È possibile registrare un album fortemente legato alla tradizione della propria terra pur mantenendo una credibilità di respiro internazionale? È possibile scrivere canzoni in italiano, curando le parole, le sfumature della nostra lingua, senza rifugiarsi negli stereotipi anglosassoni senza per questo essere accusati di provincialismo? La Janara e il loro album “Tenebra” rappresentano perfettamente la migliore risposta possibile per questi interrogativi. Sì. E’ possibile. E’ possibile quando tutti gli elementi, da quello testuale a quello musicale, sono perfettamente bilanciati, guidati da una scrittura che sa ricreare alla perfezione le atmosfere oscure, selvatiche e arcane di una terra, l’Irpinia, che ha molte storie da raccontare e che, oggi, ha trovato una voce in più per farlo. Abbiamo raggiunto quindi il Boia (al secolo Nicola Vitale, chitarrista e autore di musica e testi) e la cantante e chitarrista La Janara (Raffaella Càngero) per addentrarci più in profondità in questa sorprendente realtà musicale.
CIAO RAGAZZI, COMPLIMENTI ANCORA PER IL VOSTRO ALBUM E BENVENUTI SU METALITALIA.COM. INIZIAMO QUESTA INTERVISTA PARTENDO DAL PRINCIPIO: CI RACCONTATE BREVEMENTE LA STORIA DELLA BAND, PRESENTANDOVI AI NOSTRI LETTORI?
La Janara: – La band nasce nel 2015 da un sodalizio mio e di Nicola Vitale ‘il Boia’. L’idea che volevamo realizzare era ben definita già dall’inizio: un heavy metal italiano la cui anima affondasse le proprie radici nella folta tradizione musicale della penisola e che traesse ispirazione dall’ancestrale folklore popolare della nostra terra. Dopo la prima demo, accolta con curiosità e favore dai leader della Black Widow Records Massimo Gasperini e Pino Pintabona, abbiamo realizzato un EP nel 2017, distribuito dalla storica etichetta genovese. In seguito ad un piccolo cambio di formazione, il processo di ricerca e di crescita, non solo musicale, ci ha portati alla realizzazione del nostro full-length “Tenebra”, uscito lo scorso 27 marzo.
È GIÀ PASSATO UN PO’ DI TEMPO DALLA PUBBLICAZIONE DI “TENEBRA”: VI VA DI FARE GIÀ UN PRIMO BILANCIO SU COME STANNO ANDANDO LE COSE?
La Janara: – Il disco è stato accolto con grande favore ed entusiasmo, molto più di quanto mi aspettassi. Lo abbiamo portato in giro sia con diversi live in numerose regioni del Sud, sia attraverso vari social network e specialmente questi ci hanno permessi di lanciare l’album nelle regioni dove ancora, purtroppo, non siamo riusciti a suonare. In ogni caso, “Tenebra” sta ancora diffondendo la sua eco anche dopo alcuni mesi dalla pubblicazione, me ne stupisco e allo stesso tempo ne sono molto soddisfatta.
“TENEBRA” PUÒ CONSIDERARSI UNA SORTA DI CONCEPT ALBUM, CHE RACCONTA LA STORIA DI VIOLANTE DA PONTECORVO. VI VA DI RACCONTARCI COME È NATA LA STORIA DI VIOLANTE?
La Janara: – Dal punto di vista del contenuto, il disco si collega all’EP del 2017, il cui concept ruotava attorno alla figura di una donna accusata ingiustamente di stregoneria; grazie ad un patto mefistofelico riesce a salvarsi in punto di morte e a rinascere come strega, o meglio janara. Violante è la figlia della strega dell’EP ed era già presente in due canzoni di quest’ultimo (“Cuore di Terra” ed “Orchi”); quello che era un personaggio minore diviene protagonista in “Tenebra” e racconta la sua storia in prima persona: una vicenda di amore e morte, di patti demoniaci e di rinascite crudeli scandite dalla falce della dea Mephis, a cui Violante consacra il corpo e l’anima.
ABBIAMO APPREZZATO TANTISSIMO I TESTI CHE AVETE SCRITTO PER ACCOMPAGNARE LA MUSICA: VI ABBIAMO TROVATO UNA CURA NOTEVOLE E CI SIAMO PERMESSI DI CITARE LA TRADIZIONE DELLA CANZONE D’AUTORE ITALIANA (PENSO AL PRIMO DE ANDRÈ, AD ESEMPIO, CHE PURE È MOLTO LONTANO DAL VOSTRO SOUND). È UN ACCOSTAMENTO IN CUI VI RITROVATE? E IN CASO CONTRARIO, QUALI INFLUENZE CITERESTE A LIVELLO DI SCRITTURA?
