E’ passato poco meno di un anno dalla separazione tra i due leader dei Rhapsody Of Fire, il chitarrista Luca Turilli e il tastierista Alex Staropoli, fatto che ha portato alla formazione di due diverse entità entrambe riportanti il nome Rhapsody nel loro monicker. Da un lato i Luca Turilli’s Rhapsody e dall’altro Rhapsody Of Fire. I primi passi delle due band son ben diversi, con Alex Staropoli che porta in tour la nuova formazione dei Rhapsody of Fire forte dell’aggiunta del chitarrista Roberto De Micheli e Luca Turilli che decide invece di pubblicare subito un nuovo e convincente album, intitolato “Ascending To Infinity”. Al suo fianco troviamo il bassista Patrice Guers, il chitarrista Dominique Lerquin, entrambi ex-Rhapsody of Fire, il batterista Alex Landenburg e il talentuoso cantante dei Trick Or Treat, Alessandro Conti. Metalitalia.com ha seguito i fatti da vicino e vi ha già offerto un’intervista ad Alex Staropoli circa le recenti vicende. Ora è invece il turno di Luca Turilli e del suo nuovo frontman Alessandro Conti, i quali ci presentano questa “nuova-vecchia” creatura chiamata Rhapsody, il suo primo lavoro in studio e le prossime date live.
LUCA TURILLI
BENE LUCA, LA PRIMA DOMANDA È D’OBBLIGO LEGATA ALLA SEPARAZIONE DA ALEX STAROPOLI E ALLA FORMAZIONE DI DUE DIVERSE ENTITÀ A NOME RHAPSODY.
“Diciamo la verità: questa dello split non è una cosa dell’ultimo minuto. Ci sono stati vari problemi per i Rhapsody negli ultimi anni, a partire dal cambio di nome (da Rhapsody a Rhapsody Of Fire per problemi di copyright legati all’omonimia con un’altra band, ndr) e altri problemi successivi di cui ancora non possiamo parlare per via del segreto legale (le questioni con Magic Circle Music che determinarono uno stop forzato da dopo ‘Triumph Or Agony’ fino a ‘The Frozen Tears Of Angels’). Il tutto ha portato la band a un punto di non ritorno e non ha certo agevolato il rapporto lavorativo tra me e Alex nel comporre. Più o meno seriamente di questa separazione se ne parlava già da quando i problemi erano molto grossi. Quando per questi motivi il fattore divertimento viene meno e le tue emozioni di artista vengono ostacolate da elementi esterni, è normale che a un certo punto ci sia una separazione. Io a chi mi domanda come mai di questo split, dico sempre di chiedersi semmai come abbiamo fatto a rimanere assieme per così tanti anni e ben dieci album. Non è certo una cosa comune nell’ambito della musica heavy. Per me era importante chiudere la saga fantasy con ‘From Chaos To Eternity’ e poi procedere con lo split”.
CONFERMI DUNQUE CHE SI È TRATTATO DI UNA SEPARAZIONE AMICHEVOLE?
“Io e Alex siamo amici da moltissimo tempo e la separazione è stata assolutamente amichevole. Io e la mia famiglia abbiamo messo un sacco di soldi, veramente cifre da capogiro, per salvare la band e permetterci di usare ancora il nome Rhapsody. Anche Alex ha messo suoi soldi, quindi nessuno di noi due poteva chiedere all’altro di rinunciare al nome Rhapsody. È stato normale che loro continuassero come Rhapsody Of Fire perchè hanno Fabio, il cantante originale che in un certo senso li rappresenta. Io invece ho risolto la questione del copyright aggiungendo il mio nome alla parola Rhapsody. Loro avranno i loro fan in base alla voce di Fabio Lione e io avrò i miei in base alla voce di Alessandro. Ci sarà chi apprezzerà entrambe le band e questo è qello che io e Alex auspichiamo”.
NON TEMI CHE DA UNA BAND IMPORTANTE POSSANO ESSERNE FORMATE DUE DI CALIBRO MINORE?
“Non ci sono problemi, anche perchè non facciamo musica per i soldi, per il mercato. Non lo abbiamo mai fatto per i soldi. Anche quando abbiamo avuto il massimo budget per un album, come nel caso di ‘Symphony Of Enchanted Lands Part. 2’, abbiamo deciso di spendere tutto nella produzione del disco con l’orchestra. Se lo avessimo fatto per soldi sia io che Alex a quest’ora avremmo i nostri mega studi… Per noi l’importante è pagarci i tour, avere i soldi per vivere e aver fatto un grande percorso artistico con dieci album dal 1997 al 2011”.
COME MAI FABIO LIONE HA DECISO DI RIMANERE CON ALEX?
