KAISERREICH – Hard To The Core

Pubblicato il 31/10/2011 da

Il nostro underground black metal è ancora vivo e vegeto. Di tanto in tanto escono di prepotenza gruppi già maturi, come i Kaiserreich. Grazie alla disponibilità del batterista Krieg e del cantante Serpent, siamo riusciti a delineare un profilo (piuttosto aggressivo) di questa band nostrana giunta di recente alla ribalta grazie ad un album al fulmicotone come “Ravencrowned”. Il black metal semplice e violento, magari dalle venature melodiche, riesce ancor oggi ad impressionare. Come? Con tanta ostinazione. Ma come l’intervista è l’occasione per tutti noi di conoscere meglio una band, anche per la band rappresenta una buona possibilità per rispondere a distanza a qualcuno e alla stampa in particolare. I Kaiserreich di certo non hanno peli sulla lingua…

BENVENUTI SU METALITALIA.COM! SIETE UNA DELLE NUOVE REALTA’ DEL PANORAMA BLACK METAL ITALIANO, VOLETE PRESENTARVI AI NOSTRI LETTORI?
Serpent: “Kaiserreich è un progetto che nasce nel 2004. Da allora abbiamo realizzato due album, ‘KRRH’ e ‘Ravencrowned’, ed uno split 7” con la band francese Nocturnal Depression. Non siamo una band particolarmente prolifica, ma cerchiamo di compensare con date live di un certo rilievo, non accontentandoci di suonare nel circondario. Per ora abbiamo toccato svariate nazioni europee fra cui Francia, Germania, Grecia, Austria e, giusto lo scorso luglio, la Repubblica Ceca che, come molte nazioni dell’est, sono particolarmente ricettive verso un genere che da noi sta tramontando”.

“RAVENCROWNED” E’ IL NUOVO E SECONDO ALBUM: IN COSA DIFFERISCE DAL VOSTRO DEBUT “KRRH”?
Serpent: “La prima differenza è senz’altro il cambio di line up che ha permesso ad Abraxas e Luce di esprimersi più liberamente, naturale quindi che il sound del disco sia diverso. Poi c’è stata una maggiore maturità sia nel processo compositivo che durante le registrazioni: ‘KRRH’ è stato registrato in un paio d’ore mentre per ‘Ravencrowned’ abbiamo impiegato più giorni in studio, lavorando molto anche in fase di mixaggio. Abbiamo cercato di allontanarci dal modello ‘darkthroniano’ del primo disco dando corpo a composizioni più variegate e mediamente più lunghe, velocizzando nel contempo i ritmi”.
Krieg: “‘Ravencrowned’ è un album sicuramente più studiato e curato sia a livello di musica che di suono. Molti hanno scritto che segue ancora le tracce di ‘KRRH’, ma per me c’è di più, qui siamo molto cresciuti e maturati”.

COME E’ STATO ACCOLTO IN GENERALE IL NUOVO ALBUM DA CRITICA E FAN? QUANTO VI INTERESSANO I COMMENTI SULLA VOSTRA MUSICA DA PARTE DELLE ALTRE PERSONE?
Krieg: “A dire il vero mi aspettavo molto di più, ma non posso pretendere tutto dalla vita. Alla fine qualsiasi critica è sempre un giudizio personale e spero sempre che quello negativo sia sincero e non una qualche rivalsa personale per colpire uno dei membri della band. I fan hanno risposto alla grande, sono stati molto soddisfatti del nostro operato e lo hanno dimostrato sia sui blog/social network sia in sede live. Quando abbiamo proposto per la prima volta live i pezzi di ‘Ravencrowned’ è stato bello vedere il pubblico esaltato e rispondere sempre positivamente. Grazie a tutti quelli che ci sostengono! Non a tutti noi interessano i commenti della gente, ma alla fine cerchiamo di ascoltare qualsiasi critica, sia essa positiva che negativa. Non siamo di certo permalosi, anzi, apprezziamo molto anche quelle negative se fatte in modo intelligente. Già che ci sono voglio dire una cosa ai vari recensori del web, un piccolo sfogo. Che sia chiaro, non voglio insegnar loro il mestiere e non voglio fare la parte di quello che se la prende per un giudizio negativo, ma abbiamo letto alcune recensioni ridicole (senza far nomi) e siamo rimasti allibiti nel leggerle, domandandoci se chi fa le recensioni ascolta il CD prima di recensirlo! Dalle cose che abbiamo letto non possiamo pensare altro e sicuramente non prenderemo in considerazione questo genere di critica. Per prima cosa non è possibile sbagliare la line up mettendo componenti che non fanno da tempo parte della band, quando la line up corrente è rintracciabile sia sul sito ufficiale che sui vari social network (per non parlare del booklet). Non è possibile sbagliare il nome dell’etichetta e non è possibile citare (spesso) la presenza di tastiere e (qualche volta) individuare il tastierista in Luce, che in realtà è un chitarrista. Sopratutto, non è possibile sentire lamentele circa lo scarso rilievo dato alla tastiera, perchè noi non abbiamo mai avuto una tastiera e sicuramente non abbiamo iniziato ad utilizzarla con ‘Ravencrowned’. Ma che CD hanno ascoltato? Prima di recensire informatevi per bene, in generale c’è stata molta più attenzione sul nostro primo disco. Grazie Metalitalia.com per lo sfogo!”.
Serpent: “Ci sono stati molti pareri positivi anche se il peso maggiore lo diamo alla reazione della gente durante gli show; su questo non abbiamo davvero nessuna ragione di lamentarci. Ora siamo già al lavoro sul nuovo disco che virerà maggiormente su atmosfere depressive, rispetto a quelle epiche di ‘Ravencrowned’. Quanti hanno lamentato l’eccessiva lunghezza dei brani del secondo disco non saranno felici della durata media delle canzoni del terzo!”.

