La sera del nostro primo appuntamento, i fratelli Alex e Mischa Ardonati non si sono fatti vivi.
Il fatto che il giorno prima Odessa fosse stata colpita da un attacco russo sembrava più che una coincidenza e non nascondiamo che un messaggio di Alex, la mattina dopo, ci ha fatto tirare un grosso sospiro di sollievo: la rete internet era stata messa fuori uso a causa dei droni di Mosca – una circostanza tutto sommato ordinaria, per chi da tre anni e mezzo vive in uno stato in guerra.
Verso la fine della nostra conversazione abbiamo provato ad affrontare l’argomento, ma abbiamo avuto l’impressione che Alex e Mischa non ne parlassero volentieri. Proprio a causa del conflitto vivono per lo più separati da anni, uno in Ucraina e uno in Germania, e forse è stato davvero meglio usare il tempo a nostra disposizione per parlare d’altro.
E che ‘altro’: il loro gruppo, i Labyrinthus Stellarum, sono a nostro avviso una delle band-rivelazione del 2025. A fronte di una carriera appena all’inizio e della giovanissima età dei loro membri, la combo cosmic-black ucraina sembra avere già idee molto chiare e piena padronanza del linguaggio adatto a comunicarle.
Oltre che in termini di sound, la loro proposta è anche un buon esempio di cosa la GenZ può offrire al panorama della musica estrema nell’approccio pratico alla realizzazione di un album, dato che come molti loro coetanei puntano molto sul DIY digitale: basti pensare che il loro ottimo ultimo album, “Rift In Reality”, è stato realizzato interamente in casa.
Saliamo quindi a bordo dell’astronave dei Labyrinthus Stellarum e facciamoci raccontare qualcosa in più su questo promettente progetto.
PENSO DI POTER DIRE ANCHE A NOME DEI NOSTRI LETTORI CHE SIAMO MOLTO COLPITI DALLA MATURITÀ ARTISTICA CHE AVETE RAGGIUNTO A VENTICINQUE E…DICIASSETTE ANNI?
– Mischa: Ne ho compiuti diciotto la scorsa settimana.
QUINDI VAI ANCORA A SCUOLA, IMMAGINO.
– Mischa: Sì, vado a scuola in Germania, dove vivo da quando è iniziata la guerra. Frequento una scuola di indirizzo matematico- scientifico, anche se in Germania non c’è una grande differenza tra le diverse scuole superiori.
E TU, ALEX? COSA FAI NELLA VITA?
– Alex: Lavoro in banca, ma studio anche all’università. Sto prendendo un dottorato in informatica.
COME SONO NATI I LABYRINTHUS STELLARUM?
–Alex: È iniziato tutto nel 2021, quando il mio amico Alexander Kostetskyi (chitarra, ndr) mi ha chiesto di fare un album nello stile di Lustre: i Labyrinthus Stellarum sono nati così. “Tales Of The Void” (primo album della band, uscito nel 2023, ndr) è una versione cosmica di Lustre, forse un po’ più dinamica e varia.
L’INFLUENZA DI LUSTRE SI SENTE, MA DIREI CHE NEI VOSTRI ALBUM ‘SUCCEDONO’ MOLTE PIÙ COSE. LA COMPONENTE ‘COSMIC’ È SEMPRE STATA NEI VOSTRI PIANI?
– Alex: L’idea è sempre stata quella e anzi, direi che è il focus principale perché siamo dei grandissimi appassionati di fantascienza, in tutte le sue forme.
C’È QUALCHE OPERA DEL MONDO SCI-FI CHE VI HA INFLUENZATI? OLTRE ALLA MUSICA, IN “RIFT IN REALITY” C’È UNA STORIA: POTETE RACCONTARCI UN PO’ DI PIÙ DELLA LORE DEI LABYRINTHUS STELLARUM?
– Alex: Dunque, il primo album in realtà non seguiva una linea precisa, anzi, direi che era piuttosto astratto.
Il secondo (“Vortex of the Void”, 2024, ndr) lo era un po’ meno, si iniziavano a delineare scenari ed eventi. Uno o due mesi fa abbiamo deciso di raccogliere tutte le nostre canzoni e metterle insieme, strutturandole secondo un ordine cronologico e tematico, per capire cosa possano significare nel nostro universo.
