LACUNA COIL – Cristina Scabbia ci parla di “Comalies”

Pubblicato il 02/10/2002 da

Tra le bands che meglio rappresentano il nostro paese all’estero i Lacuna Coil è una delle stelle che splende di più nell’immenso cielo del panorama metal italiano, senza dubbio una delle proposte più interessanti dell’intera scena gothic metal di tutti i tempi, anche se, come leggerete in questa intervista nel genere musicale dei Lacuna Coil c’è molto di più, e con il loro ultimo lavoro stanno emergendo nuovi aspetti di un sound tutto italiano ma dal retrogusto piacevolmente internazionale. Di seguito la mia conversazione telefonica con una Cristina Scabbia in piena forma, anche se un pò provata dai postumi di un raffreddore.
QUESTO È IL VOSTRO TERZO DISCO, IL QUINTO SE SI CONSIDERANO ANCHE IL VOSTRO OTTIMO EP D’ESORDIO E HALFLIFE, CHE SENSAZIONI VI ARRIVANO A QUESTO PUNTO DELLA VOSTRA CARRIERA?
“Sensazioni in particolare? Moltissime, ovviamente ora ci sentiamo molto più preparati, molto più maturi rispetto alla scena, ormai siamo consolidati tra i gruppi più importanti di questo genere musicale, c’è un sacco di attenzione attorno a noi, sia da parte del pubblico che delle stampa, è davvero una bella sensazione, perchè vediamo che album dopo album continuiamo ad acquisire nuovi fans e il nome Lacuna Coil cresce sempre di più, questa è senz’altro la sensazione maggiore.”

VI STATE ACCORGENDO DI COME È CRESCIUTO L’INTERESSE NEI VOSTRI CONFRONTI SIA DA PARTE DELLA STAMPA CHE DEL PUBBLICO?
“Direi di si, adesso facciamo molte più interviste rispetto a prima, c’è un sacco di gente interessata, riceviamo molte richieste di nuove interviste sia da riviste importanti che ci danno parecchie copertine, sia da fanzine, webzine, sia da media del settore che da quelle che non seguono prettamente il nostro genere musicale e che non hanno a che fare con il metal e affini.”

IL MODO PIÙ SEMPLICE PER ETICHETTARE LA VOSTRA MUSICA È DEFINIRLA GOTHIC METAL, MA SECONDO ME C’È MOLTO DI PIÙ NEL VOSTRO SOUND…
“Io ne sono sicura, il fatto è che la classificazione più semplice è sempre stata gothic metal solo per il fatto che comunque ci vestiamo di nero e c’è una donna nel gruppo, basta dare un’occhiata alla foto promozionale per tirare delle conclusioni affrettate, del tipo: “Dunque, in questa band c’è una donna che canta, sicuramente in modo lirico, c’è anche una voce maschile che sicuramente urlerà, sono vestiti di nero… Ok, sicuramente faranno gothic!”. Tutto questo è molto riduttivo, obiettivamente io considero la band in cui suono molto più legata al rock che al gothic, perchè comunque non si può considerare un gruppo semplicemente in linea con un genere gotico solo per via di certe melodie melanconiche in alcune parti di alcune canzoni, perchè se ascolti brani, soprattutto da Comalies, come ‘Angel’s Punishment’, ‘Tight Rope’, ‘Daylight Dancer’, ‘Swamped’, non hanno assolutamente nulla di Gothic, con questo non dico che rifiuto l’etichetta che ci è stata data, ma sostengo che è senz’altro un pochino riduttiva.”

