Nella categoria ‘musicisti chiacchieroni’ ricade di sicuro il nostro Luca Turilli: il chitarrista fondatore ed ex membro dei Rhapsody Of Fire è infatti decisamente un amante delle chiacchiere, e si butta con arguzia e entusiasmo su qualsiasi discorso riguardi anche solo lontanamente musica o cinema. Nella penombra di un locale milanese ancora chiuso al pubblico, abbiamo infatti cominciato con domande ‘di rito’ sul remixaggio in dolby dell’ultimo album dei Luca Turilli’sRhapsody, ma presi dal discorso si è andati presto a toccare argomenti inaspettati come Al Bano e i cantautori italiani Anni ’60…
SIAMO QUI PER PARLARE DELLA RIVOLUZIONE DOLBY-ATMOS E DEL RUOLO DEL PROGETTO TURILLI’S RHAPSODY IN TUTTO QUESTO… CI PUOI RACCONTARE COME SONO ANDATE LE COSE? COME È NATA L’IDEA DI RIREGISTRARE LA TUA ULTIMA USCITA PER RENDERLA COMPLIANT A QUESTA NUOVA TECNOLOGIA?
“E’ successo tutto per caso. E’ stato Chris Heil, produttore e fonico famosissimo con esperienze con Queen, Scorpions, Brian Adams e altri, a contattarmi e a propormi la cosa. Lui lavora a dei grossi studi di Monaco, trai pochi equipaggiati per questa tecnologia e in cui si registra quasi esclusivamente per colonne sonore. Ha sentito per caso la nostra musica provenire dalla regia affianco, dove era in atto il mastering del nostro ultimo album. Abbiamo parlato un po’ di come la musica orchestrale o da colonna sonora si sposasse in effetti alla perfezione con alcuni elementi della musica metal, e da lì è partito tutto. Lui ha conoscenze con gente della Dolby, della Yamaha… e ha pensato che il nostro prodotto era perfetto per presentare la tecnologia Dolby-Atmos al mondo, per farla uscire dalle sale discografiche e cominciare a introdurla nelle case”.
TU ED HEIL SIETE QUINDI CONVINTI CHE IL DOLBY-ATMOS DIVERRÀ IL NUOVO STANDARD?
“E’ già così. Nelle sale cinematografiche è diffusissimo, e anche come impianto home ben presto se ne vedranno tanti. La tecnologia corre, si parla già di soundbar, quelle nuove, per il mercato casalingo… non è difficile immaginare che presto si vedranno sempre più prodotti compliant con questa tecnologia. La cosa non ha nemmeno questo grande impatto se ci pensi, visto che comunque questi dischi, compreso il nostro, sono e saranno tutti retro-compatibili alla 5.1. Quello che abbiamo fatto è stato proporre il nostro prodotto su un supporto… allo stato dell’arte. Comunque è ovvio che la nostra convinzione è che questa tecnologia diventerà uno standard. Altrimenti, difficilmente la Dolby o la Yamaha avrebbero investito su una band come la nostra”.
SI ERA GIÀ SENTITO DI UTILIZZI DI QUESTA TECNOLOGIA NELLA MUSICA. METALLICA, ROGER WATERS… COME MAI PENSI CHE LA MUSICA DEI LUCA TURILLI’S RHAPSODY SIA IN QUALCHE MODO PIÙ ADATTA PER MOSTRARE AL MONDO LE POTENZIALITÀ DEL DOLBY ATMOS?
“Per via della commistione tra metal band e orchestra. Sono elementi separati che devono convivere. Quando forniamo il materiale per il mix, un disco degli LT’sRhapsody ha centinaia di tracce. Veramente. Credo sia il mix più difficile al mondo, devi sempre raggiungere compromessi tra i range dinamici di voci e cori, chitarra e violini, batteria e percussioni orchestrali. E’ un macello, si sovrappone tutto. Con il Dolby Atmos, invece le tracce vivono proprio su canali diversi, e non devi sacrificare niente a livello di missaggio dei suoni. Non ci sono veramente limiti, è un esperienza di suono tridimensionale! Anche per me che l’ho composto ascoltare ‘Prometheus’ realizzato con quella tecnologia è stata una versa sorpresa. La nitidezza di parti che nel mix normale si erano perse sotto il peso delle orchestrazioni mi ha letteralmente rapito. Ho ascoltato il disco da loro, in Germania, in uno studio attrezzato, ed è stato incredibile”.
