LAMB OF GOD – Pure American Metal

Pubblicato il 20/11/2006 da
 
I Lamb Of God meritano più riflettori su di loro, soprattutto nel Vecchio Continente. In molti si stupirebbero nel sentire il loro death thrash personale e ultragroovy, e molte orecchie si convertirebbero al loro suono, così lontano dalla limitante definizione di metalcore. Come i Pantera in passato, oggi il gruppo di Ritchmond, Virginia, è puro metallo americano, tanto travolgente da arrivare al traguardo della numero otto della classifica di Billboard, un risultato insperato quanto meritato, dopo secoli di tour in giro per il mondo. I tempi degli esordi su Prosthetic sembrano lontani vedendo la formazione esibirsi all’Unholy Alliance, il tour degli Slayer che li vedeva, negli States, esibirsi molto più in alto in scaletta, appena dopo le nuove leggende Mastodon. Come i Pantera il gruppo ha un frontman animalesco e due fratelli in formazione, alla chitarra e alla batteria. Abbiamo il piacere di parlare con il chitarrista Willie Adler, poco dopo la sua performance davvero sfortunata, che ha visto la già brevissima setlist amputarsi ulteriormente per problemi tecnici all’impianto audio. In questa occasione Willie si dimostra diverso dal chitarrista un po’ scemo che si fa tatuare sul ventre un piatto con coscetta di pollo e patate: sconvolto dal jet set e stremato da mesi di tour però si concede brevemente a Metalitalia.com per quattro chiacchere pre-pasto. A voi lettori il resoconto!  

“SACRAMENT” E’ IL VOSTRO SECONDO LAVORO SOTTO EPIC: SIETE FELICI DI COME STANNO TRATTANDO I LAMB OF GOD AD OGGI?
“Sì. Abbiamo lavorato ancora con Machine alla produzione, e ci siamo evoluti rimanendo nel percorso che avevamo deciso. La casa discografica ci ha dato delle ottime possibilità sia in termini di tempo che di libertà stilistica, per questo siamo pienamente soddisfatti”.

I MESI IN STUDIO SONO STATI PIU’ DI QUANTO AVEVATE PREVISTO STAVOLTA, A QUANTO AVETE DICHIARATO…
“E’ stato un parto abbastanza travagliato, hai ragione, soprattutto perché ci siamo imposti la volontà di espandere il nostro, di andare più in là di quanto abbiamo costruito in precedenza. Ci sono voluti circa novi mesi di duro lavoro tra la stesura e la registrazione di ‘Sacrament’, inframezzati da qualche data in giro per il mondo”.

COME MAI QUESTA VOLTA AVETE DECISO DI TRALASCIARE IL LATO POLITICO DAI VOSTRI TESTI?
“Perché c’era dell’altro, delle cose importanti che stavano accadendo nelle nostre vite, delle problematiche più personali che necessitavano di emergere più delle tematiche politiche, che abbiamo già esternato in passato come gruppo. Non vogliamo scrivere lo stesso disco due volte, quindi non presenteremo due volte di fila gli stessi argomenti. Purtroppo le cose non sono cambiate con la rielezione di Bush negli States, quindi abbiamo preferito concentrarci su noi stessi, sulle lotte interne e private per questa volta”.

COME SPIEGHI I VOSTRI CONTINUI RIFERIMENTI ALLA RELIGIONE, C’E’ QUALCHE SORTA DI SENTIMENTO ANTI-CRISTIANO?
“Non c’è nessun riferimento contro il cristianesimo, non sono contro la religione (in maniera quasi seccata, ndR). ‘Sacrament’ è una parola familiare a chi ha a che fare con la religione ed indica un rito fortissimo per consacrare la propria fede. A paragone noi, in questo secondo album su Epic e quarto album come Lamb Of God, vogliamo celebrare la musica in maniera significativa poiché crediamo che questo album sia fondamentale, una pietra miliare nel nostro cammino di musicisti. Se leggi attentamente i testi non c’è nessuna volontà di contrapposizione al cristianesimo o alla religione in generale”.

ATTRAVERSO LA VOSTRA PAGINA DI MYSPACE AVETE FATTO UNA RICHIESTA PARTICOLARE PRIMA CHE USCISSE IL DISCO…
“Abbiamo chiesto ai fan di comprare il disco appena uscito nei negozi, perché i piani di una major nei confronti di una band si basano, per i mesi successivi, sulle vendite della prima settimana nei negozi. E’ una cosa di cui non molti sono a conoscenza ma che è assolutamente reale e che condiziona tutti i dischi sul mercato. Le vendite della prima settimana permettono alla casa discografica di determinare le potenziali vendite del disco in futuro, e in base a quello viene condizionato l’investimento della label nel particolare gruppo. E’ una regola severa a cui non ci possiamo sottrarre, e fa parte delle regole del gioco”.

