Lita Ford la leonessa, Lita Ford la regina dell’hard rock. Un personaggio che ha saputo conquistare una solida reputazione in anni in cui la scena era dominata dagli uomini. Prima con le Runaways, poi in veste solista, la cantante/chitarrista di origini inglesi ha sfornato canzoni capaci di incantare migliaia di fan. Nel 2009 un ritorno poco convincente dopo una pausa di quattordici anni, oggi la voglia di riscatto con un disco che tenta di riportare il sound alle origini. Cordiale, allegra e frizzante, la pimpante Lita non si risparmia alle nostre domande, raccontandoci per filo e per segno la genesi di “Living Like A Runaway”.
LITA, IL PRECEDENTE “WICKED WONDERLAND” NON HA OTTENUTO IL SUCCESSO SPERATO. A TRE ANNI DI DISTANZA DALLA SUA USCITA, SEI SODDISFATTA?
“Onestamente no, non sono per nulla soddisfatta. ‘Wicked Wonderland’ è un disco realizzato al di fuori del mio controllo ed a conti fatti non ha nulla a che vedere con il nome Lita Ford, non lo considero un mio vero disco. Non possiede nulla del mio tipico sound, perché non ho avuto controllo sui brani.”
QUANDO SEI ENTRATA IN STUDIO PER REGISTRARE “LIVING LIKE A RUNAWAY”, CHE CAMBIAMENTI HAI PORTATO IN FASE DI SONGWRITING?
“Siamo entrati in studio nella primavera del 2011. Abbiamo trascorso un intero anno per scrivere le nuove canzoni, un tempo lunghissimo, ma necessario per curare ogni aspetto nel miglior modo possibile. In quel periodo vivevo in Florida, praticamente dall’altra parte degli Stati Uniti rispetto allo studio, ogni volta dovevo fare un volo di circa quattro ore per raggiungerlo. Ricordo che ci rinchiudevamo in studio per tre o quattro giorni filati senza pause, per mettere insieme le nostre idee e registrarle, poi tornavo a casa, scrivevo altra musica ed infine mi ritrovavo di nuovo in studio. E’ stato un processo molto lungo ed impegnativo. In questo modo siamo riusciti a lavorare in maniera quasi maniacale sui brani, cambiando ciò che non ci piaceva e perfezionando ogni particolare”.
HAI DICHIARATO DI AVER COMPOSTO UN DISCO PER DARE CARICA, FORZA E SPERANZA ALLE PERSONE CHE LO ASCOLTERANNO. PER QUALE MOTIVO?
“La ragione è molto semplice, credo che la musica faccia proprio questo, dare forza e ricaricare lo spirito. Ci sono momenti in cui una persona vive il peggior periodo della sua vita, magari non ha nessuno con cui parlare, ed in casi come questo la musica può dare un grande aiuto morale e ricaricare le pile. Chi non abbina una canzone specifica ai momenti migliori della propria vita? La musica è un linguaggio universale, raggiunge tutti anche se un brano è cantato in una lingua straniera. Da sempre la musica mantiene le persone vive e forti, è successo e succede tuttora anche a me”.
COME TI SEI TROVATA A LAVORARE INSIEME AL PRODUTTORE GARY HOEY ED AL PAROLIERE MICHAEL DAN EHMIG?
“Non avrei potuto chiedere di meglio. Gary è un grandissimo produttore , forse molti lo conoscono principalmente come chitarrista, ma dischi come ‘Living Like A Runaway’ dimostrano tutto il suo valore anche in questa veste. Anche Michael è un professionista di prim’ordine, lo conosco da moltissimo tempo. Il primo brano che abbiamo scritto insieme fu ‘Lisa’, dal disco ‘Stiletto’ del 1990. Quella canzone fu veramente particolare, dedicata a mia madre che stava morendo di cancro. Volevo a tutti i costi dedicare a lei una canzone, Michael mi ha dato una grande mano ed insieme abbiamo scritto un pezzo davvero magnifico. Da allora tra noi è nata una grande amicizia che è durata per tutti questi anni”.
LA CANZONE CHE CHIUDE IL DISCO, “A SONG TO SLIT YOUR WRISTS BY”, E’ STATA SCRITTA DAL TUO EX MARITO NIKKI SIXX DEI MOTLEY CRUE. CI RACCONTI COME E’ NATO QUESTO BRANO?
