KAMELOT – Una solida realtà

Pubblicato il 03/09/2020 da

Chi ha avuto modo di incontrare e scambiare due parole con Tommy Karevik sa che al primo impatto il frontman svedese – da buon nordico – non è una persona molto espansiva. Ma se si riesce a creare una buona atmosfera allora il singer di Kamelot e Seventh Wonder può aprirsi e con noi si è lasciato andare in risposte esaustive. Abbiamo spaziato dalla recente pubblicazione del nuovo ed eccellente live album e DVD “I Am The Empire – Live from The 013” ad alcune curiosità riguardanti la sua carriera, senza tralasciare qualche aggiornamento sulle nuove produzioni che coinvolgono le sue band. Tra una risata e l’altra ci siamo tuffati per una mezz’oretta nel mondo dei Kamelot insieme ad uno dei cantanti più rappresentativi all’interno della scena power e prog attuale.

CIAO TOMMY, COME HAI TRASCORSO QUESTO STRANO PERIODO CHE HA COINVOLTO LE NOSTRE VITE? QUANTO TI MANCA SUONARE DAL VIVO?
– E’ stato un periodo davvero strano, all’inizio pensavo che si sarebbe risolto tutto abbastanza velocemente ma mi sbagliavo, e anche pensando a voi in Italia le cose sono state molto difficili. E’ una situazione che cambierà le nostre vite per sempre e la musica non fa eccezione. La cancellazione dei tour è stata dura per molte band e regnano ancora tanta insicurezza ed incertezza su quando si potrà riprendere sul serio. Sono sempre in contatto con diversi colleghi ed è davvero un momento orribile. L’unica cosa positiva di tutto questo è che credo sia stato utile per ognuno di noi per capire cosa sia davvero importante nelle nostre vite e dove spendere le proprie energie ed il proprio tempo.
Per me suonare dal vivo è un’emozione unica, mi unisce ai fan. Scrivere e registrare musica mi piace molto, ma salire sul palco mi manca tantissimo. Posso dirti che intanto ci stiamo prepariamo al prossimo tour e credo che quando si riprenderà ci sarà davvero una grande atmosfera perchè la gente avrà tantissima voglia di assistere nuovamente ai live show e di rivedere i propri beniamini suonare dal vivo.

POSSIAMO DEFINIRE IL VOSTRO RECENTE LIVE ALBUM E DVD “I AM THE EMPIRE – LIVE FROM THE 013” COME UNA VERA E PROPRIA CELEBRAZIONE DELLA NUOVA ERA DEI KAMELOT, DOPO TRE DISCHI IN STUDIO CON TE ALLA VOCE?
– Assolutamente si! Volevamo che la gente avesse un’idea di cosa fossero i Kamelot oggi, mostrando cos’è in grado di offrire la band quando sale sul palco. Avevamo già pubblicato un DVD in passato ma prima che entrassi in formazione, così era giusto concentrarsi sul nuovo materiale.
C’è molta interazione tra noi ed il pubblico e chi non ha mai avuto l’occasione di vederci dal vivo se ne può rendere conto guardando questo live, una celebrazione della nostra nuova era.

PUOI RACCONTARCI QUALCOSA RIGUARDO A QUELLA SERA? C’ERA TENSIONE PRIMA DI SALIRE SUL PALCO? E’ STATO DIFFICILE GESTIRE I NUMEROSI GUEST CHE HANNO PARTECIPATO ALLO SHOW?
– In questi casi è sempre un one shot, si suona una notte e si filma tutto. Non c’è spazio per fare errori ed ovviamente la pressione c’è. Eravamo tutti un po’ nervosi prima della grande serata, ma anche molto carichi! Ci siamo trovati in Germania qualche giorno prima e abbiamo suonato e provato alcune canzoni per la prima volta. Successivamente siamo arrivati nella venue solamente il giorno prima dello show e abbiamo visitato lo stage per prendere confidenza con la location ma non abbiamo avuto il tempo di provare con i numerosi guest anche se con alcuni di loro avevamo già qualche esperienza on stage nei nostri vari tour. E per fortuna tutto è andato per il meglio!

