I Kataklysm sono diventati da anni una delle roccaforti del death metal melodico impregnato di groove. Sono in pista da moltissimi anni e non hanno mai commesso un passo falso, alternando la pubblicazione di album buoni ad altri meno buoni ma sempre cercando di rinnovarsi. Negli ultimi anni la band aveva perso un po’ la verve, e quindi quando eravamo pronti ad ascoltare l’ennesimo album decente ma non esaltante, ecco che il gruppo dell’italocanadese Maurizio Iacono se ne esce con un lavoro che li riporta in auge, un’opera che gode dell’energia fresca del nuovo batterista. Abbiamo cercato di capire cosa è accaduto nel corso di questi anni e cosa riserva il futuro per la band proprio con il cantante Iacono, leader indiscusso della formazione.
ALLORA, COM’È ANDATA CON IL NUOVO BATTERISTA OLIVIER BEAUDOIN, GIÀ NEI NEURAXIS? È CAMBIATO QUALCOSA NEL PROCESSO DI LAVORAZIONE DEI BRANI?
“Oli si è presentato con molte idee. Lui è un batterista completo ed è entrato nel gruppo portando una nuova energia, un elemento di cui avevamo bisogno visto che Max (il vecchio batterista, ndR) ha avuto qualche problema personale e ha dovuto allontanarsi dalla band per un po’ di tempo. Per almeno un anno non tornerà. Appena entrato Olivier ha capito immediatamente di cosa avevamo bisogno per questo disco, ovvero di alzare il livello delle canzoni e di modernizzare questo hard hitting sul disco. Le sue ottime idee alla fine hanno fatto la differenza”.
QUINDI IN FUTURO MAX POTREBBE TORNARE QUINDI?
“È ancora possibile, sì. Attualmente non siamo in contatto perché sono successe diverse cose; lui deve lavorare un po’ su se stesso perché ha diversi problemi che non gli hanno dato la giusta determinazione per lavorare a questo disco. Avevamo entrambi bisogno di fare una pausa”.
CI HAI DETTO CHE IL NUOVO BATTERISTA HA PORTATO UNA NUOVA ENERGIA IN SENO AL GRUPPO. QUALI ALTRI NOVITÀ CI SONO A TUO GIUDIZIO RISPETTO AL PRECEDENTE LAVORO “HEAVEN’S VENOM”?
“Questo disco è molto complesso. Ci sono tante cose da scoprire man mano che lo si ascolta. Lo ascolti una volta e poi lo devi riascoltare per apprezzare delle cose che magari al primo passaggio non avevi notato. È un lavoro molto aggressivo. Proprio l’aggressione è un fattore che mancava su qualche ultimo nostro album. E poi arriva a tre, quattro anni di distanza dal precedente; questo tempo ci ha permesso su concentrarci su nuove idee e inglobare nuove influenze. Inoltre volevamo fare qualcosa di diverso con questo ‘Waiting For The End To Come’. L’album ha un’energia maggiore e credo inoltre che le canzoni siano ben posizionate e molto bene arrangiate. È un CD molto completo per me, uno dei nostri migliori, anche se saranno i fan a decretarne il successo, ovviamente”.
A DIFFERENZA PROPRIO DEI PRIMI ALBUM, PIÙ DURI, O DEI RECENTI, PIÙ MELODICI, “WAITING FOR THE END TO COME” SI PRESENTA PROPRIO MAGGIORMENTE FRESCO, CON TANTE NOVITÀ CHE NECESSITANO PROPRIO DI DIVERSI ASCOLTI PER ESSERE APPREZZATE, COME HAI DICHIARATO. A COSA DOBBIAMO QUESTO CAMBIAMENTO, QUINDI?
“Sottoscrivo quello che hai detto ma penso comunque che il disco rimanga poi autenticamente Kataklysm. Il suono è più sporco, il basso esce più forte e dona più energia ai brani, proprio ciò che mancava. Sia chiaro: ‘Heaven’s Venom’ ha pur sempre delle ottime canzoni come ad esempio ‘At The Edge Of The World’, che è uno dei pezzi migliori che abbiamo mai composto, o ‘Push The Venom’, altra hit di quel disco, ma con questo nuovo lavoro è diverso: ha una nuova vita, è come un fiore appena sbocciato. Al nostro chitarrista prima di comporre i brani ho detto di non limitarsi, di fare quello che voleva. Lui mi ha risposto che così dava di matto visto che è un fan di Iron Maiden e altro, influenze che poi si sentono su disco”.
