KATAKLYSM – Ombre e polvere di Maurizio Iacono

Pubblicato il 23/09/2002 da

Un ritorno discografico entusiasmante, questo dei canadesi Kataklysm che, con l’eccellente “Shadows & Dust”, firmano il loro sesto full-length album in studio. Partiti sulla lunga distanza con la terremotante coppia “Sorcery” e “Temple Of Knowledge”, e passati attraverso un periodo burrascoso fatto di continui rimpiazzi dietro le pelli ed un momentaneo divorzio dalla loro label di sempre, la tedesca Nuclear Blast, i quattro canadesi sono tornati a deliziarci con il loro death metal tecnico e d’assalto già nel 2000, in seguito ad un pur brevissimo periodo di inattività, con la realizzazione del discreto “Prophecy (Stigmata Of The Immaculate)” e del successivo ed altrettanto valido “Epic (The Poetry Of War)”; a distanza di appena un anno dalla release del suo predecessore, “Shadows & Dust” è già qui, pronto per riconsegnarci una band esponenzialmente maturata rispetto a quella di pochi anni fa, e che giunge così a siglare il suo miglior lavoro di sempre. Maurizio Iacono – che ormai da quattro album ricopre il ruolo di cantante, dopo essersi inizialmente occupato del basso – ci illustra da vicino tutti i dettagli sul nuovo album, portandoci a scoprire da vicino tutti i segreti di casa Kataklysm.
INIZIAMO A PARLARE SUBITO DI “SHADOWS & DUST”… PUOI RACCONTARE AI NOSTRI LETTORI QUALCOSA RIGUARDO ALLA GENESI DELL’ALBUM?

“Dopo l’uscita del nostro penultimo album, “Epic (The Poetry Of War)”, la nostra casa discografica ci ha chiesto di produrre subito un nuovo lavoro, dal momento che l’attenzione del pubblico era al momento catalizzata su di noi, e che non potevamo non sfruttare questa possibilità di veder crescere il successo della band qui Europa. Una volta entrati in studio per comporre il nuovo album, abbiamo ritrovato la stessa alchimia che ha contraddistinto i nostri ultimi lavori, e nell’arco di appena due mesi e mezzo siamo riusciti a terminare i nove brani che compongono questo nuovo “Shadows & Dust”. Il tempo di realizzazione del disco è stato quindi molto breve; abbiamo lavorato molto duro in quei pochi mesi, cercando di sfruttare l’ispirazione del momento e soprattutto l’energia che avevamo accumulato suonando in tour durante l’ultimo anno. Dire che siamo soddisfatti di “Shadows & Dust” è poco: abbiamo ancora una volta perfezionato il nostro songwriting, ed abbiamo raggiunto degli standard davvero elevati paragonati alle precedenti uscite, soprattutto per quanto riguarda la produzione, che è stata curata dal nostro chitarrista, J-F Dagenais. Credo che proprio l’eccellente lavoro come produttore di J-F sia stato determinante per dare al nuovo materiale quel tocco di personalità in più…”.

TRA L’ALTRO HO SAPUTO CHE LE PRIME RECENSIONI DI “SHADOWS & DUST” SONO STATE PRESSOCHE’ OVUNQUE SENSAZIONALI…

“Si è vero, sia noi che la Nuclear Blast siamo rimasti sconvolti dall’eccezionale feedback che il nostro nuovo album sta ricevendo, specialmente in Germania, dove tutti i magazine più importanti ci hanno recensito ottimamente, arrivando addirittura ad includere “Shadows & Dust” tra le migliori release del 2002…”.

QUESTO NUOVO ALBUM VEDE ANCORA ALL’AZIONE UNA LINE UP CHE ORMAI DURA DA BEN SEI ANNI…

“Sai, tendo a considerare gli ultimi sei anni dei Kataklysm quasi come se appartenessero ad una band nuova rispetto a quella che pubblicò “Sorcery” e “Temple Of Knowledge”… All’epoca avevamo spesso problemi con dei piccoli cambi di formazione e, da quando abbiamo trovato la nostra stabilità con questa nuova line up, abbiamo anche riscoperto nuovi stimoli ed un nuovo approccio alla composizione. Siamo tutti e quattro molto amici, ci piace scherzare e divertirci insieme, ma soprattutto abbiamo un ottimo feeling quando componiamo musica… Sai, “Shadows & Dust” è il nostro primo album alla cui composizione abbiamo collaborato tutti e quattro… E’ un album che quindi ognuno di noi sente proprio al 100%, e non possiamo che essere soddisfatti dal risultato che abbiamo ottenuto”.

