Si avvicina l’estate e con essa si avvicina quel periodo dell’anno che vede le band più famose precipitare in un vortice di attività sempre più intenso. La corsa dei vari festival, oramai sempre più numerosi in sempre più paesi, ad accaparrarsi la big band da sfoggiare come headliner è già iniziata da mesi, e tutte le varie formazioni convocate hanno già, chi più e chi meno, risposto alle chiamate. Chi non si tira mai indietro agli impegni live estivi sono proprio i Judas Priest, alfieri del metallo più classico, che i festival più prestigiosi oramai se li sono fatti più o meno tutti. Mentre la possente creatura di carne e metallo si scalda, preparandosi a calare in Italia con gli UFO a supporto, intervistiamo di nuovo Ian Hill, storico bassista della band, sempre disponibile a farsi due chiacchiere con noi giornalisti e a raccontarci che aria butta in casa del Prete di Giuda…
COME STANNO ANDANDO LE COSE AL MOMENTO IN CASA JUDAS PRIEST? L’ESTATE SI AVVICINA, ED È SEMPRE UN PERIODO DENSO DI IMPEGNI PER VOI, O SBAGLIO?
“No, no, hai ragione! Beh, sta andando tutto molto bene devo dire, ci sentiamo sempre così prima di partire per concerti, molto allegri e rilassati”.
IL CONCERTO ITALIANO SARÀ APERTO DAGLI UFO, UN’ALTRA BAND STORICA… CHE NE PENSI DI LORO?
“Li conosciamo da anni! Probabilmente addirittura dalla fine degli anni ’70… Abbiamo già suonato assieme diverse volte e ci siamo sempre trovati a meraviglia. Abbiamo un grande rispetto di loro, sono veramente una grande band”.
UNA DELLE NOSTRE DOMANDE CLASSICHE A GIOVANI BAND CHE SUPPORTANO GRANDI NOMI IN TOUR RIGARDA IL FATTO DI QUANTO SI SENTANO NERVOSI PRIMA DI SUONARE E COME AFFRONTANO QUESTO NERVOSISMO. MA NON LO ABBIAMO MAI CHIESTO INVECE AGLI HEADLINER STESSI! MA, DICCI, ANCHE LE BAND CON ESPERIENZA COME I JUDAS PRIEST SENTONO LA PRESSIONE PRIMA DI SALIRE SUL PALCO?
“Ehm… diciamo che per i primi due e tre show di un tour appena cominciato anche noi proviamo un certo nervosismo. Sai, non si sa ancora come funzioneranno le cose, tutto può andare storto, e quelle sono proprio le date in cui si deve prendere le contromisure per quegli elementi che si scoprono non funzionare. Non sto parlando di qualcosa che dipende solo da noi e da come ci poniamo sul palco, è un discorso più legato alla crew, alla produzione, all’equipaggiamento… tutti quegli elementi che gravitano solitamente intorno a tour di lunga durata. Si tratta in realtà di un momento breve, due o tre show al massimo, poi ognuno impara cosa deve fare, capisce le proprie mansioni e sa qual è il proprio posto. Quando questo succede, allora ti puoi rilassare e goderti meglio il tour. Noi abbiamo comunque una crew estremamente professionale, quindi anche questi tempi di assestamento sono per noi veramente corti. In generale, dalla nostra esperienza, sappiamo che se qualcosa può andare storto nelle fasi avanzate di un tour è sempre legato a qualcosa di elettrico, o di inaspettato… lì non ci puoi fare niente, sono i rischi del mestiere. Ma diciamo che, dopo tanta esperienza, come band siamo generalmente molto tranquilli, anche prima di salire sul palco”.
MA AVETE DEI RITUALI CHE SIETE SOLITI FARE PRIMA DI SALIRE SUL PALCO? UN MODO PER RILASSARVI, O CONCENTRARVI MEGLIO?
“No, non penso che nessuno di noi faccia qualcosa del genere o che abbia dei rituali da eseguire prima di suonare… come ti dicevo, siamo generalmente a nostro agio con i tour, anche prima di suonare. Sappiamo che gli strumenti saranno già stati testati e quindi sono pronti ad essere usati, che tutto sul palco funzionerà al meglio e che ciascuno di noi o della regia conosce bene la scaletta e quei momenti importanti dove si deve intervenire… e non serve altro. Capisci, comunque quando suoni tutte le notti, magari anche per tre o quattro giorni di fila, dopo un po’ non puoi che abituarti a questi ritmi e fare quello che devi con molta naturalezza”.
MOLTI FAN VI AVRANNO VISTO SUONARE UN’INFINITÀ DI VOLTE. COME CERCATE DI SORPRENDERE, DI DARE QUALCOSA DI NUOVO ANCHE A QUEI FAN CHE VI SEGUONO ASSIDUAMENTE SIN DAGLI ANNI ‘80? QUAL È IL SEGRETO PER MANTENERE ALTE LE ASPETTATIVE?
“Eh, bella domanda… Sicuramente la prima cosa è trovare un equilibrio tra il materiale vecchio e quello nuovo, dell’album che stai promuovendo. Questo perché, come puoi bene immaginare, ogni fan ha le sue canzoni preferite che si aspetta di sentire e sarebbe abbastanza scontento se queste risultassero poi assenti. Però, allo stesso tempo, molte persone ci hanno visto dal vivo per chissà quante volte, e quindi è importante mantenere una setlist fresca e mai uguale a se stessa, per non autocopiarsi e non annoiare quei fan di lunga data… E’ una questione di equilibrio. Equilibrio tra vecchio e nuovo. Per questo tour ad esempio faremo un paio di canzoni da ‘Nostradamus’ e qualche altra da ‘Angel of Retribution’, qualche pezzo più nuovo quindi, mentre poi ci concentreremo sui classici, cercando di prendere qualche canzone da ogni album. Ammetto che la discografia è da tempo diventata abbastanza lunga, e quindi non è facile (ridacchia, ndR). Comunque, l’importante è non ripetersi mai, ma senza dimenticarsi però dei gusti dei fan e di quei brani che ti hanno portato dove sei”.