QUEST’ANNO SONO USCITI DUE ALBUM DI DUE BAND MOLTO TECNICHE, ULCERATE E GORGUTS, GRUPPI IMPRESCINDIBILI PER GLI AMANTI DEL DEATH METAL TECNICO. RIPENSI AI TEMPI IN CUI VOI PUBBLICASTE “TEMPLE OF KNOWLEDGE” NEL 1996, UN LAVORO MOLTO TECNICO E PER L’EPOCA INNOVATIVO? AVETE IN QUALCHE MANIERA FATTO DA PRECURSORI A CIÒ CHE ASCOLTIAMO OGGI?
“Questo per me è motivo d’orgoglio. Nel 1996 fu difficilissimo comporre quel disco, pregno di una tecnica esasperata. Le canzoni avevano cinquanta riff ognuna, ricordo che in quel momento volevamo fare il disco più matto di quegli anni. Ricordo che il risultato fu così in avanti sul tempo che prendemmo pessime recensioni, votazioni come 3 su 10, 4 su 10, e anche la Nuclear Blast non credette molto in noi. Poi col passare del tempo quel CD diventò un classico. Adesso anche quando parlo con Karl Sanders dei Nile, ad esempio, ci dice che quel disco ha influenzato loro e tanti gruppi che oggi suonano con questo stile. I Gorguts sono diversi da noi, Luke è un grande chitarrista. Noi eravamo più melodici e tecnici mentre i Gorguts necessitano della calcolatrice per capire cosa sta succedendo quando gli ascolti. Non sono un grande fan di questa musica così tecnica, come gusti sono molto old-school e quando vado a un concerto, magari degli AC/DC, mi prendo una birra e faccio headbanging, insomma: capisco cosa sta accadendo. Non mi piace la musica complicata, non mi piacciono quei concerti dove, mi ripeto, prendi la calcolatrice per controllare se 4 + 2 fa 6. Questa è la mia filosofia. Dopo quel disco, raggiunto il nostro picco, cambiammo a trecentosessanta gradi. Non era logico ripetersi”.
ALLORA COSA SUCCESSE DOPO QUEL DISCO? SIETE RIMASTI NEL FILONE DEL DEATH BRUTAL MA AVETE INGLOBATO LA MELODIA E IL GROOVE.
“All’epoca mi piacevano molto i Pantera, che erano appena usciti con il loro secondo disco. Mi è sempre piaciuta la musica pesante, pregna di groove piuttosto che carica di tecnica e velocità. Ho portato quindi queste influenze nel gruppo specie dopo che il cantante lasciò la band e quindi mi ritrovai io dietro il microfono, visto che prima ero bassista. Dopo poco tempo cambiammo quindi direzione musicale. Qualche fan fece fatica ad accettare ma alla fine noi trovammo il nostro stile che secondo me è unico”.
IL VOSTRO CHITARRISTA HA PRODOTTO ANCORA UNA VOLTA IL VOSTRO ALBUM. A NOSTRO GIUDIZIO AVETE SEMPRE AVUTO UN SUONO OTTIMO E MOLTO POTENTE ANCHE QUANDO, FINO A QUALCHE ANNO FA, ERA DIFFICILE E NON ALLA PORTATA DI TUTTI OTTENERE QUESTI RISULTATI. OGGIGIORNO POI LE PRODUZIONI SUONANO TUTTE MOLTO SIMILI. COSA NE PENSI?
“Sono d’accordo, sono anni che la gente non ha più idee. Ascolti un disco o un altro e sembrano tutti la stessa cosa mentre noi siamo un gruppo che appena premi ‘play’ riconosci che sono i Kataklysm a suonare. Sono moto fiero di questo. Per me questo è molto importante visto che vedo allo stesso tempo che anche molte produzioni sono uguali. Noi abbiamo cambiato leggermente per questo nuovo album. Jean (chitarrista, ndR) ha prodotto il disco ma il missaggio è stato fatto da un’altra persona, Zeuss, che ha lavorato con Hatebreed, Soulfly e Suffocation fra gli altri. Zeuss ha portato la sua influenza e ha lavorato molto anche sulla produzione dei bassi mentre Jean ha lavorato invece maggiormente sugli alti. Ne è venuto fuori un grande lavoro di produzione. Il suono inoltre è venuto fuori molto sporco”.
AVETE GIÀ IN MENTE PER QUALE CANZONE GIRERETE IL VIDEO PROMOZIONALE?
“Ho ricevuto proprio adesso il video per il nuovo disco – che vedrò appena finisco questa intervista – per la canzone ‘Elevate’, brano più melodico e atmosferico. È un pezzo che cambia spesso mood, da groove e aggressivo a molto melodico, e riassume perfettamente il concept dell’album. È un brano molto completo anche a livello di testo e ci tenevo a fare il video con questa canzone”.