Abbiamo iniziato a lavorare intensamente sulla storia di questo universo negli ultimi mesi e non so cosa ne pensi mio fratello, ma ci vedo dei parallelismi con alcuni videogiochi. Per esempio con “Starcraft”, che piace molto a entrambi: è un gioco classico di combattimento e nella nostra musica ci sono molti scenari simili, una sfida dopo l’altra.
C’È QUALCUNO DI VOI CHE SI OCCUPA DI PIÙ DELLA PARTE ‘NARRATIVA’?
– Alex: Lavoriamo insieme alla parte concettuale e ai testi. Sinceramente non sono il miglior liricista del mondo (ride, ndr).
– Misha: Siamo musicisti, non poeti, né scrittori. A dire la verità, scrivere i testi è la parte peggiore del lavoro (ride, ndr). Preferiamo nettamente comporre la musica.
OK, ALLORA PARLIAMO DELLA MUSICA! COME VI ORGANIZZATE PER COMPORRE INSIEME, VIVENDO IN PAESI DIVERSI?
– Alex: Con tante chiamate su Discord. Quando ho una buona idea per un pezzo mando tutto a Mischa e gli chiedo cosa ne pensa. È buona? Non è buona? Poi ci lavoriamo assieme, decidiamo cosa aggiustare, eliminare, aggiungere, ci accordiamo sulle strutture. Compongo io la maggior parte della musica, ma c’è un confronto costante tra di noi. Poi Mischa riprende tutte le chitarre, mixa e fa il mastering, che invece sono cose che non so fare molto bene.
CHE RUOLO HANNO GLI ALTRI COMPONENTI DELLA BAND?
– Alex: Gli altri membri dei Labyrinthus Stellarum sono amici che ci danno una mano live. Innanzitutto c’è Alexander (Kostetskyi, chitarra,ndr), poi Dmytro (Bokhan, ndr) alla batteria. Dmytro ci aiuta anche a programmare la drum machine, quindi sì, qualche idea è sua.
Alexander ha registrato quasi tutte le chitarre del nostro primo album e ha anche composto alcuni riff.
DICEVAMO CHE GESTITE DA SOLI MIX E MASTERING. È UN LAVORO NOTEVOLE E CREDO CHE SE “RIFT IN REALITY” È UN DISCO COSÌ RIUSCITO, È ANCHE MERITO DEL SOUND: È FREDDO IN UN MODO MOLTO ‘GIUSTO’ PER QUELLO CHE VOLETE COMUNICARE, CI SI SENTE DAVVERO COME SE SI STESSE FLUTTUANDO NELLO SPAZIO.
– Mischa: Grazie! È anche una delle parti più complesse del nostro lavoro. Alex compone, io mixo e devo ammettere che a volte gestire la parte tecnica a distanza è davvero difficile: apri questo, chiudi quello, occhio a quella scheda, importa, esporta…Anche mandarsi i progetti prima che siano finiti è complicato.
Però riusciamo a fare tutto da soli, senza rivolgerci ad altre persone.
I VOSTRI LAVORI HANNO UN SUONO MOLTO DIVERSO DA QUELLO DELLA MAGGIOR PARTE DEGLI ALBUM BLACK FATTI IN CASA. A PROPOSITO: IL VOSTRO APPROCCIO AL BLACK È MOLTO FRESCO E INTERESSANTE. COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON QUESTO GENERE E, PIÙ IN GENERALE, CON IL METAL?
– Alex: Abbiamo sempre ascoltato tantissime cose diverse: house, elettronica, dubstep, classica, folk…Nel caso del metal, abbiamo iniziato con band storiche come gli Iron Maiden e i Manowar, ma anche con qualche band più recente tipo i Bring Me The Horizon o il metalcore in generale. Ci hanno sempre appassionati le band che mescolano generi diversi per creare qualcosa di unico, magari che combinando il metal con l’elettronica e il pop.
Per quanto riguarda il black, senz’altro è alla base dei nostri primi lavori ci sono band come Lustre e gli Eldamar, ma ci mettiamo dentro anche sonorità più moderne, prog, metalcore, forse un po’ di deathcore – come nel caso di “Rift in Reality”.
– Mischa: Abbiamo iniziato come capita a tanti: tramite nostro papà. Il metal classico lo abbiamo conosciuto grazie a lui.
Invece il metalcore è arrivato tramite i miei amici, quindi direi che il mio gusto si è formato a partire da influenze diverse. Da fratello più giovane ho iniziato ad ascoltare quello che passava per casa, da dietro le porte.