TU PERSONALMENTE, COME VIVI IL MOMENTO DEL CONCERTO? QUAL È LA SENSAZIONE PREDOMINANTE IN TE MENTRE SEI SUL PALCO?
“Sicuramente la concentrazione. Indispensabile per evitare quegli errori che vengono da te e che sono imputabili solamente alla scarsa attenzione a ciò che si fa. Poi, è importante essere molto concentrati sui fan, vedere le loro reazioni e capire cosa li fa felici perché, a conti fatti, il motivo per cui sei sul palco è proprio per loro! Poi, se le cose stanno andando bene e l’entusiasmo è palpabile, allora ti puoi rilassare e goderti tutto quello che il palco ti da come musicista”.
E QUAL È SECONDO TE LA COSA PIÙ BELLA DEL SUONARE DAL VIVO?
“Come ti dicevo prima, il motivo per cui salgo sul palco è per i fan, quindi la cosa più bella è proprio la reazione dei fan stessi. Sai, ovunque sei nel mondo i fan reagiscono sempre in modi simili, e questo ti fa sentire grande. Certo, anche gli altri aspetti del tour sono belli, a ognuno di noi piace suonare e viaggiare, ma quando la gente apprezza quello che tu fai e te lo comunica, quella è la parte migliore”.
ALCUNI MESI FA I JUDAS PRIEST HANNO PARTECIPATO AD UNA PUNTATA SPECIALE DI “AMERICAN IDOL”, SUONANDO UN PEZZO CON JAMES DURBIN. COSA CI RACCONTI DI QUELL’ESPERIENZA?
“Che è stata una cosa molto corta! E’ stato proprio rapido e professionale come momento… Comunque, questa partecipazione era una cosa che ci sentivamo di dover fare, come band abbiamo portato per anni la musica in giro per il mondo e suonare ad American Idol per noi significava proprio questo. Quella trasmissione è seguita veramente in tutto il mondo, in Asia, in Africa, in Europa, nelle Americhe… E’ come un palco gigantesco. Era un grande opportunità di suonare heavy metal davanti a tutte queste persone e comunque anche Durbin si è rivelato un grande vocalist. Gli auguriamo il meglio!”.
A PROPOSITO DEI MEMBRI DELLA BAND… SAPPIAMO CHE K.K. DOWNING HA UN RESORT DI GOLF, CHE GESTISCE ORA CHE SI È ALLONTANATO DALLA BAND. MA QUALCUN ALTRO DI VOI HA ALTRI HOBBY COME LUI? MACCHINE, SCOMMESSE, CORSE…
“Sì, certamente. Per esempio, io adoro volare sugli aeroplani turistici e le belle machine!”.
PENSATE DI ANDARE AL DOWNLOAD FESTIVAL DI QUEST’ANNO PER LA REUNION DEI BLACK SABBATH? CHE NE PENSI DI QUESTO EVENTO?
“Non so se gli impegni ce lo permetteranno, però parlando a livello generale, credo si tratti di un grande evento, soprattutto considerando che potrebbe essere l’ultimo concerto che i Black Sabbath faranno… da fan sarei fiero di dire che sono stato all’ultimo concerto della storia dei Black Sabbath! Comunque, i Sabbath sono sempre stati una band spettacolare da vedere dal vivo, ed ognuno di noi ascolta la loro musica da tantissimi anni oramai. Sarebbe davvero un piacere poterci essere”.
NELLA SCENA METAL ATTUALE MODERNA VEDI UN POSSIBILE EREDE DELLO SCETTRO DEI JUDAS PRIEST?
“Sai, penso che il tempo scorra un po’ per tutti… Per noi, ma anche per gli Iron Maiden, per gli UFO, i Def Leppard e i Sabbath, che hai citato prima… Tutti noi non potremo continuare per sempre, prima o poi tutti dovremo smettere. Allora, altre diventeranno band storiche, ma saranno solo loro stesse, non i successori di una o dell’altra band”.
UN’ULTIMA PICCOLA PROVOCAZIONE. TIM OWENS HA DETTO CHE “JUGULATOR” È DI GRAN LUNGA UN ALBUM MIGLIORE RISPETTO A “NOSTRADAMUS”. COMMENTI A LUI O A CHI LA PENSA COSÌ?
“Oh, beh, ognuno ha i propri gusti, no?! (ride sinceramente, ndR). Come c’è chi preferisce il rock’n’roll, e altri invece il metal! Ad ogni modo, ogni persona è fatta a modo suo ed ognuno ha sicuramente il proprio album preferito, la propria canzone preferita o magari anche il proprio membro della band preferito! Comunque non mi importa che lui o qualcuno altro dica che ‘Jugulator’ è un album migliore di ‘Nostradamus’. A modo suo era bello, era un album molto pesante e veramente metal! ‘Nostradamus’ è invece un album decisamente più sperimentale, era la prima volta che lavoravamo su un album completamente orchestrato, e sapevamo già che non sarebbe piaciuto a tutti. Ma è parte del gioco, come dicevo prima, ognuno ha i suoi gusti, no?”.