LOGIC OF DENIAL – L’Italia Che Cresce

Pubblicato il 23/11/2010 da


Nuove interessanti realtà death metal stanno spuntando come funghi anche e soprattutto nel nostro paese, di questi tempi! Di recente ci hanno fatto una bella impressione gli emiliani Logic Of Denial, un quartetto molto giovane che sul suo debutto su The Spew Records, “Necrogenesis”, ha messo in mostra delle valide doti compositive abbinate a un genuino entusiasmo. Ovviamente, solo il tempo saprà dire dove potranno davvero arrivare questi ragazzi, ma delle buoni basi ci sono senz’altro e se il prossimo full-length rappresenterà un passo in avanti sia in termini di personalità che di songwriting, allora ci sarà proprio da ben sperare! Intanto, per conoscere meglio la band, abbiamo deciso di sottoporre loro la seguente serie di domande…

VI SIETE FORMATI NEL 2006 E AVETE APPENA PUBBLICATO IL VOSTRO DEBUT ALBUM: PROBABILE QUINDI CHE MOLTI DEI LETTORI NON VI CONOSCANO. PER PRIMA COSA VI ANDREBBE PERCIO’ DI PRESENTARE I LOGIC OF DENIAL E RIASSUMERNE LA STORIA SIN QUI?
“Come dicevi, ci siamo formati nel 2006, e dagli esordi fino al 2008 abbiamo registrato due demo: ‘Art of Psychophagy’ e ‘Spirals of Downfall’, entrambi registrati con lineup differenti che, necessariamente, hanno condizionato il tipo di sound che abbiamo ricercato in quegli anni, cercando di suonare quanto più possibile dove se ne presentasse l’occasione. Della formazione originale ora sono rimasti Alle alla chitarra, e Matt dietro al microfono. Diciamo che il punto di svolta, quanto a direzione stilistica, avviene nel 2008, con alcuni decisivi cambi di lineup e l’ingresso di Danny dietro alle pelli; è stato in quel contesto che sono nati i presupposti per la registrazione di ‘Necrogenesis’, e che si sono poste le basi più concrete per il nostro lavoro, oltre che per sviluppare una nostra proposta musicale che ci vedesse veramente coesi”.

CHE COSA VI HA PORTATO A SUONARE DEATH METAL? QUALI SONO STATI I PASSI PRINCIPALI DELLA VOSTRA CRESCITA MUSICALE?
“La matrice death metal nei LoD nasce da una predisposizione a monte, un sentimento strisciante già presente agli albori. E’ stata molto naturale, quasi scontata come evoluzione. Ci è bastato abbracciare la nostra propensione a suonare e vivere la musica estrema in toto, per arrivare a non poterne più fare a meno. Ognuno di noi infatti, pur ascoltando di tutto e avendo background ed esperienze musicali anche diversi, ha sempre visto nel death metal, inteso nella sua accezione più completa, il naturale punto d’approdo per quello che volevamo esprimere veramente”.

CHI E COSA INFLUENZA IL SOUND DEI LOGIC OF DENIAL? E COME NASCE SOLITAMENTE UN VOSTRO BRANO?
“Beh, le influenze come al solito sono le più svariate, dalla scuola death-brutal più tradizionale, al death metal brutale e terribilmente moderno di gruppi come Behemoth, Nile e Hour Of Penance. Ogni nostro brano nasce dalla mente malata di Alle che, finora, ha sempre impostato la struttura principale con tutti i riff portanti, per poi sottoporla a tutto il gruppo al fine di analizzarla e rielaborarla tutti insieme, correggendo, tagliando e integrando il tutto in un lavoro di gruppo. Alla base di questo modus operandi c’è la ferrea volontà di mantenere una struttura decisionale democratica e partecipata all’interno della band, cosa non così frequente al giorno d’oggi”.