LA SETLIST DEL DVD E’ FORMATA DA BEN VENTUNO BRANI. NON CREDI CHE ALCUNI FAN POSSANO SENTIRE LA MANCANZA DI PEZZI STORICI COME “KARMA” E “THE FOURTH LEGACY”?
– A dire il vero non abbiamo mai suonato “The Fourth Legacy” da quando sono entrato nei Kamelot e non molti conoscono questo brano. So che in Italia apprezzate molto alcuni vecchi pezzi come questo ma ci stiamo concentrando molto sulla nuova era e sul nuovo materiale, e la cosa funziona. La band si sente maggiormente a proprio agio con le nuove composizioni. Per esempio quando ci esibiamo negli Stati Uniti nessuno del pubblico conosce i Kamelot di “The Fourth Legacy”. Abbiamo provato a suonare qualche canzone in più da “The Black Halo” ma non ha molto senso perchè ci siamo accorti che sono davvero pochi a conoscerle. I brani che la maggior parte dei fan canta ed apprezza sono quelle della nuova era. Se ci pensiamo, solamente dagli ultimi tre dischi abbiamo estratto undici o dodici singoli pubblicando dei video ufficiali, tutti pezzi che non possono mancare quando scegliamo la setlist.

SEI ENTRATO NEI KAMELOT ORMAI OTTO ANNI FA, COSA RICORDI DEGLI INIZI E DEL TUO ESORDIO DAL VIVO? ERI PREOCCUPATO DI DOVER SUONARE DAVANTI A MOLTA PIU’ GENTE DI QUELLA A CUI ERI ABITUATO?
– E’ sempre un momento molto delicato quello di cambiare cantante in una band. Ho presente la sensazione, come quando uno dei miei cantanti preferiti viene sostituito. C’è grande attesa. Nel nostro caso è stato Roy a fare un passo indietro e lasciare i Kamelot, così ho avuto questa grande opportunità: se all’inizio ovviamente avevo qualche incertezza poi quando abbiamo iniziato a lavorare sul nuovo disco è stato tutto naturale. Ero davvero felice e tutto è andato per il meglio fin da subito. Entrare nei Kamelot mi ha aperto sicuramente un nuovo mondo, ma ero pronto e preparato per questo.
Ricordo il primo show al Masters Of Rock in Repubblica Ceca. Ero molto nervoso, ma è stata una grande esperienza. C’erano migliaia di persone pronte ad accoglierci che hanno cantato con noi per tutta la durata dello show e mi hanno riservato un benvenuto indimenticabile.

ALBUM DOPO ALBUM SEMBRA CHE TU SIA SEMPRE PIU’ COINVOLTO NEL PROCESSO COMPOSITIVO DEI KAMELOT, SEI D’ACCORDO?
– Si, devo dire che sono stato coinvolto da Thomas fin da subito. Ho scritto praticamente tutte le melodie e gran parte dei testi di “Silverthorn”, mentre il primo brano che ho composto interamente per i Kamelot è stato “Song For Jolee”. Oggi le cose sono cambiate e per il nuovo album sto scrivendo tantissima musica e questo mi fa enorme piacere.

QUANDO TI CONCENTRI NEL SONGWRITING COME TI APPROCCI RISPETTO ALLE DUE BAND DI CUI FAI PARTE? E’ UN PROCESSO NATURALE ATTRAVERSO IL QUALE COMPONI QUALCOSA E POI DECIDI SE E’ PIU’ ATTINENTE A KAMELOT O SEVENTH WONDER O PRIMA ANCORA DI SCRIVERE PRENDI GIA’ UNA PRECISA DIREZIONE?
– Scelgo sempre cosa scrivere in una certa direzione. Se sono concentrato sul nuovo materiale per i Kamelot penso solo a loro e compongo musica per loro. Non mi è mai successo di aver scritto qualcosa per una delle due band e successivamente aver cambiato perchè pensavo fosse più adatta in un altro contesto. Ma è una cosa abbastanza naturale perchè c’è molta distinzione nel sound tra i due gruppi come mood e tonalità.

DOBBIAMO DARE UNA CATTIVA NOTIZIA ALLE METAL FAN SPARSE PER IL PIANETA; TI SEI SPOSATO! COME AVETE TRASCORSO TU E BRITTANY (leader dei canadesi Kobra And The Lotus, ndr) LA QUARANTENA, UNITI O A DISTANZA?
(Risate, ndr) Siamo rimasti a trascorrere la quarantena in Canada e siamo stati fortunati perchè non vivevamo insieme fino al nuovo anno. Poi mi sono trasferito lì appena in tempo poco prima del lockdown che ha coinvolto i nostri paesi e abbiamo trascorso insieme tutto il periodo:in solitudine, ma alla grande.

