Ora che i nostri idoli musicali cominciano a diventare anziani, ogni possibilità di intervistare persone del calibro di Rob Halford, Bruce Dickinson, Alice Cooper e chi più ne ha più ne metta diventa per chi scrive di musica un momento assolutamente speciale.
Se dovessimo poi stilare un elenco di cantanti che hanno inciso in maniera decisiva sull’evoluzione del metal, non si può non parlare di Kim Bendix Petersen, al secolo l’inimitabile e unico King Diamond. Sopravvissuto a tre infarti, a ormai cinque decadi di musica cupa, orrorifica, a due litigi storici con alcune delle più grosse etichette della nostra scena, il Re Diamante continua implacabile a calcare palchi da anni a questa parte, in attesa che possa avere tempo di completare i nuovi dischi della sua band omonima e dei fondamentali Mercyful Fate.
Sembra che finalmente siamo ad un punto di svolta dopo quasi vent’anni dall’uscita di “Give Me Your Soul… Please”, ultima fatica risalente al 2007 con il diabolico falsetto alla voce: quale migliore occasione del tour europeo, quindi, per fare un collegamento fra l’Italia e il Texas e chiedere a King qualche notizia sugli show che presto prenderanno piede nel vecchio continente, e per farsi aggiornare sulle novità musicali in arrivo?
In occasione del tour che porterà il Re, Andy LaRocque e i loro soci sul palco dell’Alcatraz di Milano il prossimo 16 giugno (accompagnati dai Paradise Lost), abbiamo quindi chiacchierato un po’ con un musicista che ci ha dimostrato di stare vivendo la sua strada per i settant’anni come un adolescente fanatico di heavy metal, che non ha intenzione di lasciare nulla in sospeso nel corso dei prossimi anni. Buona lettura!
Evento: Mystic Festival| Artista: King Diamond| Fotografo: Salvatore Marando| Data: 26 giugno 2019| Venue: Tauron Arena| Citta’: Cracovia
CIAO KING E BENTORNATO SULLE PAGINE DI METALITALIA. COME PRIMA DOMANDA VOLEVAMO CHIEDERTI COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE DAL CONCERTO DEL 16 GIUGNO A MILANO.
– Ciao! Avremo la produzione completa che abbiamo portato in giro durante il tour statunitense e sudamericano, quindi palcoscenico completo con attori, comparse e maschere!
FANTASTICO! SEMPRE SUL CONCERTO, VOLEVAMO CHIEDERTI COME AVETE RAGGIUNTO HEL PYRE, CHE SOSTITUIRÀ MYRKUR DURANTE IL TOUR EUROPEO?
– Elina aveva già sostituito mia moglie Livia durante il tour in Sud America del 2015 perché avevamo scoperto di essere in attesa di Byron (il figlio di King Diamond, nato nel 2016, ndr). Ha cantato in almeno otto live, quindi era la persona giusta da coinvolgere. Oltretutto, lei e Livia sono molto amiche: è anche venuta a trovarci recentemente e Myrkur l’ha aiutata a imparare le nuove linee vocali che canterà durante il tour.
Siamo anche riusciti a farle ascoltare i nuovi pezzi che suoneremo durante i concerti, così anche io ho potuto darle delle indicazioni e provare con lei: mi piace molto la sua voce ed è la persona giusta per sostituire Amalie (Bruun, vero nome di Myrkuur, ndr), che purtroppo non potrà essere con noi perché un membro della sua famiglia ha avuto problemi di salute.
RIUSCIRETE COMUNQUE A PORTARVI DIETRO L’ORGANO HAMMOND CHE HAI SUONATO SU “SPIDER LILY”?
