Lord Agheros, la creatura musicale di Gerassimos Evangelou, ha da poco dato alle stampe l’ottimo “Koiné”, un album capace di unire tradizione e sperimentazione che ci ha accompagnato in un viaggio oscuro eppure vivo e vitale, tra linguaggi e culture vicine e lontane. Non potevamo esimerci, dunque, dal raggiungere il creatore di questa interessantissima realtà per approfondire con lui le molteplici sfaccettature di “Koinè”, un lavoro che l’autore stesso ci consiglia di ascoltare in solitudine, accompagnati da una buona bottiglia e con il giusto stato d’animo per raggiungere gli angoli più remoti del proprio essere. D’altra parte Lord Agheros non è una band convenzionale e non è un caso se la sua musica è stata messa in scena solo in pochissime occasioni. Scopriamo perchè lasciando la parola a Gerassimos.
CIAO E GRAZIE PER LA DISPONIBILITÀ PER QUESTA INTERVISTA. VISTO CHE SI TRATTA DELLA PRIMA INTERVISTA SUL NOSTRO PORTALE, TI VA DI PRESENTARE IL PROGETTO LORD AGHEROS AI NOSTRI LETTORI?
– Lord Agheros nasce quasi per gioco nel 1999 dopo vari esperimenti sonori, ma sempre agganciati alla variante del metal più estremo e di nicchia. Mi piaceva fondere quello che più mi piaceva a qualcosa che avesse sempre l’attenuante emotiva, un’alchimia di suoni e sensazioni, a volte cupi, ammantati da quel sottile velo malinconico che permette di far entrare a fondo ogni singola emozione. Custodito gelosamente in un cassetto, ha preso vita nel 2007, fortemente deciso nel far conoscere il mio stile e personalità musicale mi sono lanciato, e grazie anche alla My Kingdom Music da allora non mi sono più fermato.
“KOINÈ” ESCE A DISTANZA DI QUASI VENT’ANNI DAL PRIMO ALBUM COME LORD AGHEROS. TI VA DI FARE UN BILANCIO DI QUESTI VENT’ANNI? COME TI SEI EVOLUTO COME MUSICISTA E COME AUTORE?
– Più che evoluzione parlerei di convinzione. Dietro ogni progetto c’è sempre un piano ben definito che porta alla chiusura di un album. Ho sempre adottato il discorso ‘concept’ ad ogni mia opera, un esempio sono “As a Sin”, “Of Beauty and Sadness” e “Demiurgo”. Ogni album è un concetto a sé, ma questa trilogia va a formare IL concept che avevo in mente. Solitamente i pochi cambiamenti che faccio sono sempre atti a turbare l’ascoltatore, in positivo: quel cambio che non ti aspetti, quell’idea che può risultare malata, proprio per dissociarmi da ogni tipo di clichè e stereotipo musicale.
COME NASCE UNA TUA CANZONE? TU SUONI DIVERSI STRUMENTI, LE IDEE DELLE CANZONI NASCONO PRINCIPALMENTE SULLA CHITARRA O HAI UN METODO DI LAVORO DIVERSO?
– Non vi è un vero e proprio metodo compositivo: nasco sul pianoforte e da allora ne ho fatto il mio campo base, ma non mi troverete mai a strimpellare per ottenere qualcosa da cui possa nascere un’idea. Ti faccio l’esempio di “The Gate of Solitude”: pioveva e tirava un vento forte, cucinavo, sbattevano le persiane esterne ma una di loro fece involontariamente un suono che mi fece piombare sul piano e fece partire il fraseggio che conosciamo tutti. Bruciai la cena ma tutt’oggi è il brano che più riporta a Lord Agheros.
LA TUA MUSICA È CARATTERIZZATA DA UNA MOLTEPLICITÀ DI LINGUAGGI: È SEMPRE BELLO VEDERE QUALCUNO CHE AMA TRASCENDERE I GENERI E LAVORARE SEMPLICEMENTE CON LA FORMA DI ESPRESSIONE CHE PIÙ GLI È CONGENIALE IN QUEL MOMENTO. COSA VUOI DIRCI A QUESTO PROPOSITO?
– Usare la musica, la tua, per comunicare qualcosa è sempre l’obiettivo di ogni artista, se poi gli aggiungi la varietà di linguaggi che l’essere umano usa dall’alba dei tempi non devi far altro che rimboccarti le maniche e creare. Dal mio punto di vista, il linguaggio musicale è quello che prediligo in assoluto, poche chiacchere, tanto significato.
DAL PUNTO DI VISTA DEI TESTI, INVECE, QUALI SONO LE TEMATICHE CHE AMI TRATTARE? CONSIDERI IL TESTO UNA COMPONENTE CON LO STESSO PESO DELLA MUSICA O È UN ELEMENTO PIÙ DI CONTORNO?
