PENSI CHE “VIVA EMPTINESS” ABBIA APERTO DELLE PORTE PER LA BAND? AVETE GUADAGNATO DEI NUOVI FAN?
“Penso di sì. Nonostante il disco fosse più heavy di ‘Last Fair Deal Gone Down’ o ‘Tonight’s Decision’, era dotato di un feeling più moderno che lo ha reso in qualche modo maggiormente accessibile. Sì, probabilmente ‘Viva Emptiness’ ci ha fatto guadagnare nuovi fan…”.
“THE GREAT COLD DISTANCE” PROSEGUE PER CERTI ASPETTI SULLA SCIA DEL SUO PREDECESSORE. POSSIAMO AFFERMARE CHE I KATATONIA ABBIANO TROVATO IL LORO STILE DEFINITIVO?
“Non saprei, trovo che ‘The Great Cold Distance’ sia alfiere di un songwriting ancora più heavy e ricercato… quindi non riesco a vederlo esattamente come la seconda parte di ‘Viva Emptiness’. La matrice di base è la stessa, questo è evidente, ma credo che ancora non si possa parlare di un definitivo stile Katatonia. Non abbiamo alcuna intenzione di fossilizzarci su determinati stilemi, la nostra intenzione è quella di evolverci e di sperimentare cose nuove anche negli anni a venire. Con ‘The Great Cold Distance’ abbiamo recuperato una certa dose di aggressività che negli ultimi lavori avevamo accantonato e il fatto di aver realizzato un album del genere a questo punto della nostra carriera ci mette nelle condizioni di poter sperimentare con ancora più libertà. Voglio dire che il prossimo disco potrà suonare più soft o ancora più heavy, ma sarà sempre al 100% Katatonia, questo perchè ormai abbiamo dimostrato che il nostro songwriting è in grado di muoversi in più direzioni… d’ora in avanti non sarà mai facile prevedere come suonerà un nostro album”.
GIA’ ORA E’ PERO’ MOLTO DIFFICILE PARAGONARVI AD ALTRE BAND…
“Questa è un’ottima cosa! Se vieni sempre paragonato ad altri significa che non sei dotato di un’identità precisa. Al giorno d’oggi ci sono troppi gruppi che non hanno alcuna voglia di sperimentare e di creare cose nuove. Si limitano a copiare ciò che è già stato fatto da altri e a modellarlo un pochino affinchè suoni in maniera decente. Ma questo è terribilmente noioso. Noi, al contrario, abbiamo sempre cercato di proporre delle novità. Delle volte suonavano bene, altre meno… però possiamo sempre dire di averci sempre provato! Anche gli esperimenti malriusciti sono utili a far progredire la band… non la fanno adagiare sugli allori e la mantengono viva e desiderosa di andare avanti”.
ESISTE COMUNQUE UNA BAND ALLA QUALE IL VOSTRO NOME STA INIZIANDO AD ESSERE ACCOSTATO: SI TRATTA DEI TOOL…
“Sì, mi sembra giusto, io sono un grandissimo fan dei Tool e degli A Perfect Circle. L’influenza di questi gruppi inizia a farsi sentire nelle canzoni composte da me… non mi vergogno a dirlo. Ma trovo che non si tratti di una semplice scopiazzatura: sto cercando di prendere gli elementi del loro sound che più mi piacciono e li sto mischiando con i trademark dei Katatonia. I risultati mi stanno soddisfacendo parecchio, quindi credo che anche in futuro potrai sentire pezzi su questo stile. Anders, il nostro chitarrista, ha poi un modo di comporre molto differente dal mio, quindi sarà sempre più interessante mettere a confronto le nostre idee e cercare di dar vita a qualcosa di nuovo e personale”.
DA QUALCHE ANNO AVETE ABBANDONATO QUELLE MELODIE E QUEI RIFF “A CASCATA” CHE VI AVEVANO RESI FAMOSI… PENSATE DI RECUPERARLI IN FUTURO?
“Mai dire mai, però in questo momento non ne abbiamo intenzione. Anders continua a scrivere riff e melodie su quello stile, ma vengono puntualmente accantonati. Questo perchè nè io nè gli altri ragazzi abbiamo voglia di muoverci in quella direzione… dover cantare su simili soluzioni è davvero limitante e lo stesso discorso può essere fatto per il nostro batterista, il quale non potrebbe esprimersi nel modo a lui più congeniale”.
COSA NE PENSATE DI TUTTE QUELLE BAND CHE OGGI UTILIZZANO QUELLA PARTICOLARE TECNICA?
“La cosa ci fa ovviamente piacere… ciò dimostra che siamo riusciti a creare qualcosa di innovativo e di interessante, che è stato in grado di ispirare altri musicisti. Ne siamo molto orgogliosi”.
