La ‘Dark Adrenaline’ è un liquido denso e scuro, simile all’inchiostro, che sembra diffondersi ed infettare tutto ciò che era bianco ed immacolato. Un icore nerastro che porta con se momenti cupi ed oscurità, ma che contiene anche l’energia necessaria a porsi contro questa stessa oscurità e a superarla. Questo è il significato che i meneghini Lacuna Coil danno alla ‘oscura adrenalina’ del titolo del loro come-back discografico, e l’immagine dipinta sembra sposarsi molto bene con il sound di questo nuovo album: le atmosfere fin troppo eleganti di “Shallow Life” vengono infatte riprese anche su quest’album, ma in una forma contaminata con questo liquido nero. Il risultato è un disco sia oscuro che potente, un disco completo, che porta con sè il ritratto di un paio di anni difficili per i membri della band, ma che ne dipinge anche e sopratutto l’inesauribile energia e la voglia di proseguire il loro cammino nel mondo del rock. Per capire meglio i retroscena del nuovo “Dark Adrenaline”, Metalitalia.com ha intervistato i cantanti del gruppo Cristina ed Andrea presso gli uffici della EMI di Milano, girando per l’occasione anche un professionale video dell’intervista stessa. Potete quindi stavolta sia leggere che vedere ed ascoltare quello che i due musicisti avevano da raccontarci…
ABBIAMO APPRESO DI UN INCIDENTE ACCORSO AL VOSTRO TOURBUS DURANTE L’ULTIMO TOUR. POTETE RACCONTARCI COSA È SUCCESSO?
Cristina: “Eravamo in tour in Inghilterra, a Colchester, durante un day off, e quando siamo tornati al pullman abbiamo visto che la sua parte centrale era completamente distrutta, tutto il vetro e anche la carrozzeria. Il muso del mezzo era crepato, con una parte del tutto rientrata. Parlando con l’autista, che aveva dormito nel tour bus, abbiamo scoperto che un camion della nettezza urbana, facendo retromarcia, di notte, era entrato nel muso del tourbus, distruggendolo”.
Andrea: “Sì, e poi è anche scappato, solo che grazie alla telecamera di sicurezza si è potuti risalire al colpevole”.
Cristina: “Però, non si è poi fatto male nessuno. Anzi, abbiamo le classiche foto ricordo, facendo finta di tirare il pugno e quelle cose lì. Poi abbiamo solo dovuto traslocare su un altro bus”.
IN FASE DI PROMOZIONE, AVETE PARLATO DI ATMOSFERE CUPE ED INTROSPETTIVE. COME MAI QUESTA SVOLTA? CI SONO STATO MOMENTI CUPI NELLA VOSTRA VITA RECENTE?
Cristina: “Di solito le nostre canzoni parlano di momenti reali, ispirate a momenti reali della nostra vita. Da ‘Shallow Life’ in poi ci sono stati episodi nella nostra vita personale non propriamente felici. Indubbiamente questi eventi hanno finito per influenzare la stesura dei pezzi, sia nella musica che ovviamente nei testi. Si tratta di situazioni personali, comunque”.
Andrea: “Cose che capitano a tutti, che fanno parte della vita, insomma”.
L’ISPIRAZIONE PER LE CANZONI DA DOVE VI ARRIVA? COSA ISPIRA LA NASCITA DI UNA CANZONE DEI LACUNA COIL?
Andrea: “Generalmente Marco (Coti Zelati, basso, nDR) che è il nostro principale compositore compone musica di notte, che è un po’ il suo ambiente naturale. Spesso compone con la televisione accesa, a volume spento, sintonizzata su documentari di guerra o film horror. A partire dunque da quelle atmosfere lui si immagina quelle che possono essere delle colonne sonore a queste immagini, e quindi le canzoni tendono ad essere abbastanza cupe. Altre volte invece, mentre guida e ascolta la radio, può capitargli di sentire una melodia che gli rimane in testa, e su quel modello ne scrive magari un riff il giorno successivo. Questo per dire che l’ispirazione può venire da varie fonti. Sicuramente non siamo più un gruppo che cerca di partire a comporre imitando il proprio eroe, come magari succedeva ad inizi carriera; ora abbiamo invece raggiunto un equilibrio che ci consente di essere ispirati un po’ da tutto, dalla vita stessa. Una scena immaginata, un videogioco… è molto ampia la gamma di ispirazioni”.
“DARK ADRENALINE” RISULTA MENO SPERIMENTALE RISPETTA A “SHALLOW LIFE”. DOVE PRIMA SI NOTAVA UN TENTATIVO DI STACCARSI DAL PASSATO, CON QUESTO ALBUM LO RIACCETTATE COME VOSTRO, ARRICCHENDOLO DI NUOVI ELEMENTI. SI PUÒ DIRE CHE “DARK ADRENALINE” RAPPRESENTI AL MEGLIO I LACUNA COIL ATTRAVERSO LA LORO STORIA?
