LIFEND – Le ferite dell’anima

Pubblicato il 21/11/2004 da


I milanesi Lifend hanno recentemente pubblicato il loro album d’esordio, il complicato ed oscuro “Innerscars”. Disco dagli altalenanti responsi critici, indubbiamente ambizioso e difficile, ha portato alla ribalta una formazione interessante che già da qualche anno ambiva al traguardo del full-length. Arrangiamenti ricchissimi, elaborati intrecci vocali, furia e romanticismo decadente sono solo alcuni degli ingredienti della proposta musicale del quintetto lombardo: ad Alberto, chitarrista e screamer della band, il compito di introdurci nell’affascinante mondo dei Lifend… 


CIAO ALBERTO! OTTIMO DISCO DAVVERO, IL VOSTRO “INNERSCARS”, E COMPLIMENTI QUINDI! PUOI FARCI UN SUNTO DEI PASSI CHE HANNO CONDOTTO I LIFEND ALL’ESORDIO SU FULL-LENGTH?
“Ciao! Intanto grazie mille, siamo davvero contenti che ti sia piaciuto l’album! Be’, tutto è cominciato nel 1999, quando dalla fusione di Haternal e Mourningstar sono nati i My Dark Side. Con questo nome abbiamo fatto i primi concerti e composto i primi pezzi. Dopo un cambio di line-up, abbiamo finalmente deciso di trovare un nome più diretto e originale ed abbiamo scelto appunto il monicker Lifend. Da allora abbiamo composto 2 mini-CD, uno nel 2001 (‘Entwined Emotions’) ed uno nel 2002 (‘Shattering: Reality’), che penso rappresentino abbastanza bene la nostra maturazione ed evoluzione. Ma solo quest’anno, dopo aver terminato le registrazioni di ‘Innerscars’, siamo entrati in contatto con Enrico e la sua Cruz Del Sur Music. La sua è stata sicuramente l’offerta più valida ed interessante tra quelle che abbiamo ricevuto e tutt’ora posso dirti che siamo davvero soddisfatti del suo lavoro! Ora stiamo cercando di promuovere al meglio l’album e, come abbiamo sempre fatto, cercheremo di suonare il più possibile dal vivo!”.

I VOSTRI DUE DEMO MOSTRAVANO GIA’ BUONISSIME DOTI…MA CON “INNERSCARS” SIETE ULTERIORMENTE MATURATI! VI VA DI RACCONTARCI LA SUA NASCITA ED EVOLUZIONE? E COME LO PRESENTERESTI AI LETTORI?
“La nascita di ‘Innerscars’ è stata lunga e faticosa…un vero parto! A parte un paio di pezzi più datati che abbiamo ri-arrangiato, tutte le song sono inedite e recenti. Dal punto di vista compositivo e lirico, i pezzi sono una nostra fotografia di questo ultimo periodo, che almeno per me è stato costellato da numerose sofferenze. Tutti i brani, seppur eterogenei e ben distinti tra loro, hanno come filo conduttore un feeling molto oscuro, carico di disillusione e sofferenza. Ma l’aspetto più duro è stato senza dubbio quello del lavoro in studio. Abbiamo registrato nei miei Dark Design Studios e i tempi sono stati davvero molto, molto lunghi! Ritardi e problemi di varia natura hanno sì rallentato il lavoro, ma ci hanno anche insegnato molto, rendendoci ancora più uniti. ‘Innerscars’ è un disco sincero e sentito, sicuramente non semplice, soprattutto se non si è aperti alle sperimentazioni. E’ un disco per ascoltatori senza paraocchi. Infatti, mentre componevamo i pezzi, abbiamo sempre cercato di utilizzare soluzioni che sentissimo nostre, senza considerare quali potessero essere le reazioni del ‘metallaro medio’, e senza partire da schemi precostituiti. Sapevamo bene che questo avrebbe potuto e potrà rivelarsi rischioso, ma questo non ci interessa perché, sarà banale, ma per prima cosa la musica che facciamo deve appagare e soddisfare noi stessi…anche se è innegabile che ogni consenso e apprezzamento ricevuto sia una grande soddisfazione ed un grande stimolo a far sempre meglio! Comunque, credo che la miglior presentazione per la nostra musica possa essere solamente un ascolto…”.

