KLIMT 1918 – La musica della Secessione

Pubblicato il 26/06/2003 da

Se, al momento della pubblicazione di questa intervista, non avete ancora avuto modo di leggere la recensione di “Undressed Momento” o di ascoltarlo, cercate di farlo il più presto possibile perché il debut album dei Klimt 1918 è un lavoro favoloso e si candida seriamente a diventare uno dei dischi più riusciti ad aver visto la luce nel corso di questo 2003. E’ con grande piacere che mi trovo ad introdurre questa intervista a Marco Soellner, chitarrista/cantante del quartetto romano, un gruppo che ha sicuramente le carte in regola per fare cose eccellenti nel prossimo futuro. Lo dimostrano i brani del loro debut album ma anche i capitoli meno recenti della loro ancor giovane carriera di musicisti: mi riferisco al demo di due anni fa, lo spettacolare “Secession Makes Post Modern Music”, ma anche agli eccellenti, e notevolmente più estremi, lavori pubblicati sotto il monicker Another Day. Spero vivamente che questa intervista riesca ad incuriosirvi e magari vi sproni ad ascoltare la musica dei Klimt 1918: sono grandi musicisti e lo meriterebbero davvero.

SICCOME CREDO CHE MOLTI DEI NOSTRI LETTORI NON VI CONOSCANO, TI ANDREBBE DI RIASSUMERE LA STORIA DELLA BAND?
“Quando gli Another Day, band death prog in cui io e mio fratello militavamo, si sono sciolti nel 1999, la voglia di continuare era tanta. Così con una formazione rivoluzionata ci siamo avventurati in un nuovo progetto musicale: i Klimt 1918. L’idea era quella di unire le sonorità avangarde che più ci emozionavano con il gusto della forma canzone tipicamente wave rock. Il risultato di questa ibridazione si  può ascoltare  su ‘Secession Makes Post Modern Music’ , il nostro promo uscito ufficialmente nel febbraio del 2001. Grazie ad esso abbiamo firmato un deal con la volenterosa My Kingdom Music che nel 2002 ci ha dato la possibilità di registrare ‘Undressed Momento’, il nostro album di debutto”.

TRAMITE UN AMICO DI ROMA SONO ENTRATO IN POSSESSO DI UN PO’ DI MATERIALE DEGLI ANOTHER DAY. LO TROVO DI UNA QUALITA’ ECCELSA, E’ DAVVERO UN’INGIUSTIZIA CHE AL TEMPO NON ABBIATE TROVATO UNA LABEL DISPOSTA A DARVI FIDUCIA. COSA PENSATE OGGI DI QUEI LAVORI? VI PIACEREBBE UN GIORNO RI-REGISTRARLI E PUBBLICARLI?
“In realtà la faccenda Another Day è un po’ più complicata. Nel 1997 registrammo un mini cd per la Garden of Grief la quale, da brava rip off label, non lo pubblicò facendoci perdere un mucchio di tempo prezioso. Da quel momento le cose cominciarono a non andare più per il verso giusto. Diciamo pure che se solo quel materiale fosse stato pubblicato a tempo debito probabilmente il futuro degli Another Day sarebbe stato ben più roseo. ‘Fireworks Outside (Black  Butterflies Over The Petals Of The Sun)’  – questo il titolo dell’album – era costituito da un’unica suite di 26 minuti di death progressivo, un’opera estremamente complessa che ci impegnò per un anno intero. Vedere fallire questo progetto per colpa di sedicenti discografici senza un briciolo di esperienza per noi è stato fatale. Ma un giorno, non appena troverò i soldi per riscattare il  master, mi piacerebbe vedere pubblicato quel mini cd”.