QUALI SONO SECONDO TE I BRANI CHE PIU’ RAPPRESENTANO IL NUOVO ALBUM?

“Sicuramente i primi due “In Shadows And Dust” e “Beyond Salvation” sono quelli più diretti e micidiali, tanto che sono piaciuti moltissimo in Germania… Forse perché ci sono dei ritmi marziali che ricordano i loro Rammstein, chissà! (Ride) I miei brani preferiti invece sono “Illuminati” e “Face The Face Of War”, perché sono quelli che riescono a darmi più emozioni in assoluto. Questa è proprio una nostra prerogativa importante: non ci interessa comporre musica violenta e fine a se stessa, ma cercare di arrivare al cuore della gente, scrivendo canzoni che riescano a rimanere nel tempo. All’inizio ci avevano etichettato come ‘la band più estrema del pianeta’ perché cercavamo a tutti i costi l’assalto sonoro, ma abbiamo ben presto capito come la strada da seguire fosse un’altra”.

LE COSE SONO CAMBIATE PERO’ SUBITO DOPO IL VOSTRO SECONDO DISCO, “TEMPLE OF KNOWLEDGE”…

“Già… Quando uscì “Temple Of Knowledge”, tutti dicevano che i Kataklysm avevano prodotto il disco più tecnico e brutale della storia: stavamo oltrepassando le barriere dell’estremo, ma ben presto realizzammo che oltre quel limite non avremmo potuto andare. Così abbiamo provato nuove soluzioni in “Victim Of This Fallen World “, il nostro album forse più lontano dal classico sound dei Kataklysm, fino ad arrivare a dare una nuova vita alla band con il nostro ritorno alla Nuclear Blast e la release di questi ultimi tre album, di cui andiamo veramente orgogliosi. La cosa incredibile, e che anche la nostra label stenta a credere, è che il successo dei Kataklysm continua a crescere con il passare del tempo; se all’epoca dei primi due dischi collezionavamo esclusivamente stroncature e forti critiche, a partire da “Prophecy (Stigmata Of The Immaculate)” la tendenza ha cominciato ad invertirsi, portando molta gente – soprattutto giornalisti – a cambiare idea su di noi. Come ti ho già accennato prima, le recensioni per “Shadows & Dust” sono state fenomenali fin’ora; noi, né tantomeno la Nuclear Blast, non potevamo aspettarci un trattamento simile. C’è chi ha definito il nostro album come ‘il disco death metal del 2002’, chi si è spinto a fare paragoni con band che io stimo ed apprezzo tantissimo come Nile e Hate Eternal, e chi semplicemente non riesce a credere che siamo gli stessi Kataklysm di sei anni fa… Sinceramente, tendo a considerare i Kataklysm degli ultimi tre anni come una band ‘nuova’ rispetto a quella dei primi album; abbiamo mantenuto il nome ed il nostro vecchio repertorio, ma l’approccio è stato rivisitato da una maggiore maturità compositiva dovuta anche ad un maggior affiatamento tra noi quattro”.

E’ STRANO IN EFFETTI: PARAGONANDO LE VOSTRE DUE PRIME RELEASE CON IL NUOVO MATERIALE, E’ DECISAMENTE EVIDENTE COME NON SIANO AFFATTO VENUTI MENO GLI ELEMENTI STILISTICI DI SEMPRE, MA COME INVECE SIATE RIUSCITI A MESCOLARLI E RENDERLI IN PROPORZIONI QUALITATIVAMENTE SUPERIORI CHE IN PRECEDENZA…

“Abbiamo lavorato molto sulla composizione, sugli arrangiamenti e sulla ricerca di un feeling nelle nostre canzoni. E’ importante riuscire a comunicare attraverso la musica, anzi, credo sia necessario. Ad essersi evoluta nei Kataklysm, ancor prima del sound, è la mentalità. Ora siamo delle persone mature, che cercano di esprimersi attraverso la loro musica e che sanno frenare i loro istinti brutali. Per noi questo è un modo di fare arte”.

