KREATOR – Il guardiano della memoria

Pubblicato il 26/03/2021 da

Con il nuovo box set “Under the Guillotine” (qui il nostro video unboxing) i Kreator sono ancora una volta riusciti a tornare al centro dell’attenzione, riportando sotto i riflettori il loro passato più remoto attraverso una lussuosa ristampa. Fra riedizioni, live album e il singolo “666 – World Divided”, pubblicato l’anno scorso, il gruppo di Mille Petrozza sta facendo di tutto per prendersi il tempo necessario per lavorare al suo prossimo album, successore di “Gods of Violence”. Il leader dei leggendari thrasher tedeschi non ama fare le cose di fretta e, come vedremo, la pandemia non ha fatto altro che porre ulteriori freni al suo abituale modus operandi.
Il succitato box set, questi continui cambi di programma e alcune anticipazioni sul disco in lavorazione sono stati al centro di una breve chiacchierata telefonica che abbiamo recentemente intavolato con Mille. La registrazione dell’intervista è andata online come parte di una puntata del nostro podcast e ora vi proponiamo la sua trascrizione, per tutti coloro che non hanno avuto modo di seguirla nella versione originale.

Artista: Kreator | Fotografo: Anna Bechis | Data: 17 agosto 2017 | Venue: Summer Breeze Open Air | Città: Dinkelsbuhl (Germania)

ABBIAMO AVUTO MODO DI STUDIARE NEL DETTAGLIO IL NUOVO BOX SET “UNDER THE GUILLOTINE”, ANCHE PERCHÈ È STATO TRATTATO NELLA NOSTRA RUBRICA METALITALIA UNBOXING. SI TRATTA DI UN PRODOTTO DI ALTISSIMO LIVELLO. SI VEDE CHE È STATO PENSATO E REALIZZATO CON CURA…
– Assolutamente, si tratta di qualcosa che è stato in lavorazione per lungo tempo, all’incirca quattro anni. Sin da quando abbiamo pubblicato le ristampe dei vecchi dischi su Noise Records, abbiamo ricevuto qualche critica per il fatto che i dischi non fossero rimasterizzati e che l’artwork non rispettasse le aspettative. Così ci siamo chiesti che cosa avremmo potuto fare per rilanciare ancora una volta questi album senza ricorrere all’ennesima ristampa. Abbiamo quindi pensato ad un box set, un formato che a mio avviso premia il carattere old school di questi lavori e che li rimette in commercio a un prezzo migliore rispetto alle cifre che oggi si vedono su Ebay. È un bell’oggetto per collezionisti.

PARLIAMO INOLTRE DI SEI ALBUM IMPORTANTISSIMI PER I KREATOR, MA ANCHE PER LA STORIA DEL THRASH METAL. ALBUM CHE IN QUESTA NUOVE EDIZIONE POTREBBERO TORNARE APPETIBILI PER TANTI COLLEZIONISTI. A QUESTO PUNTO, MI CHIEDEVO SE ANCHE TU FOSSI UN COLLEZIONISTA…
– Non sono un collezionista. Ascolto musica in vari modi: non uso Spotify, ad esempio, ma sono su Apple Music e continuo a comprare musica online. Quando poi uno dei miei gruppi preferiti rilascia qualcosa che mi piace particolarmente, allora acquisto il vinile.