COSA È CAMBIATO NEI LACUNA COIL DAI TEMPI DEL VOSTRO DEBUTTO? MI RIFERISCO ANCHE ALLA LINE-UP
“Bè fortunatamente abbiamo trovato quasi subito la giusta line-up, dopo il primo EP abbiamo cambiato i due chitarristi e il batterista, dal 1998 ad adesso non è cambiata una virgola, si è solo aggiunto Marco (Biazzi) nel 1999, ma per il resto non ci siamo più separati. Parlando invece di quello che è cambiato in maniera più profonda, si può dire che adesso siamo più consapevoli di quello che stiamo facendo, lo viviamo sempre come una grande passione, un gioco e un divertimento, anche se sappiamo che ora è diventato anche il nostro lavoro, ci siamo sbattuti non poco per arrivare dove siamo, è cambiato il songwriting, nel senso che abbiamo imparato a non farcire troppo le canzoni di cose inutili, di troppi riff o troppe melodie, scegliendo invece di seguire il percorso inverso, semplificando il tutto rendendolo più intenso e più heavy e direi che adesso si sente che siamo cresciuti parecchio.”

SUI VOSTRI DISCHI C’È SEMPRE UN DISCRETA QUANTITÀ DI INSERTI DIGITALI, TASTIERE E CAMPIONAMENTI, PERÒ NON ESISTE UN TASTIERISTA UFFICIALE NELLA VOSTRA FORMAZIONE, NON AVETE MAI PENSATO A TROVARNE UNO PER COMPLETARE LA LINE-UP OPPURE NON NE SENTITE IL BISOGNO?
“E’una scelta del gruppo, per un breve periodo abbiamo anche provato ad avere una tastierista, ma preferivamo comunque dare più rilievo all’aspetto, per così dire, ‘pesante’ delle nostre canzoni stabilendo quindi di avere due chitarre e abbiamo quindi scelto di programmare le tastiere per conto nostro e inserire come lemento stabile una seconda chitarra per supportare e dare più risalto a questo strumento e creare così vari intrecci di melodie e rendere più pesante il risultato finale.”

MI SENTO DI AFFERMARE CHE IL MATRIMONIO TRA LACUNA COIL E WALDEMAR SORYCHTA SIA UN LEGAME DAVVERO BEN RIUSCITO VISTO CHE ANCHE IN PASSATO HA CONTRIBUITO IN MANIERA MOLTO ATTIVA ALLA REALIZZAZIONE DEI VOSTRI DISCHI SUONANDO PER VOI LE PARTI DI TASTIERE SU “IN A REVERIE” E COMPONENDO INSIEME A TE “TO MYSELF I TURNED” PRESENTE SULLO STESSO DISCO. MA QUANTO CONTA IL SUO CONTRIBUTO ARTISTICO? PUÒ ESSERE CONSIDERATO COME UN ALTRO ELEMENTO DELLA BAND?
“All’inizio, prima di registrare Comalies, abbiamo riflettuto molto sul fatto di utilizzare o meno il contributo di Waldemar, il fatto è che lui è una persona estremamente professionale, calma e simpatica al tempo stesso, al di là del fatto di essere un fantastico musicista e produttore, se pensi che c’è lui dietro i dischi più famosi di Tiamat, Moonspell, Samael, e altri guppi veramente validi e bravi con delle produzioni notevoli. Lo conosciamo da così tanti anni, possiamo parlarci liberamente, sa esattamente cosa vogliamo ottenere ma la cosa più bella è che è sempre aperto a nuovi suggerimenti, tu confronta per esempio ‘In a Reverie’ con ‘Comalaies’, il suono è completamente diverso, è tutto più definito, più potente, proprio perchè ci siamo imposti, si può quasi affermare che abbiamo co-prodotto l’album, perchè abbiamo collaborato in maniera molto attiva, insieme a lui abbiamo scelto i suoni, noi ad esempio volevamo le chitarre in un certo modo, lui invece era più propenso verso sfumature più soft per dare ancora più risalto alle voci, magari utilizzando anche delle chitarre classiche per creare un sound ancora più gotico, ma noi volevamo qualcosa di diverso e lui si è adattato perfettamente, e alla fine eravamo tutti soddisfatti. In sostanza Waldemar non influisce assolutamente nelle nostre scelte, lui ci aiuta a giostrarci nello studio, a indirizzarci verso quello che vogliamo, in fondo è lui l’esperto dei macchinari, ma le canzoni sono composte solo da noi, le idee sono provengono solo da noi, lui al massimo ci consiglia riguardo alcuni arrangiamenti, ma non ci influenza assolutamente, ma sicuramente non è possibile considerarlo com un possibile settimo membro.”

