Dano: “Domanda da cento milioni! Direi musica d’atmosfera senza essere ambient, musica emozionale senza essere emo, a volte eterea, altre rocciosa… “.
COME MAI AVETE SCELTO “VOLUME I” COME TITOLO DEL VOSTRO PRIMO ALBUM? E’ L’INIZIO DI UNA SAGA?
D: “Sicuramente il disco avrà un seguito, ma non so dirti se il prossimo si chiamerà ‘Volume II’ o avrà un altro titolo. Semplicemente, ‘Volume I’ era il titolo più appropriato per questo album essendo il nostro debutto, e richiamava un po’ le grandi opere rock degli anni ’60/’70…”.
PERCHE’ LE CINQUE TRACCE DEL VOSTRO ALBUM PORTANO TUTTE IL NOME “CHAPTER” E SOPRATTUTTO, QUAL È IL MOTIVO PER CUI QUESTE SONO IN ORDINE SFASATO?
D: “Le tracce sono in quest’ordine perché era quello che a nostro avviso dava più respiro al disco. Abbiamo cercato il più possibile di far fluire il disco come un unicum, un qualcosa di organico, non come una semplice raccolta di pezzi: di qui la scelta di mettere rumori/suoni a legare le singole tracce e quella di intitolare i pezzi come se fossero capitoli diversi di uno stesso libro”.
TROVO LA VOCE DI VALERIO PARTICOLARMENTE ESPRESSIVA E TRASCINANTE, INSERITA MOLTO BENE TRA L’ALTRO NEL CONTESTO DELLE ARCHITETTURE SONORE. DI COSA SI PARLA NEI CINQUE CAPITOLI DI “VOLUME I”?
Valerio: “A questa domanda posso rispondere io direttamente. In ogni singolo pezzo il tema è differente come è diverso il modo in cui si rapporta la voce col brano. Mi piace descrivere immagini o gesti ed affiancarli ad aforismi incompiuti. Quello che unirebbe il tutto è la suggestione indotta all’ascoltatore. Diciamo che mi piace spargere indizi, ma il senso vero e proprio è solo nella testa di chi legge”.
LE VOSTRE CANZONI SONO LUNGHE E ARTICOLATE… COME AVVIENTE IL PROCESSO COMPOSITIVO DI OGNI TRACCIA?
D: “Di solito partiamo da uno o più riff di chitarra che cerchiamo di sviluppare il più possibile. Registriamo tutto quello che ci viene in mente (melodie, armonie, ecc.) e poi scegliamo le soluzioni che ci piacciono di più. Una volta che il pezzo è ultimato dal punto di vista strumentale, allora interviene la voce”.
NOTO CHE GLI AUTORI DELL’ARTWORK SIETE VOI STESSI, C’E’ UN ARTISTAANCHE IN QUESTO SENSO TRA DI VOI, O E’ DAVVERO QUALCOSA CHE AVETECURATO INSIEME?
D: “L’artwork è nato grazie al lavoro di più persone, non solo il nostri. L’ispirazione ci è venuta guardando i tessuti di Mariano Fortuny; lavorando su questa base assieme ad alcuni amici, Lou-C e Giuseppe Teofilo (creatore del nostro logo), siamo arrivati alla copertina. Il tutto è stato poi ultimato da Kevin della Swarm Of Nails (una delle etichette che hanno coprodotto il cd)”.
SCORRENDO LA (ANCORA BREVE) STORIA DELLA VOSTRA BAND NOTIAMO VARI CAMBI DI LINE UP. ERAVATE PARTITI NEL 2005 COME SESTETTO, MENTRE OGGI SIETE IN QUATTRO. E’ DIFFICILE TENERE UNITA E COESA UNA BAND CHE VOGLIA ANDARE NELLA STESSA DIREZIONE, VERO? QUALI SONO LE MAGGIORI DIFFICOLTA’ CHE AVETE INCONTRATO FINO AD OGGI?
D: “Direi che la difficoltà maggiore è sempre stata quella di riuscire a star dietro agli impegni del gruppo in maniera costante. Prove, concerti e tutto il resto portano via parecchio tempo ed energie, e siccome ormai siamo tutti attorno ai trent’anni è comprensibile che ad un certo punto uno scelga di dedicarsi ad altro piuttosto che a sbattersi a destra e a manca per suonare… è una questione di priorità”.
