KAMELOT – Metal Opera!

Pubblicato il 16/07/2007 da
 
“Ghost Opera” è il progetto più ambizioso degli americani Kamelot, un disco che consolida la carriera in crescendo di una delle più amate power metal band della scena. Arrangiamenti maestosi, orchestrazioni curate minuziosamente e melodie accattivanti sono la formula vincente di “Ghost Opera”. Ne parla il singer della band, il norvegese Roy Khan.

 
ROY, “GHOST OPERA” SI CONTRADDISTINGUE SIN DALLE PRIME NOTE PER UNA CURA MANIACALE DEGLI ARRANGIAMENTI E DELLE PARTI PIU’ ORCHESTRALI, MA LE LINEE MELODICHE DELLE CANZONI SONO IMMEDIATE COME DA VOSTRA TRADIZIONE!
“Sono d’accordo con la tua analisi. Vedi, durante queste interviste promozionali, sento dirmi da molti giornalisti che ‘Ghost Opera’ è uno dei dischi più complessi dei Kamelot, con canzoni poco immediate. Io ricordo che pure ai tempi di ‘Black Halo’ ci venivano mosse queste considerazioni. A parte i testi, che sono permeati da atmosfere più cupe, credo che le nuove canzoni non siano così complesse, anzi alcune sono proprio dirette, abbiamo lavorato molto come ricordavi sugli arrangiamenti e sul sound.

LE LINEE VOCALI DEI BRANI SI DISCOSTANO PERO’ DAL CLASSICO STILE KAMELOT.
“Diciamo che ho cantato in modo differente per dar risalto alle atmosfere oscure del disco, ma la cosa si riduce solo ad alcune canzoni. Certi pezzi, come la title track, sono molto orecchiabili, quindi non direi che lo stile dei Kamelot è stato stravolto. Mi fa però piacere che ad ogni nostro nuovo disco gli ascoltatori siano incuriositi nello scoprire tutte le nuove sfaccettature della musica, è un segno della nostra evoluzione che avviene in modo costante disco dopo disco.”

PARLANDO SEMPRE DI VOCALS, COME TI E’ VENUTO IN MENTE DI INSERIRE DEI FILTRI ALLA TUA VOCE?
“Se ti riferisci alla canzone ‘Anthem’ devo dirti che è stata un’idea della nostra casa discografica. Noi non amiamo molto queste soluzioni, Thomas (Youngblood, nda) in particolare ne è abbastanza avverso, ma l’etichetta ha spinto per questa soluzione in quanto voleva inserire qualcosa di ‘cool’ e moderno. Invece altre soluzioni come le mie parti vocali in “Blucher” sono farina del nostro sacco, volevamo inserire una spruzzatina di industrial per sperimentare qualcosa si nuovo. In fondo si tratta di piccoli esperimenti che non stravolgono la nostra musica, ma che ci permettono di crescere.”

COME MAI AVETE “RIMPIAZZATO” SIMONE SIMONS IN QUALITA’ DI GUEST FEMMINILE CON AMANDA SOMMERVILLE?
“Non è successo davvero nulla di tragico, Simone era semplicemente impegnata a registrare il nuovo disco degli Epica e nel periodo in cui noi stavamo lavorando a ‘Ghost Opera’ lei non era disponibile. Fatta questa premessa lasciami tessere le lodi per Amanda, una musicista unica davvero bravissima! Ora sta lavorando alla sua carriera solista, spero che riesca ad ottenere tutto il successo che merita.

STATE GIA’ LAVORANDO AL PROSSIMO TOUR?
“Sì, e toccheremo sicuramente anche l’Italia. Come prima prova ci aspetta il vostro Evolution Festival (l’intervista si è tenuta prima dello svolgimento del festival, nda), poi ad Ottobre torneremo in veste di headliner. Faremo un bel mix tra brani vecchi e nuovi, con l’aggiunta di qualche canzone che non suoniamo da un po’. Ovviamente continueremo a suonare brani come ‘Forever’ e ‘Karma’, che sono nostri cavalli di battaglia più rischiesti dai fans.”

ROY, COSA RICORDI DEL TUO INGRESSO NEI KAMELOT?
“E’ successo tutto in modo molto casuale, ai tempi suonavo con i Conception, una band che ritengo personalmente molto valida, ma che non riuscì ad ottenere un grande successo commercialmente parlando. Fu proprio questa mancata affermazione che creò una forte frustrazione all’interno della band, che poi si sciolse. Ricordo che fui contattato da Thomas Youngblood, che mi disse di avere una band con contratto discografico in mano e di essere rimasto senza cantante. Devo dire che all’inizio ero incerto e decisi di provare a cantare senza prendermi nessun impegno, ma una volta in studio si creò subito una bella alchimia fra noi. Inutile dirti che accettai di buon grado, ed oggi sono molto orgoglioso di essere ancora qui. Con gli anni io e Thomas siamo diventati grandi amici, e l’affiatamento che abbiamo si traduce nella musica che componiamo insieme.”

E’ DIFFICILE SOPRAVVIVERE CON I PROVENTI DELLA MUSICA PER UNA BAND COME I KAMELOT?
“Fortunatamente no, almeno per voi. Da diversi anni riusciamo ormai a vivere tranquillamente di musica, ogni nostro disco supera il precedente in termini di vendite ed il nome Kamelot è ormai consolidato nella scena. Certo, non siamo miliardari come i Metallica, ma possiamo dedicarci al cento per cento sulla nostra musica. Dobbiamo giornalmente fare i conti con diverse situazioni, come il download illegale della musica. Noi cerchiamo sempre di mettere dei sample delle nuove canzoni sul nostro sito, in modo che i fan possano ascoltarci e decidere se acquistare o meno i nostri dischi, ma di fronte al download senza controllo siamo fermamente contrari. Ho trovato i nostri dischi in rete, devo dire che alcuni file sono di qualità molto bassa, ma evidentemente a molti interessa solo scaricare gratis senza curarsi del prodotto. Molti non hanno le idee chiare sul fatto che, se i dischi vendono meno, le etichette si vedono costrette a tagliare i fondi destinate alle band. Le conseguenze si traducono nell’impossibilità di affittare studi di alta qualità e di aver meno tempo per curare il disco. Insomma, tutti ne risentirebbero e le piccole band potrebbero essere destinate a sparire.”

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