IL TRITTICO SCABBIA – FERRO – COTI ZELATI È IL VERO FULCRO COMPOSITIVO DEI LACUNA COIL? COME NASCONO I VOSTRI BRANI?
“E’sempre un lavoro di gruppo, anche se ovviamente l’idea di base esce quasi sempre da un solo elemento, per Comalies ad esempio, Marco (Coti Zelati) ha dato delle idee di base dei brani che ha creato per conto suoa casa, poichè è in grado di suonare sia il basso, che poi è il suo strumento, sia la chitarra, senza contare che ha ottime intuizioni per le tastiere, generalmente le programma lui, ed è anche in grado di preparare dei campioni di batteria, poi viene in sala prove e ci espone il lavoro in fase ancora embrionale, poi ognuno si assesta la parte a suo piacimento e la personalizza, considero una cosa fondamentale il tocco personale di ogni elemento, poi io sono responsabile delle linee vocali e dei testi insieme ad Andrea, per cui posso dire che non c’è affatto un leader, c’è moltissima democrazia nel gruppo, se un pezzo non va bene a tutti al 100% cambiamo direzione, non è che arriva Marco in sala e dice: ‘Ragazzi ho fatto questo pezzo per cui si fa così’, se il brano non ci piace o lo vogliamo arrangiare in maniera diversa si decide sempre tutti insieme, ma alla fine la base di partenza può venire da un elemento piuttosto che da un altro, come ad esempio ‘Tight Rope’ che è nata da un idea di Marco Biazzi che è uno dei nostri chitarristi.”

C’È UN SIGNIFICATO SIMBOLICO NEL GIRASOLE SULLA COPERTINA DI COMALIES? HO NOTATO CHE PER VIA DELLA SUA FORMA CIRCOLARE SI PUÒ QUASI CONSIDERARLO UNA CONTINUAZIONE CONCETTUALE RISPETTO AL SOLE METALLICO CHE STA SULLA COPERTINA DI UNLEASHED MEMORIES, COME È NATO IL CONCEPT DEI VOSTRI ARTWORK PIÙ RECENTI?
“Per Unleashed Memories ci siamo ritrovati con questo oggetto per le mani, quello specchio messicano a forma di sole, ci è piaciuto molto e ci abbiamo lavorato su in maniera spontanea per personalizzare il nostro artwork, mentre per Comalies non avevamo un’idea precisa in proposito e così abbiamo mandato a diversi artisti solo il logo del gruppo e il titolo dell’album, fra cui anche un membro dei Dark Tranquillity che si diletta molto nei lavori di grafica, e ci sono arrivate diverse risposte e diverse idee, molte di queste erano molto belle, ma devo dire che non riuscivamo a trovare quella perfetta, nel momento stesso in cui abbiamo vista quelle del girasole abbiamo considerato diverse sensazioni, prima di tutto ci ha colpito subito e questa è la cosa più importante, ce la siamo immaginata sulla copertina di un album e abbiamo pensato che è una cosa che colpiva subito, visualizzandola tra molti dischi devo dire che salta subito all’occhio, e poi c’era piaciuto molto il contrasto tra i colori forti, quasi abbaglianti del girasole e il nero sullo sfondo. rappresenta perfettamente i Lacuna Coil e il nostro sound che coumunque non si spinge nè troppo nell’oscurità, nè troppo nella luce, ma si bilancia perfettamente nell’una e nell’altra. E poi in fondo il girasole è un fiore che segue il sole, un pò come noi, ci consideriamo molto positivi, e penso che questo si senta anche no? Insomma alla fine era perfetta, ci sembra la giusta evoluzione dallo specchio solare sulla copertina di Unleashed Memories e questa cosa ci ha fatto convincere al 100%.”