COME MAI AVETE DECISO DI PROSEGUIRE COME QUARTETTO E DI NON RIMPIAZZARE GLI ELEMENTI CHE HANNO LASCIATO LA BAND?
D: “In realtà non è che abbiamo deciso di proseguire come quartetto, diciamo piuttosto che abbiamo deciso di non fermarci per cercare un sostituto. Tutti siamo dell’idea che la dimensione ideale del gruppo sia a due chitarre fisse più una jolly (quella di Valerio), ma finché non troveremo una persona adatta tireremo avanti in quattro. Anche qua è una questione di priorità: noi vogliamo andare avanti nel nostro percorso, in quattro o in cinque poco importa. Come si suol dire: meglio pochi ma buoni”.
I LAST MINUTE TO JAFFNA SONO UNA DELLE TANTE VALIDE BAND ITALIANE ANCORA NASCOSTE NELL’UNDERGROUND. SECONDO VOI QUALI SONO I MOTIVI PER CUI EMERGERE, ANCHE IN AMBITO METAL, SOPRATTUTTO QUA IN ITALIA E’ COSI’ DIFFICILE?
D: “Uh, questa è una gran bella domanda! Direi che non c’è un motivo vero e proprio per emergere, ma la somma di tutta una serie di fattori. Suonare è un modo di esprimersi, ed è bello vedere gente interessata a quello che si ha da dire. Dopodiché basta mettersi d’accordo su cosa voglia dire emergere: se per emergere intendiamo diventare un gruppo che vive della propria musica, sarebbe bellissimo ma credo che avremmo dovuto intraprendere una strada diversa, visto che nemmeno gruppi come Converge o Neurosis riescono a vivere esclusivamente della propria musica; se invece emergere vuol dire avere la possibilità di portare la propria musica di a più persone, be’, allora mi sembra un motivo più che valido”.
E’ STATO DIFFICILE TROVARE QUALCUNO CHE VI PRODUCESSE?
D: “Non troppo, per fortuna. Dopo aver ricevuto un pacco incredibile dalla Argghh! Records, la Concubine ci ha subito dato il suo appoggio, e quando li abbiamo contattati anche i ragazzi di Hypershape sono stati molto disponibili; la parte più complicata è stata riuscire a trovare delle etichette estere disponibili a coprodurci, per noi era molto importante. Un altro aspetto complicato della coproduzione è stato il fatto che ci siamo trovati a fare da tramite tra persone e realtà diverse, che non si conoscevano nemmeno. E’ stato un po’ delirante ma è stata una bella esperienza, ne è decisamente valsa la pena”.
IMMAGINO CHE NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI SVOLGIATE UN LAVORO. QUANTA FATICA VI COSTA E SOPRATTUTTO COSA VI SPINGE A PORTARE AVANTI UN PROGETTO COME QUELLO DEI LAST MINUTE TO JAFFNA?
D: “Come dicevo prima, il gruppo fagocita molte risorse, anche a livello economico. Se tiriamo avanti è per la passione, il divertimento, le emozioni che il suonare ci dà”.
MOLTI FORSE NON SANNO CHE AVETE GIA’ SUONATO IN APERTURA A BAND COME CAPRICORNS, LAIR OF MINOTAUR E IL TEATRO DEGLI ORRORI, E CHE SIETE STATI A SUONARE IN GERMANIA, AUSTRIA E SVIZZERA. QUALI PROGETTI CI SONO PER IL VOSTRO FUTURO DAL PUNTO DI VISTA DELLE ESIBIZIONI LIVE?
D: “Suonare, suonare, suonare! Stiamo cercando di organizzare più date possibili, perché per un gruppo come il nostro suonare in giro è l’unico modo per farsi conoscere. Stiamo organizzando una bella serie di date per la primavera, quindi invito tutti quelli che hanno apprezzato il disco a rimanere sintonizzati sul nostro sito (www.lastminutetojaffna.com) e a farsi vedere non appena capiteremo dalle loro parti”.