In occasione dell’uscita del nuovo album dei Limbonic Art abbiamo raggiunto un disponibilissimo Daemon per fare il punto sulla situazione attuale, cercando anche di scavare un po’ nel passato ,ed in particolar modo cercando di capire i motivi della rottura tra quelle che sembravano in un primo tempo due anime gemelle: Morfeus e lo stesso Daemon.
Perchè, assieme, questi due artisti sono stati in grado di dare alla luce ottimi album, tra cui il capolavoro “Moon In The Scorpio”, capace di dare una forte spinta a tutto un sottogenere black metal dalla forte impronta sinfonica, tratto musicale che con il nuovo “Opus Daemoniacal” è venuto purtroppo a mancare del tutto.
A voi il resoconto della chiacchierata.
BENTORNATO DAEMON, BENTORNATI LIMBONIC ART!
SONO TRASCORSI BEN SETTE ANNI DAL TUO ULTIMO ALBUM, COME MAI HAI ASPETTATO COSÌ TANTO TEMPO PRIMA DI USCIRE CON UN NUOVO LAVORO? È SUCCESSO QUALCOSA DI PARTICOLARE NEL FRATTEMPO?
– Ave! Beh, il motivo principale per cui le cose si sono protratte così a lungo è semplice: non avevo l’ispirazione per creare altra musica.
Tutto è stato causato da un brutale incidente automobilistico avvenuto nel 2010, subito dopo l’uscita di “Phantasmagoria”: è stato un continuo entrare ed uscire dagli ospedali affrontando un dolore lancinante a causa delle ferite subite; spesso non avevo energia, men che meno per affrontare un nuovo processo di songwriting.
Ciononostante sono riuscito in qualche modo a comporre il materiale per l’album “Spectre Abysm”: successivamente sono nuovamente rimasto fermo per diverso tempo, sempre per gli stessi problemi, e a lungo ho creduto che non ci sarebbe stato più un nuovo album. Così è rimasta la situazione fino a quando non ho dovuto affrontare ulteriori complicazioni nel 2019.
Quando ho dovuto abbandonare il mio appartamento, rifugiarmi e vivere nella sala prove di un amico con uno studio di registrazione amatoriale, le cose sono finalmente cambiate.
All’inizio passavo le giornate davanti al computer, fumando un sacco di erba e giocando con il programma Drumkit from Hell, lo facevo solamente per ammazzare un po’ il tempo. Ricordo che in quel periodo, nonostante le temperature gelide, di notte dormivo in macchina; durante le sere lo studio era occupato da altri musicisti, ed io non avevo nuove idee su cui lavorare. Un po’ alla volta, partendo da questa situazione, ho iniziato a creare alcune fantastiche basi di batteria, poi ho aggiunto alcune linee guida temporanee sulla chitarra da seguire in successivamente.
Ogni giorno facevo notevoli progressi sui quali rimuginavo durante le mie passeggiate notturne nella vicina foresta.
Dopo un po’ ho cominciato a notare la presenza di un’entità più oscura e invisibile che mi seguiva, parlando al mio subconscio, guidando anche i miei sogni mentre dormivo: mi sembrava di essere avvolto dalle fiamme di una sorta di energia demoniaca.
I testi continuavano a formarsi nella mia mente man mano che la musica progrediva e in due mesi avevo già pronte le basi per dieci nuove canzoni per i Limbonic Art.
Ero pronto per registrare le chitarre quando l’edificio dello studio ha subito un’enorme perdita d’acqua dal tetto e tutta l’attrezzatura è stata necessariamente rimossa fino a fine ristrutturazione: l’ho preso come un segnale per andare avanti. Ho salvato tutti i miei file su un hard disk esterno per sicurezza e ho contattato un altro studio più professionale per continuare e finire lì il mio album.
Il grosso problema era che avevo iniziato tutto questo processo senza alcun supporto da parte dell’etichetta, quindi tutte le spese successive avrebbero dovuto essere coperte da me personalmente: il nuovo proprietario dello studio, per mia fortuna, ha capito la situazione in cui mi trovavo, mi ha quindi aiutato e mi ha fatto un corso accelerato su come lavorare con i suoi impianti, che erano diversi rispetto a quelli che utilizzavo solitamente; così, ho potuto sedermi da solo e lavorare risparmiando denaro.
Ero solito utilizzare Cubase e Drumkit from Hell, ma lui non aveva nessuno dei due, quindi ha istallato quest’ultimo sul suo computer, ma mi ha anche consigliato di passare al programma di registrazione ProTools, con cui aveva maggiore familiarità.
Dato che la mappatura della batteria sembrava essere a posto, mi sono concentrato solo sulla registrazione di tutte le chitarre, poi ho aggiunto il basso ed il cantato. Era la prima volta che lavoravo in questo modo, ma è stata davvero una sfida davvero entusiasmante.