HAI DOVUTO LAVORARE MOLTO PER LA REALIZZAZIONE DI ‘PROMETHEUS’ IN DOLBY-ATMOS?
“No, in realtà no. Gli abbiamo solo mandato le tracce per mix originali dell’album in modo che loro ci lavorassero con la nuova tecnologia. Ho dovuto comunque fare qualcosa, alcune linee di chitarra ho potuto ispessirle, e ho aggiunto qualche sfumatura a livello di suono, ma il lavoro l’hanno fatto tutto loro. Avrò da lavorare sicuramente sul nostro prossimo album, perché Chris mi ha dato dei consigli, delle ricette, per registrare i suoni in modo da venire ancora più incontro a questa tecnologia e alle sue possibilità. Ho intenzione di implementarle, e di cambiare il modo di lavorare, ragionando in maniera già orientata verso quel tipo di supporto”.
PENSI CHE, AL DI LÀ DELLA SICURAMENTE MAGGIORE SPINTA SONORA, ANCHE A LIVELLO PROMOZIONALE VEDRETE EFFETTI POSITIVI A SEGUITO DELLA PUBBLICAZIONE DI QUESTA NUOVA VERSIONE DI ‘PROMETHEUS’?
“Sicuramente sì. Le possibilità sono infinite… verremo conosciuti anche al di fuori dell’ambiente metal, anche da ascoltatori amanti di queste tecnologie, e abbiamo già ora un contatto con il mondo del cinema che prima non avevamo e che ci può aprire diverse porte. Non ci resta che aspettare di vedere le cose come evolveranno”.
DIMMI, SE DOVESSI SCEGLIERE UN ALBUM METAL O ROCK, NON COMPOSTO DA TE, CHE TI PIACEREBBE FOSSE RIMIXATO IN DOLBY ATMOS, QUALE TITOLO MI DIRESTI?
“Di sicuro remixerei in Dolby Atmos ‘Trascendence’ dei Crimson Glory. Ha le caratteristiche giuste. Pensa che parlando con Jon Drenning, anni fa, lui mi raccontò che il disco fu registrato nel ’88 con ben sei linee di chitarre armonizzate. Il risultato, per l’epoca, fu grandioso, basta sentire l’album che, pur senza avere tastiere, sembra quasi un album tastieristico per quanto bene sono appunto armonizzate le chitarre tra loro. E poi la voce di Midnight distribuita su più tracce con un effetto tridimensionale… sarebbe davvero un sogno. Midnight è un po’ il Geoff Tate della musica fantasy e evocativa, il genere cioè che piace a me, e infatti lo amo alla follia, davvero! Comunque sono sicuro della mia scelta, quel disco è grandioso, emette una spiritualità incredibile, e risentirlo realizzato con questa tecnologia sarebbe qualcosa di epocale. Non posso nemmeno pensarci”.
VORREI LANCIARTI UNA PROVOCAZIONE. ALL’INTERNO DELLA SCENA POWER ATTUALE, SI SENTONO SPESSO GIOVANI MUSICISTI DIRE: ‘SONO NATO NEL DECENNIO SBAGLIATO, AVREI VOLUTO FARE QUESTA MUSICA NEGLI ANNI ’90’… TU PERÒ SEMBRI UN PERSONAGGIO CON LE SCARPE APPOGGIATE SUL PRESENTE, E QUINDI TI CHIEDO SE ANCHE TU CONDIVIDI QUESTA VISIONE O AL CONTRARIO LA TROVI LIMITANTE.
“Guarda, come ascolti invece cado proprio in questa categoria. Io ascolto oramai sempre le stesse cose, e sono tutti prodotti di decenni fa. ‘Trascendence’ dei Crimson Glory. I due ‘Keeper (‘Keeper Of The Seven Keys’, doppio album degli Helloween, ndR)’. Come gusti relativi al metal, il mio decennio è quello. Ma da lì a dire che sono nato nel decennio sbagliato ce ne vuole! Io ora registro musica per il 2016, questo faccio, e non vorrei registrarla negli Anni ’80 o ’90. Ascolto musica di un periodo più vecchio… ma quello è solo questione di gusti, no?”.
HAI PARLATO DI ASCOLTI ANCHE DIVERSI DAL METAL… IN QUELL’AMBITO QUALI SONO GLI ARTISTI CHE APPREZZI DI PIÙ?