LA VOSTRA NUOVA RELEASE LASCIA DAVVERO IL SEGNO, AD INIZIARE DALLA SPLENDIDA ED INQUIETANTE COVER AD OPERA DELL’ARTISTA KLIMCZAK. COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LUI?
Serpent: “Trovo anche io che la copertina abbia un certo impatto e che, sebbene ritragga un soggetto molto tradizionale, riesca a distinguersi per le tinte cromatiche inusuali. Per trovare quest’opera, molto semplicemente, siamo ricorsi ad internet. Se un tempo era difficile avere degli artwork d’impatto, così come era difficile poter stampare un CD o anche solo registrarlo, ora ci sono migliaia di ottimi artisti che con un giro di e-mail sono pronti ad offrire il loro contributo. Michal è stato felice di concederci l’uso della sua opera ed è stato molto disponibile nell’apportare alcune modifiche. Speriamo di poter collaborare con lui ancora in futuro, magari con un lavoro realizzato su commissione”.

SIETE SODDISFATTI DEL NUOVO LAVORO OPPURE QUALCOSA POTEVA ESSER FATTO MEGLIO O DIVERSAMENTE? SOLITAMENTE UN ARTISTA NON E’ MAI SODDISFATTO AL 100%…
Krieg: “Penso di parlare a nome di tutti se dico che siamo molto soddisfatti del nuovo album. Alcuni recensori hanno criticato l’album per la presenza di canzoni troppo lunghe, ma noi sinceramente non sappiamo su quali canzoni avremmo dovuto togliere qualcosa. Per noi le canzoni ‘troppe lunghe’ vanno bene così. Ogni punto di una canzone ha un suo perché, quindi penso che siamo soddisfatti al 90%. A livello personale, sono soddisfatto al 100% di ‘Ravencrowned’: rappresenta un momento molto importante e oltretutto è una rinascita e una rivincita da un periodo molto buio”.
Serpent: “Alla fine direi che siamo abbastanza soddisfatti di quanto realizzato. È chiaro che alcune cose avremmo potuto farle meglio, ma è inevitabile che prima o poi si debba finalizzare il lavoro non avendo tempo infinito ed infinite risorse; la perfezione non è di questo mondo, quindi andiamo avanti”.

LA REALIZZAZIONE DI “RAVENCROWNED” E’ STATA VELOCE E SEMPLICE OPPURE SI E’ TRATTATO DI UN LUNGO E TORTUOSO PROCESSO?
Krieg: “Processo lunghissimo e tortuoso, perchè ‘Ravencrowned’ nasce da una precedente situazione abbastanza burrascosa con alcuni cambi di line up, disagi e svariate discussioni che sembravano non avere fine. Poi con i membri nuovi si sono aggiunti nuovi stili e quindi abbiamo fatto un po’ fatica ad entrare tutti in sintonia e ritornare stabili e forti, con la voglia di fare.  La realizzazione di ‘Ravencrowned’ ha dovuto rendere conto di tutto questo. Inoltre ha inciso anche il fatto che siamo persone pigre e con poca esperienza (ride, ndA)!”.
Serpent: “In realtà la composizione delle canzoni è stata relativamente breve, ma poi abbiamo rallentato durante la fase di registrazione e di mixaggio. L’ultimo rallentamento, di cui sono diretto responsabile, è stata la realizzazione del booklet e delle photo session che abbiamo usato nel libretto. Cercheremo di non essere altrettanto lenti con il prossimo disco, le cui canzoni sono in pratica già pronte, in sostanza mancano solo i testi”.