COSA HAI VOLUTO ESPRIMERE CON IL NUOVO “OPUS DAEMONICAL”? CI PUOI DIRE QUALCOSA IN PIÙ SUI TESTI DELLE CANZONI DI QUESTO ALBUM? C’È FORSE UN CONCEPT CHE UNISCE TRA LORO LE CANZONI?
– Ci sono molte emozioni violente che si possono ritrovare in questo nuovo album, che è carico di pura energia demoniaca e di tanta ira.
Qui il tema della religione è molto più presente rispetto a prima: in passato il satanismo mi ha influenzato come artista, tuttavia, in questo album c’è questa atmosfera cosmica integrata ad esso, perché io mi vedo come un vagabondo tra mondi sia visibili che invisibili.
Adoro il potere satanico e cavalco creature draconiche attraverso il tempo e lo spazio, mentre conquisto il dominio terreno.
I LIMBONIC ART SEMBRANO DA SEMPRE AFFASCINATI DALLA BELLEZZA DELL’UNIVERSO: DA DOVE NASCE QUESTA ATTRAZIONE FATALE?
– È semplicemente qualcosa dentro di me che è attratto dal cosmo. Guardando all’oscurità del cielo notturno, la mia fiamma interiore della creazione si accende mentre vago nel labirinto dei miei pensieri; è qualcosa che trovo semplicemente affascinante.
IL NUOVO ALBUM È MOLTO AGGRESSIVO, CREDI SIA IL PIÙ VIOLENTO CHE ABBIATE MAI REGISTRATO? QUAL È STATO STAVOLTA L’APPROCCIO ALLA CREAZIONE DEL NUOVO ALBUM?
– Credo che ci siano anche degli album precedenti piuttosto veloci e violenti: ad ogni modo, dal momento che non ci sono synth in questo nuovo album, forse il nuovo lavoro può apparire più aggressivo rispetto al passato. Io ho semplicemente agito come canale per tutta l’energia demoniaca presente al momento della composizione dei brani dentro di me. Tutto è stato creato e progettato in questa situazione.
“DEIFY THY MASTER”, A MIO PARERE, È LA CANZONE CHE PIÙ DI TUTTE INCARNA IL VOSTRO CLASSICO SOUND ED INCLUDE TUTTI GLI ELEMENTI MUSICALI DEL VOSTRO TRADEMARK.
COME REPUTI QUESTO BRANO? QUALI SONO SECONDO TE LE CANZONI DI PUNTA DI QUEST’ALBUM?
– Questa traccia è più midtempo rispetto alle altre, è una canzone davvero bella e ne sono estremamente soddisfatto. È la prima volta che uso così tante parole latine in un testo, ma rendono decisamente il tutto più aggressivo. Personalmente adoro tutte le canzoni di questo nuovo album, ma forse “I Am Your Demon”, “The Wrath Of Storms” e “Ars Diavoli” sono quelli che per certi versi reputo i punti salienti.
IN QUALE MODO VENGONO DA TE CREATE LE CANZONI DEI LIMBONIC ART? PARTI AD ESEMPIO DA UN RIFF DI CHITARRA O DA UN’IDEA GENERALE CHE VUOI IMPRIMERE AI TUOI BRANI, O COS’ALTRO?
– Di solito inizio con degli spezzoni, principalmente riff di chitarra, che vengono assemblati fino a diventare una canzone completa. Il processo è sempre una sorta di improvvisazione e sperimentazione. Non so mai quale sarà il risultato finale prima che l’intero lavoro sia del tutto finito. Mano a mano che il processo procede riesco a visualizzarlo sempre più nitidamente.
In “Opus Daemoniacal” ho iniziato dalla creazione dei pattern di batteria e poi ho aggiunto alcune linee guida per la chitarra. È stato sorprendente il modo in cui le idee sono fluite fin dall’inizio in maniera spontanea; ho subito capito come avrebbero dovuto essere le linee vocali e dove posizionare le massicce sezioni dei cori.
E così, mentre la musica si definiva, non ho mai avuto voglia di abbracciare strumenti come tastiere e sintetizzatori. Le sinfonie dovevano essere rigorosamente eseguite solo da più linee di chitarra, di basso e anche di vocali, per dare un’impronta metal complessivamente più pura e marcata alle canzoni.
MOLTI VOSTRI FAN VORREBBERO TANTO VEDERE TE E MORFEUS LAVORARE NUOVAMENTE ASSIEME. COSA
ERA SUCCESSO ANNI FA TRA VOI DUE DOPO LA REUNION? GUARDANDO A RITROSO, PERCHÈ AVEVATE DECISO DI SCIOGLIERE LA BAND E QUALE MOTIVAZIONE TI SPINSE E RIPRENDERE IN MANO I LIMBONIC ART NEL 2006?