…IL RESPONSO DEI FAN PERO’ E’ STATO ECCEZIONALE, NON TROVI?
“Trionfale direi, chi si aspettava l’entrata alla numero otto di Billboard? I nostri fan sono eccezionali! Quando ci hanno dato la notizia eravamo pieni di orgoglio, felicissimi, in pochi secondi ci siamo sentiti pienamente appagati di quei mesi difficili passati in studio”.

SIETE CONSIDERATI QUASI DELLE MACCHINE DA TOUR: SEI PRONTO PER UN LUNGO PERIODO ON THE ROAD?
“A dire la verità sono nel bel mezzo di un lungo periodo! Abbiamo terminato la parte nordamericana dell’Unholy Alliance e abbiamo iniziato con successo la fase europea, e tra quattro settimane me ne andrò a casa, essendo in tour da giugno direi che non vedo l’ora”.

E’ UNA ESPERIENZA LOGORANTE DAL TUO PUNTO DI VISTA?
“Assolutamente. E’ difficile per tutti, soprattutto quando si parla di tour mondiali, dove brevemente sei sbattuto da una parte all’altra del globo. Ho preso nove voli diversi negli ultimi quattro giorni, di cui uno di diciotto ore da Singapore a Londra, riesci ad immaginare come mi posso sentire in questo momento?”.

HO SENTITO ANCHE CHE RANDY HA SMESSO DI BERE PERCHE’ PREOCCUPATO PER LA SUA VOCE, MI CONFERMI?
“E’ vero che ha smesso, ma non si tratta delle corde vocali, ha smesso perché si è preoccupato seriamente di migliorare la sua performance, essendo il frontman quello più impegnato a riscuotere l’attenzione e a spronare il pubblico. E’ stata una scelta lodevole da parte sua, non possiamo che supportarlo (perché non la smette allora di fumare continuamente quelle orride sigarette catramose, che fuma sempre pure mentre mangia qui accanto? ndR)”.

SIETE SPAVENTATI NEL SUONARE DAVANTI AI FAN DEGLI SLAYER?
“No. L’abbiamo già fatto negli States, non ci spaventa!”.

NELLA DATA DI OTTOBRE DEL GIGANTOUR SIETE STATI COMPLICI DI UNA SCENA DAVVERO ATIPICA PER UN CONCERTO DEI LAMB OF GOD, E PER UN CONCERTO METAL IN GENERALE. VUOI RACCONTARCI CHE E’ SUCCESSO?
“E’ accaduto in Florida, a Orlando se non sbaglio. Randy nei camerini ci ha presentato questo suo amico, dicendoci che avevano in mente qualcosa di speciale, una dedica alla sua ragazza, senza svelarci i dettagli. Durante il set ci ha fermato, e ha fatto salire questo ragazzo sul palco con la sua ragazza. Il tipo sembrava veramente in difficoltà col microfono in mano, quando ad un certo punto si è inginocchiato e ha chiesto alla ragazza di sposarlo! Lei ha risposto di sì ed è quasi venuto giù il palazzetto, poi Rhandy gli ha dedicato ‘Something To Die For’… Una figata”.

CREDI NEL MATRIMONIO E CREDI CHE SI POSSA PORTARE AVANTI UNA RELAZIONE ANCHE A DISTANZA?
“E’ quello che spero! Parlando seriamente, non è assolutamente facile. Sono sposato con un figlio (e mi mostra la fede nuziale, ndR), non è facile, non lo è per me, per i ragazzi della band, per nessuno. Ma è la scelta che ho deciso di fare, suonare è la cosa che so fare meglio e contemporaneamente cerco di portare  avanti il mio matrimonio nella maniera migliore possibile”.

UNA ULTIMA COSA. NEL CD/DVD “KILLADELPHIA” RANDY CONTINUA A URLARE “HAIL TRUE METAL”: NON E’ UNA COSA TROPPO IN STILE MANOWAR??
“(Ride chiassosamente, ndR) Ti piacciono i Manowar? Il vero metal per me è divertirsi, bere birra e suonare la musica che adoro ad alto volume!”.

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