KINGCROW – Oltre I Confini

Pubblicato il 05/09/2010 da

Decollati con il recente “Phlegethon”, Top Album su Metalitalia.com, i Kingcrow sono attualmente una delle realtà italiane più interessanti in ambito progressive metal. I recenti cambi di formazione non li hanno certo frenati e sembrano semmai aver aggiunto spessore ad una band che è più che mai pronta per uscire allo scoperto anche in ambito internazionale. Il nuovo album, i nuovi membri, le influenze e altro ancora in questa nostra intervista con il mastermind Diego Cafolla.


 

 

 

 
SONO PASSATI QUATTRO ANNI DA “TIMETROPIA” E SEMBRA CHE PER VOI SIANO CAMBIATE PARECCHIE COSE: IN PRIMIS È CAMBIATO IL CANTANTE. AL POSTO DI MAURO GELSOMINI È ARRIVATO DIEGO MARCHESI, DOVE LO AVETE SCOVATO?
“Diego Marchesi mi è stato suggerito da Stefano Tissi, il cantante sul primo ‘Something Unknown’. Mi passò delle registrazioni di un Musical in cui Diego aveva delle parti soliste e la sua voce mi colpì immediatamente. Lo contattai telefonicamente e fissammo subito un provino che, evidentemente, andò a buon fine. Come puoi immaginare i Kingcrow necessitano di un cantante molto versatile, capace di interpretare al meglio tutte le sfumature presenti sul disco. Credo si tratti un sodalizio artistico ben riuscito. Oltre all’ingresso di Diego come vocalist, c’è stato anche l’ingresso di Cristian Della Polla alle tastiere e ai sintetizzatori. Cristian già ci aveva aiutato in veste di session durante le date di supporto a ‘Timetropia’ e ora è un membro effettivo della band.

IL NUOVO CANTANTE PARE ABBIA PORTATO UNA VENTATA D’ARIA FRESCA IN SENO AL GRUPPO, COSA NE PENSI?

“Affrontare un cambio di vocalist cambia sempre e comunque le carte in tavola, anche se Diego Marchesi è entrato nella band a sessioni di registrazione ben avviate. Chiaramente avere a disposizione un cantante con una simile escursione, ha permesso di ritoccare alcune linee vocali per meglio sfruttare le sue doti. Penso ad esempio a ‘The Slide’ che è stata trasposta di un’intera ottava in alto. Credo sia stata la classica scelta giusta al momento giusto”.

“PHLEGETHON” È IL VOSTRO ALBUM PIÙ PROGRESSIVO E COMPLETO, UNA PERFETTA SINTESI TRA LA TRADIZIONE DEL PROGRESSIVE ROCK ANNI ’70 E IL PROG METAL ANNI ’90. SEI D’ACCORDO?
“Tutti sanno che se chiedi ad un compositore qual è il suo miglior disco ti risponderà sempre l’ultimo lavoro. Sinceramente sono ancora troppo coinvolto per poter avere un punto di vista lucido… cosa che potrò fare tra un anno almeno. Comunque, sforzandomi di essere il più oggettivo possibile, penso che sia il nostro lavoro più maturo e progressivo, che beneficia anche di una produzione di tutto rispetto. E’ sicuramente anche il disco più complesso da tutti i punti di vista…ecco vedi, alla fine ti ho praticamente detto che si tratta del nostro miglior album. Comunque credo che sia il prog anni ’70 che quello moderno facciano parte del nostro bagaglio culturale e del nostro vocabolario musicale, anche se poi non rappresentano l’intero spettro del nostro sound che è un mix di tantissime influenze”.