COME SAI ANCHE TU, IL VINILE È TORNATO IN AUGE NEGLI ULTIMI ANNI. UN RINASCITA CHE HA DEL SORPRENDENTE E CHE STA PORTANDO TANTE EDIZIONI DEL PASSATO A DIVENTARE OGGETTI PER COLLEZIONISTI. SICURAMENTE CIÒ RIGUARDA ANCHE VARI DISCHI DEI KREATOR, TANTO CHE IMMAGINO CHE ANCHE IL NUOVO ALBUM – A CUI STATE LAVORANDO ATTUALMENTE – VERRÀ PUBBLICATO IN VARIE VERSIONI…
– Assolutamente, ci stiamo concentrando sempre di più sul vinile, anche per venire incontro a quei fan che su Ebay si imbattono in cifre importanti per acquistare i nostri vecchi dischi e le prime edizioni di album come “Pleasure to Kill”, “Extreme Aggression”, ecc. Vogliamo dare ai fan più giovani e a tutti coloro che non possiedono ancora questi dischi in vinile l’opportunità di comprarli a un prezzo ragionevole. Il box set ovviamente è in questo senso un buon modo per prendere tutti i primi lavori in un colpo solo.

TORNANDO AI DISCHI, È UN PIACERE RIASCOLTARLI E NOTARE LA CHIARA EVOLUZIONE CHE VI HA VISTO PROTAGONISTI TRA “ENDLESS PAIN” E “RENEWAL”. IMMAGINO TU SIA ORGOGLIOSO DI QUANTO FATTO IN QUELLA PRIMA PARTE DI CARRIERA. VI È TUTTAVIA QUALCOSA IN QUESTI ALBUM CHE OGGI TROVI FUORI LUOGO? VI È UN ASPETTO CHE OGGI TI PIACEREBBE RIVEDERE E MODIFICARE?
– In teoria, sì, per due di quei primi album oggi mi rivolgerei a un produttore diverso, ma, a conti fatti, no. Non cambierei niente, quello che è stato, è stato. Certo, se all’epoca avessi avuto l’esperienza che ho ora, avrei magari scelto studi o produttori differenti, avrei reso certi album più heavy, ma alla fine non puoi cambiare il passato. Posso, per fortuna, imparare da esso e fare il possibile per non ripetere certi errori, questo sì. Inoltre, rispolverare questi dischi mi sta facendo tornare in contatto con l’antica essenza di questa band, tanto da cercare di ricatturarne il vecchio entusiasmo e lo spirito di quei giorni, per poi infonderlo nel nostro nuovo album.

SIETE DEL RESTO UN GRUPPO CHE HA SEMPRE CERCATO DI GUARDARE AVANTI, PUR MANTENENDO UN FORTE LEGAME CON IL PASSATO ANCHE NEI MOMENTI DI MASSIMA SPERIMENTAZIONE. AD ESEMPIO, RICORDO COME FOSTE SOLITI SUONARE PEZZI DA “PLEASURE TO KILL” ANCHE NEI TOUR DI SUPPORTO AD ALBUM SPERIMENTALI COME “OUTCAST” O “ENDORAMA”. NON VI SIETE PROPRIO MAI STANCATI DI GUARDARE AL PASSATO?
– Ci sono sempre stati alti e bassi, cosa d’altronde normale per una band con una carriera lunga come la nostra. È capitato a volte di rimuginare su certi brani o, a volte, anche di essere stanchi di proporli, perché non volevamo più essere associati con le solite vecchie canzoni e ci auguravamo che il pubblico prestasse attenzione a ciò che di nuovo stavamo facendo in quel determinato momento. Tuttavia, è qualcosa con cui alla fine sono sceso a patti. Oggi mi considero infatti molto fortunato, in quanto il mio gruppo è facilmente associabile a certe canzoni: il nostro repertorio può vantare a tutti gli effetti dei classici, mentre ci sono band che non possono dire lo stesso. Oggi mi esibisco con questo spirito: abbraccio il valore della mia musica, anche quella che ho scritto quando ero un ragazzino, e cerco di darle ulteriore smalto suonandola con tutta l’esperienza che ho accumulato sin qui. Ogni sera è una sfida e la affronto a mente sgombra, cercando di dare il massimo in quel preciso momento.