“Non è stata una collaborazione vera e propria. Nikki ha scritto questa canzone quindici anni fa per la sua ex moglie, ma la cosa strana è che un bel giorno me la sono trovata sul desktop e non ho tuttora la minima idea di come ci sia finita. Cosa caspita ci faceva una canzone di Nikki Sixx sul mio desktop? E’ apparsa magicamente dal nulla! Quando l’ho ascoltata, mi è piaciuta talmente tanto da voler farne una cover. Ho subito scritto a Nikki una mail chiedendogli da dove proveniva questo brano perché non era dei Motley Crue! Nikki mi ha detto che l’aveva scritto per sua moglie tanti anni fa e mi ha dato il permesso di usarla per una cover. Ho però scritto una versione totalmente diversa da quella originale, il risultato mi ha particolarmente soddisfatto”.
TU E NIKKI SIXX SIETE QUINDI ANCORA MOLTO AMICI NELLA VITA…
“Certamente, Nikki è come mio fratello. Oggi è un grande amico che adoro come se fosse mio fratello, gli posso parlare tranquillamente di qualsiasi cosa, come si fa con le persone più care”.
“LIVING LIKE A RUNAWAY” SARA’ PUBBLICATO IN CINQUE VERSIONI DIFFERENTI. UNA SCELTA AZZARDATA.
“Si tratta di scelte prese dalla mia casa discografica, che ha voluto offrire delle varianti diverse e tutte interessanti del disco. Considerala una mossa per i fans, ad esempio il vinile sta ritrovando interesse, per cui abbiamo scelto di realizzare una versione lp di ‘Living Like A Runaway’. Inoltre ci sono delle bonus track diverse, così i fan possono scegliere quale versione acquistare”.
UN TITOLO COME “LIVING LIKE A RUNAWAY” FA PENSARE SUBITO ALLA TUA PRIMA BAND, LE RUNAWAYS APPUNTO. MOSSA VOLUTA?
“Ci sono ovviamente dei collegamenti. Ricordo quando ero in tour con le Runaways che mi madre mi chiamò al telefono dicendomi di dare il massimo e di spaccare sul palco! Ho sempre avuto in mente le sue parole, girando in lungo e in largo per gli States…’ho vissuto come una fuggitiva’ per l’appunto. Il titolo del mio nuovo disco si rifà a quei momenti”.
AI FAN CHE CHIEDONO UNA REUNION DELLE RUNAWAYS, COSA RISPONDI?
“Per quanto mi riguarda non avrei nessun problema! Sarebbe fantastica una reunion delle Runaways. Diciamo che l’amo è già stato gettato. Da un po’ di tempo sono in attesa di una risposta, per cui teniamo tutti le dita incrociate. Comunque vada, per il momento quello che voglio è concentrare tutte le mie energie su Lita Ford solista e su ‘Living Like A Runaway’”.
ANDRAI IN TOUR CON DEF LEPPARD E POISON, CHE NE PENSI DI QUESTE BAND?
“Sono molto felice di poter suonare con grandi nomi come Def Leppard e Poison, hanno reso grande la scena rock e credo che la mia musica si sposi molto bene con la loro proposta”.
QUANDO SALI SU UN PALCO PROVI ANCORA LE STESSE EMOZIONI DEI TUOI ESORDI O IL MESTIERE TI HA RESO PIU’ FREDDA?
“Ogni volta che sto per salire sul palco sono sempre agitata, non potrei mai suonare senza sentimenti vivi che mi alimentino, che mi diano quel fuoco che poi scarico mentre suono! Le emozioni sono l’anima della musica”.
LITA, DA CHITARRISTA C’E’ NESSUN GIOVANE AXEMAN CHE TI HA PARTICOLARMENTE COLPITO?
“Se devo essere onesta, ti dico di no. I chitarristi che mi piacciono sono in giro da parecchi anni. Uno dei chitarristi che adoro di più in assoluto è C.C. Deville dei Poison, il suo shred è semplicemente fantastico!”.
TRA GLI ANNI SETTANTA E OTTANTA, SEI STATA UNA DELLE PRIMA CHITARRISTE, O MEGLIO ROCKER, DONNA. CREDI DI AVER APERTO LA STRADA ALLE GENERAZIONI SEGUENTI?
“Spero di sì, ma non è questo il punto. Ho sempre cercato di dare il meglio di me, di suonare allo stesso livello dei musicisti uomini. Negli anni ho ricevuto dimostrazioni di affetto da molte ragazze, che mi hanno scritto di aver iniziato a suonare grazie a me, prendendo la mia carriera come esempio. Non nego che questi gesti mi hanno dato molta soddisfazione, segno che qualcosa di buono ho combinato (ride, ndR)”.
HAI ANCORA QUALCHE OBIETTIVO DA REALIZZARE CON LA TUA MUSICA?
“Certo che ne ho, credo di non aver ancora raggiunto il top. Per cui mi impegnerò sempre al massimo per offrire la miglior musica possibile!”.