IL VOSTRO DEBUT ALBUM E’ SEMPLICEMENTE STUPENDO, VI HO TROVATI ANCORA PIU’ MATURI, MELODICI ED EMOZIONANTI RISPETTO A “SECESSION…”. PUOI PARLARMI DELLA NASCITA DI “UNDRESSED MOMENTO”, DELLE REGISTRAZIONI, ETC.?
“Grazie dei complimenti, sono contento che ‘Undressed Momento’ ti sia piaciuto. Per noi questo cd rappresenta molto, soprattutto dopo le traversie che hanno accompagnato la breve esistenza degli Another Day. Per questo motivo la lavorazione, gli arrangiamenti e le registrazioni  si sono svolte in un clima di grandissima eccitazione. Abbiamo cominciato a lavorare alle canzoni subito dopo l’uscita del demo ‘Secession…’, nel febbraio del 2001 e siamo andati avanti per diciotto mesi senza fermarci mai. Con ritmo febbrile abbiamo curato ogni singolo particolare, cercando di tralasciare il minimo indispensabile. E’ stato un periodo faticoso ma molto gratificante. Nel luglio del 2002 abbiamo ufficialmente cominciato le sessioni di registrazione presso gli Outer  sounds studios in compagnia di Giuseppe Orlando e Massimiliano Pagliuso. Oltre tre settimane di risate, nervosismo, panini con la coppa ingurgitati di fretta, tè freddo, coca cola gassata, chitarre  da accordare, propoli nebulizzata a iosa, camomille calde, sonni profondi sui comodi divani dello studio, sudore e pioggia, molta pioggia di fine estate…Un periodo davvero indimenticabile”.

HO AVUTO MODO DI LEGGERE I TESTI E LI RITENGO MOLTO INTERESSANTI E BEN SCRITTI. COSA PUOI DIRMI A RIGUARDO? C’E’ UN CONCEPT DIETRO DI ESSI?
“Non esiste un concept di base. Si tratta di tante piccole storie diverse che in comune hanno un elemento: la descrizione di un lasso di tempo sospeso, un momento nudo, parafrasando il titolo dell’album. Quello che mi preme trasporre in note è l’intimità, la sfera privata delle emozioni,  l’esclusività dell’amore adolescenziale che assume, nel mio caso, odori e sapori estremamente elegiaci”.

IL LIBRETTO E’ DAVVERO DI OTTIMA FATTURA E LA COPERTINA MI HA MOLTO INCURIOSITO, CHI E’ L’AUTRICE E CHE COSA RAPPRESENTA?
“La foto di copertina come, quella del retro, è stata scattata da Eloisa, una nostra amica che si occupa di fotografia di moda. Quando l’abbiamo vista spulciando il suo interminabile archivio abbiamo subito pensato che si sarebbe adattata perfettamente al titolo e agli umori dell’album. Rappresenta una figura femminile sfuocata dal movimento che sta compiendo sotto l’acqua. C’è qualcosa di estremamente lieve e rilassato nella sua espressione. Esprime un lasciarsi andare dolce ed intimo… riposare per qualche secondo in una vasca da bagno, magari in compagnia della musica giusta.
Il layout del libretto e l’impaginazione invece sono opera di Francesca Di Leandro, l’artista che si è occupata degli artwork di Novembre, Grayscale e Morgana’s Kiss. Nocturna (questo il suo alterego) ha un gusto visivo onirico e romantico che ben si sposa con le suggestioni di ‘Undressed Momento’. La sua collaborazione è stata molto preziosa”.

IN UNA DELLE FOTO INTERNE SI VEDE PARTE DELLA COPERTINA DI “LEFT HAND PATH” DEGLI ENTOMBED! E’ UN OMAGGIO A QUESTA GRANDE BAND O UN RICHIAMO AL VOSTRO PASSATO? VI SENTITE ANCORA LEGATI AL METAL ESTREMO?
“Sono contento che tu mi abbia fatto questa domanda. La copertina di ‘Left Hand Path’ degli Entombed è un omaggio alla mia adolescenza, ai suoi momenti di disperazione e rivalsa. Sublima perfettamente l’essenza del death metal, il suo valore splendidamente catartico. Io devo molto a questa espressione musicale. In essa mi sono rifugiato tredici anni fa, quando avevo bisogno di  esorcizzare la mia solitudine. Attraverso il death metal ho conosciuto la melodia, ho accettato la musica nella sua interezza. L’estremismo è uno splendido punto di partenza, un  vuoto programmatico che ti spinge a conoscere ed ascoltare sempre cose nuove. Personalmente, se non ci fosse un bel po’ di gente pronta ad etichettare tutto con metodi assai grossolani e massimalisti, definirei i Klimt 1918 un gruppo post death metal”.