“NECROGENESIS” SUONA COME UN CLASSICO DEBUT ALBUM: SI SENTONO LE VOSTRE INFLUENZE E SI SENTE CHE E’ STATO COMPOSTO IN UN LASSO DI TEMPO NON TROPPO RISTRETTO, VISTO CHE PRESENTA UNA GAMMA ABBASTANZA AMPIA DI SOLUZIONI. COME LO VEDETE A QUALCHE TEMPO DALLA SUA REGISTRAZIONE? AVETE GIA’ UN’IDEA DI DOVE VOLETE ANDARE A PARARE CON IL PROSSIMO LAVORO?
“Beh, indubbiamente Necrogenesis si potrebbe definire la ‘summa’, rielaborata alla luce dei cambi di lineup, di tutto quello che abbiamo fatto, pensato e arrangiato negli ultimi tre anni. Nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è comunque passata, siamo pienamente soddisfatti di questo lavoro, ne andiamo fieri, ma non possiamo fare a meno di guardare già molto avanti. A livello compositivo la nostra evoluzione procede a ritmo serrato, abbiamo già pronti alcuni nuovi pezzi che pur mantenendo inalterate certe nostre caratteristiche (quelle, per intenderci, più originali), tendono a discostarsi a livello stilistico dai pezzi più vecchi. D’altronde fossilizzarsi in eterno su un’unica strada sarebbe da sciocchi, non trovi? Quindi sì, i nuovi pezzi saranno diversi da quelli presenti su ‘Necrogenesis’. Stiamo spingendo sempre più l’acceleratore su certe caratteristiche e per il prossimo album… ne vedrete delle belle!”.

COME E’ STATO RAGGIUNTO IL CONTRATTO CON THE SPEW RECORDS? AVETE IMPIEGATO MOLTO TEMPO PER TROVARE UNA “SISTEMAZIONE”?

“Trovare un contratto per promuovere la band e distribuire ‘Necrogenesis’ non è stato così immediato, sono noti i problemi che in Italia tendono ad esserci, in particolare quando si suona questo genere di musica. Clod ha apprezzato il nostro lavoro, e questo ci rende particolarmente orgogliosi se si pensa al livello qualitativo raggiunto da lui, sia spendendosi in prima persona come musicista (basti pensare ai Septycal Gorge, una delle nostre band preferite, o al lavoro eccezionale che ha svolto nei Blasphemer, o ancora ai nuovi Modus Delicti, anche loro su The Spew), che tramite l’etichetta nell’underground italiano e non solo”.

I TESTI DI “NECROGENESIS” SONO ISPIRATI A LOVECRAFT, COME VOI STESSI SPECIFICATE. COME E’ NATA L’IDEA DI TRATTARE LE OPERE DELLO SCRITTORE STATUNITENSE E DI COSA PARLANO I TESTI NELLO SPECIFICO?

“Soprattutto Matt e Alle sono da diversi anni fan di Lovecraft. E’ uno dei più ispirati e illuminati scrittori del terrore, difficilmente eguagliabile. Leggere un racconto di Lovecraft vuole dire immergersi in un mondo che va oltre il nostro, una dimensione in cui l’angoscia e la maestosità di ciò che potremmo definire ‘mistico’ si fondono, intrecciandosi in un unico grande magma. In ‘Necrogenesis’ abbiamo tentato di rappresentare proprio questo, la piccolezza dell’uomo di fronte alla grandiosità di forze oscure e insondabili. Inutile dire che i testi sono l’estrinsecazione di quello che abbiamo appena detto. La paura della morte, l’inconoscibilità di un male strisciante, il terrore per l’ignoto sono solo alcuni dei temi affrontati per tutta la durata dell’album”.

