“E’ passato un anno dall’uscita di ‘In The Arms Of Devastation’, abbiamo girato il mondo e abbiamo avuto ovunque grandi soddisfazioni. Nel precedente tour europeo non abbiamo suonato in paesi come Spagna e Italia, ma nel prossimo, a cavallo fra settembre e ottobre, colmeremo questa mancanza. Attualmente siamo molto concentrati nei tour degli Stati Uniti. Di certo sono oramai dieci anni che ci alterniamo fra album e concerti!”.
E DEL NUOVO DISCO COSA CI DITE?
“Abbiamo già tre o quattro canzoni pronte, due delle quali già finite. Ci stiamo lavorando molto. Ora abbiamo un tour con i Devildriver in America (di recente cancellato, ndR), poi continueremo a lavorarci sopra”.
QUANDO USCIRA’?
“Uscirà a maggio 2008”.
PER QUANTO RIGUARDA LA DIREZIONE MUSICALE, HO LETTO CHE ACCENTUERETE LA VENA MELODICA, E’ VERO?
“Pur essendo sempre un album dei Kataklysm, sarà leggermente diverso, con più arrangiamenti e con una vena melodica maggiormente marcata. Conterrà anche parti brutali, ma non sarà una brutalità fine a se stessa. Sul nuovo album ci saranno molti più pezzi aggressivi. So che la gente pensa che dopo ‘Serenity In Fire’ abbiamo rallentato. Ci si aspettava un altro disco violentissimo, ma io non voglio che la gente sappia come sarà il nostro nuovo lavoro, non siamo una band prevedibile”.
NASCETE COME BAND BRUTAL DEATH, MA NEGLI ULTIMI ANNI HA FATTO LA SUA COMPARSA UN FLAVOUR MELODICO NELLE VOSTRE COMPOSIZIONI. QUANDO C’E’ STATA LA SVOLTA? ED E’ STATA DOVUTA A QUALCOSA IN PARTICOLARE?
“Credo che col tempo il gruppo abbia trovato veramente la sua strada musicale, credo che il tutto si sia verificato negli ultimi tre o quattro album. Jean (chitarrista, ndR) è stato molto influenzato dagli Iron Maiden e quindi ecco qui le parti melodiche. Registreremo a gennaio nello studio in Canada del chitarrista e poi andremo in Florida per il mixing con un produttore americano (Jason Suecof, ndR), a differenza del chitarrista che ha prodotto l’ultimo lavoro, facendo un lavoro eccezionale. Ogni album dei Kataklysm è differente dall’altro. E quindi è importante che ogni produzione abbia un suono differente”.
COME SONO ANDATE LE VENDITE DELL’ULTIMO ALBUM? E QUAL E’ IN ASSOLUTO IL VOSTRO ALBUM CHE HA VENDUTO DI PIU’ ?
“‘In The Arms Of Devastation’, il nostro ultimo album, è quello che ha venduto più copie di sempre, circa 60 mila. Per un gruppo che suona questo genere è tanto. Specie in America le vendite vanno molto bene, siamo dietro solo ai mostri sacri del genere come i Cannibal Corpse”.
AVETE IMPIEGATO UN PO’ A RAGGIUNGERE IL SUCCESSO…
“Sì, è stata una cosa strana per noi perché siamo arrivati al successo dopo l’ottavo album, c’è stato un boom dopo la pubblicazione di ‘In Shadows And Dust’, anche se già dopo ‘Epic’ ci furono i primi riscontri positivi. Comunque ‘In Shadows And Dust’, che è il mio album preferito fra l’altro, è quello che ci ha dato notorietà. Poi ci sono stati i numerosi concerti in Europa, ci siamo fatti le ossa in tanti tour aprendo per tante band, finendo per diventare headliner nei tour che facciamo adesso, specie in Germania dove riempiamo sempre i locali con 800, 1000 persone a serata. Oltretutto ora abbiamo più soldi per la produzione e per la promozione dell’album, l’etichetta spende tanto per noi e quindi è più semplice realizzare album come ‘In The Arms Of Devastation'”.
FRA L’ALTRO QUESTO ALBUM E’ ANCHE QUELLO IN CUI AVETE FATTO UN SALTO DI QUALITA’ DAL PUNTO DI VISTA DEL SUONO…
“Sì, abbiamo capito come fare, poi ci siamo compattati come band, tutti insieme verso la stessa direzione musicale, forti anche dell’amicizia che c’è fra di noi. Ad esempio con Jean-Francois (chitarrista, ndR) siamo amici da 15 anni, siamo amici anche al di fuori della musica, quindi è normale che quando stiamo insieme le cose escano fuori facilmente e con naturalezza”.