QUALI SONO I TEMI CHE AFFRONTATE CON MAGGIOR ATTENZIONE NEI VOSTRI TESTI?
Serpent: “Il primo disco, ‘KRRH’, aveva temi piuttosto canonici per il black metal. In ‘Ravencrowned’, invece, abbiamo dato vita ad una saga dark-fantasy in cui i protagonisti mettono in scena un’opera di sacrificio, lealtà, dedizione, forza, coraggio e purezza. Tutti tratti che, in qualche modo, rappresentano l’essenza di un certo tipo di Black Metal. Il prossimo disco sarà più intimista e prenderà in considerazione le emozioni più profonde e negative dell’animo umano”.

I TITOLI DELLE VOSTRE CANZONI SONO SCRITTI IN DIVERSE LINGUE, COME MAI QUESTA SCELTA?
Serpent: “A dire il vero non esiste una ragione precisa. Le canzoni in inglese hanno titoli inglesi mentre quella in italiano, ‘Cuore Nero’, ha un titolo nella nostra lingua. Le uniche eccezioni sono ‘Veleno’, il cui testo è effettivamente in inglese (Veleno è il nome proprio di uno dei protagonisti della storia), e ‘Den Verkschythend’ che è un parola inventata, ottenuta mischiando più idiomi (norvegese, inglese e tedesco) e che andrebbe tradotto approssimativamente come ‘la lama che pone fine ad ogni volontà’. Già in ‘KRRH’ avevamo un titolo simile (‘Kriegsangshelvete’) e penso che continueremo la tradizione di questi neologismi. Comunque non ci sono motivazioni trascendentali a monte di questa scelta, la cosa principale nella scelta dei titoli è che suonino bene”.

SIETE UNITI COME BAND AL VOSTRO INTERNO? COSA VI LEGA A PARTE LA PASSIONE PER IL GENERE CHE SUONATE?
Krieg: “Sì, a volte! Ora più che mai siamo molto uniti, ci possono essere piccole discussioni, ma forse è anche dovuto alla diversità di età fra i membri della band, si tratta comunque di piccole cose e poi è dura andare sempre d’accordo con cinque menti diverse. Non so spiegare, non so cosa ci possa legare oltre al genere musicale”.

NON MANCA NEL VOSTRO RIFFING L’ELEMENTO MELODICO, TIPICO DI UNA PARTE DELLA SCENA BLACK METAL SCANDINAVA E SVEDESE IN PARTICOLARE. C’E’ FORSE UN GRUPPO CHE HA AVUTO UN ASCENDENTE SU DI VOI AD INIZIO CARRIERA?
Krieg: “Beh sì, diciamo che per ora quel tipo di riffing melodico è un nostro tratto distintivo. Non abbiamo un gruppo di riferimento, abbiamo suonato sempre quello che ci piace e ci ispira al momento”.
Serpent: “Questa domanda andrebbe posta ai chitarristi, ma conoscendoli posso dire che la scuola svedese non ha una così grossa influenza. Certo, tutti noi conosciamo Marduk e Dark Funeral e non si può negare che quel tipo di melodia sia riscontrabile nella nostra musica, ma i gruppi di maggior riferimento sono forse norvegesi, con Gorgoroth in prima linea. E’ comunque vero che con la nuova release la band si è spostata di più sul versante svedese e personalmente lo trovo un passo in avanti”.

UN GIUDIZIO SULL’ATTUALE SCENA BLACK METAL ITALIANA?
Krieg: “Preferirei non parlare più di tanto; posso dire che la scena è molto buona, abbiamo un sacco di gruppi validissimi, ma non faccio nomi perché sicuramente ne dimenticherei alcuni”.
Serpent: “Io sono il membro della band che meno si interessa di musica, pertanto non sono la persona migliore a cui chiedere. Quello che posso dirti è quello che vedo in giro, ossia uno specchio fedele di quello che l’Italia è in ogni suo altro ambito: pressapochismo, mala organizzazione, campanilismo. Chiariamo, come gli altri paesi noi abbiamo grandi talenti (musicali, ma più in generale in ogni settore) ma siamo troppo inconcludenti e remissivi. Detto questo non credo che esista un paese migliore di questo, seppur con tutti i suoi difetti. Poi sia chiaro, ci sono molte band che perseverano da anni sebbene non siano riusciti a raccogliere i meritati frutti: Imago Mortis, Noctifer, Fearbringer. Tutta gente con più di un decennio alle spalle e che continua a portare in giro la propria proposta benchè la scena italiana (e più in generale l’industria della musica estrema) sia ormai moribonda. Massimo rispetto a loro, ma anche a tutte le band che militano da anni e a tutte quelle che si affacciano solo ora, nel momento peggiore, sul palcoscenico estremo. Il solo fatto di suonare in pubblico, mettendosi in discussione, merita considerazione, a prescindere da quanto effettivamente valida sia una band”.