IL CONCETTO DELL’ALBUM È PERFETTAMENTE RAPPRESENTATO, A NOSTRO GIUDIZIO, DALLA COPERTINA. SEMBRA CHE LA METAFORA STIA A SIGNIFICARE CHE SARÀ L’UOMO A DISTRUGGERE QUELLO CHE DI FATTO HA COSTRUITO. È QUELLO CHE DOBBIAMO ASPETTARCI PER IL FUTURO?
“Esattamente. Allora dobbiamo aver fatto un buon lavoro visto che hai capito perfettamente quello che volevamo esprimere. Se guardi bene, in basso sulla copertina dove c’è scritto Kataklysm, ci sono cadaveri ovunque. Questo dona un senso molto biblico all’immagine. È proprio l’artista che ha disegnato la cover ad avere questo tocco biblico, diciamo molto all’antica. Ha raffigurato tutti questi corpi ammassati fra loro con l’uomo che distrugge le fondamenta di ciò che ha costruito mentre alle sue spalle ci sono tracce di una nuova civilizzazione. Rappresenta il concept dell’album alla perfezione. Il mondo è questo: nel momento in cui nasciamo ci prepariamo ad aspettare il momento della morte”.
COME MAI LA CANZONE “KILL THE ELITE” È STATA SCRITTA COME PROSEGUIMENTO DELLA VECCHIA TRACCIA “ILLUMINATI”?
“Perché l’epoca che stiamo vivendo mi ha fatto pensare che viviamo lo stesso periodo di quando scrissi quella canzone. Allora si pensava che ci fosse una cospirazione mondiale con questi gruppi che controllavano il mondo, questo era il pensiero di fine anni ’90. Oggi nel 2014 il mondo è più informato grazie a internet ma è sempre presente la manipolazione di queste agenzie che controllano il mondo con la scusa del terrorismo. Ti controllano, specie in America. Controllano tutto, anche la roba che mangiamo, interessandosi di genetica. Mangiamo cose artefatte. Se vai da Walmart (nota catena commerciale americana, ndR) e compri una mela vedrai che è grande come la tua testa e totalmente rossa. Idem per una banana. Tutta la frutta sembra perfetta. In Europa invece è diverso: le mele sembrano normali e non perfette come quelle americane. Negli Stati Uniti c’è un’abbondanza costruita artificialmente. In Italia siete fortunati a non aver aderito a questo nuovo sistema di controllo alimentare, almeno potete controllare ciò che mangiate. Qui ci sono le lobby che controllano tutto il mondo. Questo mi ha dato l’ispirazione per la seconda parte di ‘Illuminati’”.
CHE NE PENSI DEL FATTO CHE L’ALBUM USCIRÀ SU MUSICASSETTA? SEI UN NOSTALGICO DEI NASTRI?
“Ho pensato: la gente non compra più i CD, vediamo se compra le musicassette (ride, ndR)! Sì, mi mancano quei giorni, la mia gioventù musicale. Ad ogni modo ho proposto questa idea alla Nuclear Blast che all’inizio ha pensato fosse un’idea da matto. In seguito l’etichetta ha cambiato idea, ritenendo valida l’iniziativa. Credo che qualche altra band ci seguirà su questo percorso”.
INFATTI I CARCASS IN QUESTI GIORNI (INTERVISTA REALIZZATA NEI PRIMI GIORNI DI SETTEMBRE, NDR) SONO USCITI CON L’ALBUM ANCHE SU MUSICASSETTA..
“Ma io ho avuto l’idea un anno e mezzo fa…”.
INTERVISTANDO WALKER CI HA DETTO CHE È STATA L’ETICHETTA, LA STESSA CHE AVETE VOI, A PROPORGLIELO…
“Ecco, allora mi hanno rubato l’idea, così funziona il mondo (ride, ndR)”.
TOUR IN PROGRAMMA?
“A febbraio partiremo per un tour europeo di trentotto date. Saremo solo in nord Italia per quanto vi riguarda. Pensiamo e speriamo di tornare in seguito dalle vostre parti. Mi piacerebbe suonare nel sud, nella mia terra. Sono sempre felice di suonare in Italia”.
SARETE HEADLINER PRESUMIAMO, CHI VI ACCOMPAGNERÀ?
“Ci saranno con noi i Krisiun e la nuova sensation italiana, i grandi Fleshgod Apocalypse”.
OK, PER NOI È TUTTO, ALTRO DA DIRE?
“Vi ringrazio per il supporto, grazie a Metalitalia.com e vi raccomando di non mollare anche se la vita è difficile: ‘Let the metal flow and support it!’”.