KATAKLYSM – Potenza e Melodia

Pubblicato il 09/09/2010 da

Hanno da poco pubblicato il nuovo album “Heaven’s Venom” e sono tra le band death metal attualmente più seguite. I Kataklysm hanno difatti trovato la formula che gli ha permesso di farsi valere in un ambito ricco di concorrenza e di riuscire nella difficile impresa di farsi apprezzare anche da chi non è strettamente legato a questo tipo di sonorità. Un sound aggressivo, potente e non privo di melodia, che li sta portando album dopo album verso la vetta del genere. Ne abbiamo parlato con il batterista Max Duhamel in una veloce chiacchierata durante il Gods Of Metal 2010.

 



 

 

 
 
BENE MAX, VUOI INIZIARE DANDOCI UNA TUA DESCRIZIONE DEL NUOVO ALBUM ‘HEAVEN’S VENOM’?
“È pobabilmente l’album su cui abbiamo lavorato di più. Ovviamente poi saranno i fan a decidere ma per realizzarlo posso assicurarti che la band ha dato più del 100%. È un disco molto personale, più aggressivo e allo stesso tempo più melodico rispetto al precedente ‘Prevail’. È un po’ un ritorno alle nostre origini sotto certi aspetti”.

VUOI DIRCI QUALCOSA IN PIÙ CIRCA IL SONGWRITING DELL’ALBUM?
“Abbiamo iniziato a scrivere i pezzi e registrare demo a novembre 2009, piuttosto presto rispetto alle altre volte. Solitamente infatti abbiamo poche settimane da dedicare alla composizione, perché dobbiamo rispettare gli impegni legati ai tour. Questa volta invece ci siamo presi tutto il tempo che ci serviva per fare un bel disco. Jean-François ha scritto da solo tutte le parti di chitarra e siamo molto soddisfatti del risultato”.

DAL PUNTO DI VISTA DEI TESTI CHE TEMATICHE AFFRONTA?
“I testi li scive Maurizio (Iacono, voce – ndr). Si tratta di argomenti molto personali che a volte sono piuttosto duri verso certe persone. In parte si tratta di ciò che è successo nella sua vita privata da dopo la pubblicazione di ‘Prevail’ e in parte di argomenti più generali che hanno a che fare con la nostra società e tutte porcate che succedono nel mondo di oggi”.
 
SIETE AL VOSTRO DECIMO ALBUM. COME SIETE CAMBIATI RISPETTO AGLI INIZI?
“Oggi siamo di certo tecnicamente più preparati. D’altronde questo vale un po’ per tutta la scena death metal. Quando iniziò, le cose non stavano come ora ma adesso i musicisti in genere cercano di migliorare sempre di più”.

QUANTO CONTA PER VOI LA REAZIONE E IL GIUDIZIO DEI FAN?
“Molto, perché loro sono le fondamenta su cui ci basiamo e per noi è importante che siano soddisfatti, sia per quanto riguarda i tour che gli album. È per questo motivo che nella scrittura del nuovo album abbiamo cercato di dare il meglio, lasciando da parte le mode del momento”.

VUOI PARLARCI DELLA SCENA METAL CANADESE?
“È ottima. Montreal è la città canadese più importante per quanto riguarda la scena metal. C’è una bella scena anche a Quebec City e Toronto mentre a Vancouver, che è dall’altra parte del paese, c’è un buon movimento ma non allo stesso livello delle altre tre città”.

CHE DIFFERENZE CI SONO TRA L’AUDIENCE AMERICANA E QULLA EUROPEA?
“L’audience europea è più fedele e attaccata alle band. Quando suoniamo qui ci capita di vedere le stesse facce della volta precedente, il che significa che la gente è affezionata alla band e la segue costantemente nella sua crescita. Non è come negli Stati Uniti, dove un giorno sei seguito e il giorno dopo non esisti più. Lì seguono molto i trend. Noi canadesi invece come mentalità siamo più vicini a quella europea”.

CI SONO PROGETTI PER UN NUOVO ALBUM DEGLI EX-DEO?
“Ok gli Ex-Deo riguardano più che altro Maurizio ma posso dirti che le registrazioni del nuovo album dovrebbero tenersi all’inizio del prossimo anno”.

PARLIAMO UN PO’ DELLE TUE INFLUENZE COME BATTERISTA. QUALI SONO I BATTERISTI CHE STIMI DI PIÙ?
“Neil Peart dei Rush è il miglior batterista di tutti i tempi. Sono anche un grande fan di Eric Singer che ora suona, e canta anche, coi Kiss. Rimanendo in ambito death metal direi Pete Sandoval. Il modo in cui suona, l’intensità che ci mette, il carisma… è uno spettacolo da vedere”.

VEDO CHE HAI UN TATUAGGIO CON IL LOGO DI RONNIE JAMES DIO…
“Mi trovavo a casa della mia ragazza in Germania quando ho appreso della sua morte. Ero tristissimo, distrutto… Ci sono così tanti musicisti che meritano di morire…”

PER ESEMPIO?
“Oh no, no!!! Evitiamo! (risate, ndr) Credo che abbiamo perso un grande musicista e songwriter, un cantante incredibile e un’ottima persona. Nessuno di coloro che lo avevano incontrato parlava male di lui. Una grande perdita”.

I TUOI TRE ALBUM DEATH METAL PREFERITI?
“Ce né sono tanti ma direi ‘Human’ dei Death, ‘Covenant’ dei Morbid Angel e ‘Effigy Of The Forgotten’ dei Suffocation, un album veramente fenomenale per i tempi in cui uscì”.

LE BAND CHE HANNO CAMBIATO LA TUA VITA, CHE TI HANNO INTRODOTTO AL METAL?
“Tutto iniziò quando avevo sei anni e mio cugino mi fece sentire ‘Alive II’ dei Kiss. Fu una grande ispirazione che mi spinse a diventare un musicista, da quel momento decisi che quella doveva essere la mia vita. Iniziai dunque ad ascoltare un sacco di rock come Van Halen, Motley Crue, Aerosmith e via dicendo, finché non arrivò il death metal. A quel punto per qualche anno lasciai da parte le vecchie influenze rock, salvo poi riscoprirle successivamente. Le rock band che hanno cambiato la mia vita, saranno sempre nel mio cuore”.

 

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