“Ascolto di tutto, davvero. Non sarei un compositore se no. Almeno, non sarei stato per tutti quegli anni il campositore dei Rhapsody, diciamo, visto che proprio i Rhapsody si sono sempre dati un ventaglio di possibilità più ampio rispetto alla media delle altre band metal. Per farti qualche nome, ascolto ad esempio Madonna. Una band che in questo momento mi fa impazzire sono di sicuro i Muse! Penso che siano una band eccezionale perchè a cavallo tra l’approccio della scena metal e l’orecchiabilità del pop. Possono piacere a un bacino di utenza ampio, ma si sente che non è quel pop che nasce solo dal portafoglio. E’ musica con cuore e anima, ed è per questo che l’adoro. Mi viene da dirti che vorrei essere il chitarrista dei Muse! Quello sarebbe bello!”.
HAI UN VENTAGLIO DI GUSTI DAVVERO ECLETTICO!
“E non ti ho detto tutto! Non lo sanno in molti, ma io nasco come ascoltatore dalla musica italiana degli Anni ’60 e ’70. Le grandi voci del nostro Paese! Come Massimo Ranieri, Mino Reitano o Albano Carrisi, non quello con Romina, il vero Al Bano artista. Sono i gusti che ho ereditato da mia madre. Anche Celentano o Morandi mi piacciono tuttora molto! C’è musica e musica ovviamente, e quello che faccio io ha niente a che spartire con il periodo dei grandi cantautori italiani, ma molta stampa estera mi dice che nelle linee vocali che scrivo si sente la matrice di quella musica. Un po’ l’uso delle tonalità minori, il gusto per il teatrale e il drammatico… forse li ho mutuati da quell’approccio al cantato. Declinato, ovviamente, su un genere musicale molto diverso”.
MA AL METAL COME CI SEI ARRIVATO?
“Quando avevo quindici o sedici anni, mi piaceva dire che ascoltavo rock. Ma erano gli Spandau Ballet, i Duran Duran… quello era il rock per me. Non ne sapevo molto. Pensa che mi piacevano gli Europe, come a tutti, e che su uno dei miei pezzi preferiti ‘The Final Countdown’, criticavo aspramente proprio l’assolo di John Norum! ‘Perchè questo suono così strano che rovina la canzone?’ mi chiedevo. ‘Non potrebbero farlo con la tastiera?’. Quanto tempo è passato da allora! Comunque l’incontro con il metal è avvenuto al liceo. Sai i compagni di banco, quelli costantemente in ultima fila? Ero uno di loro! Fu lì che ascoltai con un compagno i ‘Keeper…’ per la prima volta e che mi innamorai di questo genere. Fui aiutato dalle melodie facili, quelle splendide linee vocali di Kiske, che a livello di fruibilità non mi sembravano un salto così grande rispetto per dire i Duran Duran. Poi i miei ascolti si sono affinati, e penso che alla musica che scrivo ora ci sono arrivato fondendo l’amore per questo metal molto ‘facile’, molto melodico, con la drammaticità e la magniloquenza derivate appunto dalla musica classica e dallo stile cantautorale di cui ti parlavo”.
LE TEMATICHE FANTASY INVECE DA DOVE NASCONO?
“(Ride, ndR) Prendi sempre nel segno! E se ti dicessi che porto i capelli lunghi non perché sono fan del metal, ma per via di Conan il Barbaro (altre risate, ndR)? E’ vero comunque, la mia fonte di ispirazione per alcune tematiche, compreso il mio aspetto da giovane, è stata a cinematografia eroica a sfondo fantasy. Conan, Willow, La Storia Infinita… è grazie a quello che mi sono avvicinato a queste tematiche. La musica qui centra di meno, anche se sono stato fan dei Manowar per degli anni! Erano uno dei miei gruppi preferiti, li ascoltavo continuamente. Ora che ci penso, come ascolti ho quasi completamente saltato la parte di metal americano, i miei ascolti si concentravano sull’heavy-power europeo, ma i Manowar sono sempre stati un eccezione!”.
QUINDI VOLENDO FARE IL PROFILO ALLA MUSICA CHE COMPONI POTREMMO MISCHIARE ASSIEME CANTAUTORI ITALIANI, POWER EUROPEO ALLA HELLOWEEN, MUSICA CLASSICA, TEMATICHE HEROIC FANTASY ALLA MANOWAR E CINEMATOGRAFIA KOLOSSAL AMERICANA. MI SBAGLIO?