DI COSA PARLANO I TESTI DI “COMALIES”?
“A noi piace parlare molto di esperienze che abbiamo avuto personalmente o comunque che abbiamo sentito da persone vicino a noi, storie che ci hanno colpito o magari condizionato, parliamo sempre di vita vera, non ci piace inventare cose immaginarie, proprio perchè ci sentiamo di esprimerci meglio parlando di cose che sentiamo o viviamo realmente tutti i giorni, per cui all’interno dei nostri testi troverai amore, odio, invidia, ma anche argomenti più lontani ma comunque presenti nella quotidianità come guerre, omicidi, sono tutte considerazioni su quello che viviamo in questo periodo o su quello che abbiamo vissuto in passato.”

HO ASSISTITO AD UNA VOSTRA ESIBIZIONE QUI A ROMA DURANTE IL VOSTRO PRECEDENTE TOUR, È STATO VERAMENTE UN CONCERTO FANTASTICO, MI SONO ACCORTO CHE CATTURATE L’ATTENZIONE PUBBLICO IN UN MODO QUASI MAGNETICO, PERSINO DURANTE LE PAUSE DOVUTE AD IMPREVISTI TECNICI
“Sì (ride n.d.R.), mi ricordo mi sono divertita da morire, ci capita spessissimo di avere questo rapporto diretto, una sorta di feeling tra noi e il pubblico, c’era un’atmosfera molto bella e poi noi ci divertiamo moltissimo sul palco, e questo la gente lo percepisce, è bello avere questo tipo di interazione con il pubblico, anche il fatto di dire cazzate tra un pezzo e l’altro, anche quando ci capitano dei problemi tecnici, invece di stare li ad aspettare ci mettiamo a scherzare con chi è sotto il palco, la musica è qualcosa che viviamo in maniera seria e professionale, quando si suona ci applichiamo al massimo ma non siamo macchine, entra così facilemente in gioco la parte umana.”

STATE COMINCIANDO A DARE UN CERTA IMPORTANZA AL LOOK E ALL’ATTITUDINE VERO? ME NE SONO ACCORTO NEL VEDERE LE TUNICHE CHE INDOSSATE DURANTE LE VOSTRE PERFORMANCES…
“La giusta attenzione per il look l’abbiamo sempre data, ovviamente agli inizi, non avendo a disposizione un budget o magari non avevamo ancora un’idea ben precisa, preferivamo vestirci normalmente piuttosto che indossare cose improbabili solo per scioccare il pubblico col rischio di mettere qualcosa che non si adattava a noi, poi abbiamo preso la decisione, dal tour di ‘Unleashed Memories’, di indossare queste tuniche che ha fatto per noi un sarto appositamente e recentemente abbiamo disegnato da soli i nostri costumi che potrai vedere anche all’interno del booklet di Comalies, ci siamo scelti personalmente i tessuti e li abbiamo fatti realizzare da una ragazza milanese specializzata in vestiti piuttosto particolari, e li useremo dal vivo, anche perchè pensiamo che l’impatto visivo sia sempre molto importante, perchè chi viene a vedere il concerto vuole vedere l’artista, sentire i pezzi suonati bene, ma sicuramente gradisce anche un aspetto più teatrale, il fatto di usare luci ed effetti speciali è un modo per distogliere l’attenzione dal gruppo per stupirlo con cose che con il gruppo non hanno niente a che fare, quindi il fatto stesso di sfruttare di più la nostra immagine lavorandoci su con vestiti, movimenti, trucco e coreografie, l’interazione tra me e Andrea, aggiunge moltissimo all’aspetto live, ci rappresenta ma non confonde il pubblico.”

