“Night Is The New Day” ci ha riconsegnato i Katatonia dopo ben tre anni dalla pubblicazione dell’acclamato “The Great Cold Distance”. La band svedese ha sentito parecchio la pressione venuta a crearsi in seguito al grande successo di quel disco e per questo motivo ha studiato le proprie mosse molto attentamente, cercando di non ripetersi nè di dare alle stampe un lavoro tanto per tornare in tour. Non sono infatti poche le novità offerte nella nuova opera… a partire da un ruolo maggiore ricoperto dall’atmosfera, sino ad arrivare all’inclusione di tastiere ed elettronica in quasi ogni pezzo. Lo stile, comunque, è rimasto ampiamente riconoscibile e, a giudicare dalle parole del chitarrista Anders Nystrom, non bisognerà mai aspettarsi una svolta musicale completamente lontana dal metal da parte della band. I fan della prima ora possono stare tranquilli, quindi… tuttavia, attenti anche ad augurarsi un ritorno al sound del passato: il gruppo svedese guarda solo ed esclusivamente avanti ed è proprio per questo che l’uscita di ogni suo parto discografico da qualche tempo a questa parte rappresenta un appuntamento da non perdere. Non si sa mai cosa esattamente aspettarsi da questi ragazzi.
N.B. L’intervista che segue è stata effettuata prima dello show tenuto dai nostri alla Islington Academy di Londra lo scorso novembre. In fondo al testo troverete anche il video della suddetta chiacchierata.
“NIGHT IS THE NEW DAY” E’ USCITO DA POCO. SIETE SODDISFATTI DI COME E’ VENUTO L’ALBUM?
Anders: “Sì, non potremmo essere più soddisfatti. Probabilmente è stato il disco più difficile da comporre di tutta la nostra carriera. In passato non era mai stato un problema comporre qualcosa di nuovo, ma questa volta ci siamo sentiti molto sotto pressione perchè sapevamo che sarebbe stato difficile raggiungere i livelli del precedente, un disco del quale siamo ancora estremamente contenti. Per noi, insomma, si sta facendo sempre più dura riuscire a migliorare quanto fatto in precedenza. E va anche detto che non è che passiamo tutto il tempo cercando di scrivere qualcosa di nuovo. Siamo andati in tour, molti di noi hanno una famiglia e tutto questo richiede del tempo. Sono quindi felice prima di tutto del fatto che siamo riusciti a pubblicare un altro album… un album di cui, come ti dicevo, siamo anche molto soddisfatti”.
IL DISCO MI E’ PIACIUTO E CREDO CHE RAPPRESENTI PER VOI UN GROSSO PASSO IN AVANTI IN TERMINI DI VARIETA’ A LIVELLO COMPOSITIVO. CI SONO PASSAGGI MOLTO ATMOSFERICI E “FOLK” E ANCHE RICHIAMI A UNA BAND CHE IO APPREZZO MOLTO, I RED HOUSE PAINTERS. VI SIETE MOSSI IN QUESTA DIREZIONE COSCIENTEMENTE?
Anders: “Sì, questa è una decisione che abbiamo preso coscientemente. Ci siamo chiesti come potevamo riuscire a raggiungere e superare i livelli del disco precedente e la risposta è stata che dovevamo cercare di espandere il nostro sound attuale. Suonerà come un clichè, ma abbiamo voluto che le parti dure fossero ancora più heavy e quelle soft ancora più leggere. In questra maniera siamo finiti con l’avere un disco molto vario”.
IN PARTICOLARE, MI HA COLPITO LA PRIMA CANZONE, “FORSAKER”, CHE AL MOMENTO TROVO SIA IL VOSTRO BRANO PIU’ HEAVY.
Anders: “Sì, potrebbe esserlo! Il primo brano contiene un po’ di tutto, mette bene in mostra ciò che propongono i Katatonia. Nel disco ci sono invece anche un paio di pezzi che forse non sono adatti a essere suonati dal vivo, ma ciò non significa che non possano rendere l’album più longevo grazie alla loro diversità. Infine, ci sono anche tracce che non vediamo l’ora di proporre live: la prossima volta che torneremo in tour avremo probabilmente cinque o sei brani nuovi nella scaletta. Per noi è importante proporre il materiale più attuale, è sicuramente un’esperienza più interessante e gratificante che suonare sempre i soliti vecchi pezzi mille volte…”.