COS’E’ IL BLACK METAL PER I KAISERREICH?
Krieg: “Suonare è un modo per sfogarci e comunicare quello che proviamo. Il Black Metal è la voce che amplifica tutto questo”. 
Serpent: “Che domanda nineties! Sarebbe bello rispondere che è l’eco oscura di una fiamma nera che divora il mio cuore, ma i quarant’anni si avvicinano e mi scopro sempre meno propenso alla poesia. Con gli anni il pragmatismo la fa da padrone e comincio già a rimpiangere l’età dell’innocenza, dove la meraviglia stava un po’ in tutte le cose. Oggi il black metal è la musica che facciamo e che ci piace fare, è un modo di creare qualcosa assieme a gente che apprezzo come musicisti ed è il modo per schiodare il culo da casa e visitare l’Europa, incontrando gente che, bontà loro, riesce sempre a ricevere qualche emozione dalle nostre live performance”.

QUAL E’ IL PROSSIMO TRAGUARDO CHE VI SIETE PREFISSATI DI RAGGIUNGERE COME BAND?
Krieg: “Normalmente non abbiamo traguardi prefissati, un po’ anche nostra pigrizia, ma avere un contratto con la De Tenebrarum Principio/ATMF per due album ci sta stimolando a comporre il nostro terzo album. Quindi il primo obiettivo è quello di realizzare il terzo album entro fine anno, cosa molto difficile, l’altro è di promuovere con molti concerti ‘Ravencrowned’”.
Serpent: “‘Del doman non v’è certezza’ …disse qualcuno un tempo. Al momento procediamo con piccoli traguardi: promuovere ‘Ravencrowned’ con date live ovunque se ne presenti l’occasione e registrare il nuovo disco. Il dominio del mondo è ormai fuori portata e la distruzione della cristianità non è mai stato un obiettivo. Speriamo di continuare a trovare energia per guardare negli occhi di chi ci guarda durante gli show e di continuare a fare la musica che ci piace ascoltare”.

CHE TIPO DI GRUPPI MUSICALI MANTENGONO IN VITA, NEGLI ANNI, UN GENERE MUSICALE: QUELLI CHE SONO FEDELI AI SUOI CANONI E SI LIMITANO A ‘TRAMANDARE’ IL GENERE OPPURE I GRUPPI INNOVATIVI CHE DI VOLTA IN VOLTA LO ALTERANO E LO MODIFICANO SVILUPPANDOLO?
Krieg: “E’ una domanda difficile, a volte modificando un genere rischi di fare solo cazzate e ti rendi ridicolo, ma se la sperimentazione è fatta come si deve, può essere stimolante per l’ascoltatore. Riguardo al black metal, vedo che la gente è stanca della ‘tradizione’ e cerca un’alternativa, magari con sound che mischia la non raffinatezza con una sonorità tecnica, ritmata. Per me ben vengano gruppi innovativi che sviluppano il genere, altrimenti si rischia di farlo morire”.
Serpent: “Chi? Certamente gli innovatori di cui, chiariamolo subito, noi non facciamo parte. Me ne rendo conto sempre di più: la proposta che offriamo ha smesso di interessare gran parte del pubblico, che si sta disaffezionando al black metal vecchio stile. La contaminazione sembra essere l’unica possibilità di far sopravvivere la specie. In quest’ottica un genere può continuare ad esistere per sempre, arrivando magari un giorno a contraddire sé stesso, forse addirittura diventandone la negazione stessa. Tornando ai generi contaminati e sperimentali, esiste anche il rovescio della medaglia. Chi è in cerca di sperimentazione e innovazione non può accontentarsi di un solo genere e spazierà sempre più, finendo con il conoscere, e un giorno forse preferire, altre correnti musicali. Chi invece ha legato la propria anima a filo doppio con il black metal non può e non vuole sentire altro. E’ gente che riesce a riempire i vuoti di quelle note stridule e grattuggiate con la propria emozione”.

GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’…
Krieg: “Grazie a voi, è stato un piacere.
‘La parola è una trappola che sorse dal respiro,
quando l’alito si fece nome,
e ci legò al terrore generato dalla fede
che il verbo sia il vero.
Chi sa tace,
perché nel momento che niente è verbo
tutto è permesso,
perché quando niente è vero

tutto è permesso’”.

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