COME VI TROVATE A RAPPRESENTARE L’ITALIA DURANTE I FESTIVAL ALL’ESTERO? MOSTRATE ORGOGLIO NAZIONALE O PREFERITE AMALGAMARVI CON LE ALTRE BANDS STRANIERE?
“Mi sento molto orgogliosa di essere italiana, così come tutti gli altri, ma ci sentiamo molto internazionali, anche perchè suoniamo molto di più all’estero, siamo quasi sempre in tour fuori, e l’Italia effettivamente l’abbiamo un pò trascurata. Ma devo dire che in fondo per essere veramente apprezzati qui in Italia, per guadagnarci l’attenzione nel nostro paese, abbiamo prima dovuto conquistare il successo fuori, ed è una realtà purtroppo molto frequente specie nel nostro paese, la gente è più abiutuata ai classici no? E le cose nuove le guarda più con sospetto, almeno fino a che non c’è l’incoronazione all’estero. Però alla fine preferiamo comunque un pubblico caldo, come succede nei paesi latini, come in Messico ma anche qui in Italia, che ci segue e si diverte ai nostri live, quando è così ti viene anche più voglia di suonare e di muoverti, ti esprimono che lo spettacolo funziona e che piace. In paesi nordici invece come la Scandinavia o la Germania, ci sono tipi di pubblico che magari apprezza il concerto ma non ha lo steso modo di esprimere determinate sensazioni così si ricava l’impressione che non siano effettivamente coinvolti e si finisce per sentirsi meno trascinato.
Alla fine in ogni caso ci muoveremo come sempre tantissimo e riempiremo ogni punto del palco, faremo un vero casino insomma!”

STATE GIÀ PENSANDO AD UN SUCCESSORE DI “COMALIES”?
“Stiamo collezionando delle idee, ma nel momento in cui ci sentiremo davvero ispirati allora cominceremo a scrivere nuovo materiale, ma fino a che non arriva quella ispirazione forte preferiamo aspettare, senza contare che ora c’è tutto un lavoro promozionale da fare per ‘Comalies’.”

CHE RAPPORTO C’È TRA VOI E LE ALTRE BANDS ITALIANE? CREDETE NELLO SPIRITO DI SOLIDARIETÀ TRA I GRUPPI?
“Personalmente credo molto nella solidarietà tra le bands, quando posso nelle interviste cito sempre dei gruppi che cerco di aiutare anche se purtroppo non ho una grossa cultura per quanto riguarda le proposte musicali più recenti in Italia, anche perchè non ho molto tempo per leggere riviste e recensioni, quindi se conosco personalmente qualche gruppo italiano o magari anche per sentito dire, lo ripeto se posso cerco sempre di aiutare, ad esempio ieri sera ho incontrato dei ragazzi che non hanno ancora contratto, mi hanno dato il loro Mini CD e appena potrò lo passerò alla Century Media, ovviamente questo non comporta il fatto che io possa avere voce in capitolo sulle decisioni della casa discografica.”

E IN CHE RAPPORTI VI TROVATE CON LE BANDS INTERNAZIONALI? AVETE STRETTO PARTICOLARI AMICIZIE DURANTE I VOSTRI TOUR?
“Ti dirò, finora non abbiamo mai avuto problemi con nessuno, ma parlando proprio di amici veri ti posso citare i Moonspell su tutti, li consideriamo i nostri fratelli Portoghesi, poi senz’altro anche gli In Flames, i Tiamat, ma comunque ci siamo trovati benissimo con tutti quelli con cui abbiamo suonato, senza contare che abbiamo buoni contatti anche con altre musicisti con i quali non siamo ancora andati in tour, pensa che tra questi c’è anche Eric Peterson dei Testament che è un nostro grandissimo fan con il quale sono sempre in contatto.”

UN PICCOLO GOSSIP PER GLI UTENTI DI METALITALIA! CHE DISCHI STAI ASCOLTANDO ORA?
“Guarda, qui nel case del mio CD Player ho l’ultimo degli In Flames, il Best Of dei Garbage, poi l’ultimo dei Soilwork, il nuovo dei Meshuggah, un compilation di un giornale che non ricordo manco quale è… ah c’è anche un disco delle Destiny’s Child.”

CRISTINA, CHE ALTRO AGGIUNGERE, È STATA DAVVERO UNA CHIACCHIERATA MOLTO PIACEVOLE SPERO DAVVERO DI VEDERVI QUANTO PRIMA QUI A ROMA.
“Certo, ci vedremo li, saremo a Roma il 13 novembre al Black Out, saremo in tour con i Sentenced, che toccherà Milano, Roma, Cesena e Treviso.”

GRAZIE ALLORA E A PRESTO.
“Grazie a te Carlo, un saluto e a presto.”

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