PER QUANTO RIGUARDA IL CONCERTO DI OGGI, COME SONO ANDATE LE COSE?
“Per noi è stato un disastro, abbiamo avuto tanti problemi, non so fuori come si sentiva (bene, ndR), ma non riuscivamo ad ascoltarci, specie io al microfono. Eravamo comunque stanchi, veniamo dalla Germania e quindi non abbiamo dormito per niente, visto che ieri sera abbiamo tenuto uno show. Sono contento che oggi si sentiva bene da fuori come mi hai detto, ma per noi è stato un vero disastro, volevo scappare via dopo una canzone, però siamo professionisti. Pensa però a cosa siamo capaci di fare quando va tutto bene dal punto di vista dei suoni!”.
QUALCHE ANNO FA, PARLANDO DOPO UNO SHOW, MI DICESTI CHE TU ERI IL MANAGER DELLA BAND, CHE TI OCCUPAVI DI TUTTO, ANCHE DELLA STAMPA DELLE MAGLIETTE. E’ CAMBIATO QUALCOSA ORA CHE SIETE UNA BAND SICURAMENTE PIU’ IMPORTANTE DI ALLORA?
“No! Sono ancora io il manager della band (ride, ndR!), mi occupo di tutto, sempre però tenendo fede alla democrazia che regna sovrana all’interno del gruppo. Diciamo che preferiamo controllare tutto noi, anche se ora siamo a un livello molto alto e quindi può darsi che ci appoggeremo a qualche organizzazione”.
NESSUNO DI VOI LAVORA, VERO?
Maurizio: “Sì, nessuno lavora, ora stiamo bene e non c’è male, diciamo che dagli ultimi tre album non lavoriamo”.
Jean-Francois: “Ho un mio piccolo studio di registrazione, ho prodotto album come ‘The Will To Kill’ dei Malevolent Creation o ‘Retaliate’ dei Misery Index”.
MAURIZIO, TU HAI UN FIGLIO… COM’E’ LA VITA DA PADRE METALLARO?
“Difficile! Quando posso li porto con me, mia moglie e mio figlio, io vivo a Chicago, e quindi è difficile conciliare gli impegni della band con quelli della famiglia. Spendo tanto di telefono quando sono fuori, anche se Skype mi aiuta in questo. La band poi è sempre impegnata in tour, nel 2007 solo nella prima parte di aprile siamo stati a casa, poi per il resto sempre impegnati da tutte le parti e quindi capisci che è difficile”.
ASCOLTA METAL IL PICCOLO? GLI STAI INSEGNANDO L’ITALIANO?
“Sì, guarda anche il DVD della band e dice ‘guarda c’è papà che suona in tv!’. Frequenta una scuola italiana, parla inglese ovviamente, però quando vado a trovare i miei genitori in Canada (padre catanese, madre di Bari) lui parla italiano”.
PENSI CHE SE FOSSI RIMASTO IN ITALIA SARESTI RIUSCITO A TIRARE FUORI UNA BAND COME I KATAKLYSM?
“Onestamente penso di no. In Italia è difficile, è molto difficile uscire al di fuori dai confini. Ci sono band che sanno suonare, ma è difficile sfondare, non ci sono etichette interessate a band italiane anche perché l’audience in Italia è limitata se pensiamo al genere metal. Anche in Canada è stato difficile per noi diventare famosi. Eravamo molto estremi e poi conta molto la nazione da cui provieni. Io ho sempre detto che se c’è una band come i Suffocation in Canada e una band come i Suffocation in Florida, l’etichetta mette sotto contratto quelli che stanno in Florida, perché è più facile avere successo con un gruppo americano. Ad esempio, da quando mi sono trasferito in America la band ha un indirizzo americano, ed io ho ricevuto tanti contatti in più”.
ULTIMA DOMANDA SULLA FORMAZIONE: ORA CHE E’ TORNATO IL BATTERISTA ORIGINALE, LA LINEUP E’ STABILE?
“Sì! Col ritorno del drummer originale direi che siamo definitivamente a posto! Saluto tutti i fan italiani, ci vediamo a ottobre con i Behemoth!”.