COME HAI GIÀ ACCENNATO, VI SONO ALCUNI ASPETTI DI QUESTI PRIMI DISCHI CHE OGGI, POTENDO FARLO, CURERESTI IN MODO DIVERSO. VI È TUTTAVIA UN DISCO CHE CONSIDERI UN TUO PERSONALE ARCHETIPO? UN DISCO DEI KREATOR PERFETTO O QUASI PERFETTO?
– Questa è una domanda difficile. Ad esempio, ora sto lavorando al nuovo album e, siccome ho tantissimo tempo per le mani, dato che non possiamo suonare dal vivo, ho deciso di rivedere completamente i demo che avevo preparato. Ho deciso di cambiare tutto. Personalmente non credo che esista nella storia della musica un disco realmente perfetto. Anche fra i miei dischi preferiti, se ascolto con attenzione vi sono episodi che non reputo così essenziali. È davvero difficile riuscire a mantenere lo stesso livello di energia e di ispirazione per quarantacinque o cinquanta minuti. Inoltre, trovo che la perfezione sia noiosa. Vi sono sempre state band che hanno cercato di confezionare il disco perfetto, con il produttore perfetto e lo studio di registrazione perfetto, ma alla fine il risultato è noioso. Non ho mai ricercato la perfezione in questo senso.

IN EFFETTI CON I KREATOR HAI TALVOLTA CERCATO UN DIVERSO APPROCCIO ALLA REGISTRAZIONE E ALLA PRODUZIONE. “HORDES OF CHAOS”, AD ESEMPIO, ERA STATO IN PARTE REGISTRATO LIVE, MENTRE UN DISCO COME “CAUSE FOR CONFLICT” È NOTO PER LA SUA ATTITUDINE INFLUENZATA DALL’HARDCORE. IN UN CERTO SENSO SI PUÒ DIRE CHE I DISCHI DEI KREATOR ABBIANO UNA FORTE IDENTITÀ ANCHE PER QUESTI ACCORGIMENTI. TUTTAVIA, SAPPIAMO COME I METAL FAN TENDANO A ESSERE PIUTTOSTO CCONSERVATORI. COME RIESCI A FARE IN MODO DI SODDISFARE TE STESSO COME ARTISTA E, AL TEMPO STESSO, A FARE FELICI I FAN?
– Prima di tutto, devo sottolineare come io non possa fare felici i fan se io in primis non sono contento. Il mio primo obiettivo quando compongo una canzone è soddisfare e suscitare emozioni in me stesso. Se penso che il brano sia in grado di reggere il confronto con quanto ho pubblicato in passato, allora sono sulla buona strada. È un processo molto complesso, soprattutto quando penso che abbiamo quattordici album con cui misurarci. Si tratta di trovare il giusto compromesso fra evitare di ripetersi, soddisfare se stessi e magari soddisfare gli ascoltatori. Quando sto scrivendo un disco, la mia mente viene messa a dura prova: sogno la musica quando vado a dormire, oppure penso a una frase di un testo per giorni e giorni cercando di abbinarvi il giusto riff. È un enorme processo psicologico, ma, alla fine, che cosa ci puoi fare? Mandi fuori il disco e non hai più controllo. A volte pensi di avere realizzato qualcosa di favoloso e ti senti dire invece che è lontano dalle tue opere migliori. L’arte non può essere perfetta ed è fatta per scuotere le opinioni: l’importante, come artista, è fare qualcosa di personale, qualcosa che pensi di non avere mai fatto in precedenza. Se poi pensi di aver già fatto qualcosa del genere in passato, cerca di aggiornarlo e di migliorarlo con quanto hai imparato sino a quel momento, cercando un nuovo impatto e una nuova angolazione.