“Un bel miscuglio!(ride, ndR) Manca la musica folk, però. Quando già scrivevo con i Rhapsody, avevamo appena iniziato, sentii sulla RAI un servizio sulla musica rinascimentale. C’era un clavicembalo che suonava. Mi ricordo che sentii quel suono e mi precipitai da Alex (Staropoli, ndR) per parlargliene. Saltò fuori che suo fratello suonava in un ensemble di musica di quel tipo! Sfruttando la spinta di quella novità, componemmo al volo in quella settimana due pezzi: ‘Forest Of Unicorns’, che poi fu arrangiata in modo diverso, e ‘Rage Of The Winter’. La cosa bella fu che quando uscirono ‘Legendary Tales’ e ‘Symphonies Of The Enchanted Lands’ tutti ci diedero dei pionieri, parlarono di musica mai sentita prima… ma era tutta musica già sentita prima! Noi l’abbiamo solo riconcepita in un modo forse inaspettato. una cosa che tra l’altro avevano già fatto i Blind Guardian, anche se in maniera forse meno spinta. Parlavano anche di stile ‘cinematic’ ma non c’era niente di cinematico allora. Quello che faccio adesso io, è ‘cinematic’. Compongo in maniera diversa, gli strumenti orchestrali sono davvero usati: su quegli album bastavano due layer di tastiera e un suono un po’ strano per far cadere tutti dalla sedia. Pensa che ai tempi lavoravamo per comporre su una tastiera, la Korg01… ora uso almeno tre computer diversi!”.
INSIEME ALLA VERSIONE DOLBY-ATMOS DI “PROMETHEUS”, NEL COFANETTO TROVANO SPAZIO ANCHE DUE DVD CONTENENTI REGISTRAZIONI DA CONCERTI TENUTI NEGLI ULTIMI DUE ANNI IN GIRO PER L’EUROPA. COME MAI AVETE SCELTO DI ACCORPARLE AL PRODOTTO AUDIO DI CUI ABBIAMO PARLATO FINORA? NON PENSATE CHE LA PARTE CONCERTISTICA PASSI PIÙ CHE ALTRO PER UN BONUS?
“Il concerto è una parte importantissima di questo prodotto. Anche se la novità, per così dire, era il remissaggio in Dolby Atmos, secondo me un fan del progetto riterrà quasi più importanti i due DVD dal vivo. Per quanto riguarda me, sono fierissimo di quel prodotto e non voglio assolutamente che venga considerato come un ‘bonus’. E’ il primo vero ‘live’ che registro in carriera – quello registrato in Canada con i Rhapsody Of Fire era più che altro un documentario – e quindi rappresenta l’immagine più completa possibile della mia band su di un palco. Se ci pensi, i brani registrati sono praticamente l’80% del nostro intero repertorio! Difficile fare un DVD live più completo: ci sono brani dalla mia carriera solista, brani nuovi e classici dei Rhapsody. Non potrei davvero immaginare di metterci dell’altro! Anche questo è stato un lavoro professionalissimo, la registrazione è avvenuta completamente in analogico, e le parti in studio le abbiamo affrontate ai Domination Studios di Mularoni. Anche questa è stata una bella scoperta, poiché ho sempre evitato gli studi italiani, li ritenevo amatoriali rispetto a quelli tedeschi. Invece qui ho trovato una professionalità davvero estrema. Mi sono proprio dovuto ricredere!”.
PRIMA DI CHIUDERE UNA DOMANDA SULLA REUNION CON FABIO LIONE È D’OBBLIGO… SUI FORUM SE NE STANNO DICENDO DI OGNI!
“Immagino che le voci si stiano sprecando, soprattutto quelle maligne. Beh, pazienza. Penso che in molti troveranno sospetto l’abbandono di Fabio in concomitanza con questo tour, tra l’altro senza Alex… ma qui dico: come potrebbe esserci qualcosa di losco sotto se si tratta di un tour di addio? Fosse una reunion, potrei capire, un modo di far soldi su un tempo più lungo… invece no, è solo un ritrovarsi per mettere un punto fermo su una parte di carriera che, almeno per me, è conclusa. Ora, come solista o con i LT’s Rhapsody, il mio scopo è muovermi su territori solamente cinematici. Lavorerò con orchestre, con un tipo di musica più da colonna sonora: questo è quello che mi rappresenta adesso”.