– Assolutamente! Sia Amalie che Elina sanno suonare la tastiera e quindi ci porteremo dietro un vero Hammond da suonare dal vivo, così anche pezzi come “Eye Of The Witch” e “Spider Lily” avranno un altro sapore durante i concerti. Per tanti anni abbiamo semplicemente usato delle registrazioni, ma con Andy (La Rocque, il chitarrista storico di King Diamond, ndr) ci siamo resi conto, prima del tour statunitense, che portare un organo Hammond dal vivo è tutta un’altra cosa: sembrano differenze minime, ma per noi musicisti è come se cambiasse tutto!
QUINDI HAI AVUTO DEI BUONI FEEDBACK DAI FAN, ANCHE SUL MATERIALE NUOVO E SULLA PRODUZIONE DEL LIVE?
– Assolutamente. Abbiamo studiato lo show in ogni minimo dettaglio: durante il tour statunitense ho avuto anche modo di parlare con i fan nei meet & greet che abbiamo voluto fare dopo i concerti, di modo da non impedire alle persone di vedere le band di supporto, e molti di quelli che mi hanno visto suonare tante volte mi hanno detto che si avverte un’energia differente.
Abbiamo anche studiato un nuovo disegno luci con il nostro tecnico: prima di partire, abbiamo riguardato insieme alcune registrazioni e deciso di concentrarci su alcuni aspetti specifici dello show, per rendere il tutto più misterioso e caratteristico.
COME MAI TI SEI CONCENTRATO SU QUESTI DETTAGLI PRETTAMENTE TEATRALI?
– È stato dopo aver girato il video di “Spider Lily”. Probabilmente hai visto che abbiamo girato gran parte delle scene nell’ex manicomio di Pennhurst fuori da Philadelphia: è stata una delle esperienze più sovrannaturali che mi sia mai capitato di vivere.
Il manicomio è stato aperto dal 1908 al 1987, ha avuto oltre novemila internati, ed è considerato uno dei posti più infestati degli Stati Uniti: non solo si sposa bene con il tema del nuovo album “Saint Lucifer Hospital 1920”, ma si dice che il fantasma più spaventoso di tutti, famoso per soffocare le persone, si chiami King (ride, ndr)! È una coincidenza incredibile! Secondo me ce lo siamo addirittura portati dietro durante i concerti di New York e Brooklyn, ti giuro che mentre suonavamo mi sembrava di sentire una specie di puzza di sigaro!
Mentre registravamo il video non ce ne siamo accorti, ma le atmosfere erano assolutamente spaventose: quando eravamo nel sotterraneo del manicomio avevamo come unica luce quella della telecamera, e abbiamo filmato tre volte. Non solo abbiamo avuto modo di percepire l’orrore del luogo, ma anche la tristezza e la rabbia di chi c’era internato: ricordo che, il giorno in cui siamo arrivati sul posto e ci stavano truccando, il custode ci ha detto una cosa tipo “I bambini oggi vogliono giocare“! Quando abbiamo finito le riprese ci ha chiesto di tornare, come se la nostra presenza avesse dato agli spiriti qualcosa che li ha temporaneamente quietati.
Per concludere, ti dico solo che mi sono portato a casa un’esperienza incredibile che sicuramente mi darà ispirazione sia per i nuovi pezzi di King Diamond che per quelli dei Mercyful Fate: ricordo che appena sono arrivato mi è venuta come una specie di fiato corto, e quando sono andato via ho sentito come una specie di dolore nelle ginocchia! Giuro che quando ho dovuto fare le scale per andare via mi sono sentito come se avessi un macigno appoggiato sulla schiena. Fatalità vuole che qualche giorno dopo ho visto in tv un programma su quel luogo, dove dicevano che uno degli effetti è proprio quello del dolore nelle ossa!
A PROPOSITO DI “ST. LUCIFER HOSPITAL 1920”, HAI PIÙ VOLTE DETTO CHE VUOI ASPETTARE A FAR USCIRE L’ALBUM PERCHÉ VUOI CHE SIA VALSA LA PENA DI ASPETTARE TUTTO QUESTO TEMPO. QUESTA COSA HA A CHE FARE CON ALTRI DISCHI DI TUOI COLLEGHI CHE HAI ASCOLTATO NEGLI ULTIMI ANNI? O SEMPLICEMENTE RIGUARDA IL RAPPORTO CON I TUOI FAN CON I TUOI FAN E TE STESSO COME ARTISTA?
