after Sin” sono pietre miliari! Il mio preferito comunque non saprei proprio dirtelo, forse “Sad Wings of Destiny”, no, forse “Screaming for Venegance”… uhm, non so, potrei cambiare risposta ogni giorno! (ride)
A QUESTO PUNTO LA SOLERTE MONICA DI AUDIOGLOBE (CIAO! NDZIRU) MI FA CENNO CHE IL TEMPO A MIA DISPOSIZIONE È FINITO E CHIEDO A RIPPER DI CONGEDARSI…
Ci vediamo al Gods of Metal, ci divertiremo!
QUANDO GLI COMUNICO CHE IO AL GODS OF METAL NON CI SARÒ, TIM SFODERA UN FACCINO IMBRONCIATO E MI CHIEDE SE ANDRÒ A VEDERLI QUANDO SARANNO IN TOUR DA SOLI, OVVIAMENTE GLI RISPONDO CHE NON MANCHERÒ E IL RAGAZZONE AMERICANO SI ILLUMINA E MI SALUTA CON UN “WE’RE GONNA HAVE SOME BEERS THERE! SEE YOU AT THE SHOW”. GRANDE….