Il Boia: – Ti ringrazio. Posso dire che De André è l’unico artista al mondo di cui amo tutto ciò che ha pubblicato. D’altronde, e forse è un segno del destino, siamo stati scoperti da un’etichetta che ha sede in Via del Campo a Genova! Da autore dei testi, affermo che la scuola dei cantautori genovesi è la mia influenza più grande in assoluto, o, almeno, lo è stata fino ad ora. Si parla solo d’influenza, sia chiaro, perché i testi di Tenebra – sia per temi che per spessore – non possono essere certo paragonati a quelli di maestri come Faber, Tenco, Lauzi, Fossati o dell’immenso Bindi. Certi artisti sono così grandi che fa quasi paura citarli.
LA STESSA DOMANDA LA RIPROPONIAMO ANCHE PER LA PARTE MUSICALE: QUALI ARTISTI VI HANNO AIUTATO A DARE VITA AL VOSTRO SOUND E QUALI INVECE SONO LE CARATTERISTICHE CHE, A VOSTRO PARERE, VI DISTINGUONO DA TUTTE LE ALTRE BAND?
Il Boia: – Da autore delle musiche e degli arrangiamenti, posso citare principalmente Death SS, Paul Chain, il primo De André, i New Trolls fino al 1972, Le Vibrazioni dei primi quattro album, Battisti fino al ’74 e tanto dark sound progressivo italiano (The Black, The Magik Way, Tony Tears, Jacula, Antonius Rex), anche se l’heavy metal occulto britannico di Angel Witch, Witchfinder General, Wytchfynde e Pagan Altar è sempre nella mia testa. Ultimamente sono molto affascinato da tre compagni d’etichetta: Il Segno del Comando, i Presence di Sophya Baccini e i The Mugshots, gruppi scoperti da poco ma già diventati cibo quotidiano per la mia anima.
LA SCELTA DI CANTARE IN ITALIANO RIENTRA UN PO’ IN QUESTA ATTENZIONE ALL’USO DEL LINGUAGGIO? PENSATE CHE POSSA RELEGARVI AD UNA REALTÀ PIÙ LOCALE, RISPETTO ALLA MAGGIOR PARTE DELLE FORMAZIONI CHE SCELGONO DI CANTARE IN INGLESE?
La Janara: – La scelta dell’italiano è stata uno dei capisaldi della nostra proposta. All’inizio è stata fortemente criticata e molti hanno cercato di convincerci a scrivere i testi in inglese (fallendo!). Credo che questa decisione sia stata fondamentale perché ci distingue dalla stragrande maggioranza delle band che si esprime in lingua straniera, sia perché veicola al meglio quelli che sono contenuti che traggono la propria linfa dal folklore popolare della nostra terra. Non credo che sia una scelta limitante che riduce lo spettro di ascoltatori, anzi! Un episodio buffo ci è capitato di recente: siamo stati contattati via Facebook da un americano che ha acquistato il nostro disco dicendosi folgorato ed affascinato dalla nostra proposta, nonostante non avesse capito nulla dei testi!
ABBIAMO APPREZZATO MOLTO ANCHE LA SCELTA DI PORTARE ALLA LUCE LE VOSTRE RADICI, LA VOSTRA TERRA, I POPOLI CHE HANNO ABITATO L’IRPINIA. QUANDO È IMPORTANTE PER VOI QUESTO LEGAME, E PERCHÉ?
La Janara: – Il legame con la nostra terra è fondamentale perché ci ispira continuamente e la celebriamo nei suoi aspetti più misteriosi e attraenti (e a questo si ricollega la decisione dei testi rigorosamente in italiano). È una terra marginale e sconosciuta ai più, che merita un maggiore lustro per la sua storia, per le sue bellezze e per la nutrita tradizione folkloristica.
A QUESTO PROPOSITO, UNA CURIOSITÀ: COSA SIGNIFICA ESSERE UNA BAND CHE SUONA UNA MUSICA SICURAMENTE OSCURA E DIFFICILE IN UNA REALTÀ COME QUELLA DI GROTTAMINARDA? SUPPONGO CHE REALTÀ COME MILANO, ROMA, O ALTRE GRANDI CITTÀ RENDANO UN PO’ PIÙ FACILE LA VITA AD UNA BAND UNDERGROUND. PER VOI COM’È STATO?
