I lombardi Kenòs stanno ottenendo lusinghieri responsi dalla pubblicazione del loro tanto atteso debutto, l’ottimo “Intersection”, platter di feroce death metal progressivo, un piccolo masterpiece di tecnica, violenza ed ispirazione. Essendo stato concepito parecchio tempo fa, il disco è già pronto ad avere un successore e proprio di questo, oltre a tutto quanto c’è da sapere sulla formazione nostrana, abbiamo discusso con uno dei membri fondatori della band, il bassista Marcello “Cello” Fachin…
DUNQUE, CELLO, FINALMENTE “INTERSECTION” E’ STATO PUBBLICATO…LA SUA GESTAZIONE E’ STATA PIUTTOSTO ELABORATA: CI RACCONTI I PASSI CHE VI HANNO PORTATO ALLA SUA REALIZZAZIONE, ASSIEME AD UN PIZZICO DI STORIA DELLA BAND?
“Ehm…ciao! Che cosa ti posso dire? La storia dei Kenòs sono convinto abbia trovato inizio con l’uscita del debut; i nostri trascorsi underground, nel quale abbiamo militato per anni (e nel quale per molti versi militiamo tutt’ora!), hanno permesso a un semplice progetto di divenire con il tempo una solida realtà. La ‘vera’ storia è ancora tutta da scrivere!”.
SO CHE, PRIMA DI FIRMARE PER LA I-NU-MAN, AVETE RESCISSO IL CONTRATTO CON UN’ALTRA ETICHETTA…QUALI SONO STATE LE MOTIVAZIONI? ED E’ STATO DIFFICILE, IN GENERALE, TROVARE UNA LABEL ADATTA ALLE VOSTRE ESIGENZE?
“Eh sì, prima dell’I-NU-MAN Recordings eravamo legati a un’altra etichetta, di cui non ti faccio nemmeno il nome perché il solo pensarci mi fa esplodere dal nervoso…immagino possa bastare questo per dare un quadro delle motivazioni che ci hanno spinto a sciogliere prematuramente il contratto! Per quanto riguarda la difficoltà nel trovare una label adatta al nostro sound, direi che non ci sono stati grossi problemi…certo, abbiamo aspettato dei mesi prima che l’etichetta attuale si decidesse a scritturarci, penso sia comunque normale che una casa discografica ci pensi due volte prima di ingaggiare un branco di scapestrati come noi (ride, ndR)!”.
L’ALBUM E’ PIUTTOSTO COMPLESSO ED AMBIZIOSO: SIETE SODDISFATTI IN MANIERA TOTALE DI COME SIA VENUTO, OPPURE, ORMAI A DISTANZA DI TEMPO, CAMBIERESTE QUALCOSA?
“Quando l’abbiamo prodotto, eravamo al massimo della soddisfazione…erano minimi i dettagli che non ci convincevano appieno; adesso, a distanza di quasi due anni dall’inizio delle incisioni di ‘Intersection’, ci sentiamo ancora più soddisfatti del lavoro svolto allora: non avevamo grossi mezzi a disposizione o grossi budget, la nostra esperienza in studio si era limitata fino a quel momento ad un singolo e un mini-cd, niente di così impegnativo, eppure siamo riusciti a dare il massimo. Certo, i brani sono per noi ormai ‘vecchiotti’ e la nostra esperienza, così come la maturità artistica, è cresciuta ultimamente in maniera esponenziale…è logico che dovendo rifare quel cd lo riproporremmo in modo differente…”.
QUAL E’ L’ORIGINE DEL NOME KENÒS? E COME MAI L’AVETE SCELTO QUALE MONICKER?
“Kenòs è greco antico, il significato della parola è similare a ‘vuoto’…perché l’abbiamo scelto? Semplice, siamo cinque ragazzi e come tali abbiamo una vita estremamente incasinata, i riferimenti sono impercettibili…diciamo che il vuoto albergante in ognuno di noi, i Kenòs lo riempiono (e al tempo stesso lo ‘soffocano’!) con la propria musica”.
LA COVER DI “INTERSECTION” E’ PARTICOLARMENTE ACCATTIVANTE: COME LA SI DEVE RELAZIONARE ALLA MUSICA ED AI TESTI?
“Se ci fai caso, anche nel nostro logo convivono due volti, così come la cover svela una realtà differente alla ragazza che si sta specchiando…siamo molto affascinati dalla natura oscura che gli esseri umani nascondono…”.
