KILLING JOKE – Ira E Magia

Pubblicato il 11/07/2012 da

Dopo trent’anni di attività c’è ancora spazio per imparare qualcosa dai Killing Joke, e Metalitalia.com non si è fatta certo sfuggire l’occasione. Come musicisti ormai hanno praticamente insegnato tutto a tutti, anche come si tiene in mano una chitarra. Difficile davvero “quantificare” l’influenza che ha avuto questa band su un vastissimo settore della musica heavy odierna. Ma la sostanza dei fatti non cambierà mai, ovvero che numeri alla mano o meno, quando andiamo a risentire quelle canzoni di inizio anni Ottanta scritte dalla band londinese, all’improvviso veniamo sopraffatti da rivelazioni di ogni sorta e capiamo molto di più sul presente del metal, arrivando anche a riuscire a far previsioni sul futuro di esso. E inoltre, come testimonia ampiamente il nuovo album della band – il sorprendente “MMXII” – non si può che constatare che, oltre all’eredità lasciataci dalla prima discografia dei Nostri, anche il loro materiale attuale si mostra sempre altamente “educativo” e fa sempre la sua apparizione sulla scena con fare dirompente e del tutto imprevedibile. L’essenza di una band così unica, longeva e dotata di una ispirazione che appare inestinguibile ed inesauribile, viene presto svelata appena si fanno due chiacchiere con un tipo come Jaz Coleman, lo storico frontman dell band. La musica dei Killing Joke, da sempre al di fuori della norma e al di sopra della media, d’altronde non poteva che essere il frutto di una personalità altrettanto del tutto al di fuori della norma!

CIAO JAZ, POTRESTI DIRCI COSA AVETE DI IMPORTANTE IN CANTIERE PER I PROSSIMI MESI?
“Ciao, comincio subito col dirti che nulla è definito nel nostro programma per quest’anno, ma che di sicuro andremo in Giappone per stare vicini a quella povera gente colpita prima dal terremoto e poi da quella disgrazia nucleare. Vogliamo andare lì e mostrare la nostra solidarietà a quella gente, star loro vicini e verificare la situazione con i nostri occhi. Cosa sarà della razza umana se si continua di questo passo? E la cosa bella è che è la nostra società stessa, i nostri poteri forti a causare queste disgrazie. Secondo me tutto ciò è follia pura. Io prenderei tutti gli AD, i presidenti e i manager di tutte le società di energia nucleare del mondo e li farei vivere a Chernobyl e Fukushima, e vorrei vedere quanto gli piace il nucleare poi. Credo che l’umanità stia impazzendo. Il mio sogno più grande è vedere ogni centrale nucleare del mondo andare in pensione una volta per tutte, insieme a tutte le armi nucleari e a tutte le scorie che abbiamo prodotto negli anni. Non ci credo, questa dovrebbe essere scienza al servizio dell’umanità e invece guarda cosa hanno prodotto. Non ci credo”.

QUANDO PENSI CHE AVVERRA’ QUESTA “MISSIONE” IN GIAPPONE? SARA’ COINVOLTA TUTTA LA BAND O SOLO TU?
“Certamente, spero ci saremo tutti. Non so se gli altri mi vorranno seguire fino a Fukushima, ma io devo andare per forza. Ci sono dei nostri fan che sono venuti fin dal Giappone a vederci suonare qua in Germania stasera, e mi stavano dicendo che li la situazione è disastrosa. Il cibo è contaminato e rischioso da mangiare. Mi hanno detto che anche andare al ristorante in Giappone è rischioso oggi giorno. E’ follia pura. Questa fuga radioattiva addirittura tramite le correnti d’aria è arrivata addirittura in Nuova Zelanda, e sta lambendo la costa Ovest degli Stati Uniti. Secondo me serve una rivoluzione per ribaltare la realtà dei fatti e smentire una volta e per tutte questi uomini di potere e le loro corporazioni che vogliono farci credere che questa è energia pulita. Le persone sono così passive oggi giorno. Trent’anni fa i Killing Joke suonarono di fronte a centocinquantamila persone che si erano riunte a Trafalgar Square per protestare contro l’uso dell’energia nucleare. Oggi invece sono tutti così passivi e ignari, e sembra che a nessuno importi più questa questione o che non ci sia un problema…”.