COME DESCRIVERESTI LA PROPOSTA ATTUALE DEI KATATONIA A QUALCUNO CHE NON VI HA MAI ASCOLTATO?
“Domanda difficile… potrei parlare di dark metal o di dark rock. A volte siamo aggressivi, altre volte puntiamo più sull’atmosfera, ma la componente dark è sempre presente in ogni nostra canzone. Quando i Katatonia cesseranno di essere oscuri, allora credo proprio che cambieremo nome o ci scioglieremo”.
IN PEZZI COME “LEADERS” O “RUSTED” È POSSIBILE UDIRE ANCHE DELLE GROWLING VOCALS… PER QUALE MOTIVO AVETE DECISO DI FARNE NUOVAMENTE USO?
“Se ben ricordi, già in ‘Ghost Of The Sun’, la prima canzone di ‘Viva Emptiness’, avevamo di nuovo dato spazio a questa soluzione. Non usiamo il growling in una intera canzone da anni ormai, ma ciò non vuole affatto dire che non amiamo più questa maniera di cantare. Anzi, ti dirò che noi adoriamo il growling… siamo tutti dei death metallers nella band! Nei brani che hai citato lo abbiamo utilizzato per conferire maggiore aggressività a determinati passaggi: quando li abbiamo registrati con la sola voce pulita non ci convincevano, ci sembrava che mancasse qualcosa. Allora abbiamo deciso di compiere questo piccolo ritorno alle origini e il risultato ha soddisfatto tutti. Non escludo che torneremo a farne ancora uso in futuro”.
LA VOSTRA PASSIONE PER IL DEATH METAL È COSA NOTA: TU E ANDERS, AD ESEMPIO, FATE PARTE DEI BLOODBATH! MA QUESTA SI EVINCE ANCHE DALLA NUOVA FOTO-SESSION, CHE MI HA RICORDATO QUELLA DI UN’ALTRA STORICA BAND SVEDESE…
“Esattamente (ride, ndR)! I più attenti si saranno accorti che per le foto promozionali di ‘The Great Cold Distance’ ci siamo fatti ritrarre nel cimitero di Stoccolma, proprio davanti all’immensa croce che da sempre capeggia su di esso. Gli Entombed fecero lo stesso per il loro mitico ‘Left Hand Path’!”.
A PROPOSITO DI BLOODBATH, HAI NOVITÀ RIGUARDANTI QUESTO VOSTRO PROGETTO?
“Non molte, a dire il vero. A me e ad Anders piacerebbe tantissimo realizzare un nuovo album, però per il momento siamo impegnati con i Katatonia. Quest’anno sarà davvero difficile trovare del tempo libero. Inoltre non abbiamo neanche un cantante: Peter Tagtgren è pieno di impegni e lo stesso vale per Mikael Akerfeldt. Noi cerchiamo un ragazzo che sia libero e che possa permetterci di andare in tour!”.
NON POTRESTI FARTI CARICO IN PRIMA PERSONA DELLA VOCE?
“Purtroppo no, perchè non ho una buona tecnica, rischierei di danneggiare le mie corde vocali. Fu anche per questo che smisi di cantare in growl per i Katatonia… stavo rovinando la mia voce. Un conto è urlare ogni tanto, un altro farlo a tempo pieno in una death metal band. Credo proprio che dovremo cercare un nuovo frontman.”
“THE GREAT COLD DISTANCE” E’ STATO REGISTRATO NEI FASCINATION STREET STUDIOS DI ÖREBRO, LA CITTA’ IN CUI VIVE DAN SWANÖ. QUEST’ULTIMO HA AVUTO MODO DI VENIRVI A TROVARE IN STUDIO E DI DARVI UNA MANO?
“Sì, ci è venuto a trovare in studio e abbiamo trascorso con lui un paio di giorni ma non ha contribuito alla realizzazione dell’album. La produzione è stata curata interamente dal proprietario dello studio, Jens Bogren”.
“VIVA EMPTINESS” E I DISCHI PRECEDENTI ERANO STATI REGISTRATI A STOCCOLMA… COME VI SIETE TROVATI A LAVORARE IN UN ALTRO LUOGO?
“Non si è trattata di un’esperienza troppo differente dai nostri standard, anche perchè ‘Viva Emptiness’ era stato registrato a Stoccolma ma mixato proprio nei Fascination Street studios, che però all’epoca si chiamavano in un altro modo. Lo studio è eccellente, è dotato di un’ottima strumentazione e Jens è un ragazzo davvero esperto e competente. Quando aveva mixato ‘Viva Emptiness’ ci aveva chiesto di venire da lui per registrare il nostro prossimo disco… lo abbiamo accontentato e ora siamo tutti soddisfatti dei risultati ottenuti. Non avremmo potuto chiedere un sound migliore per questo album”.