IL LAVORO DI REMASTERING DI ALEX KRULL (LEADER DEGLI ATROCITY) E’ SEMPLICEMENTE GRANDIOSO: COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON LUI?
“E’ stato Enrico della Cruz Del Sur che ci ha permesso di realizzare il mastering con Alex Krull: loro erano già in contatto per altri lavori, e visto che ‘Innerscars’ era in attesa di essere masterizzato abbiamo colto la palla al balzo. Avremmo dovuto raggiungere Alex ai suoi Mastersound Studios, ma purtroppo per alcuni problemi logistici e di tempi non abbiamo potuto recarci a Stoccarda…peccato, perché credo sarebbe stata un’esperienza molto costruttiva…speriamo di poter collaborare di nuovo in futuro!”.

COM’E’ NATA L’IDEA DELL’INSERIMENTO DEL SASSOFONO NEL VOSTRO SONGWRITING? NEL GENERE, E’ QUASI UNA NOVITA’ ASSOLUTA…
“Era un’idea che avevamo da qualche tempo, ma che siamo riusciti a concretizzare solo ora. E a dire il vero, dopo aver sentito l’ultimo Solefald (grandissimo disco!, ndR), abbiamo avuto la conferma che il sax potesse sposarsi in maniera splendida con un contesto musicale estremo! Le parti di sassofono sono ad opera di Filippo, un amico di Andrea (l’altro chitarrista). Filippo si è dimostrato un ottimo musicista, e la sua estrazione musicale è praticamente estranea al metal…ma forse è anche grazie a questo che le sue parti suonano così particolari! Noi gli abbiamo dato alcune linee-guida, poi lui è stato libero di esprimersi come meglio credeva…è stato davvero tutto molto naturale! In ogni caso, in futuro speriamo di poter ripetere l’esperimento con lui, ma soprattutto con nuovi musicisti e nuovi strumenti, perché siamo fortemente convinti che ogni strumento abbia grandi potenzialità, indipendentemente dal genere musicale, se inserito in modo intelligente e non forzato…o almeno questo è quello che abbiamo provato a fare, e lasciamo a chi ascolta la libertà di dire se ci siamo riusciti o meno!”.

COME NASCE UNA CANZONE FIRMATA LIFEND?
“I nostri pezzi allo stato embrionale sono rappresentati da alcuni riff miei e di Andrea: poi in sala avviene la prima scrematura, perché una condizione fondamentale è che ogni singola parte debba soddisfare completamente ogni membro della band. Abbiamo sempre pensato che fosse impossibile pensare di suonare anche solo una nota senza sentirla davvero propria fino in fondo. Ad un primo canovaccio della canzone, segue poi un lavoro di arrangiamento e perfezionamento che prosegue finché non siamo soddisfatti. Finché Davide, il nostro ex tastierista, è stato con noi, le tastiere ed i campionamenti seguivano l’evoluzione della canzone, mentre ultimamente lavoriamo a questi solo in un secondo momento…ma è tutto abbastanza suscettibile di cambiamenti! A questo, poi, segue l’inserimento delle linee vocali…e finalmente una nostra canzone è terminata…”.

PARLIAMO DELLE LYRICS: CHI SI OCCUPA DELLA LORO STESURA E RIGUARDO COSA VI PIACE SCRIVERE?
“I testi sono scritti per la maggior parte da me, Sara (voce, ndR) e Matteo (batteria, synth e programming, ndR), ma ogni membro ha la libertà di scrivere e proporre qualcosa. Ogni testo, però, è frutto di uno solo di noi per volta. Tutte le lyrics hanno come filo conduttore il tentativo di esprimere e mettere a nudo le nostre anime, le nostre sofferenze ed il dolore che troppo spesso costella la nostra esistenza. Con questo però non voglio dire che siamo i soliti tristi metallari misantropi e schivi, anzi! Come tutti, amiamo stare in compagnia davanti ad una birra ed ognuno di noi ha i propri hobby e le proprie passioni. La nostra musica però è una valvola di sfogo: tramite questa, e tramite le lyrics, proviamo ad esprimere stati d’animo, sensazioni, esperienze…non vogliamo e non abbiamo nulla da insegnare, ma crediamo che ognuno possa dare una propria personale interpretazione alle nostre parole. In particolare, per quanto riguarda i testi scritti da me per ‘Innerscars’, posso dire che sono il frutto del momento più oscuro della mia vita. Come dice il titolo stesso, si racconta di esperienze che hanno lasciato un segno indelebile nel profondo della mia anima e del mio cuore. Ci tengo comunque a ricordare che alcune parti dei nostri testi sono in italiano, un modo per cercare ancora maggior libertà espressiva”.