PENSI CHE DISCHI CONTROVERSI COME “RENEWAL” – IL QUALE È INCLUSO ANCHE NEL BOX SET – OPPURE “OUTCAST” ED “ENDORAMA” STIANO VENENDO RIVALUTATI OGGIGIORNO? TE LO CHIEDO PERCHÈ MI È CAPITATO SPESSO DI PARLARE CON I PARADISE LOST E MI HANNO RIFERITO CHE OGGI ALBUM COME “HOST” STANNO FINALMENTE VENENDO APPREZZATI DA ALMENO UNA PARTE DEI LORO FAN…
– Prima di tutto, amo “Host”, è uno dei miei album dei Paradise Lost preferiti! Comunque, sì, mi piacerebbe che questo box riportasse all’attenzione di qualcuno un disco come “Renewal”, un lavoro che non venne compreso da molte persone all’epoca. Tuttavia, come stavamo dicendo prima, è un processo su cui non possiamo avere alcun controllo: potrebbe accadere, ma anche no. Vedremo! Come artista, puoi cercare di riproporlo, ma non hai certezza che la gente riesca finalmente a scoprirlo e a valutarlo per ciò che è.

PARLANDO DI “RENEWAL” NELLO SPECIFICO, CREDO CHE CON DEI SUONI DIVERSI AVREBBE MAGARI AVUTO MAGGIORE SUCCESSO. DOPO TUTTO, ALCUNI DI QUEI BRANI HANNO SEMPRE BEN FIGURATO DAL VIVO, QUANDO SUONATI ASSIEME AGLI ALTRI DEL REPERTORIO. FORSE LA PRODUZIONE DEL DISCO, IL FATTO CHE ALCUNE TRAME FOSSERO PIÙ MELODICHE HANNO INFLUENZATO LA PERCEZIONE DI VARI ASCOLTATORI…
– A volte è davvero solo questione di percezione e circostanze. Noi a all’epoca avevamo realizzato cinque album e magari certe persone hanno pensato che fossero abbastanza, che la scena stesse cambiando e che fosse il momento di ascoltare altro, così siamo un po’ usciti dai radar. In ogni caso, ciò che più importa è che oggi siamo ancora qui: i Kreator come band sono più importanti che mai, quindi dobbiamo avere fatto qualcosa di buono. Certo, nel nostro percorso ci sono stati alti e bassi, ma se mi guardo indietro tutto ha senso. Mi chiedo spesso cosa sarebbe stato di noi se non avessimo pubblicato dischi come “Renewal” o “Endorama”: è importante prendersi dei rischi, altrimenti si finisce per diventare solo un nome per nostalgici.

VENIAMO QUINDI AL NUOVO ALBUM: HAI ACCENNATO A DEI DEMO AI QUALI STAI LAVORANDO…
– Sì, l’estate scorsa pensavamo di avere concluso i lavori ed eravamo molto contenti del risultato finale. Avevamo dodici canzoni, quindi materiale sufficiente per un album, e avremmo scelto le dieci più convincenti per poi entrare in studio a febbraio. Invece eccoci qui, ancora in questa situazione complicata a causa del Covid, senza sapere cosa fare. Io voglio pubblicare un disco e avere modo di partire subito per un tour mondiale: pubblicare qualcosa e poi vederla morire in questo periodo di incertezza non è un’opzione per me. So che il mondo sta cambiando e che magari per qualcuno un album non ha più molta importanza, ma io non ci sto. Soprattutto nel metal, vi sono ancora persone che si godono un disco dall’inizio alla fine. Secondo me questo è l’ultimo genere musicale dove il formato album ha ancora una rilevanza: l’artwork, il tour di supporto al disco, eccetera costituiscono un pacchetto a cui non voglio rinunciare, quindi vedremo il da farsi.

A LIVELLO STILISTICO, SI TRATTERÀ DI QUALCOSA SULLA SCIA DEGLI ULTIMI DUE LAVORI?
– È difficile per me descrivere la musica nei dettagli, ma è senz’altro diverso da quanto fatto di recente. È sicuramente più thrash: vi è molta melodia, vi sono parti classic metal e ingredienti tipici degli ultimi dischi, ma anche vari spunti old school. Senza dubbio si tratta di un nuovo capitolo per noi.