CERTO, SIGNIFICA ANCHE CHE SIETE EFFETTIVAMENTE CONVINTI DELLA BONTA’ DEL VOSTRO MATERIALE PIU’ RECENTE…
Anders: “Assolutamente, è proprio quello che intendevo dire!”.
OK, COME PRIMO SINGOLO AVETE SCELTO “DAY AND THEN THE SHADE”. PER QUALE MOTIVO?
Anders: “E’ semplicemente un bel pezzo. Abbiamo pensato che potesse funzionare, dato che ha tutti i requisiti per fungere da buon singolo… è catchy, rappresenta bene i Katatonia… ci è subito sembrato adatto allo scopo e tutti quelli che abbiamo interpellato ci hanno detto che sarebbe stato il singolo giusto per l’album. Ma ovviamente noi quando lo abbiamo scritto non abbiamo deliberatamente pensato a comporre un singolo, è semplicemente successo”.
UN BRANO CHE MI PIACE MOLTISSIMO E’ L’ULTIMO DELL’ALBUM, “DEPARTER”. PENSO CHE SIA IL MIGLIORE DELLA TRACKLIST. A DIRE IL VERO, NON CONOSCEVO QUESTO OSPITE CHE AVETE CHIAMATO PER IL PEZZO, MA SO CHE IN SVEZIA E’ PIUTTOSTO FAMOSO. TI ANDREBBE DI INTRODURLO AL PUBBLICO ITALIANO?
Anders: “Sì, l’ospite in questione si chiama Krister Linder ed è un musicista attivo già da molto tempo, addirittura dai tardi anni ’80. Ha composto la colonna sonora di un film qui considerato di culto, e da allora siamo sempre stati suoi fan e, in particolare, della sua voce, che è davvero unica. Lui è un cantante davvero fantastico: ha potenza, personalità, grande carisma. Successivamente ha intrapreso una carriera nell’ambiente della musica elettronica, che non è esattamente il nostro campo, tuttavia siamo rimasti suoi fan. Poi all’inizio del nuovo millennio si è unito anche a una metal band, gli Enter The Hunt, che al momento non hanno un contratto. In ogni caso, hanno pubblicato già un album. Sta di fatto che dall’elettronica è passato al metal e in quel periodo ha conosciuto i Katatonia, senza sapere che noi eravamo suoi fan. Poi, non so come, qualcuno gli ha presentato Jonas e da allora sono diventati grandi amici. Poi non è nemmeno stato necessario chiedergli se voleva essere ospite sul nostro nuovo album, si è proposto lui e per noi è stato davvero un grande onore. Quando abbiamo avuto la certezza della sua partecipazione, abbiamo supito pensato che sarebbe stato perfetto per ‘Departer’, l’ultima canzone”.
Daniel: “Va anche detto che ha collaborato con noi anche per il remix di un nostro brano…”.
Anders: “Sì, quel remix appare sul singolo ‘July’, e Kristian è anche protagonista alle backing vocals. Ma non so in quanti se ne siano accorti a suo tempo…”.
NELL’ALBUM FATE UN LARGO USO DI TASTIERE ED ELETTRONICA. MI STAVO QUINDI CHIEDENDO SE ERA IN PROGRAMMA L’ASSUNZIONE DI UN TASTIERISTA, SOPRATTUTTO PER I CONCERTI…
Daniel: “Effettivamente è una cosa che stiamo discutendo in questi giorni, ma non sappiamo ancora che cosa faremo a riguardo…”.
Anders: “Stiamo pensando a quale possa essere la soluzione migliore. Prendere un tastierista significherebbe anche introdurre un nuovo membro nella band e ora noi siamo una famiglia. Non sarebbe possibile prendere qualcuno e inserirlo dall’oggi al domani. Dovrebbe prima andare d’accordo con tutti a livello personale e essere disposto a condurre una vita come la nostra, quindi a essere spesso on the road. La persona con cui abbiamo collaborato per il disco, Frank Default, la conosciamo bene, ma non sappiamo come potrebbe trovarsi in situazioni simili. Vogliamo darci del tempo e vedere come vanno le cose con lui… magari all’inizio si potrebbe averlo solo come session… in prova, tanto per intenderci. Altrimenti c’è un altra soluzione, cioè suonare con tracce pre-registrate, anche se in passato siamo sempre stati contrari a un simile metodo. Il nostro approccio è sempre stato molto ‘rock’n’roll’ e dal vivo non abbiamo mai cercato di riproporre i pezzi esattamente come su CD”.