BEH OGGI GIORNO CI DICONO CHE GRAZIE AL PROGRESSO NELLA SICUREZZA E ALLA TECNOLOGIA CHE AVANZA, IL NUCLEARE ORMAI SIA UNA RISORSA DI ENERGIA SICURA…
“Ma come è possibile? Se così fosse non si spiegherebbero Chernobyl, e soprattuto Fukushima. Io non so che pensare di questo mondo ormai, so solo che i Killing Joke sono e saranno sempre un simbolo del dissenso più assoluto verso lo stato attuale delle cose. Ormai la democrazia è a un crocevia. Ma come fa a funzionare la democrazia se neanche l’uno per cento della popolazione capisce realmente i veri problemi che ci sono oggi? E inoltre, come Socrate già ha affermato in passato, ogni singolo cittadino deve essere obbligato ad essere informato su tutti i fatti correnti, e a partecipare al dibattito su di essi in maniera attiva e partecipativa. Oggi il dibattito è scomparso. Come fa ad esserci democrazia senza alcun dibattito? I Killing Joke cercano di assolvere proprio a questa funzione. Con i nostri concerti cerchiamo di essere un ‘forum’ per il dibattito e lo scambio di idee. Gia adesso qua fuori, e il concerto non è neanche iniziato, è pieno di gente che si sta scambiando idee e che crede nella libertà di parola. La gente lo sa che ad un concerto dei Killing Joke si può esprimere la propria opinione e anche imparare qualcosa di nuovo. Ci sono tante forze oscure negli Stati Uniti d’America che hanno cercato di circumnavigare la costituzione, questo nobile documento, e questo non può succedere, non può essere permesso. Le corporazioni ormai stanno cercando di controllare tutti e tutto, siamo avviati verso un periodo oscuro. Negli ultimi dieci anni è successo di tutto. C’è stata una guerra sanguinosa in ragione di armi di distruzione di massa mai trovate, abbiamo visto torture essere eseguite su ordine diretto della Casa Bianca. Se ne sono viste veramente di tutti i colori. Ormai ogni moralità che l’autorità ha mai avuto è del tutto erosa. Ormai nessuna autorità è più credibile, siamo veramente ad una crocevia. Ed è quando noi persone comuni taciamo che i veri problemi iniziano. Quando subentra l’omertà a quel punto il male trionfa”.

MI VIENE DA CHIEDERTI A QUESTO PUNTO SE SEI D’ACCORDO SUL FATTO CHE A INIZIO CARRIERA I KILLING JOKE FOSSERO UNA BAND PIU’ INTERESSATA A TEMI MISTICI E OCCULTI, MENTRE OGGI IL FOCUS DELLA BAND SEMBRA SI SIA SPOSTATO SU TEMATICHE DECISAMENTE PIU’ ATTUALI E POLITICHE…
“Assolutamente no, questo non è affatto vero. Siamo una band che tutt’oggi produce musica profondamente mistica, ed eravamo politicamente consapevoli agli albori come oggi. Prendi ‘Pole Shift’, per esempio, la opener del nuovo disco: parla di una ipotetica rivoluzione del cuore umano. Il mondo oggigiorno è un po’ come una persona alcolizzata, deve toccare il fondo per capire che è ora di cambiare rotta. Il misticismo che ci ha uniti all’inizio del nostro viaggio insieme, è ancora qui con noi più forte che mai. Decenni fa io e Paul ci riunimmo in un incontro mistico ancor prima che nascesse la band, per cercare gli altri due membri della band a completamento del cerchio. Pochi mesi dopo tutta l’Inghilterra sapeva dei Killing Joke, e trent’anni dopo siamo ancora qua ancora insieme. Il ‘magico’ in questa band è sempre esistito ed è tutt’ora ciò che la tiene insieme. Anche i testi di “MMXII” sono fortemente ‘magici’ e ruotano tutti attorno a concetti molto mistici. Per noi suonare rock and roll significa canalizzare e convogliare energie negative e stati del subconscio in maniera quasi terapeutica, per vivere meglio e anche educarci e migliorare come esseri umani. Tramite questa band tanti lati oscuri del mondo in cui viviamo vengono tenuti a bada e placati. Paure, incubi, timori, insicurezze. Tutto. Questa band ci ha reso persone migliori fin da quando eravamo ragazzi. Nessuno di noi ha mai finito il liceo, ma siamo tutti persone istruite e sagge grazie a questa band. I Killing Joke sono stati come l’università per noi, e una sorta di auto-istruzione. Potevamo diventare criminali da ragazzi, chissà, forse anche assassini. E invece siamo qua, e abbiamo un messaggio e siamo portatori di tanti significati, e di una forte espressione artisticha. Il rock estremo fa bene all’anima, non c’è nulla da fare, è terapeutico, cura l’anima e rinvigorisce lo spirito”.