SARESTI COSI’ GENTILE DA FARE UN BREVE TRACK BY TRACK DEL DISCO?
“Dunque, l’album si apre con la title-track, ‘Innerscars’ (a dire il vero, probabilmente anche la mia preferita!), una canzone compatta che unisce ritmiche serrate ed elettronica, il tutto inframezzato da un momento centrale acustico più riflessivo cantato in italiano. Segue ‘Absence’, song che alterna fin dall’inizio chitarre acustiche e riff più tirati. Dal punto di vista lirico, ‘Absence’ parla del senso di vuoto e di inadeguatezza che si prova per aver perso qualcuno di importante nella propria vita, anche a causa dei propri errori. La traccia numero tre è il nostro singolo, ‘Blood-Red-Pain’: inizio elettronico un po’ danzereccio e poi, come sempre, grande alternanza di parti tirate, stoppate e mid-tempo, tra le quali senza dubbio spicca il bridge centrale, in cui il sax accompagna e gioca con la voce di Sara. Dopo la conclusione acustica di ‘Blood-Red-Pain’, troviamo ‘Shattering: Assurance’, un pezzo tra i meno recenti. Inizio vagamente ‘black’, ma la parte che preferiamo è il pesante riff finale accompagnato dai synth (è vero, bellissimo quel momento!, ndR). E’ l’unico pezzo che non ha una parte interamente acustica. A questo punto, per spezzare un po’ la tensione, si trova ‘In Darkness I Bleed’, strumentale acustica con uso di batteria elettronica e grande presenza del sax…per questo pezzo qualcuno ha scomodato anche un paragone con gli ultimi Ulver. Dopo la pausa, si riparte forte con ‘Open Wound’, uno dei pezzi più vecchi che nel tempo ha subito più di un riarrangiamento, prima di arrivare alla forma attuale! Forse la song dalla struttura più semplice dell’intero cd, ma sicuramente non priva dei nostri elementi caratteristici…parti acustiche, sax, pianoforte e tastiere sognanti… Segue ‘Memorie’, canzone cantata quasi interamente in italiano. Per alcune parti di tastiera, nella strofa, si può anche sentire la mano di Leonardo dei nostri compagni di etichetta Ensoph. Ed eccoci giunti quasi al termine con ‘Spiral Dance’, canzone già presente sul precedente mini ma completamente ri-registrata. E’ la canzone che qualcuno considera il nostro cavallo di battaglia e che nella parte acustica centrale potrebbe risultare un po’ spiazzante per l’uso di una fisarmonica (purtroppo campionata…). E dulcis in fundo, ‘Congedo’, un outro di pianoforte, condito da qualche venatura noise e voci filtrate…Direi che è davvero tutto (e grazie tante, Alberto!, ndR)!”.

PIUTTOSTO IMPORTANTI SONO ANCHE IL CONCEPT GRAFICO DEL DISCO E QUELLO VOSTRO IN GENERALE: CHE IMMAGINE VOLETE DARE ALLA BAND E AL SUO MONDO?
“Il concept grafico del disco è legato al titolo ad alle lyrics…infatti Tryfar, il grafico che si è occupato dell’artwork (che tra l’altro è lo stesso che ha appena rinnovato il nostro sito), ha realizzato la cover dell’album basandosi sui testi e sul titolo che avevamo in mente. E’ davvero semplice lavorare con lui, perché riesce dare forma visiva a ciò che invece noi rappresentiamo con parole e suoni…in fondo è una sorta di completamento della nostra musica! La cover rappresenta una mano, sulla quale va a conficcarsi una sorta di scheggia di vetro…in pratica è una rappresentazione materiale e visiva di quello che sono le cicatrici interiori di cui parla il titolo… Questa poi è la stessa immagine che vogliamo dare al nostro mondo…”.