– Il tutto è legato a come stiamo scrivendo e componendo i pezzi: siccome diventa sempre più difficile trovarsi a provare e buttare giù idee, durante il Covid ho deciso di costruirmi il mio studio personale con tutte le elettroniche necessarie per poter almeno abbozzare gli arrangiamenti da solo. Ovviamente, la pandemia è stato uno dei motivi per cui abbiamo rilasciato il primo singolo nel 2019 e siamo ancora in dirittura d’arrivo per il resto.
Comunque, il disco è praticamente pronto e stiamo lavorando sul tutto a grande velocità: prendi ad esempio la batteria di “Spider Lily”: Matt, (Thompson, ndr) ha praticamente risuonato il pezzo di drum machine quasi esattamente come glielo avevo dato perché gli piaceva quel tempo particolare, un po’ meccanico. Fare tutto questo avendo uno studio casalingo è molto più facile, anche se poi ci siamo divertiti con Mike Wead a inserire dettagli tecnici più interessanti, come l’assolo che inizia apparentemente fuori tempo.
Comunque, durante il tour europeo suoneremo le nuove “Lobotomy” e anche “The Nun”, che sarà un altro pezzo dove sarà molto presente l’Hammond, e nient’altro: dopo la fine degli show ci vogliamo concentrare sul finire la produzione del disco.
La stessa Metal Blade ci ha chiesto ad un certo punto di non finire uno dei brani su cui stavamo lavorando, prima di partire! Quindi, abbiamo ancora dei pezzi da ultimare: io stesso ho scritto troppi testi rispetto a quello che poi andremo davvero ad incidere, ma ti assicuro che tutto quello che abbiamo sul tavolo è pronto per essere registrato o rifinito. Sto cercando, inoltre, di avere come ospite un grande cantante di un’altra band sul disco: gli ho scritto e lui di è detto felicissimo, che gli piacerebbe essere sull’album, e ci stiamo organizzando per farlo venire a casa mia a registrare… Mi viene la pelle d’oca a pensare di poter incidere un pezzo con un grande come lui, oltre al fatto che siamo anche amici, quindi tanto meglio!
IMMAGINO CHE NON PUOI SBOTTONARTI SUGLI INDIZI RIGUARDO A QUESTA PERSONA…
– Non è solo per l’etichetta (ride, ndr), è che voglio creare altra aspettativa! In realtà posso dirti che questo ospite speciale sarà probabilmente sulla versione incisa di “Lobotomy”, proprio perché lo avevo contattato in merito al pezzo chiedendogli se gli piaceva. Poi, siccome nei dischi ci sono sempre molti personaggi, abbiamo pensato che sarebbe stato interessante dargli un vero e proprio ruolo… Così, in realtà mi ha già anche aiutato per arrangiare i testi di alcuni brani.
QUINDI HA COLLABORATO ANCHE PER PEZZI COME “THE NUN”, IL BRANO DI CUI PARLAVI PRIMA?
– Per “The Nun” in realtà ho lavorato con Livia, che canterà nei cori sul disco. Sono anche curioso di capire come verrà dal vivo, perché a livello di backing vocals abbiamo fatto un lavoro quasi chirurgico, ma sicuramente su disco suonerà molto diversa e con molte più sovrincisioni. Di fatto, tutti i pezzi che stiamo suonando nei live e che ascolterete sono la versione ‘di mezzo’ di quello che poi sentirete sul disco.
PRIMA HAI ACCENNATO ALL’ISPIRAZIONE PER I MERCYFUL FATE: QUINDI CI CONFERMI CHE TU E HANK STATE SCRIVENDO E LAVORANDO SUL NUOVO DISCO?