SONO IN MOLTI, SOPRATUTTO CHI MILITA IN BAND EXTREME METAL E DINTORNI, AD AFFERMARE LA STESSA COSA CHE HAI APPENA DETTO TU…
“Certamente, è proprio così. Non conta nulla col vendere dischi o fare le rock star. Conta solo il potersi esprimere, dare voce a tutte le nostre energie interiori. E’ come andare in palestra per mantenersi sani nel corpo, è esattamente la stessa cosa”.

SUL SITO UFFICIALE DEL KILLING JOKE C’E’ UN VIDEO INTRODUTTIVO IN CUI TU AFFERMI CHE DA ORA IN POI, VISTO CHE VI SIETE FINALMENTE RIUNITI CON LA LINE-UP ORIGINALE, FARETE UN ALBUM ALL’ANNO FINO A FINE CARRIERA. PUOI SPIEGARCI QUESTA AFFERMAZIONE?
“Ora che stiamo vivendo questo stato di grazia, e che siamo di nuovo tutti e quattro insieme, vogliamo mantenerci il più creativi possibile e non allentare mai la corda. Ormai siamo vecchi, e non saremo in giro per molto, dobbiamo sfruttare ogni secondo che abbiamo per dire la nostra. Ogni secondo che siamo in vita è importantissimo ormai. Geordie vorrebbe riportare le cose come erano quando iniziammo, quando appunto facevamo quasi un album all’anno, e a noi questa idea è piaciuta, e cercheremo di mantenerle fede. Non sarà facile, ma questa band è sopravvissuta a tutto, è durata anche più dei nostri matrimoni!”

COSA PUOI DIRMI IN PIU’ SU QUESTA REUNION DELLA LINE-UP ORIGINALE E STORICA DEI KILLING JOKE? E’ SOLO UN ESPERIMENTO O UNA REALTA’ ORMAI DEFINITIVA?
“E’ ancora difficile dirlo. Non è certo un mondo perfetto. Guardiamo al lato prettamente pratico: il mio figlio più giovane ha ventun’anni, io ho avuto figli quando ero giovane. Youth invece ha il più grande che ha appena dieci anni, ed è ‘ragazzo padre’. Deve ancora badare a figli piccoli e garantigli un futuro con il suo lavoro di produttore, in una industria oltretutto, quella discografica, ormai al collasso in cui il produttore ha assunto un ruolo sempre più marginale e sottopagato. Quindi fa tanti lavori, lavora tanto, solo per mantenere i figli. Capisci che nel suo mondo, i Killing Joke non sono esattamente la priorità. Allo stesso modo, Paul ormai non vuole mai più lasciare il suo lavoro di restauratore, che ama tantissimo. Io ho sempre l’orchestra (di Praga, di cui Coleman è direttore creativo, ndR) per mantenermi occupato quando gli altri sono impegnati con le loro cose. La situazione è questa, la viviamo giorno per giorno e vediamo cosa riusciamo a fare volta per volta. Di certo è una esperienza che stiamo cercando di mantenere in vita. E poi non è proprio una reunion. Paul è stato l’unico a tornare dopo vent’anni, Youth ha sempre partecipato alla band in un modo o nell’altro. Anche in sede live abbiamo sempre dei session man pronti a prendere il posto del membro mancante di turno, visto che spesso i nostri programmi non sempre coincidono, e non è sempre semplice essere tutti e quattro nello stesso posto allo stesso tempo. In Giappone per esempio, so già da ora che Paul non ci sarà, e già ho trovato un rimpiazzo. Purtroppo bisogna adattarsi!”.