AVETE GIRATO UN VIDEO PER LA SONG “BLOOD-RED-PAIN”, SE NON SBAGLIO…COM’E’ STATA L’ESPERIENZA E COM’E’ IL VIDEO?
“Purtroppo, per ritardi ed impegni vari, nostri e di chi doveva curare la regia del video, ancora non siamo riusciti a metterci al lavoro…speriamo a breve di iniziare le riprese, anche perché ci sono già molte idee e credo sarà un lavoro abbastanza lungo…per ora, però, preferisco non dire altro, sia per non svelare dettagli, sia per scaramanzia (ok, come non detto, ndR)!”.

VI HO GIA’ VISTI DAL VIVO E SO CHE SIETE BRAVI…MA RIUSCIRETE A RIPRODURRE LIVE TUTTI I COMPLICATI PASSAGGI DEL DISCO?
“In effetti, riproporre le atmosfere presenti sul disco non sarà facile, però ti posso assicurare che stiamo lavorando duro per far sì che i nostri concerti possano trasmettere quello che noi stessi sentiamo quando suoniamo le nostre canzoni. Suonare dal vivo è il momento più appagante e che più amiamo: non siamo una band che ama stare in studio o in sala prove, preferiamo di gran lunga girare il più possibile per far conoscere la nostra musica ed allo stesso tempo conoscere gente, posti e situazioni diversi. Comunque, è già da un po’ che proponiamo dal vivo alcuni nuovi pezzi con l’attuale formazione e questo non può che migliorarne la resa e la compattezza… Sarebbe bello, in alcune date, riuscire a portare con noi anche Filippo, il sassofonista, in modo da rendere ancora più particolare lo spettacolo…vedremo!”.

AVETE IN PROGRAMMA TOUR O QUALCHE SINGOLA DATA PER PROMUOVERE A DOVERE ‘INNERSCARS’? 
“Sì, al momento abbiamo già alcune date fissate (l’intervista si è svolta a metà ottobre circa, ndR): il 29 ottobre presenteremo l’album qui a Milano con uno showcase; poi, il 4 novembre saremo al Thunder Road di Codevilla (PV) con Samael e Flowing Tears, e a seguire poi Verona, Bergamo, Pavia, Padova, Brescia e altre in via di definizione… Purtroppo, a parte i problemi di lavoro che non ci permettono troppe date di fila, il vero problema qui in Italia restano i locali ed il pubblico: la gente sembra davvero disinteressata alla musica metal dal vivo, e questo si riflette poi sulle scelte dei gestori che non sono interessati a far suonare questo genere…e chi può dar loro torto? I pochi che ancora vanno avanti lo fanno sicuramente per la passione e non a scopo di lucro…”.

IN CHE DIREZIONE AVETE INTENZIONE DI MUOVERVI MUSICALMENTE NEL FUTURO? I LIFEND SEMBRANO UN GRUPPO IN COSTANTE EVOLUZIONE…
“Al momento abbiamo già pronta la struttura di cinque nuove canzoni. Però, per quanto le mie parole possano essere al momento poco rappresentative, non credo ci saranno differenze così marcate come tra i nostri due precedenti lavori…sicuramente ci sarà l’inserimento di alcuni intrecci di chitarra di estrazione doom melodica, ma anche parti ritmiche un po’ più pesanti. Dalla parte opposta, invece, gli intermezzi acustici risentiranno di influenze meno ‘classiche’, per lasciare spazio a qualche nuova soluzione. Ma soprattutto, speriamo di trovare nuovi musicisti interessati a collaborare con noi per l’inserimento di qualche altro strumento un po’ inusuale…anche qui vedremo, non ci piace pianificare troppo!”.

BENE, ALBERTO, L’INTERVISTA E’ FINITA…GRAZIE PER LA DISPONIBILITA’! A TE L’ULTIMO SALUTO…
“Grazie mille a te ed a Metalitalia.com per lo spazio offertoci! Continuiamo a supportare la musica che amiamo! Chiunque volesse mettersi in contatto con noi può farlo tramite la nostra mail lifend@lifend.org, ma soprattutto tramite il nostro rinnovato sito www.lifend.org, su cui tra l’altro potrete scaricare mp3 e trovare date e news aggiornate. Se non avete paraocchi e volete ascoltare qualcosa fuori dai classici schemi, dateci una possibilità e ascoltate ‘Innerscars’…non ve ne pentirete! The only certain thing in LIFE…is the END”.

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