Cristina: “Sicuramente questo è il disco più maturo che abbiamo mai fatto, e possiamo dire che riassuma la carriera dei Lacuna Coil dagli inizi fino ad adesso. Quando scriviamo comunque non pensiamo troppo a quello che stiamo facendo, ma lasciamo piuttosto fluire l’ispirazione e rimaniamo aperti a tutto quello che può emergere durante il processo. Ogni giudizio sull’album ci arriva solo dopo, da coloro che hanno la possibilità di sentirlo, ma in realtà noi non ci pensiamo mai prima di avere iniziato a registrarlo. Fino all’ultimo giorno non sappiamo mai bene nemmeno noi come verrà il prodotto finale”.
COS’È ‘L’OSCURA ADRENALINA’ DEL TITOLO? I TESTI SONO IN QUALCHE MODO COLLEGATI DA UN UNICO TEMA PORTANTE?
Andrea: “No, non si tratta di un concept album. Non c’è una storia unica che si dipana sulle varie canzoni, ma sono invece brani diversi ispirati da fatti ed eventi diversi. Con ‘Dark Adrenaline’ volevamo però un titolo che rappresentasse questo momento un po’ triste e sfortunato, ma che potesse essere anche trasformato in qualcosa di più forte e positivo. Nelle canzoni infatti puoi sentire una potenza, un energia, che esce da questa oscurità. Lo scopo era sfruttare questa oscurità per trarne forza, invece che andare in depressione e farsi sconfiggere da essa, un modo di usare il momento negativo per creare qualcosa d’altro di molto potente. ‘Dark Adrenaline’ è un bilancio tra l’oscurità e la forza, la potenza, quindi è un titolo perfetto per il disco. Noi poi l’abbiamo visualizzato con questo liquido nero che si note nella copertina e che si potrà vedere anche nel DVD bonus che si accompagnerà al CD. Il DVD conterrà sei videoclip dove spiegheremo meglio la nostra interpretazione del concetto di ‘Dark Adrenaline’”.
NONOSTANTE IL DISCO ABBRACCI SONORITÀ DIVERSE DA ‘SHALLOW LIFE’, AVETE CONTINUATO LA COLLABORAZIONE CON DON GILMORE. COSA VI HA CONVINTI CHE FOSSE LUI L’UOMO GIUSTO?
Cristina: “Ci eravamo trovati bene con Don. E’ una bellissima persona, un professionista, con il quale è bello lavorare assieme sia perché è abile nello smorzare i momenti di tensione sia nel cercare di estrarre l’energia nei momenti in cui si è magari un po’ più pigri e non si ha troppa voglia di andare a lavorare in studio. La differenza tra le sonorità di ‘Shallow Life’ e ‘Dark Adrenaline’ ci mostra però che il produtto può lasciare la propria impronta su un album, ma non in maniera poi così decisiva. Il cuore dell’album è comunque composto dalle canzoni scritte dal gruppo, e il produttore resta al suo posto, con il solo compito di ‘abbellire’ per così dire l’album o di dare dei consigli, che poi saranno seguiti o meno dalla band. In questo caso noi stessi avevamo già bene in chiaro l’idea delle sonorità che avremmo voluto abbracciare, e quindi abbiamo scelto di lavorare con lui solo per la sua gentilezza e perché è piacevole averci a che fare”.
INTERESSANTE LA VOSTRA REINTERPRETAZIONE DEL CLASSICO “LOOSING MY RELIGION” DEI R.E.M. VISTO CHE STIPE DA POCO NE HA ANNUNCIATO LO SCIOGLIMENTO, VORREMMO SAPERE SE L’IDEA DELLA COVER C’ERA GIÀ O SE SI TRATTA DI UN OMAGGIO ALLA BAND PER VIA DELLO SPLIT.
Cristina: “Non solo l’idea di coverizzare questo pezzo c’era già, ma le registrazioni erano state fatte molto prima che lui desse l’annuncio dello sciogliemento dei REM. E’ una buffa coincidenza, quindi. Peraltro, l’idea di riproporre ‘Losing My Religion’ era già presente nel periodo della cover di ‘Enjoy the Silence’, non abbiamo fatto altro che rispolverarla, soprattutto perché risultava molto in linea con le tematiche di ‘Dark Adrenaline’. Ne abbiamo riscritto la musica, giocato un po’ con le linee vocali, e il risultato pare sia piaciuto a molti. Ne siamo contenti”.
VI SEMBRA DI AVERE GIÀ RAGGIUNTO QUELLO CHE ERA POSSIBILE PER VOI RAGGIUNGERE IN TERMINI DI SUCCESSO O POSSONO ANCORA ACCADERE TANTE COSE? VI SENTITE ‘ARRIVATI’?