E’ MOLTO AMMIREVOLE CHE SIETE TUTTI DISPOSTI AD ORGANIZZARVI ATTORNO ALLE NECESSITA’ DI OGNUNO E FARE SACRIFICI PER RIMANERE UNITI. MOLTE BAND OPTEREBBERO PER DEI RIMPIAZZI PERMANENTI…
“Sì, siamo molto uniti, e a questo punto della nostra carriera è questo ciò che conta per noi. Essere uniti. Per questo sono così legato a Geordie. Lui è l’unico che è sempre rimasto al mio fianco, da trent’anni, non è mai mancato ad un evento dei Killing Joke dal 1979. In fondo con o senza la line-up originale, noi siamo sempre stati qua, per cui è inutile preoccuparsi, basta respirare, e permettere alle cose di succedere naturalmente”.

UFFICIALMENTE PAUL HA DECISO DI TORNARE A SUONARE CON VOI DOPO CHE VI SIETE RIVISTI DOPO TANTI ANNI RIVISTI AL FUNERALE DI PAUL RAVEN, GIUSTO?
“Mah, io dico sempre che puoi prenderti una pausa lunga quanto ti pare dai Killing Joke, ma che non puoi mai lasciarli, e Paul questo lo sa. E’ un legame di sangue quasi. Comunque, sì, al funerale di Raven rividi Paul dopo vent’anni, e devo dire che il dolore del lutto e l’energia dello spirito di Raven ci ha avvicinati e ci ha fatto riscoprire il nostro legame fraterno. Ho molto sofferto per la morte di Raven. Ho come la sensazione che avrei potuto salvarlo dalla morte. Quando è rimasto con noi a Praga, stava benissimo. Con noi stava bene. E’ quando si è imbarcato in quel tour con i Ministry che la sua salute ha subito un colpo mortale, da li non si è mai ripreso. Noi abbiamo sempre bevuto, e al limite fumato cannabis, ma la cosa è sempre finita li. Nei Ministry invece, beh, la faccenda per loro è diversa…”.

BEH, CHE AL JOURGENSEN OGGI SIA ANCORA VIVO PER MIRACOLO, PER VIA DEI VARI ECCESSI, QUELLO LO SANNO TUTTI. TI RIFERISCI A QUESTO?
“Certo. Al è una persona meravigliosa, ma io non condivido affatto il suo modo di fare. Io e Al abbiamo un problema sotto questo punto di vista. Prima che stesse con lui, la madre di suo figlio stava con me, e quando stava con me era una donna normalissima. Appena si è messa con lui è diventata una pazza scatenata, Al l’ha trasformata in una tossica senza freni, e se non fosse stato per quel maledetto tour dei Ministry, Raven sarebbe ancora qua con noi”.

SEI REALMENTE CONVINTO CHE LA CAUSA DI MORTE DI PAUL RAVEN SIA DA ATTRIBUIRE A QUEL TOUR DEI MINSITRY?
“Assolutamente sì! Hai visto le foto della band durante quel tour? Hai visto come era ridotto Raven in quelle foto? Non ci sono dubbi. Una volta Al Jourgensen mi chiese: ‘Ma come cavolo fate a salire su un palco da sobri?’. Credo che questo la dica lunga su cosa significa stare in tour con i Ministry. Abbiamo fatto tanti tour con loro e ho visto Al stendere riga dopo riga di cocaina, mischiarla a eroina e tirarle senza sosta davanti a tutti, senza alcuna inibizione. Io non sono d’accordo con questa merda, non condivido cosa fa Al. Ripeto che è una persona meravigliosa, ma si è lasciato dietro una scia di morte e distruzione che non trova fine e che non ha alcuna giustificazione. E poi vorrei aggiungere, che nessuno dei Ministry, nessuno della band o del loro management erano al funerale di Raven. Niente, non si è fatto vivo nessuno. Dove eravate tutti?! Al, l’eroina non è cool! Vaffanculo Al!”.