DA CHE COSA SONO STATI ISPIRATI I TESTI DELL’ALBUM? DAL MONDO CHE TI CIRCONDA O DAI TUOI SENTIMENTI?
“Direi da entrambi… il mondo che mi circonda influenza i miei sentimenti e i miei pensieri. Viviamo in un mondo oscuro e pericoloso, che sembra solo peggiorare di giorno in giorno. Siamo nati in una generazione sbagliata… e le generazioni future avranno a che fare con una situazione ancora più grave. Non è stato difficile trovare argomenti per i testi di questo album… bastava che facessi quattro passi in città, che leggessi un giornale o che accendessi la televisione per trovare l’ispirazione. Ho dunque raccolto i miei pensieri e le mie riflessioni e con questi ho creato le liriche, senza elaborarle troppo. Si è forse trattato del processo più semplice degli ultimi anni”.
TI ANDREBBE DI SPIEGARMI IL TITOLO DELL’ALBUM?
“Il titolo rappresenta la distanza che io trovo ci sia fra gli esseri umani. I rapporti tra persone oggi mi sembrano molto difficili: la gente non vuole avvicinarsi al prossimo perchè teme che possa prima o poi essere ferita. Io mi sento così molto spesso… per me è arduo avere rapporti con altri. Come potrai immaginare, i testi sono molto tristi… come al solito, potrei azzardare. In effetti è una specie di nostro marchio di fabbrica. Ma, del resto, non mi ci vedo a suonare musica felice. Non sono una persona depressa, anzi… però, quando giunge il momento di comporre, tendo a mettere in mostra sempre il mio lato più triste e malinconico. La cosa divertente è che suonare questo genere di musica non mi fa affatto deprimere… le nostre canzoni e, in generale, ogni proposta decadente e malinconica mi fanno davvero stare bene!”.
“THE GREAT COLD DISTANCE” E’ IL TERZO ALBUM CHE REALIZZATE CON LA STESSA FORMAZIONE. CIO’ HA INFLUITO SUL SONGWRITING?
“Sì, assolutamente. Stare a stretto contatto con le stesse persone per diversi anni ti aiuta a conoscerle meglio sotto tutti gli aspetti e ti mette nelle condizioni di poter lavorare con serenità e senza alcun tipo di intoppi. Noi inoltre abbiamo suonato spesso dal vivo negli ultimi anni e quando ti trovi in questa situazione – nella quale devi suonare ogni sera e dare tutto quello che hai – ti fa acquistare tantissima esperienza, che in seguito puoi utilizzare nel songwriting”.
ANCHE QUESTO VOSTRO NUOVO ALBUM E’ STATO PUBBLICATO DALLA PEACEVILLE RECORDS… COME VANNO LE COSE CON LA STORICA ETICHETTA INGLESE?
“Ultimamente molto bene, ma devo ammettere che non siamo stati sempre contenti del loro operato. Ad esempio, i nostri dischi non sono mai stati pubblicati ufficialmente negli Stati Uniti e non abbiamo quasi mai avuto la possibilità di esibirci da quelle parti… e ciò è un vero peccato. Ora però pare che le cose siano destinate a migliorare… abbiamo già realizzato due videoclip per ‘The Great Cold Distance’ e sono stati pubblicati altrettanti singoli. Stiamo cercando di essere presenti sia nelle radio che in TV perchè questo è il modo migliore per poter far breccia nel mercato USA. In autunno andremo forse anche in tour laggiù, quindi siamo piuttosto fiduciosi”.
NON PENSI CHE I KATATONIA NON ABBIANO ANCORA RISCOSSO IL SUCCESSO CHE REALMENTE MERITANO? MOLTE DELLE VOSTRE CANZONI PIU’ RECENTI, SE PROMOSSE ADEGUATAMENTE, AVREBBERO POTUTO DIVENTARE DEI VERI HIT-SINGLE. CI SONO GRUPPI ASSAI MENO CATCHY DI VOI CHE SONO SU MTV, MENTRE VOI FATE ANCORA FATICA AD USCIRE DALL’UNDERGROUND…
“Purtroppo è vero, ma credo che un ruolo importante lo abbiano giocato la nostra immagine e la nostra attitudine verso la musica e tutto ciò che vi ruota attorno. Alcuni dei nostri brani sarebbero perfetti per essere gettati in pasto al grande pubblico, ma noi non vogliamo trasformarci in una sorta di boy band. Basta guardare i nostri videoclip – soprattutto quello per ‘Deliberation’ – per capirlo. Si tratta di filmati davvero tetri ed inquietanti, che non sono esattamente adatti a chi segue quelle trasmissioni. Ci piacerebbe poter elevarci dallo status di underground band… ci piacerebbe eccome, ma il nostro sogno è farlo senza mettere in discussione la nostra integrità artistica. Sarebbe già ottimo essere conosciuti e apprezzati da tutti coloro che seguono la scena dark, quella metal o dai fan dei Tool o di alcuni gruppi indie…”.