– Posso dirti che per quanto mi riguarda ho almeno sette canzoni pronte e che Bjarne (T. Holm, batterista dei Mercyful Fate dal 1994, ndr) ha scritto la batteria per almeno quattro di queste. Comunque sì, sto lavorando anche sui pezzi nuovi dei MF, a cominciare da “The Jackal Of Salzburg” che abbiamo suonato in anteprima durante il tour di reunion.
Posso anche dirti che ci sarà un pezzo chiamato “Sacrifice” e sarà molto, molto heavy! Inoltre sto lavorando sulla title-track: purtroppo non posso anticiparti il nome, ma posso dirti che l’artwork è un quadro che è appeso proprio a casa mia (ride, ndr)!
ATTENTO A DIRE QUESTE COSE, ADESSO LA GENTE SI METTERÀ A CERCARE LE FOTO DI CASA TUA… (Risate varie, ndr)
– Tra l’altro, è un vero quadro che ho a casa mia vecchio di circa centocinquant’anni! Ah, stiamo anche lavorando su alcune cose che abbiamo scritto all’epoca di “Melissa”, che probabilmente diventeranno una canzone unica.
TORNANDO UN ATTIMO SU KING DIAMOND: SU “SPIDER LILY” HAI LAVORATO CON ARTHUR RITZK PER IL MASTERING DELLA TRACCIA: SI È TRATTATO DI UNA COLLABORAZIONE OCCASIONALE O CONTINUERETE A LAVORARE SUL DISCO?
– Voglio assolutamente continuare a lavorare con Arthur! In realtà ci conosciamo da un bel pezzo, almeno dodici anni, però non avevamo mai collaborato attivamente.
La cosa che mi è piaciuta, per quanto riguarda “Spider Lily”, è che lui non si è offeso dal fatto che lavoro principalmente con i pre-missaggi dei pezzi, né che abbia voluto dire qualcosa sulle linee vocali: Arthur è uno che ascolta e, al massimo, mette mano lui stesso ai vari canali della traccia o alle compressioni per chiederti se una cosa la preferisci in un modo o in un altro.
Sul pezzo, comunque, ci sono state due cose che lo rendono comunque molto diverso dalla versione che sentirete nel disco: la prima è che, di fatto, le mie linee vocali sono quelle della demo! In pratica, avevo già registrato alcune sovrincisioni cantandole io, ma parlando con Amalie ci siamo resi conto che sarebbe stato meglio farle cantare a lei: l’etichetta era d’accordo, così abbiamo messo in mute le mie sovrincisioni e le abbiamo riregistrate. In realtà non abbiamo avuto tanto tempo per fare missaggi perché volevamo comunque uscire col pezzo in tempo, così abbiamo giocato sulla compressione delle linee vocali: io e Amalie abbiamo registrato con lo stesso microfono usando due rapporti diversi, tre a uno per me e tre e mezzo a uno per lei.
Nella registrazione ci ha aiutato anche Livia, che poi ha rimaneggiato alcune linee nel suo studio che abbiamo al piano di sopra: solo che, quando ci siamo confrontati con il risultato delle parti di Amalie, lei si è resa conto di non aver applicato la compressione! Quando poi le abbiamo fatto ascoltare il risultato, e quando l’ho sentito io stesso, ho pensato che era comunque spettacolare perché la mia voce si sentiva in modo estremamente cristallino. Personalmente, non sono un ingegnere del suono: mi piace ‘giocare’ con gli effetti e con la strumentazione, ma preferisco prendere io delle decisioni in studio anche se per un tecnico sembrano più difficili da realizzare o incidere.
Il risultato è stato che Arthur ha fatto una specie di miracolo e sono grato del fatto che non abbia messo in discussione il mio modo di registrare: è un modo diverso di lavorare, ma penso che il risultato sia ottimo.
MA CI CONFERMI CHE IL DISCO USCIRÀ NEL 2025?