PARLIAMO DI “MMXII” ADESSO. CI PARLI DEL SOUND E DELLE TEMATICHE DEL DISCO E COME IL PROGETTO E’ NATO?
“Mah, non è facile da spiegare, nulla è premeditato quando facciamo un album. Tutti i nostri lavori vengono come vengono e non sappiamo esattamente dire come mai. Appena finite le registrazioni io sono partito per la Nuova Zelanda con Geordie, e mi sono reso conto che a malapena sapevo cosa avevo registrato e come il disco era venuto. Poi Paul e Youth mi hanno contattato in Nuova Zelanda per dirmi che era uscito un lavoro grandioso! Mi hanno mandato i demo e sono rimasto basito da come suonava fresco e diverso. E’ stata una bella sensazione davvero. Qualche tempo fa ad un concerto addittura un fan mi ha passato un nostro vecchio demo che non ricordavo neanche di aver mai registrato e sopra c’era incisa una canzone dei Killing Joke che io neanche conoscevo! Ti rendi conto (risate ndR)? Insomma, con la nostra musica succede tutto talmente in fretta che a volte neanche ci ricordiamo cosa abbiamo creato. Dunque è stato un processo tutto molto spontaneo e quasi casuale”.

SEI D’ACCORDO ANCHE TU CHE CI SONO MOLTO MENO CHITARRE SU QUESTO ALBUM E MOLTE PIU’ TASTIERE, E CHE IN GENERALE IL LAVORO SEMBRA UN RITORNO ALLE VOSTRE SONORITA’ PIU’ SYNTH POP E DARK WAVE DEGLI ANNI OTTANTA?
“Non so, io uso le tastiere quando sento che devo usarle per esprimermi, e Geordie registra la chitarra come gli viene in quel momento. Anche qui non credo la cosa sia stata premeditata. Non è facile spiegare come nasce un album dei Killing Joke, è un processo sempre diverso e imprevedibile. Io inizialmente ero il tastierista dei Killing Joke, e amo le tastiere, sono diventato vocalist per caso, perchè me lo chiesero gli altri”.

COME MAI NON SUONI MAI LE TASTIERE DAL VIVO CON LA BAND?
“Per farla breve, perchè fare entrambe le cose dal vivo, ovvero cantare e suonare le tastiere, è una gran rottura di palle!”.

CREDI CHE IL RITORNO DI YOUTH E PAUL STIA FACENDO VIRARE IL VOSTRO SOUND ALLE ORIGINI?
“Youth ha un suono di basso che deriva dal dub e dalla disco. Le ritmiche di Youth sono ciò che ha dato i natali all’ormai famoso groove dei Killing Joke. Paul è un batterista unico, è stato uno dei precursori della ritmica tribale nel rock and roll. Ha uno stile tutto suo, e io sono innamorato di entrambi i loro modi di suonare. Raven ha fatto un gran lavoro quando Youth non c’era e sia ‘Hosannas’ che l’omonimo del 2003 sono dischi che amo tantissimo, ma ora sento che siamo tornati da dove venivamo, e che siamo di nuovo quegli innovatori di un tempo. Credo sia inevitabile risentire i Killing Joke di un tempo in questo album”.

VISTO CHE HAI DETTO HE VI SIETE PREFISSATI L’OBIETTIVO DI FARE UN ALBUM ALL’ANNO, COSA PUOI DIRCI DEL PROSSIMO ALBUM DEI KILLING JOKE? E’ GIA’ IN LAVORAZIONE?
“Prima cerchiamo di respirare, e poi a tempo debito ci penseremo, non ci sentiamo obbligati a fare nulla. Parlavamo di fare un album unplugged a dire il vero come prossima uscita, ora vediamo”.