C’E’ UN BRANO CHE PREDILIGI ALL’INTERNO DEL DISCO? TI ANDREBBE DI COMMENTARE BREVEMENTE LA TRACKLIST?
‘Pale Song’: una elegia dai forti connotati politici. Il testo storpia una famosa poesia di Poe intitolata Israphel. Israphel, nel corano, è l’angelo fiammeggiante che con la sua lira è capace di incantare tutti gli  uomini. Ho immaginato un gruppo di palestinesi chini di fronte ai corpi senza vita dei loro cari  inneggiare Israphel.
‘Parade of Adolescence’: il brano che più di tutti incarna l’umore dell’album; l’adolescenza come momento mitico e irripetibile che si riverbera negli anni diffondendosi nelle nostre vite di relazione.
‘We Don’t Need No Music’: la musica come l’amore. Quando finisce questo sentimento le melodie si riflettono su se stesse. Desidereresti che tutto fosse silenzioso ma dalla tua bocca escono inavvertitamente  armonie della dissoluzione.
‘Undressed Momento’: il momento supremo della verità. Il suo schiudersi ci spoglia di tutto. Nudi e intrappolati in lassi di tempo amniotici e interminabili.
‘That Girl’: Uno dei brani più vecchi dell’album. L’ho scritta pensando all’amore infinito, quello che, almeno una volta nella vita, tutti conosciamo.
‘Naif Watercolour’: l’abbandono tracciato ad acquerello su un foglio bianco. I colori sono liquidi e sbavano, fuggono via. Melodie acquose e ritornelli  gioiosamente wave.
‘If Only You Could See Me Now’: secondo pezzo politico. Un giorno di luglio a Genova: il livore diventa carne, ossa rotte e sangue. Qualcuno, in mezzo a tali esecrazioni, scopre se stesso.
‘Staligrad Theme’: Il Volga intriso di rosso, la vittoria cercata e alla fine ottenuta. La sensazione di poter esportare tale eroismo anche altrove.

La mia canzone preferita è ‘Parade of Adolescence’. E’ semplice, felice e al tempo stesso elegiaca. Tre qualità che secondo me descrivono alla perfezione il sound dei Klimt 1918″.

STATE GIA’ PENSANDO AL SUCCESSORE DI “UNDRESSED MOMENTO”? COME PENSI CHE SI EVOLVERA’ LA VOSTRA MUSICA?
“Le canzoni del prossimo album dei Klimt 1918 sono già state scritte. Ora non resta che arrangiarle. Per adesso abbiamo pronti solo tre brani: un pezzo di grande impatto con chitarre enormi  di chiara influenza U2,  un brano decisamente wave dedicato a Ernesto Guevara con un crescendo in mezzo da brividi e una canzone dall’impatto assai post punk – dark  dedicata alla nostra città.
In ogni caso non mi preoccupo molto di come si evolverà la nostra musica. A volte quello che compongo da solo a casa, quando viene arrangiato in sala prove assume altri sapori, tradisce nuove suggestioni. Per sapere qualcosa i più sulle direzioni che assumerà il nostro sound dovremo dunque aspettare la fine delle registrazioni del prossimo disco”.

AVETE IN PROGRAMMA DEI CONCERTI? NON VI NASCONDO CHE E’ UN MIO SOGNO VEDERVI DAL VIVO QUI A MILANO!
“I concerti arriveranno, magari a partire dall’autunno. Spero quindi di venire a suonare a Milano quanto prima”.

LA SCENA ROMANA MI SEMBRA MOLTO ATTIVA. TU COSA NE PENSI? E COME GIUDICHI LA SCENA ITALIANA ED INTERNAZIONALE?
“Sì, a Roma ci sono delle valide realtà musicali. Mi riferisco ai Novembre, ai nostri compagni di etichetta Room With A View e ai grandissimi Spiritual Front con cui condividiamo Alessandro, il nostro chitarrista. Ritengo molto validi  anche Pulcher Femina e XP8, due fantastiche realtà EBM che per me valgono molto più di tanti gruppi metal. Riguardo all’Italia penso ci siano delle ottime band in giro. Certo la competizione è tanta e a volte addirittura distruttiva. Ma penso si tratti di qualcosa di inevitabile per  una scena neonata come la nostra. Con il tempo le cose cambieranno”.

CHE COSA VI ASPETTATE DA “UNDRESSED MOMENTO”? QUALI SONO I VOSTRI OBIETTIVI COME BAND?
“Non ci aspettiamo nulla in particolare. Ci sentiremmo molto onorati se il  cd piacesse alla gente…”.

TI RINGRAZIO PER LA TUA DISPONIBILITA’ E VI AUGURO BUONA FORTUNA PER IL DISCO. SE VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA FAI PURE!
“Ringrazio te, Luca, e i ragazzi di Metalitalia per lo spazio concessoci. E speriamo di vederci presto  in concerto a Milano!!”.

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