GRAZIE AI GRANDI LAVORI PRODOTTI CON I SEVENTH WONDER E LA POPOLARITA’ OTTENUTA CON I KAMELOT SEI DIVENTATO UNO DI QUEI FRONTMAN IN GRADO DI ISPIRARE FAN E COLLEGHI. DURANTE IL LOCKDOWN HO VISTO GIRARE IN RETE ALCUNI VIDEO DI ALTRI CANTANTI, SPESSO ITALIANI, CHE HANNO REGISTRATO DELLE COVER DEI TUOI BRANI CERCANDO DI INTERPRETARE IL TUO STILE INCONFONDIBILE. QUANTO SEI SODDISFATTO DI QUESTO? TE LO SARESTI MAI ASPETTATO ANNI FA?
– Oh no no.. (Tommy sembra davvero emozionato durante la risposta, ndr) non lo avrei mai pensato e sono estremamente orgoglioso. Penso sia il più grande riconoscimento che un musicista possa ottenere quando altri colleghi cercano di studiare il tuo lavoro e ti prendono come ispirazione. Non ne ero a conoscenza, è incredibile e sono davvero felice di sentire queste tue parole.

RITIENI CHE IL TUO SUCCESSO SIA DA ATTRIBUIRSI MAGGIORMENTE AL TALENTO NATURALE OPPURE ALL’IMPEGNO E AL DURO LAVORO E STUDIO CHE CI SONO DIETRO?
– Penso dipenda da entrambe le cose. Ma oggi come oggi credo che a fare la differenza sia soprattutto un discorso di impegno. Ho lavorato duro giorno e notte per dieci anni con i Seventh Wonder senza vedere un dollaro, rinunciando a tantissime cose e restando sempre nell’underground, come succede a molti altri. Il talento conta molto ma ancor di più la determinazione, la tenacia e la voglia di non mollare mai.
Ed è anche questo il messaggio che mi sento di lanciare alle nuove generazioni. Preparatevi a lavorare duramente più di ogni altro se volete ottenere dei risultati e delle soddisfazioni.

SAPPIAMO CHE I KAMELOT SONO ATTUALMENTE CONCENTRATI SULLA REALIZZAZIONE DEL NUOVO ALBUM. VUOI PARLARCI DELLO STATO DEI LAVORI? SENSAZIONI?
– Stiamo lavorando da diverso tempo e abbiamo già tantissimo materiale anche troppo, infatti in questo momento del processo compositivo siamo nella difficile situazione di dover scegliere cosa lasciare da parte.
La mia sensazione è che stiamo flirtando un po’ di più col passato con momenti che si avvicinano molto al power metal melodico. Ovviamente non voglio illudere i fan di vecchia data (risate, ndr). Di certo è che ci sono tante ottime idee e sono molto soddisfatto del nuovo materiale.

IL MELODIC POWER METAL E’ UN PO’ PASSATO DI MODA MA VOI SIETE RIUSCITI A REINVENTARVI E A CATTURARE UNA GRAN FETTA DI NUOVI FAN PLASMANDO NEL TEMPO IL VOSTRO SOUND. QUALE PENSI SIA IL VOSTRO SEGRETO?
– Sono d’accordo ed è pazzesco. Credo che il modo in cui abbiamo unito il vecchio ed il nuovo sia speciale, siamo rimasti fedeli al trademark Kamelot ma trovando nuove soluzioni. Ti posso assicurare che per ottenere questi risultati c’è molto lavoro dietro.
Un altro aspetto decisivo secondo me è che la gente sa che quando viene ad un nostro live show ne sarà parte attiva. Abbiamo molta interazione con il pubblico, momenti esaltanti alternati ad altri più emozionanti. L’esperienza che si vive ai nostri concerti è senza dubbio una parte del nostro successo.

PER QUANTO RIGUARDA I SEVENTH WONDER INVECE, PENSI CHE I FAN DOVRANNO ATTENDERE ALTRI OTTO ANNI PER AVERE TRA LE MANI IL SEGUITO DI “TIARA”? SI TRATTERA’ NUOVAMENTE DI UN CONCEPT ALBUM?
– Abbiamo lavorato molto per il nuovo lavoro e quasi tutte le musiche sono pronte. Ma per me scrivere tutte le melodie vocali richiede davvero moltissimo tempo. Ti posso anticipare che non sarà un concept album ma avrà un approccio più normale. Noi cerchiamo sempre di scrivere l’album perfetto, ma per questo c’è bisogno di molto impegno, quindi se qualcuno vuole un disco velocemente… non deve ascoltare i Seventh Wonder (risate generali, ndr)!

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