Il Boia: – Non credo ci sia molta differenza, non siamo più negli anni Sessanta, ormai chi nasce in un paesino di montagna ascolta, immagino, la stessa musica di chi nasce in città. Dal canto mio, posso affermare che amo il mio paese e la mia terra, ed è sempre un vero piacere scandalizzare chi ha paura delle streghe o pensa che nella nostra musica ci sia qualcosa di sinistro ed inquietante. D’altra parte, è bello quando ci esibiamo a casa nostra – sia in formazione elettrica sia in duo acustico arrangiando i brani in quella veste – e attiriamo l’interesse specialmente di coloro che non hanno mai ascoltato rock e metal. Non credo, poi, che le grandi città renderebbero la vita più facile a La Janara. A noi piace suonare dal vivo il giusto, senza intraprendere lunghi tour, ci interessa ascoltare musica e comporre in tranquillità, i paesaggi irpini sono tutto ciò che ci serve, è la nostra dimensione ideale.
PRIMA PARLAVAMO DI UNA PROPOSTA MUSICALE AFFASCINANTE, MA NON SEMPRE FACILE O IMMEDIATA: QUAL È, A VOSTRO PARERE, L’ASCOLTATORE IDEALE DI “TENEBRA”? COME LO IMMAGINATE?
La Janara: – Sicuramente deve essere un ascoltatore ‘aperto’: la nostra musica passa dalle sonorità heavy doom al cantautorato al prog italico degli anni Sessanta/Settanta, una mescolanza che necessita di un orecchio non pietrificato su un unico genere.
STATE SUPPORTANDO LA PUBBLICAZIONE DEL DISCO CON DELLE DATE DAL VIVO? SE SÌ, COSA POSSIAMO ASPETTARCI DA UNO SHOW DI LA JANARA?
La Janara: – Abbiamo realizzato diversi live più che altro nel nostro Sud, sia in elettrico che in acustico, situazione in cui ci esibiamo in duo, chitarra e voce, rielaborando i nostri brani, anche i più pesanti, in veste acustico-cantautoriale. Ultimamente ci stiamo concentrando per variare e rendere più ‘magico’ il nostro show elettrico, magari con inserzioni puramente prog o intermezzi acustici.
AVETE GIÀ IN CANTIERE QUALCHE NOVITÀ O ANTICIPAZIONE SUL FUTURO DELLA BAND CHE VI VA DI CONDIVIDERE?
Il Boia: – Realizzeremo diversi videoclip dei brani di Tenebra con il nostro regista-collaboratore Giuseppe Rossi, talentuoso artista irpino. I nostri video sono un po’ un’estensione delle nostre canzoni, e Giuseppe, col suo lavoro, riesce a trasmettere la stessa atmosfera che abbiamo infuso nelle composizioni. Inoltre, siamo alle prese con la composizione del nostro secondo album. Viviamo in una sorta di simbiosi perfetta con la nostra etichetta, la Black Widow Records. È un rapporto molto singolare, Massimo Gasperini (il boss della label insieme a Pino Pintabona) ci segnala, quando è giunto il momento, dischi precisi da ascoltare e studiare e ci confrontiamo continuamente su ogni aspetto che circonda alcuni capolavori dimenticati del passato come, ad esempio, “Waters of Change” dei Beggar’s Opera, “Cold Cuts” di Nicholas Greenwood, “Sea Shanties” degli High Tide o “Phantasmagoria” dei Curved Air, per dirne alcuni. Tutte queste influenze stanno prendendo forma e andranno a colorare le nuove canzoni cui verrà dedicato, in fase di registrazione, un suono più vero, autentico, molto più anni ‘69/’74 con strumenti vintage e dinamiche più accentuate. Appena saremo pronti per pubblicare un prodotto all’altezza degli standard della Black Widow (e di “Tenebra”), state certi che lo faremo, senza alcun timore di discostarci da quanto fatto in passato, ma con l’unico intento di continuare per quel cammino oscuro, musicale e spirituale cui ci siamo avviati sotto la guida della Black Widow.
La Janara: – Posso solo rivelare che nel calderone della Janara bollono pozioni nuove e sempre più potenti…