– Sinceramente non posso dirlo con sicurezza. Sicuramente sarà finito (evidenzia questa parola con enfasi, ndr), al mille per cento! Ma abbiamo seriamente bisogno di rinchiuderci in studio e non vedere nessuno dopo che il tour europeo sarà terminato.
È vero che abbiamo bisogno dei tour, ma è estenuante dover lasciare i pezzi a metà e partire, senza contare che, quando torni a casa, devi riprendere in mano tutto ciò che avevi lasciato in sospeso. Fortunatamente, la Metal Blade sa a che punto siamo, quindi il resto del lavoro spetterà a loro per quanto riguarda i formati e tutto il resto. Ovviamente ci sono anche le tempistiche relative alle edizioni: se vuoi il pacchetto completo ci sarà sicuramente quella in vinile, ma ci vorrà comunque del tempo perché il tutto sia pronto, a cominciare da quando consegneremo il master definitivo.
QUINDI CI SARÀ DA ASPETTARE ANCHE SE AVETE GIÀ I PEZZI SCRITTI.
– Senza contare che dovranno fare adeguata promozione al tutto. Sai, non hanno fatto moltissimo per l’uscita di “Spider Lily”: prima di questa intervista ne ho giusto parlato un po’… Cosa posso dire? Forse non è stato sviscerato particolarmente (il singolo è stato rilasciato solo in versione digitale, ndr), ma va bene così perché, come ti dicevo prima, la produzione su disco sarà molto diversa dalla versione che abbiamo rilasciato.
FARETE UN VIDEO ANCHE PER “LOBOTOMY”?
– Assolutamente. Voglio tornare a Pennhurst e ho già delle idee su come fare le riprese… Visto che il singolo ha quel nome ho in mente qualcosa di davvero brutale, anche perché in quel posto di lobotomie ne sono state fatte eccome…
Altra cosa assurda che prima non ti ho raccontato, è che uno dei dottori del manicomio era soprannominato ‘Dr. Fear’: pazzesco, eh? Sicuramente sarà uno dei personaggi del disco. Ho quasi paura a tornarci perché non vorrei che ci prendessimo qualche conseguenza paranormale: voglio dire, metà dei novemila internati sono morti lì, ma sento che è una cosa che, in un certo senso, devo fare!
ANDANDO A DOMANDE UN PO’ PIÙ GENERALI: COSA NE PENSI DI QUELLE BAND CHE STANNO COMINCIANDO A VIETARE, O IMPEDIRE DI USARE, I TELEFONI DURANTE I CONCERTI?
– Ah, ho letto l’intervista a Tobias (Forge, cantante dei Ghost, ndr) dove lo diceva per la prima volta! Sinceramente non ci avevo mai pensato, ma capisco chi se ne lamenta e chi chiede ai fan di non usarli, così come capisco chi invece vuole fare fotografie e video durante i concerti.
Certo, se chiedi a me, quando non c’erano ancora macchine digitale e telefoni probabilmente ci si ricordava di più i concerti (ridiamo, ndr)! Insomma, mi ricordo perfettamente di quando ho visto i Genesis nel 1975, i Grand Funk Railroad nel 1971 e i Deep Purple nel 1972, quando il digitale praticamente ancora non esisteva! Capisco che si voglia far vivere ai fan una esperienza speciale, ma capisco anche il fatto che si sta togliendo alle persone un oggetto di loro proprietà: può essere una lama a doppio taglio, perché magari troverai chi ti dirà “Wow, non pensavo che vedere un concerto senza telefono potesse essere un’esperienza così!” e chi invece rinuncerà al live.
Comunque nessuno di noi ha mai pensato a questa eventualità e, per ora, non penso ne parleremo come band e come produzione.