ED IL DISCORSO LIRICO? DA SEMPRE RICOPRE UN RUOLO MOLTO IMPORTANTE NEI KATAKLYSM…

“Oh si, è sempre stato importante per noi completare la musica con delle parole che la riflettessero in pieno, ed abbiamo sempre cercato di attingere direttamente dall’esperienza personale, senza dover raccontare storie di necrofagia o teste decapitate… Queste tematiche le lascio ai Cannibal Corpse! Quest’ultimo album in particolare raccoglie le riflessioni di quest’ultimo anno; molte cose sono cambiate qui in America dopo lo scorso 11 Settembre, ed anche la mentalità della gente è rimasta segnata da una maggiore incertezza nell’aspettativa di vita ed in una generale sfiducia nel domani. “Shadows & Dust” è un album che parla di ombre e polvere: quelle stesse ombre e polvere che rimarranno dopo il prossimo conflitto nucleare. Lessi da qualche parte che la potenza sviluppata dalle bombe atomiche rilasciate sul Giappone, al termine della Seconda Guerra Mondiale, fu talmente enorme che le sagome – ossia le ombre – della gente rimasero impresse sui muri e sul pavimento; ed il riferimento nel titolo, anche se osservi la copertina dell’album, ti rendi conto che è abbastanza lampante. Il messaggio delle mie liriche è fondamentalmente un invito a vivere la vita attimo dopo attimo, cercando di vivere l’ebrezza del mentre, perché il futuro è colorato di incertezza”.

UN ALTRO DISCORSO CHE VOLEVO AFFRONTARE CON TE RIGUARDA LE TUE RADICI ITALIANE…

“Cosa vuoi sapere, Lorenzo? Se ne vado fiero? Certamente. Il mio sangue è italiano, e per forza di cose mi sento molto legato a questa terra, tant’è che ogni volta che veniamo a suonare in Europa per me è fondamentale venire a suonare in Italia. Quest’anno – come ben sai – suoneremo al Xmass Festival, che purtroppo non passerà per il tuo paese, a causa di problemi con gli organizzatori locali, da quel che ho potuto capire… Vedremo di poter organizzare qualche data in seguito, davvero, ci tengo veramente tanto”.

COSA DISTINGUE, SECONDO TE, NOI EUROPEI DAI VOI ABITANTI D’OLTREOCEANO? E NON PARLO ESCLUSIVAMENTE DAL PUNTO DI VISTA MUSICALE…

“Beh le differenze sono tante… In Europa c’è innanzitutto un tenore di vita completamente differente, ed una mentalità che rispetto tantissimo perché radicata su tradizioni vere ed un’identità secolare. Vado spesso in Germania, presso gli uffici della Nuclear Blast, ed il mio sogno sarebbe proprio quello di trasferirmi lì un giorno, oppure in Italia o comunque in qualsiasi paese europeo, perché è dove sento le mie radici. Qui in America non abbiamo radici altrettanto solide come quelle dell’Europa: qui vige la cultura dell’usa-e-getta, ogni cosa si consuma in fretta per essere immediatamente sostituita da una nuova; tutti cercano la gloria di un minuto, per poi venire presto spazzati via da una nuova moda, una nuova attitudine, una nuova mentalità. Questo – sempre per restare in tema con la nostra conversazione – è anche quello che succede con la musica. Le mode si susseguono in fretta, ed è così che spesso chi, come i Kataklysm, ha già alle spalle sei album, si ritrova ad aprire per una band venuta dal nulla e che in quel momento è considerata più importante di te soltanto perché sfrutta il trend dell’ultima ora e possiede alle spalle una major. E’ una situazione frustrante, purtroppo”.

CONCLUDIAMO PARLANDO DI DISCHI… C’E’ QUALCHE DISCO CHE HAI ASCOLTATO DI RECENTE CHE SENTI DI CONSIGLIARE AI NOSTRI LETTORI?”

Certamente! Ho ascoltato l’ultimo Nile, e devo dire che è un album davvero eccellente! Stesso dicasi per il nuovo Malevolent Creation: J-F Dagenais ha appena terminato di mixarlo, e devo ammettere che si tratta di un lavoro davvero eccezionale, grazie anche alla produzione del mio chitarrista (ride)… Grazie mille per l’intervista, ci si vede presto in Italia!”.

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