“Reality Check”, il nuovo album dei Konkhra, riconcilia il quartetto danese con la scena metal dopo un album rock’n’roll come “Come Down Cold”, vera e propria pietra dello scandalo e, ai tempi della sua uscita, sommerso da critiche negative praticamente da ogni parte. Grazie al cielo oggi la band è tornata a picchiare, forse non come ai tempi d’oro, ma fa comunque piacere sentire di nuovo il vocione di Anders Lundemark e certe ritmiche selvagge. Per fortuna il leader dei Konkhra pare essersi reso conto dell’errore commesso quattro anni fa, ha richiamato i suoi vecchi compagni di avventura e non si è fatto pregare nel giurare di nuovo fedeltà al verbo del metal più oltranzista. La strada è quella giusta: che i nostri la percorrano ancora per molto tempo!
TRA “COME DOWN COLD” E “REALITY CHECK” SONO TRASCORSI BEN QUATTRO ANNI : COSA E’ ACCADUTO IN TUTTO QUESTO TEMPO?
“Tutto quel tempo è servito ricostruire la band: Per, il drummer che suonò su ‘Come Down Cold’, si unì ai The Haunted poco dopo, così ebbi l’idea di richiamare Johnny. Gli altri ragazzi lo seguirono a ruota visto che tutti i musicisti di ‘Come Down Cold’ avevano deciso di intraprendere altre strade. I nuovi brani sono stati scritti abbastanza in fretta ma per le registrazioni e il mixaggio ci sono voluti tre mesi. Poi abbiamo dovuto spedire il cd e attendere le risposte delle label che avevamo contattato. Ci è poi voluto altro tempo per negoziare e per stabilire la data di pubblicazione. Inoltre tra tutte queste cose ho anche pubblicato il nuovo album dei Daemon con Gene Hoglan: in pratica è dal 1992 che ogni anno, tra Konkhra e loro, faccio uscire qualcosa e non volevo perdere l’abitudine. In futuro comunque credo che mi prenderò più tempo per comporre, voglio che la qualità di ogni disco sia molto alta”.
DOVE AVETE REGISTRATO IL DISCO?
“E’ stato registrato nei miei studi ed è stato prodotto da me. Ho fatto tutto mentre lavoravo con altri gruppi, non potevo permettermi di fermarmi, avevo bisogno dei soldi per vivere!”.
CON “REALITY CHECK” SIETE TORNATI A SUONARE METAL AGGRESSIVO. COME PARAGONERESTI QUESTO DISCO AL PRECEDENTE?
“Non voglio neanche paragonarli! Quelli di ‘Come Down Cold’ non erano i veri Konkhra, all’interno della line up i contrasti erano all’ordine del giorno e il disco ne ha risentito tantissimo, soprattutto per la produzione. D’ora in poi curerò da solo certi aspetti, registrerò i prossimi lavori in prima persona, magari chiamerò un vero professionista per il mixaggio, ma il resto sarà tutto opera mia”.
IL RIENTRO DI TUTTI I VECCHI MEMBRI DELLA BAND HA INFLUENZATO IL SONGWRITING?
“Questa volta ho scritto io la maggior parte della musica ma il contributo di Johnny, l’unico drummer adatto per la nostra musica, e Kim, che ha aggiunto tutti gli assoli e le parti melodiche, è stato molto apprezzato. Non siamo di certi i musicisti più tecnici della terra ma siamo molto affiatati, quando suoniamo insieme sembriamo un carro armato che ti passa per la casa!”.
CHE TIPO DI SONORITA’ DOBBIAMO ASPETTARCI DA VOI IN FUTURO?
“Più o meno quelle che puoi sentire sul nuovo disco, ma le canzoni saranno migliori!”.
SECONDO TE QUALI SONO GLI ELEMENTI CHE NON DEVONO MANCARE IN UN BUON PEZZO DEI KONKHRA?