VI CONSIDERATE UNA LIVE BAND? COME SONO STATE LE VOSTRE ESPERIENZE SOTTO QUESTO PROFILO SINO A OGGI? AVETE IN PROGRAMMA CONCERTI E/O TOUR NEL PROSSIMO FUTURO?
“Indubbiamente la dimensione live è fondamentale per qualsiasi gruppo in qualsiasi genere musicale, e i LoD non fanno eccezione in questo. Purtroppo, come si sa, tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo un mare, nel nostro caso di dimensioni notevoli. Diciamolo pure, in Italia non è affatto facile riuscire a suonare death metal con un’elevata costanza. La volontà d’altra parte c’è, quindi siamo fiduciosi di poter portare la nostra musica in più posti possibile, non ci siamo mai posti limiti di spazio; e siamo orgogliosi di aver condiviso il palco con band eccezionali, suonando in festival partecipati come il Tattoo Death Fest! Grazie al contratto con The Spew stiamo finalmente iniziando a vedere qualche data in più e ne siamo davvero contenti. Aspettando di poter andare anche in tour, cosa già nell’aria peraltro (incrociamo le dita!)”.

TROVATE DIFFICILE SUONARE DEATH METAL IN ITALIA? QUALI SONO LE DIFFICOLTA’ CHE UNA GIOVANE BAND COME LA VOSTRA DEVE AFFRONTARE AL GIORNO D’OGGI PER EMERGERE O SEMPLICEMENTE PER RIUSCIRE A ESSERE PRESA IN CONSIDERAZIONE?
“La scena death metal italiana si scontra quotidianamente con un grande paradosso: molti gruppi (alcuni incredibilmente validi peraltro) e poca partecipazione a livello di pubblico, nonché, di conseguenza, scarso interesse da parte di chi organizza concerti nell’investire su questo settore musicale. Certo, un contratto aiuta, ma molto spesso le band emergenti italiane (death) si scontrano con diversi problemi oggettivi, come ad esempio la mentalità (chiusa) imperante, o l’impossibilità di suonare dovuta ad un nome non ancora conosciuto. Non è un mistero il fatto che ad aprire per i gruppi più conosciuti che suonano nel nostro paese siano sempre gli stessi, triti e ritriti gruppi. Per fortuna (e questo è un punto a favore della scena death italiana), il clima che si respira, che abbiamo sempre percepito, è sempre fondato sulla coesione e sulla volontà di supportarsi l’un l’altro. O almeno questo è quello che cerchiamo di fare noi Logic Of Denial insieme a tanti altri gruppi di cui siamo diventati amici (Septycal Gorge, Sickening, Hateful, Antropofagus, solo per citarne alcuni)”.

DOVE VEDETE I LOGIC OF DENIAL FRA CINQUE ANNI DA OGGI? QUALI SONO LE SODDISFAZIONI CHE VOLETE ASSOLUTAMENTE TOGLIERVI E GLI OBIETTIVI CHE DESIDERATE RAGGIUNGERE?
“Quella dei LoD è una macchina in continuo movimento. Non so dove saremo fra cinque anni, ma di soddisfazioni da toglierci ne abbiamo a iosa. Dai tour con gruppi di rilievo, alla partecipazione a festival importanti, alla possibilità di diffondere il nostro verbo in più parti del globo, le occasioni per divertirci e raggiungere nuovi traguardi negli anni a venire spero non mancheranno. Ma già leggere commenti profondi e sinceri come quelli di Meatgrinder, che ci ha dimostrato di aver compreso pienamente quello che volevamo esprimere con il nostro primo disco, o di Giulio degli Hour of Penance; così come vedere le nostre magliette indossate da Max dei Vomit The Soul, dallo stesso Clod e da Mariano dei Septycal Gorge, ci rende enormemente orgogliosi, e ci da una spinta enorme per fare ancora meglio in futuro!”.

GRAZIE PER L’INTERVISTA, A VOI LE ULTIME PAROLE!

“Grazie a te Luca e a tutto lo staff di Metalitalia per averci concesso questo spazio! Speriamo che l’album vi piaccia, e supportiamo tutti l’underground death metal! Stay brutal, a presto!”.

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