LA COPIA PROMOZIONALE DI “THE GREAT COLD DISTANCE” CONTIENE UNA PRECAUZIONE CONTRO IL DOWNLOAD ILLEGALE SOTTOFORMA DI UNA VOCE CHE OGNI TANTO SI SOVRAPPONE ALLA MUSICA. CHE COSA NE PENSI DI QUESTO ESPEDIENTE DELLA PEACEVILLE?
“E’ stata una loro decisione, la band non ha nulla a che fare con quest’ultima. Penso sia un peccato che al giorno d’oggi debbano essere escogitate simili trovate, ma, d’altro canto, mi infastidisce il fatto che un disco sia disponibile su internet prima che questo arrivi nei negozi. Mi mancano i tempi quando le release date erano un momento speciale: questa cultura del download ci ha privati di quell’aura di mistero di cui erano avvolti i dischi prima della pubblicazione”.
RECENTEMENTE LA BLACK LODGE HA RISTAMPATO IL VOSTRO PRIMO FULL-LENGTH ALBUM, “DANCE OF DECEMBER SOULS”. SO CHE NON AVETE PER NULLA APPREZZATO QUESTA MOSSA DELLA LABEL SVEDESE…
“Dici bene. In primis perchè non avevano alcun diritto di farlo e poi perchè hanno completamente snaturato l’artwork, sostituendo la copertina originale con una bruttissima e inserendo il nostro nuovo logo. In pratica, volevano far apparire la ristampa come un nostro nuovo lavoro. Invitiamo tutti i nostri fan a non comprarla!”.
HO LETTO CHE AVETE IN MENTE DI REALIZZARE UN DVD IN UN FUTURO PROSSIMO… PUOI CONFERMARMELO?
“Sì, probabilmente filmeremo un paio di show del prossimo tour. Un DVD è già presente nella raccolta ‘The Black Sessions’, ma si tratta di un semplice concerto. Ci piacerebbe invece includere anche qualche filmato più vecchio e magari un’intervista… in pratica, realizzare qualcosa di più corposo e completo. Inizieremo a pensarci nei mesi a venire”.
IN UN’ALTRA INTERVISTA ANDERS HA DICHIARATO CHE VI PIACEREBBE COMPORRE E DARE ALLE STAMPE UN ALBUM “SPECIALE”…
“Sì, un giorno ci piacerebbe realizzare un disco interamente melodico e sognante. Sappiamo già che molti ci accuseranno di voler copiare gli Opeth di ‘Damnation’, ma noi abbiamo questa idea in mente da parecchio tempo e se ce la sentiremo non esiteremo a metterla in pratica”.
QUAL’E’ IL TUO ALBUM PREFERITO DEI KATATONIA?
“Anche se potrò apparire prevedibile, dico ‘The Great Cold Distance’. Sono davvero entusiasta di questo lavoro, lo abbiamo creato col cuore e dopo diversi mesi non mi sono ancora stancato di ascoltarlo. Permettimi però di aggiungere che sono legato a tutti i nostri dischi. Ognuno di essi rappresenta per me qualcosa di speciale e il loro ascolto mi fa rivivere emozioni uniche. Naturalmente sto parlando anche di quelli più datati, non mi sognerei mai di rinnegare ciò che abbiamo fatto agli esordi”.
CHE COSA ASCOLTANO I KATATONIA IN QUESTO PERIODO? QUALI BAND TI SENTI DI CONSIGLIARE AI NOSTRI LETTORI?
“Ascolto tanti genere musicali diversi… parecchio dark, i Tool, moltissimi classici del death metal, i Red House Painters… potrei farti una lista lunghissima. Per quanto riguarda le band, mi sento di consigliarne un paio, che sono anche nostre compagne di etichetta. Sto parlando dei Madder Mortem e dei Novembre, le quali hanno entrambe dato alle stampe dei lavori bellissimi quest’anno. Sia i Madder Mortem che i Novembre suonano della musica veramente originale e colma di passione… li ascolto sempre con piacere e sono dell’idea che presto riusciranno a farsi conoscere ovunque. Meritano il meglio”.
GRAZIE, JONAS, PER IL TEMPO CONCESSOMI…
“Grazie a te e al portale per l’interesse dimostrato nei confronti dei Katatonia. Colgo l’occasione per salutare tutti i nostri fan, che in questi anni non hanno mai smesso di supportarci. Ci vediamo ai primi di maggio, suoneremo con i grandi Novembre, quindi cercate di non mancare”.