– Nei primi anni abbiamo avuto una grande – quasi magica – coesione: La base di ogni canzone era la fusione delle idee di entrambi, anche se Morfeus era più un appassionato di computer di quanto lo fossi io in quel momento. Assieme abbiamo creato testi intriganti, pattern di batteria e anche di strumenti sinfonici classici.
Dopo un po’, per qualche motivo, abbiamo iniziato ad allontanarci lentamente: forse i nostri ego erano troppo forti e ciò può aver inavvertitamente causa una certa tensione tra noi. Abbiamo deciso di separare le nostre strade durante la produzione di “Ultimate Death Worship”, per proseguire con progetti diversi.
In verità abbiamo anche fatto una specie di reunion, qualche anno dopo, su mia richiesta, dato che avevo già molto materiale pronto. Non che si trattasse di musica esattamente il linea con quella dei Limbonic Art, ma era sicuramente abbastanza adattabile per il nostro universo musicale. Abbiamo anche fuso assieme le nostre idee in altre canzoni e così siamo arrivati alla costruzione di un altro album sperimentale intitolato “Legacy of Evil”.
Tuttavia ho notato che durante il processo di realizzazione dell’album la stessa tensione del passato era ancora presente. A quel punto ho preso una decisione esecutiva ovvero che Morfeus, una volta terminato l’album, non avrebbe fatto più parte della band in modo permanente.
TI VA DI DARCI UNA BREVE DESCRIZIONE DI OGNI ALBUM CHE I LIMBONIC ART HANNO PRODOTTO E COSA HA RAPPRESENTATO PER TE E PER LA BAND?
– “Moon in the Scorpio” è stata la prima di molte pietre miliari nella mia carriera ed avrà sempre un posto molto speciale nel mio cuore. Si tratta di una vera e propria opera d’arte!
“In Abhorrence Dementia” è un album che contiene molto materiale potenzialmente eccezionale, ma con il senno di poi non sono poi così tanto soddisfatto della produzione del suono che avrebbe dovuto essere ovunque molto più elettrizzante.
“Epitome of Illusions” è fondamentalmente una ri-registrazione del materiale demo, ma leggermente ringiovanito sebbene, a mio avviso, questa produzione manca di un suono davvero esaltante.
Da questo punto in poi abbiamo poi voluto spingerci ancora oltre i limiti con “Ad Noctum/Dynasty of Death” e “Ultimate Death Worship”.
L’album della reunion, “Legacy of Evil”, come detto prima, è un altro album interessante.
“Phantasmagoria”, il primo album che ho fatto da solo dopo che la catena si è spezzata, Credo abbia un sacco di materiale musicale interessante, ma soffre un po’ di una produzione un scadente.
“Spectre Abysm” è decisamente migliore, ma purtroppo ci sono state innumerevoli ore di programmazione di elementi sinfonici classici che sono andati perduti nel trasferimento da uno studio di registrazione all’altro, come detto in precedenza. Dato che con i tempi mi trovavo già molto oltre la scadenza e non c’era tempo per sistemare il problema, ho dovuto finire l’album senza tutto quel materiale. Nonostante tutto, secondo me, si tratta di un ottimo album.
Invece il nuovo “Opus Daemoniacal” è un album di cui sono davvero entusiasta ed estremamente orgoglioso di aver realizzato: nonostante tutte le avversità della vita, sono riuscito a sopravvivere all’agonia ed infine ho creato un altro capolavoro.
Detto questo, tutti gli album dei Limbonic Art hanno un significato specifico per me e tutti sono essenzialmente un prodotto di quel tempo ed età specifici.
RIPENSANDO ALLA CARRIERA, C’É UN ALBUM IN PARTICOLARE CHE SECONDO TE È RAPPRESENTATIVO DELL’ESSENZA VERA DEI LIMBONIC ART? PERCHÉ?
GRAZIE DAVVERO PER QUESTA INTERVISTA!
– Come ho detto sopra, “Moon in The Scorpio” avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. È addirittura considerato un album di culto dai fan di tutto il mondo e, ovviamente, mi sento davvero privilegiato per questo.
L’album di debutto ha innegabilmente colto la vera essenza dei Limbonic Art di quel periodo. Da allora ci sono stati inevitabilmente alcuni cambiamenti musicali che forse non sono stati apprezzati da tutti i fan. Ciononostante, non è mai stata intenzione della band rimanere bloccati nella gloria del passato e creare gli stessi album tutti uguali, e ciò vale sia per me che per Morfeus, visto che abbiamo fatto parte della band negli anni ’90.
Il nostro obiettivo era sperimentare incessantemente con la nostra musica e rompere le barriere come artisti e musicisti.
Oserei dire che tutti gli album in realtà rappresentano l’essenza dei Limbonic Art: è un viaggio complesso dell’anima verso l’ascesa all’oscura montagna allegorica del purgatorio, ed è un inno alla grandezza del sé interiore.
Sono, ero e sarò sempre trionfante!
Grazie per l’interesse dimostrato nei Limbonic Art! Multas gratias tibi ago!