AVETE NOMINATO I BMTH E DEVO DIRE CHE, ASCOLTANDOVI, SI SENTE LA LORO INFLUENZA. CREDO SIANO STATI UN PO’ UNA BAND SPARTIACQUE (SOPRATTUTTO CON “SEMPITERNAL”) E CHE ABBIANO INFLUENZATO MOLTO IL MODO IN CUI LE PERSONE DELLA VOSTRA GENERAZIONE PENSANO IL METAL.
A QUESTO PROPOSITO: PREMETTO CHE I NOSTRI LETTORI HANNO ACCOLTO MOLTO BENE LA VOSTRA MUSICA, MA NEGLI AMBIENTI METAL IL GAP GENERAZIONALE A VOLTE SI FA SENTIRE IN MODI UN PO’ SPIACEVOLI – PER LO MENO IN ITALIA. È COSÌ ANCHE IN UCRAINA?
– Mischa: In realtà la maggior parte dei nostri ascoltatori non è nemmeno ucraino. L’Ucraina non è neanche nella top 10 dei paesi dove siamo più seguiti, almeno secondo Spotify – da dove, comunque, viene il 95% dei nostri ascolti. I primi cinque sono USA, Germania, Polonia, Finlandia e Svezia, con l’Ucraina solo quindicesima. Un’altra cosa interessante è che ci ascoltano persone più grandi di noi: il nostro ascoltatore medio ha circa quarant’anni.
IN ITALIA L’ETÀ DELL’ASCOLTATORE MEDIO È GROSSOMODO QUELLA: DIREI SUI TRENTA/QUARANT’ANNI, CON UN PO’ DI CRESCITA NELLE FASCE D’ETÀ PIÙ GIOVANI NEGLI ULTIMI ANNI. DA VOI COM’È LA SITUAZIONE?
– Alex: Quando suoniamo in Ucraina, la maggior parte del pubblico è più giovane di me! Parlo di città come Odessa, Kyiv e così via. La maggior parte delle persone ai concerti è davvero giovane, con una piccola percentuale di gente sui trenta, quaranta o cinquant’anni.
SIETE ATTIVI LIVE?
– Alex: Sì, abbiamo iniziato a suonare dal vivo esattamente due anni fa, a Kyiv, coi Nokturnal Mortum. Per adesso ci siamo esibiti solo in Ucraina. Ci piacerebbe suonare all’estero ma in questo momento è praticamente impossibile per le band ucraine, perché servono dei visti speciali per passare il confine ed è molto frequente che le cose vadano storte.
È successo di recente ai White Ward, che hanno dovuto cancellare il tour europeo a pochi giorni dal suo inizio perché non sono riusciti ad ottenere dei permessi. Quindi per ora non possiamo pianificare nulla all’estero. Qui in Ucraina però suoniamo, non facciamo dei tour ma dei concerti sì: ne abbiamo un paio in programma, tra poche settimane suoniamo a Kyiv e poi a Leopoli, ad un festival.
QUALI SONO I VOSTRI PROGETTI FUTURI?
– Alex: Siamo sempre al lavoro su nuova musica, in continuazione. Non stiamo esattamente scrivendo un nuovo album, ma abbiamo nuovo materiale al quale stiamo lavorando.
– Mischa: Abbiamo due canzoni che sono praticamente pronte al 70%, non proprio finite ma quasi.
– Alex: E abbiamo dei side project! Sto lavorando anche a pezzi dungeon synth e synthwave, nello stile di Carpenter Brut. Abbiamo già quattro o cinque pezzi. L’anno prossimo sarà l’anno dei side-project, ce n’è anche uno in cui Mischa compone e io farò le parti vocali!
– Mischa: In questo progetto ci siamo invertiti i ruoli: nei Labyrinthus Stellarum Alex compone e io incido le chitarre, qui faremo proprio il contrario.
CHIUDO CON LA MIA DOMANDA DI RITO: COSA C’È NEL VOSTRO SHUFFLE ULTIMAMENTE?
– Mischa: Prima dell’intervista stavo ascoltando Current e Shadow of Intent.
– Alex: I Current sono molto fighi. In questo momento non sto facendo nuove scoperte che mi colpiscono, quindi sto ascoltando cose che conosco già. Per esempio, prima stavo riascoltando “Nightfall in Middle Earth” dei Blind Guardian. In generale ascolto sempre cose divese: dungeon synth, metalcoer, dubstep, hip-hop, folk metal, synthwave…un po’ di tutto.