– Per la prima volta in assoluto, con “Koinè”, ho fatto in modo che ci fossero dei testi da condividere. In tutte le mie opere non ho mai trascritto testi nei booklet, ho sempre preferito l’approccio diretto con i fan, gli ascoltatori – sia in chat che a voce e qualcuno anche a penna, cosa romantica e di un certo fascino in questa era tecnologica. Il trasmettere il messaggio dei testi a tu per tu con chi davvero voleva immedesimarsi è stata una scelta che funzionò all’inizio e che ho portato fino all’uscita di “Koinè”.
LORD AGHEROS È FONDAMENTALMENTE UNA ONE-MAN BAND. SENTI MAI IL BISOGNO DI ALLARGARE LA TUA ESPERIENZA AD ALTRI MUSICISTI?
– Assolutamente no. Ho altri progetti in cantiere con le persone musicalmente più care a me e lì ci scambiamo gusti, esperienze ed idee e qualcosa sta venendo fuori, ma Lord Agheros è frutto del proprio Io intimo, andrebbe a cambiare quello che da anni con il suo modo ‘inaspettato’ di fare musica è diventato.
TU ABITI IN SICILIA, UNA TERRA CHE HA UN FORTE LEGAME STORICO ANCHE CON LE CULTURE MEDIORIENTALI. QUANDO È IMPORTANTE IL LEGAME CON LA TUA TERRA NELLA MUSICA? SENTI QUESTO LEGAME O LA TUA ISPIRAZIONE ARRIVA DA TUTT’ALTRO?
– Non solo la Sicilia, io sono per metà greco da parte di padre, quindi immagina la contaminazione storica, musicale e culturale che mi avvolge: ho solo l’imbarazzo della scelta, se poi aggiungi che la componente paesaggistica di entrambe le terre è unica, il dado è tratto.
SE DOVESSI ACCOSTARE LA TUA MUSICA AD UN’ALTRA ESPERIENZA SENSORIALE O ARTISTICA CHE POTREBBE AIUTARE L’ASCOLTATORE AD APPREZZARLA MEGLIO, COSA SUGGERIRESTI?
– Come scrivevo sopra, Lord Agheros va ascoltato in totale solitudine, magari in un contesto autunnale, accompagnati da un buon bicchiere, il tutto nella maniera più intima e personale. Ogni emozione va custodita, protetta, quindi in giusto contesto è la parte più sicura per esaltarla al massimo.
TI VA DI SCEGLIERE CINQUE DISCHI CHE HANNO CONTRIBUITO IN MANIERA SENSIBILE ALLA TUA FORMAZIONE COME ARTISTA E MUSICISTA?
– Più che formazione musicale, al nutrimento dell’anima. Sono cresciuto con Vangelis, ho amato gli Aphrodite’s Child, mi sono incantato con Ennio Morricone, ho amato con Tiersen, ho gioito con Zimmer, ho urlato con i Sepultura e fatto a botte con la vita insieme ai Deicide; non vi è una vera e propria classifica, c’è un castello fatto di mattoni musicali che durerà nei tempi.
LA TUA MUSICA È STATA PORTATA IN SCENA POCHISSIME VOLTE, UNA SCELTA IN CONTROTENDENZA RISPETTO ALLA MAGGIORANZA DELLE BAND CHE VEDE ORMAI L’ALBUM QUASI COME UN VIATICO PER ANDARE POI IN TOUR. COME MAI QUESTA SCELTA?
– Lord Agheros è la parte intima di Gerassimos, qualcosa di molto personale, solo due volte in vita sua è uscito in sede live, con il mio amico Michele degli Inchiuvatu. Facemmo sold-out e fu un’esperienza indimenticabile. Portare Lord Agheros live è davvero faticoso, non mi limito a prendere dei session men, ma creo una forma di spettacolo con tanto di ballerine e giocolieri, tutto ammantato da un’atmosfera unica, cosa che purtroppo verrebbe molto dispendioso per chi organizza live e per fortuna non è una delle mie più grandi aspirazioni. Lord Agheros va ascoltato in solitudine, un approccio personale con il lato personale di chi ascolta.
COSA DOBBIAMO ASPETTARCI ORA DA LORD AGHEROS?
– Come direbbe Francesco Palumbo della My Kingdom Music, con Lord Agheros aspettatevi sempre l’inaspettabile. Questa frase me la porto ormai da anni e sorrido ogni volta che creo qualcosa. In cantiere c’è tanta roba, magari già in attesa di essere conclusa, ma per adesso godiamoci “Koinè”.