Daniel: “Però per questo album sarebbe praticamente impossibile andare in tour senza elettronica… la sua assenza distrurebbe la resa dei pezzi”.
SI NOTA COME I KATATONIA ABBIANO INIZIATO AD ANDARE IN TOUR MOLTO PIU’ SPESSO ULTIMAMENTE. COME VI TROVATE IN QUESTA DIMENSIONE, PER CERTI ASPETTI NUOVA PER VOI?
Anders: “Tutto dipende da come ti esibisci: se sei headliner o support band. Vi è una grossa differenza fra le due situazioni… soprattutto per Daniel, che essendo batterista, ogni sera deve montare o spostare la sua strumentazione…”.
Daniel: “Diciamo che la vita in tour corrisponde a lamentarsi, sempre e comunque. Non ti lamenti dei ragazzi sul bus o dell’altra band, ma di come devi sempre rifare le stesse cose. Ma, alla fine, questo rimane il miglior lavoro al mondo”.
NON VI MANCANO MAI LE VOSTRE FAMIGLIE?
Daniel: “Sì, quello è duro, ma fa parte del gioco…”.
Anders: “Questo è ciò che facciamo e i nostri cari lo devono comprendere. A volte è difficile, ma non cambierei tutto questo per nulla al mondo”.
Daniel: “Appena arrivi all’aereoporto per la partenza, entri in modalità tour e alla fine pensi solo a quello”.
OK, TORNANDO ALL’ALBUM, STAVO PENSANDO AL FATTO CHE FORSE SUONA COSI’ ATMOSFERICO PERCHE’ TU, ANDERS, E JONAS AVETE SPESO MOLTO TEMPO SUI BLOODBATH ULTIMAMENTE, CHE SONO UNA DEATH METAL BAND. FORSE CON I KATATONIA QUESTA VOLTA VI SIETE CONCENTRATI MAGGIORMENTE SULL’ATMOSFERA PER REAZIONE A TUTTA LA BRUTALITA’ PROFUSA DI RECENTE…
Anders: “Sì, suonare death metal con i Bloodbath ci mette nelle condizioni di voler poi esplorare sonorità più atmosferiche quando si tratta di comporre per i Katatonia. Viene a crearsi questo equilibrio musicale con il quale riusciamo poi a soddisfare tutti i nostri appetiti. Con i Katatonia ci sentiamo sempre liberi di sperimentare il più possibile. Su questo album, una volta che abbiamo iniziato a giocare con l’elettronica, ci siamo sentiti davvero appagati. Non stiamo pensando di diventare una band elettronica, le fondamenta del nostro sound saranno sempre metal e rock, ma ci è piaciuto entrare in contatto con un altro genere, prenderne degli elementi e introdurli nel nostro stile. Addirittura, mentre lo facevamo, pensavamo già a come sviluppare certe soluzioni sul prossimo album! Si è creata un’atmosfera fantastica… che ci ha reso molto eccitati. Non ci sono limiti. Tuttavia, al tempo stesso, grazie ai Bloodbath, credo che quel tipo di urgenza possa ritornare all’interno dei Katatonia. Per noi sarà sempre importante avere delle parti heavy nella nostra musica, non vogliamo diventare totalmente soft. Il nostro obiettivo primario al momento è quello di diventare una live band migliore… ancora non lo siamo, ma ci stiamo arrivando. I Katatonia per ora sono noti come un gruppo che da il meglio su disco… è difficile replicare certe cose dal vivo, ma ci stiamo lavorando. Vogliamo soddisfare sia l’audience che noi stessi. Idem per quanto riguarda la setlist… ci sarà sempre gente pronta a richiedere certi pezzi, ma tutto dipende da quanto tempo si ha a disposizione. Prima di tutto dovremo suonare i brani che noi vogliamo e poi cercare di accontentare gli altri. Si tratta di trovare un compromesso. L’importante è che questo non diventi mai un lavoro, altrimenti la magia sparirà. Dovremo sempre fare come prima cosa quello che per noi è importante”.