Andrea: “No, considerarsi arrivati sarebbe la fine. Senza lo stimolo ad andare oltre, a creare qualcosa di più grande non varrebbe la pena di fare più niente. Bisogna sempre avere quel fuoco dentro che ti spinge a migliorare le prestazioni live, a incidere meglio da studio e a scrivere canzoni più mature. Senza questo stimolo non avrebbe più senso continuare con questa strada, perché rimarrebbe solo un aspetto puramente lavorativo senza più la parte creativa ed artistica. Però, sicuramente, possiamo dire di aver raggiunto degli obbiettivi di cui magari ci renderemo pienamente conto solo un giorno, quando smetteremo di suonare perché saremo troppo vecchi per andare ancora in giro. Ma per adesso, ci interessa solo guardare al futuro e a quello che dobbiamo ancora fare”.
DOPO TREDICI ANNI DI CARRIERA… COSA VI TIENE ANCORA SULLA MUSICA? QUALI ASPETTI VI FANNO ANDARE AVANTI E QUALI VI SCORAGGIANO INVECE?
Cristina: “Il fatto di ‘fare il musicista’ come scelta di vita è qualcosa di scritto nel DNA, secondo noi. Anche se molte persone possono adorare scrivere musica e gli piace sentirsi in qualche modo parte della scena, in pochi riescono poi veramente a sostenere i ritmi massacranti di un tour e di stare magari mesi e mesi lontani da casa. Il segreto di essere ancora assieme dopo tutti questi anni è proprio la passione che ci lega alla musica e che ci fa ‘volere’ di essere musicisti, in modo che non rimanga solo un hobby”.
Andrea: “Tra l’altro, nessuno di noi ha Ferrari o megaville con piscina. Il musicista lo fai anche perché puoi avere una vita interessante e diverse soddisfazioni tra viaggi e culture diverse, ma bisogna rendersi conto che non sono più i favolosi anni ’80 dei milioni di dollari e della grande fama. E’ un lavoro quasi paragonabile a qualsiasi altro, e lontano dal dare enormi soddisfazioni economiche, quindi devi veramente avere passione per portarlo fino in fondo, altrimenti non ne varrebbe la pena”.
COSA VI RICORDATE DEI VOSTRI ESORDI? DEL FAMOSO ‘PERIODO DEL MIDNIGHT’ DURANTE GLI ANNI ’90?
Cristina: “Mi ricordo tutto come se fosse ieri. Anzi, qualche tempo fa abbiamo avuto modo di tornare negli uffici della Century Media in Germania per la promozione e i ricordi sono affiorati tutti insieme. L’appartamento cui avevamo vissuto durante le registrazioni, i locali cui andavamo… e quindi abbiamo cominciato a rispolverare il passato più lontano, chiacchierando un po’ su come era partito il tutto. Il Midnight era un locale meraviglioso, cui confluivano molti ragazzi con gli stessi gusti musicali. Un posto eccezionale, fino al giorno in cui è stato completamente sputtanato da fatti di cronaca che non appartenevano assolutamente al locale stesso e alle persone normali che lo frequentavano. Era un periodo spensierato, eravamo giovani, andavamo a scuola. Non si doveva ancora pensare a prendere determinate scelte gravose e non si sapeva come sarebbe stato il futuro… bei tempi, bei tempi”.
È DIFFICILE BILANCIARE VITA ROCK CON VITA NORMALE?
Cristina: “Beh, non è facile. Non tanto per noi, quanto per le persone che ci circondano. Le nostre famiglie che non capiscono cosa significhi veramente questo lavoro e perché finiamo con il viaggiare così tanto. Quando sei in tour si crea sempre questo strano periodo spaziotemporale che non ti permette di cogliere correttamente lo scorrere del tempo. Mesi che sembrano giorni e giorni che durano come anni… Questa è una cosa stranissima. A volte non ci ricordiamo nemmeno in che città siamo, per esempio. Certo, oramai noi siamo abituati ad affrontare questa realtà, ma per chi a casa ha una percezione diversa è magari difficile capirlo”.
Andrea: “Si, tra l’altro, per noi essere a casa è come essere in vacanza, quando ci godiamo amici e parenti. Invece per le altre persone è proprio il contrario… in vacanza è quando sei via”.
GUARDANDO LE NEWS CHE VI RIGUARDANO, SI NOTA COME I LACUNA COIL SIANO IN ALCUNI CASI AMATISSIMI, IN ALTRI ODIATISSIMI. QUALI ELEMENTI PENSATE SCATENINO REAZIONI COSÌ FORTI NELLA GENTE?
Andrea: “Sicuramente il fatto di avere avuto successo può dare fastidio ad alcune persone e creare invidie, portando a commenti negativi. Certo che se una persona ti è indifferente non hai motivo di parlare di lui, commenti solo quando questa persona fa qualcosa che ti da fastidio o, al contrario, ti piace”.
Cristina: “Le critiche comunque alle volte fanno piacere, è in generale un segno di interesse, a maggior ragione quando si parla di detrattori, che spesso sanno ogni minima cosa su di te, anche più di molti fan. Anzi, spesso senza saperlo risultano essere più fan loro di coloro che dicono invece di esserlo…”.