DI COSA PARLA “IN CYTERA”, IL SINGOLO TRATTO DA “MMXII”? COME MAI PARLI DI QUELLA MINUSCOLA ISOLA?
“E’ una metafora. In tanti in passato ne hanno parlato. E’ un luogo che ha ispirato tante persone, da Baudelaire a vari pittori del Settecento. Sull’isola fu trovato un tempio dedicato a Venere, per cui l’isola, che oltretutto è lussureggiante, è un simbolo di fertilità rimasto incontaminato. Una sorta di paradiso perduto. Io inoltre ho una fascinazione con le isole e la vita isolata e primitiva che si può avere in luoghi simili. Come sai ho vissuto in Islanda, e passo molto tempo in Nuova Zelanda e su un’altra isola del sud Pacifico. Passo oltre la metà della mia vita su isole, perchè secondo me hanno un significato speciale. C’è un fascino tutto particolare nel raggiungere una isola, passarvi del tempo, e poi lasciarla per tornare alla terra ferma, alla civiltà e al mondo vasto e minaccioso. Le isole sono come un rifugio, un luogo troppo piccolo per poter ospitare pericoli e forze negative. Le mie figlie vivono in Nuova Zelanda oltretutto, per cui quando vado lì a trovarle per me il viaggio assume un significato molto profondo, anche dovuto alla distanza che devo coprire per raggiungere quel luogo. Ogni volta che parto poi penso ‘tornenò mai? Riuscirò un giorno a rivedere questo posto?’. Insomma, ci sono significati molto intimi e profondi dietro alle isole e le situazioni in cui queste possono metterti. La canzone inoltre copre altri temi come la mia dipendenza dal tabacco e dai sonniferi, visto che ho l’insonnia cronica da anni ormai. Insomma volevo esplorare il tema del ‘luogo sicuro’ che tutti noi sognamo di raggiungere e poi ritrovare quando lo lasciamo. La canzone dunque copre anche temi più profondi come il fato, il destino, e l’imprevidbilità degli eventi. Per esempio di recente, ho stretto un legame affettivo con la vedova di Raven e suo figlio è diventato il mio figliastro, è una cosa impensabile per me, ma nella vita succede anche questo, e a quel punto cerco di interpretare questi eventi con la musica”.

VORREMMO CHIEDERTI UNA DOMANDA IN RIGUARDO AL ROADBURN FESTIVAL AL QUALE AVETE SUONATO DI RECENTE. CI E’ GIUNTA VOCE CHE AVETE AVUTO DEI PROBLEMI CON IL PUBBLICO, E CHE TRA VOI E LA FOLLA E’ PARTITA QUALCHE SCINTILLA. COSA E’ SUCCESSO DI PRECISO?
“Mah, ora di preciso non ricordo. So che Geordie era nervoso quella sera e aveva bevuto perecchio. Non era contento con i suoni e ha cercato di farlo capire ai tecnici del suono che lo hanno ignorato. Credo che in preda alla frustrazione abbia preso a calci una bottiglia dal palco, e che qualcuno nel pubblico non abbia gradito. E’ stato colpa sua in fin dei conti, anche se non voleva adirare nessuno. Era una serata tutta storta, nulla ha funzionato come avrebbe dovuto quella sera, non saremmo dovuti essere sul palco quella sera, tutto sembrava sbagliato e fuori luogo, l’intera serata era strana e ho come l’impressione che tutto andava storto. Sai come vanno quelle cose a volte”.

SEI CONSAPEVOLE DELL’INFLUENZA CHE HANNO AVUTO I KILLING JOKE NEGLI ANNI SULLE NUOVE LEVE?
“Sì, ma onestamente non mi interessa. Kurt Cobain era nostro fan, e ora tutti conoscono lui e non noi. A quel punto che importanza ha? E’ una bella sensazione, certo, ma pensarci attivamente non fa che accrescere l’ego e ti spinge a distogliere l’attenzione dalle cose che contano realmente, ovvero continuare a fare musica come solo noi la possiamo intendere”.

HAI ALTRO DA AGGIUNGERE?
“Sì, vorrei farvi sapere che i Killing Joke sono in ottima salute, e che anche noi come individui e musicisti ci sentiamo al top. Io sto benissimo in questi tempi, ho smesso con le sigarette e con l’alcohol, ormai le mie uniche dipendenze sono il thè e il sesso (ride ndR). Onestamente non pensavo sarebbe stato possibile divertirsi o anche vivere senza alcohol e sigarette, e invece mi sono dovuto ricredere! La vita senza stimolanti, in sintesi, è molto stimolante! Poi il tabacco rende impotenti, e quello, lasciatemelo dire, è inaccettabile (ride ndR)! Spero che anche Geordie smetta presto, fuma tre pacchetti di sigarette al giorno e beve una bottiglia di Tequila al giorno, ma per ora sembra che ancora regga…”.

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