ORA SIETE IN TOUR CON I PARADISE LOST. SIETE FAN DELLA BAND? IMMAGINO DI SI…
Anders: “Certo, assolutamente! Stai scherzando (ride, ndR)?”.
ANCHE DI ALBUM COME “HOST” O “ONE SECOND”?
Anders: “Sì, adoro quegli album. Non mi piacciono le persone dalla mentalità ristretta come certi metallari. Sono un super fan di ‘Host’ sin da quando venne pubblicato, perchè è vero che il sound è molto accessibile, ma le canzoni sono fantastiche. Se venissero suonate con suoni metal la gente non avrebbe nulla da ridere. Invece senti quelle persone che si chiedono dov’è il growl, dove sono le grandi distorsioni… non ci sono, e allora automaticamente il disco è pop! Ma ascoltate bene le melodie… le linee di chitarra di Greg Mackintosh sono sempre quelle! Divento piuttosto aggressivo quando si parla di questo disco… sono come un defender (ride, ndR)!”.
CHI PENSATE CHE SIA IL FAN MEDIO DEI KATATONIA OGGI?
Anders: “Le cose stanno cambiando parecchio per noi ultimamente. Magari non in Svezia, ma, ad esempio, in Germania ai concerti ci capita di vedere uomini che potrebbero essere nostro padre! Guarda, anche i nostri cugini! E nostra nonna! Il nostro seguito si sta espandendo molto là, mentre in Svezia magari non c’è nessuno sopra i 20 anni (ride, ndR)! Ora è difficile dire chi sia il nostro fan medio… un tempo era magari un metallaro dalla mentalità ristretta, ma ora è cresciuto e sta recuperando quello che si è perso. Una volta, molta di questa gente era solita vedere i nostri primi lavori come quelli dei ‘veri Katatonia’, mentre ora poco a poco sta cambiando idea sulle cose successive… magari arrivando sempre due o tre anni in ritardo, ma comunque apprezzandole. Non sentiamo quasi più persone che ai concerti reclamano a gran voce ‘Without God’ o i primissimi pezzi… almeno non tanto quanto prima. In passato era un problema”.
DANIEL, TU ERI UN FAN DELLA BAND PRIMA DI UNIRTI A ESSA?
Daniel: “No, non l’avevo mai sentita nominare! Fredrik mi chiese di unirmi al gruppo per un tour di supporto proprio ai Paradise Lost, ormai dieci anni fa, e io ricordo che risposi qualcosa come ‘Katatonia? Chi cazzo sono?’ (ride, ndR)!”.
QUALI SONO ORA I VOSTRI PIANI PER IL FUTURO PROSSIMO? STATE GIRANDO UN NUOVO VIDEOCLIP?
Anders: “Sì, lo stiamo facendo proprio ora con Lasse Hoile, che ha girato la maggior parte dei video dei Porcupine Tree. Abbiamo visto qualche anteprima e sembra tutto fantastico… poi noi non compariamo nel video questa volta, per ovvie ragioni (ride, ndR)! Il video è piuttosto astratto e non ha una storia, ma alla fine non credo nemmeno che una storia sia adatta per un video dei Katatonia… si corre sempre il rischio di diventare mielosi”.
E DOPO L’USCITA DEL VIDEO VERRA’ IL MOMENTO DI ANDARE IN TOUR…
Anders: “Sì, per circa due anni. In primavera partirà il tour europeo e subito dopo ci sarà quello americano. Una volta tornati dagli USA sarà estate e quindi inizierà la stagione dei festival. Poi saremo in autunno e probabilmente la label ci stresserà per iniziare a pensare già a un nuovo album. Ma non ci lamentiamo, è giusto che sia così!”.
QUESTI TOUR SARANNO “METAL”, NEL SENSO CHE SUONERETE ASSIEME A METAL BAND, OPPURE PROVERETE QUALCOSA DI DIVERSO? SO CHE AVETE APPENA TENUTO DELLE DATE CON I PORCUPINE TREE, AD ESEMPIO…
Anders: “I tour da headliner saranno metal, ma, se si tratta di supportare altri, allora siamo aperti a qualsiasi opzione, ammesso che musicalmente sia in linea con noi. Aprire per i Porcupine Tree è stato perfetto… credo proprio che siamo riusciti ad attrarre l’attenzione di buona parte del loro pubblico. O almeno spero, questa è stata l’idea che ho avuto!”.