NON PENSI, PERÒ, CHE I FAN, NEL PREOCCUPARSI DI STARE AL TELEFONO A FILMARE POSSANO PERDERSI DEGLI ELEMENTI ESSENZIALE DEL CONCERTO, SPECIALMENTE I VOSTRI CHE SONO COMPLESSI E PIENI DI SCENE?
– Beh, certamente, se filmi, rischi di perderti dei passaggi a livello teatrale o dei punti dove ci incasiniamo e improvvisiamo (ride, ndr).
Ecco, se dovessi chiedere qualcosa ai fan, semplicemente, direi di stare attenti e con occhi e orecchie aperte, anche perché i nostri concerti sono un’esperienza a più livelli, come dicevamo all’inizio. Le storie di King Diamond sono cupe e intense, ma ci sono anche momenti che possono succedere durante i live che poi fanno ridere: c’è stato un concerto, di recente, dove Andy si è completamente scordato cosa dovevamo fare a livello scenico, così ho finto di tirare fuori una pistola dal cappotto e gli ho puntato addosso le dita. Volevo solo fargli capire che doveva smettere l’assolo perché dovevo fare una intro cantata, e invece lui ha fatto la stessa cosa e abbiamo inscenato una specie di duello (ride, ndr)!
C’è stata anche una volta dove abbiamo inscenato una scenetta con Pontus (Egberg, bassista dal 2014, ndr) basata sul fatto che ci eravamo dimenticati di chi era la bottiglietta d’acqua a lato palco… Io gli ho detto “Bevi, se hai coraggio”, e lui ha finto che l’acqua fosse veramente avvelenata! Ha fatto finta di stramazzare sulla sedia a rotelle parcheggiata a lato palco (ride, ndr)!
Insomma, oltre ad essere dei musicisti alla fine siamo anche un po’ degli attori: queste sono le cose che rischi di perderti se stai concentrato sul telefono durante i nostri show.
A PROPOSITO DI ATTORI E PRODUZIONE: HAI MAI PENSATO DI ADATTARE UNO DEI TUOI CONCEPT IN UN FILM?
– Mi piacerebbe tantissimo! In realtà, adesso, stiamo lavorando ancora sulle graphic novel basate sui dischi. Come probabilmente sai, avevamo già fatto uscire la versione a fumetti di “Abigail”: attualmente siamo in contatto con alcuni sceneggiatori che lavorano anche per Hollywood e, se non erro, che hanno aiutato in ruoli di secondo piano nella realizzazione dei film Marvel.
Quindi, qualche connessione col mondo cinematografico c’è, anche se adesso voglio concentrarmi sul prossimo fumetto che probabilmente sarà “The Puppet Master”.
Posso anticiparti che siamo al lavoro con un’altra persona della Danimarca, che adora quel disco e con cui ho altri progetti in campo. Insomma: non è che abbia poco da fare, e penso che i fan capiscano il fatto che siamo un po’ in ritardo sull’uscita del disco. Voglio dire: sono morto tre volte, e sono ancora qui!
QUESTO DOVREBBE BASTARE AI FAN PER FAR CAPIRE LORO CHE NON È PER PIGRIZIA…
– Lo spero! Non parlo tanto spesso di quello che mi è successo, ma è una cosa che ho attraversato e che ora fa parte della mia vita per sempre. Potrei addirittura non essere qui a raccontarlo, e forse ne parlerò più approfonditamente in futuro, ma è anche per questo che sto lavorando molto sia sui pezzi di KD che su quelli dei MF: una volta finito un pezzo mi dedicherò all’altro. In ogni caso sono contento di come stiano andando le cose, sto già anche pensando alla prossima produzione dello show dei Mercyful Fate: se troveremo le risorse necessarie, voglio realizzare qualcosa di mai visto prima che lasci i fan a bocca aperta!
NON VEDIAMO L’ORA DI AVERTI QUI IN ITALIA ALLORA!
– Grazie! Posso assicurarvi che questo è il momento migliore per vederci sul palco come King Diamond: sarà intenso e spettacolare allo stesso tempo!