HAI GIÀ IN MENTE IL PRODUTTORE? COLLABORERETE ANCORA CON JENS BOGREN?
– Per come stanno le cose ora, lavoreremo con Arthur Rizk (batterista degli Eternal Champion e già produttore di Power Trip, Sacred Reich e Xibalba, fra i tanti, ndR). Questo è ciò che abbiamo in programma. Stiamo già componendo, scambiando demo e discutendo circa le tecniche di registrazione.

SEI ANCORA IL PRINCIPALE COMPOSITORE ALL’INTERNO DELLA BAND? TE LO CHIEDO PERCHÈ SAMI, IL VOSTRO CHITARRISTA, È CON VOI DA VENT’ANNI E ORA AVETE ANCHE UN NUOVO BASSISTA, FREDERIC LECLERCQ…
– Sì, sono e credo sarò sempre il principale compositore dei Kreator. Dopo tutto, devo essere in grado di sentire le canzoni come mie. Ho la fortuna di potere contare su dei musicisti fantastici, che a volte contribuiscono alla composizione e all’arrangiamento, ma resto colui che porta le idee da cui parte tutto.

STA DIVENTANDO DIFFICILE COMPORRE E TROVARE NUOVI SPUNTI DOPO TUTTI GLI ALBUM CHE HAI REALIZZATO?
– Assolutamente. È una sfida e anche il bello di questo lavoro. Ogni volta che inizio a comporre un nuovo album ho l’impressione che non ce la farò mai. Non so cosa scrivere e di cosa parlare. Non ho spunti, non ho riff… non ce la posso fare! Ma poi inizio a mettere insieme qualche spunto, compongo il primo brano, poi il secondo… e quindi butti via quel primo pezzo e riscrivi il secondo. E così via. Scrivo canzoni costantemente e ho iniziato a radunare le idee per il nuovo album nel 2017, poco dopo avere dato alle stampe “Gods of Violence”, quindi ora mi trovo in una posizione favorevole: posso scegliere fra quindici canzoni e confezionare un gran disco, oppure optare per un doppio album o per un album seguito da un EP. Sono fortunato, anche perché non sto parlando di scarti o b-side, ma di pezzi competitivi.

L’ATTUALE SITUAZIONE MONDIALE TI HA IN QUALCHE MODO ISPIRATO PER QUESTO DISCO? ABBIAMO GIÀ ACCENNATO ALLA PANDEMIA, MA POTREI CITARE ANCHE QUANTO AVVENUTO CON TRUMP QUALCHE TEMPO FA…
– No, potrei fare a meno di tutto questo, a essere sincero. Mi piace lasciarmi ispirare da una conversazione con qualcuno, da un film visto al cinema, da una band ammirata in concerto o semplicemente dal vivere e relazionarmi con il mondo. In questo momento sono davvero stanco del lockdown e di queste restrizioni. Mi piacerebbe poterti dire di avere trovato favorevole questa situazione: di certo sono contento di non essere sempre in tour e di avere quindi più tempo per la famiglia e per gli amici, ma sono stanco, non ho grandi stimoli in questo momento.

SEI NOTO PER ESSERE UNA PERSONA MOLTO PROGRESSISTA E DI AMPIE VEDUTE, QUINDI OGNI TANTO, LEGGENDO LE NEWS, MI CAPITA DI PENSARE A TE E DI IMMAGINARMI QUALE POSSA ESSERE LA TUA REAZIONE DAVANTI A CERTE NOTIZIE. CI HO PENSATO SOPRATTUTTO QUANDO HO VISTO LE IMMAGINI DI JON SCHAFFER DEGLI ICED EARTH AL CAMPIDOGLIO A WASHINGTON…
– Jon è sempre stata una persona estrema. Lo conosco da tantissimo tempo e so bene com’è fatto. Che cosa posso dire… secondo me ha fatto una cazzata, qualcosa di davvero inaudito, e ora andrà in prigione (risate, ndR).

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