DEI GRUPPI STORICI SEMBRATE MOLTO INFLUENZATI DA BAND COME KING CRIMSON, JETHRO TULL, PINK FLOYD, QUEEN E GENTLE GIANT, MENTRE I PAIN OF SALVATION SEMBRANO LA VOSTRA MAGGIORE INFLUENZA A LIVELLO DI GRUPPI MODERNI. CONCORDI?
“Le band che hai citato rientrano tutte tra le nostre influenze insieme tantissime tante altre. Ti posso dire  che le mie band preferite sono Rush e King Crimson. I Pain of salvation mi piacciono per il loro nuovo (quando uscirono) approccio al progressive. Hanno saputo staccarsi da un movimento che, dopo l’uscita dei Dream Theater, stava per collassare in una stasi creativa imbarazzante, dove trovare una band che non suonasse come ‘Images And Words’ o ‘Awake’ era veramente un’impresa ardua. Fortunatamente oggi ci sono un sacco di band che tentano di tracciare strade alternative. Comunque, giusto per farti dei nomi, direi che tra i miei ascolti preferiti puoi trovare Rush, King Crimson, Tool, Opeth, Radiohead, Pain Of Salvation, Mars Volta, Savatage, Finardi, Who, Marillion, Zappa, Mike Oldfield, Tori Amos, Meshuggah, OSI, Fates Warning e tantissimi altri”.

TI VA DI DARE UN GIUDIZIO AD OGNI VOSTRO DISCO E SOTTOLINEARE I VARI CAMBIAMENTI DI STILE – SE CE NE SONO STATI – ED EVOLUZIONI A LIVELLO DI SOUND TRA UN DISCO E L’ALTRO?

“Molto volentieri.

Something Unknown: Eravamo tutti giovanissimi, neanche tutti maggiorenni all’epoca (2001). Un disco chiaramente ricco di ingenuità ma credo si noti già il nostro approccio particolare, all’epoca ancora in bilico tra classic metal e progressive rock. Stefano Tissi alla voce che era ancora in bilico tra Rock e Lirica (ora è un cantante lirico a tempo pieno) che caratterizzava ulteriormente il sound. Direi un disco pieno di buoni propositi ma che non sapevamo ancora concretizzare al meglio. Ricordo le recensioni, che passavano dall’esaltazione totale alla bocciatura senza vie di mezzo. Comunque un lavoro particolare.

Insider: Cambio di cantante. Entra Mauro nella band. Il disco, che è anche il nostro primo concept, è più heavy con un sound a tratti più oscuro ma meno malinconico del suo predecessore e fortemente influenzato dai ‘ryche di ‘Operation: Mindcrime’. Soffre di una produzione non all’altezza e in generale è forse il disco che oggi meno apprezzo della nostra discografia in quanto troppo poco personale per i miei gusti.

Timetropia: Meglio. Questo disco penso sia originale e classico al tempo stesso. L’idea di fondo era quella di fare una sorta di Musical progressive, ricco di influenze. E stato anche il primo disco registrato nello studio che ho messo su con Thundra. Un lavoro con una gestazione molto faticosa per quanto riguarda la produzione ma che ha decisamente un suo sound. Un passo avanti rispetto ad ‘Insider’ e uno step importante per la band.  E’ il disco che ci ha dato una certa visibilità, ricevendo ottime recensioni ovunque.

Phlegethon: Le pulsioni progressive vengono decisamente allo scoperto messe a fuoco in questo nuovo album. L’ingresso di Diego ha poi caratterizzato e dato ulteriore energia al sound.  Un disco che suona decisamente più moderno, progressive e dinamico del suo predecessore, pur essendo molto più complesso. Sempre registrato nel nostro studio, è anche il primo disco con una produzione veramente competitiva e, credo, il disco della raggiunta maturità stilistica”.

“PHLEGETHON” È UN CONCEPT? DI CHE COSA PARLA?
“Sì ‘Phlegethon’ è un concept. L’idea di base nasce su una riflessione riguardo la  questione dello sviluppo dell’individuo, quanto pesi l’esperienza vissuta rispetto alla predisposizione di ognuno di noi nel determinare chi saremo da adulti. Su queste basi abbiamo costruito una storia. Chiaramente non c’è nessuna pretesa di tipo divulgativo, si tratta di una riflessione da cui è nata una storia che, ci auguriamo, possa intrattenere e magari far riflettere a sua volta chi ascolta”.