“Aggressione e pazzia… un brano che ha queste caratteristiche è sempre bello!”.
E SE NE DOVESSI CITARE UNO?
“Ti direi ‘Eye Of Horus’, un pezzo presente sul nuovo album, è venuto molto bene”.
COSA PUOI DIRMI SUI TESTI E SULLA COPERTINA DEL DISCO? HANNO FORSE A CHE FARE CON LA TRAGEDIA DELL’UNDICI SETTEMBRE?
“I testi per lo più trattano dei conflitti nati successivamente a quell’evento, mentre quello di ‘Day Of The Dog’ è direttamente ispirato ad esso. L’artista che si è occupato della copertina ha fatto un ottimo lavoro, è riuscito a trasportare nella sua opera il feeling della musica e delle mie parole. Alcuni testi parlano però anche di altre cose, della mia visione pessimistica del mondo e cose del genere. Mi piace molto occuparmi delle liriche, è una sorta di terapia per me, mi serve a sfogarmi e a farmi stare meglio”.
SIETE UN’OTTIMA LIVE BAND, AVETE PER CASO IN PROGRAMMA UN TOUR?
“Se ne è parlato ma non c’è nulla di certo. Ci piacerebbe fare almeno un tour europeo per questo disco ma tutto dovrà essere perfettamente organizzato. Tutti noi ormai abbiamo un lavoro, una famiglia e personalmente ho uno studio di registrazione da gestire. Dovremmo avere la certezza di guadagnarci qualcosa, purtroppo non siamo più dei ragazzini”.
SEI ANCORA IN CONTATTO CON JAMES MURPHY, CHRIS KONTOS (ENTRAMBI SUONARONO SU “WEED OUT THE WEAK”, nda) E I VECCHI MEMBRI DEL GRUPPO?
“Sì, ho parlato con Chris e James qualche giorno fa mentre Claus, che suonò sul nostro debut album, è un caro amico”.
COSA RAMMENTI DEI PRIMI GIORNI DELLA BAND? QUALI SONO STATI SINO AD ORA I MOMENTI PIU’ BELLI DELLA VOSTRA CARRIERA?
“Suonare per la prima volta in Polonia con King Diamond è stato davvero grandioso, ma ci sono troppi bei ricordi che meriterebbero di essere citati. Faccio questo lavoro da molto tempo e negli ultimi dodici anni ho suonato così tanto e conosciuto così tanta gente grazie alla mia musica che non saprei da che parte cominciare…”.
CHE NE DIRESTI DI COMMENTARE IN POCHE PAROLE GLI ALBUM DELLA VOSTRA DISCOGRAFIA?
“‘Sexual Affective Disorder’: il nostro debut album!
‘Spit Or Swallow’: il disco death metal.
‘Weed Out The Weak’: influenzato dall’hardcore e dalla bay area!
‘Come Down Cold’: un disco rock’n’roll… sin troppo! Produzione penosa.
‘Reality Check’: per ora è il nostro album migliore”.
COSA AMI ASCOLTARE IN QUESTO PERIODO? C’E’ QUALCHE NUOVA BAND CHE APPREZZI?
“Purtroppo lavorare in uno studio di registrazione e ascoltare perennemente musica a volte ti fa venire la nausea, quindi non ho quasi mai voglia di ascoltare qualcosa al di fuori di quello su cui sto lavorando. Comunque mi sto accorgendo che qualche bel prodotto sta uscendo, cercherò di tenermi aggiornato”.
OK. IO HO CONCLUSO, ANDERS, VI AUGURO BUONA FORTUNA PER IL NUOVO ALBUM. VUOI AGGIUNGERE QUALCOSA?
“Ti ringrazio per il supporto, e vorrei cogliere l’occasione per ringraziare chiunque ci abbia seguito lì in Italia e continua a farlo. Noi speriamo di tornare presto dalle vostre parti per divulgare di nuovo il verbo del metal”.