SARESTI COSI’ GENTILE DA FARCI UN BREVE TRACK BY TRACK DELL’ALBUM?
“Così mi metti terribilmente in difficoltà, sai? In ‘Intersection’ abbiamo giocato molto sui rovesciamenti di fronte: quello che volevamo ottenere dai nostri pezzi è che riuscissero a generare una sorta di confusione emotiva in chi si trova ad ascoltarli; molti hanno sostenuto che la componente progressiva di questi brani renda più fredde le composizioni…non è assolutamente vero! La carica emozionale che abbiamo sfogato in essi, durante la composizione e gli arrangiamenti, penso sia estremamente tangibile, ogni pezzo è un tassello imprescindibile dell’album…è un po’ come se l’intero disco fosse un’unica canzone e le varie tracce non siano altro che gli effettivi riff che la compongono”.
APPUNTO, LA VOSTRA MUSICA E’ VARIEGATA E SEMPRE CANGIANTE, APERTA A DIVERSE SOLUZIONI…MA ESISTE UN LIMITE COMPOSITIVO CHE VOI STESSI VI DATE?
“Sì e no. Amiamo sperimentare soluzioni sempre diverse nella nostra musica, non lo nego; un elemento fondamentale del nostro sound è la contaminazione, in tutte le sue forme più paradossali; rimane il fatto che siamo una band extreme metal, fa parte del nostro DNA!”.
C’E’, INVECE, UN ELEMENTO PARTICOLARE CHE NON MANCA MAI NELLE VOSTRE SONG?
“No, assolutamente! Per lo meno, se esiste un elemento caratteristico (al di là del genere stesso) fino ad ora non ce ne siamo mai accorti!”.
COME NASCE E COME SI STRUTTURA UNA VOSTRA CANZONE?
“Come capita…assolutamente! Un’idea buona per un pezzo può venire in un qualsiasi momento, a volte anche durante l’espulsione dei più schifosi reflui corporei…non si sente? (ride, ndR)”.
LA STRUMENTALE “EYES OF HURRICANE”, SE NON RICORDO MALE, NON DOVEVA COMPARIRE SUL FULL-LENGTH; COME MAI AVETE CAMBIATO (MENO MALE) IDEA?
“In verità hai ragione, i progetti iniziali furono quelli, soprattutto per dare una maggior appetibilità al singolo ‘Extracted From: Intersection’. Poi, qualcuno ha preteso divenisse parte integrante del full e noi ci siamo trovati più che d’accordo! (be’, chiamiamolo salvataggio in corner!, ndR)”.
PARLIAMO UN ATTIMO DEI TESTI: MI SEMBRANO MOLTO CURATI E NON BANALI…DI COSA TRATTANO?
“Vita di tutti i giorni, sensazioni, passioni, paure e angosce…l’introspezione dell’animo umano mediante una visione liquefatta e soffocante: questa è la nostra chiave di lettura”.
COME PROCEDE L’ATTIVITA’ LIVE? LA SITUAZIONE LOCALI, IN ITALIA, E’ COSI’ DEFICITARIA COME MOLTI AFFERMANO?
“L’attività concertistica, per quanto ci riguarda, procede molto bene, suoniamo piuttosto spesso e solitamente in concerti di buon richiamo. Della situazione locali non saprei dirti molto, i problemi sono i soliti che affliggono la scena live da decenni, non penso ci siano stati sostanziali peggioramenti negli ultimi anni!!”.
DATO CHE I BRANI DI “INTERSECTION” SONO GIA’ “ANZIANI”, SUPPONGO STARETE LAVORANDO SUL NUOVO MATERIALE…COME VANNO I LAVORI?
“Certo che stiamo lavorando sui pezzi nuovi! Alcuni di essi sono già stati arrangiati e li proponiamo durante i nostri set, sicuramente posso anticipare che nel prossimo autunno ritorneremo in studio per la produzione del nuovo disco, composto da brani decisamente più diretti e meglio concepiti rispetto al passato”.
BENE, SIAMO GIUNTI AL TERMINE! TI SALUTO E RINGRAZIO. A TE L’ULTIMA PAROLA…
“Un grazie di cuore a te, Metalitalia.com e a tutti i vostri lettori…see you in Hell!”.