I Devil You Know sono sempre stati definiti come di una formazione cucita addosso ad Howard Jones, una delle voci più importanti del metalcore anni 2000, e spesso annoverati nella lista infinita di ‘supergruppi’, termine ambivalente che da una parte porta attenzioni ma dall’altra viene considerata quasi sempre come un progetto di importanza relativa. Il dover cambiare forzatamente il nome a causa di una battaglia legale con l’ex batterista ha obbligato il trio Jones/Artusato/Wombacher a fare di più. La pressione causata da crisi e negatività ha fatto evolvere il progetto trasformandolo e migliorandolo, tanto che oggi possiamo guardare sinceramente ai Light The Torch come una vera unità, un gruppo fatto di persone che scrivono, suonano, ragionano e vivono insieme. Da questa svolta consegue il rinnovamento sonoro, che riporta il frontman del gruppo, unica vera stella della formazione, a livelli di nuovo rilevanti. Impressionati dal disco abbiamo raggiunto telefonicamente proprio Howard Jones, per farci raccontare i retroscena di “Revival”.
COME CI SI SENTE A DOVER RIPARTIRE CON UN NUOVO NOME A 47 ANNI?
– Io non mi sento così bene da moltissimo tempo. Il 2016 è stato un anno di merda, segnato da cambiamenti di formazione, una battaglia legale davvero fastidiosa per il nome della band e, personalmente, dalla perdita di mio fratello, un avvenimento che mi ha quasi distrutto. Noi tre abbiamo combattuto, ci siamo fatti scudo a vicenda ma mi sento di dire che abbiamo vinto la guerra, lasciandoci alle spalle un periodo terribile, uscendo dal buio e spiegando le ali, celebrando la nostra sopravvivenza con un’energia nuova.
AVETE ANCHE UN NUOVO MANAGEMENT GIUSTO?
– Esatto, abbiamo dato un taglio col passato, abbiamo rinnovato il sound e anche cambiato management. Ora siamo col gruppo che cura Wovenwar, CKY, Candiria… e anche una band che si chiama Killswitch Engage, non so se li conosci.
LA DIFFERENZA ANAGRAFICA CON GLI ALTRI MEMBRI DEL GRUPPO SI È MAI FATTA SENTIRE?
– Mi hai già fatto notare la mia età due volte, non mi pare educato! In ogni caso no, mi sento ancora in forma per essere un vecchietto. Anzi, rispetto a qualche anno fa mi sento ringiovanito sia fisicamente che mentalmente.
VI SIETE CONCENTRATI SULLE CANZONI, DANDO SPAZIO A MELODIA ED ARMONIE. IL VOSTRO SUONO RINNOVATO RIFLETTE L’UMORE DEL GRUPPO?
– In un certo senso sì. Come ti anticipavo prima siamo usciti da un brutto periodo e, al momento di scrivere, non eravamo solo dei musicisti più affiatati, eravamo delle persone diverse e molto più vicine. Di solito mi arrivavano i pezzi già pronti, stavolta invece siamo rimasti insieme per tutto il processo di scrittura, e abbiamo potuto contare su un lasso di tempo soddisfacente per la pre-produzione. Abbiamo fatto tutto fuori dai radar, senza annunciare la cosa ai quattro venti, in un’atmosfera più rilassata. Struttura delle canzoni, melodie ed armonie: mi sono lasciato andare senza pormi alcun limite. Potrà sembrare ridicolo, ma mi piace parlare di una tempesta perfetta.
VUOI MANTENERE QUESTA IMPRONTA MELODICA NEL FUTURO DEI LIGHT THE TORCH, COME SEGNO DISTINTIVO?
– Non so, non mi va di fare promesse né di concentrarmi troppo sul futuro, se non sul futuro prossimo. Il presente è “Revival”, il presente è Light The Torch.
CI SONO GIÀ DELLE CRITICHE SU INTERNET PER UN SUONO AMMORBIDITO, ALCUNI SPERAVANO ADDIRITTURA IN UN RITORNO ALLE SONORITÀ DEI BLOOD HAS BEEN SHED. COME AFFRONTI QUESTI RESPONSI?
– Non leggo mai i commenti su internet, per me non esistono. Si aspettavano i Blood Has Been Shed? Mi dispiace!
C’E’ UN PEZZO GROSSO DELL’INDUSTRIA MUSICALE CHE HA APPENA PUBBLICATO UN ALBUM CHIAMATO “REVIVAL”…
– Ce ne siamo accorti, maledetto Eminem. Per fortuna siamo dell’altra sponda.
COSA RAPPRESENTA L’ARTWORK DI COPERTINA? SO CHE E’ UN LAVORO DEL VOSTRO CHITARRISTA FRANCESCO.
– Non ne ho la minima idea, sarò sincero. Dovreste chiederlo a lui. Visivamente mi piace molto, gli abbiamo dato carta bianca.
CHE CI DICI DEL BATTERISTA? SO CHE A REGISTRARE LE PARTI IN STUDIO C’ERA MIKE DEGLI EXTINCTION A.D., POSSIAMO CONSIDERARLO UN MEMBRO DELLA BAND?
– John Boecklin (Devildriver, ndR) ci ha aiutato per un periodo, ma poi si è dedicato anima e corpo ai Bad Wolves, un gruppo di cui sono certo sentirete parlare. Anche Nick Augusto (Trivium) si è seduto alle pelli per un certo periodo, ma credo che possiamo dire che il nostro uomo si chiama Mike Sciulara, è ufficiale. Ha registrato l’album in poco più di 12 ore e, anche se i pezzi erano già pronti, ha aggiunto il suo tocco a tutti i brani.
CONTINUERETE A SUONARE “SEVEN YEARS ALONE” E TUTTE LE CANZONI CHE AVETE COMPOSTO A NOME DEVIL YOU KNOW?
– Ovviamente sì.
HAI MAI PENSATO DI PROPORRE ANCHE QUALCHE CANZONE CHE HAI SCRITTO COI KILLSWITCH ENGAGE? DOPOTUTTO LE HAI SCRITTE ANCHE TU…
– No, non mi piace l’idea e non mi ha mai sfiorato. Preferisco suonare i pezzi nostri, non abbiamo bisogno di altro.
PER QUANTO È OCCUPATA LA VOSTRA AGENDA? SO CHE HAI UN PROGETTO CON PETER DEI SOILWORK E SI PARLA ANCHE DI UNA REUNION DI ALL SHALL PERISH E BLEEDING THROUGH.
– Non posso rivelare niente di preciso per ora, se non che il nostro unico impegno e la nostra principale priorità sono i Light The Torch.