E’ MOLTO BELLA ANCHE LA COPERTINA DEL DISCO, SI RIALLACCIA AI TESTI?
“Sì, tutto l’artwork del disco è strettamente collegato al tema trattato. Abbiamo lavorato a stretto contatto con Devilnax e Daniele Mosconi (rispettivamente Digital designer e Fotografo) per poter realizzare un booklet che rispecchiasse il più possibile il contenuto del disco e il suo andamento emotivo. Personalmente sono veramente soddisfatto del risultato finale”.

COME STANNO ANDANDO LE VENDITE DEL NUOVO ALBUM? COME HA REAGITO IL PUBBLICO?
“Le recensioni fin’ora uscite sono assolutamente fantastiche. Siamo sempre stati ben accolti dalla stampa ma ‘Phlegethon’ sta ricevendo critiche incredibili in tutto il mondo, dove non di rado si parla di capolavoro, disco progressive dell’anno ecc. Inutile dire che la cosa ci fa veramente molto piacere e, a tratti, quasi imbarazzo. Sai, per quanto puoi essere convinto della bontà del tuo operato, durante le fasi di composizione, pre-produzione, arrangiamento e produzione, perdi man mano lucidità e quindi non puoi mai sapere come questo verrà poi recepito dagli ascoltatori. Si tratta di un grande lasso di tempo in cui man mano l’ascolto diventa sempre meno ‘da ascoltatore’ e sempre più ‘da compositore-produttore-musicista’. Tanto che ancora ora, mentre ascolto il disco, è tutto un pensare ‘uhm, questo suono poteva essere così, qua ci sarebbe stato bene questo ecc.’ Per cui non ci resta che fidarci del giudizio altrui (ride, ndr). Per quanto riguarda l’andamento delle vendite dovremo aspettare qualche mese ma al momento la percezione è che il disco stia andando piuttosto bene. Speriamo ci sorprenda anche da questo punto di vista”.

SIETE SODDISFATTI DEL VOSTRO NUOVO CONTRATTO CON SCARLET? COSA È CAMBIATO RISPETTO AL RAPPORTO CON LE VOSTRE VECCHIE ETICHETTE?
“Fino ad adesso va tutto molto bene e anche la distribuzione del disco è piuttosto capillare. Gli altri dischi hanno purtroppo sofferto di una scarsa distribuzione. Scarlet è probabilmente l’etichetta metal italiana più autorevole  quindi non ci possiamo affatto lamentare”.

AVRETE LA POSSIBILITÀ DI SUONARE DAL VIVO?
“Stiamo tentando di organizzare, con il nostro management, un tour  Europeo per l’autunno per supportare l’uscita del disco. Non vediamo l’ora di portare il nuovo materiale on-stage, stiamo attualmente provando quasi l’intero ‘Phlegethon’ più una selezione di vecchi brani. Sicuramente prima del tour faremo delle date italiane quindi chi ci sarà modo di incontrare i nostri fans italiani”.

QUALI SONO I VOSTRI PIANI PER IL FUTURO? E LE VOSTRE AMBIZIONI?
“Come ti già ho accennato, ora siamo impegnati nelle prove per le esibizioni dal vivo. Nel frattempo sto scrivendo del materiale a cui però non metteremo mano prima dell’estate 2011, dopo che avremo finito la promozione live di ‘Phlegethon’. Per quanto riguarda le ambizioni, noi cerchiamo semplicemente di fare la miglior musica possibile e di mantenere una certa integrità artistica, cercando comunque di evolverci. Siamo costantemente cresciuti di album in album e la nostra speranza è di poter proseguire su questa strada per diverso tempo ancora”.

GRAZIE PER L’INTERVISTA E COMPLIMENTI ANCORA PER IL DISCO. VUOI DIRE QUALCOSA AI NOSTRI LETTORI?
“Grazie a te! Invito i lettori ad ascoltare il disco, poi decideranno loro riguardo la sua eventuale bontà o meno”.

 

 

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