“Sono cose spontanee e naturali. Quando lavori per anni con le stesse persone si formano dei piccoli gruppetti che tendono a stare più insieme e sapevamo che in caso di spearazione Fabio sarebbe rimasto con Alex mentre Patrice Guers (basso, ndr) e Dominique Lerquin (chitarra, ndr) sarebbero venuti con me. Io e loro due vivevamo quasi vicini quando stavo in Francia. Pensa che è stato proprio Fabio a presentarmi Alessandro ma per un progetto in stile Avantasia che avevo in mente”.
COME È CAMBIATO IL MODO DI LAVORARE E COMPORRE SENZA ALEX?
“Quando componevamo assieme c’era un piano di lavoro particolare. Ci trovavamo e componevamo a tavolino. Poi lui finalizzava gli arrangiamenti orchestrali, io adattavo il tutto alla saga fantasy. Un lavoro incredibile che ho fatto per dieci album e non lo rifarei ora. Adesso coi nuovi Rhapsody non sono legato a una precisa storia e ogni pezzo può avere una tematica a sè stante. Ora non sento più nemmeno il bisogno di publicare altri album solisti. La mia carriera solista era infatti un complemento di quella con i Rhapsody con Alex. Gli album solisti dopo il primo erano un modo per comporre qualcosa di differente, più moderno, cosa che non potevo fare finchè avevo una saga fantasy da rispettare”.
“ASCENDING TO INFINITY” È STATO COMPOSTO PRATICAMENTE TUTTO DA TE.
“Sì, per me era importante. Io adoro suonare la tastiera. Anche prima con Alex le parti di tastiera si facevano assieme. Ora però sentivo il bisogno di curare io anche tutta la parte degli arrangiamenti orchestrali. Questo per via del mio amore per il cinema. Ora compongo per i nuovi Rhapsody come comporrei per una colonna sonora di un film o per un trailer. Sul nuovo album, utilizzando la tastiera e le ultime librerie sonore, mi sono occupato di tutto: dal piano al clarinetto, al corno inglese tanto per fare un esempio”.
DIFATTI TU DEFINISCI LO STILE ATTUALE COME “CINEMATIC METAL”.
“C’è una storia dietro a questo. Il tutto con i Rhapsody nacque per amore per le colonne sonore. La prima casa discografica, la LMP, per proporre qualcosa di nuovo ci chiamò ‘Hollywood metal’ e funzionò. Poi, dopo quattro anni, cambiammo etichetta, a loro ‘Hollywood metal’ non piaceva. Io proposi ‘Cinematic metal’, però scelsero “Film score metal’. Ora che ho potuto scegliere io, grazie all’etichetta attuale Nuclear Blast che mi lascia fare tutto quello che voglio, ho finalmente utilizzato il mio ‘Cinematic metal'”.
PERSONALMENTE HO NOTATO QUALCHE SOMIGLIANZA TRA “ASCENDING TO INFINITY” E IL TUO SOLISTA “PROPHET OF THE LAST ECLIPSE” PER VIA DELLE PARTI ELETRONICHE CHE HAI INSERITO E LE ATMOSFERE PIÙ FANTASCIENTIFICHE. CONCORDI SUL FATTO CHE CI SONO MOLTI PUNTI IN COMUNE TRA I NUOVI RHAPSODY E LA TUA CARRIERA SOLISTA?
“Questo non è del tutto corretto perchè il fatto di legare i vecchi Rhapsody a tematiche fantasy è stata una cosa decisa all’ultimo, poco prima di entrare in studio per le registrazioni del primo album. Lì decisi di legare il tutto a un concept fantasy. In realtà i Rhapsody sono sempre stati legati all’elemento cinematico delle colonne sonore. Ora posso comporre materiale non legato al fantasy ma alla science fiction ad esempio”.
HO NOTATO ANCHE VARIE INFLUENZE NELLA MUSICA ITALIANA.
“Certo, io vengo da Celentano, Morandi, Al Bano eccetera. ‘Luna’ ad esempio, la cover che è presente su ‘Ascending To Infinity’, è un pezzo di Alessandro Safina. Doveva essere una bonus track ma all’ultimo momento l’abbiamo messa in tracklist in sostituzione di ‘Fantasia Gotica’, perchè quest’ultima non abbiamo fatto in tempo a completarla. La pubblicheremo gratuitamente in autunno”.
UTILIZZI SPESSO PARTI IN ITALIANO NEI TESTI, ANCHE SE A VOLTE, COME IN CERTI CORI, SENZA LIBRETTO ALLA MANO È UN PO’ DIFFICLE CAPIRE LE VARIE PAROLE.
“Certo, perchè utilizzo un italiano differente da quello moderno ma più ricercato e vicino a quello fiorentino tipico rinascimentale”.
DAL PUNTO DI VISTA STRETTAMENTE CHITARRISTICO HAI ADOTTATO SOLUZIONI DIFFERENTI RISPETTO AGLI ULTIMI LAVORI CON I RHAPSODY OF FIRE?
“Sì, diciamo che sugli ultimi due album con i Rhapsody Of Fire, ‘The Frozen Tears Of Angels’ e ‘From Chaos To Eternity’, anche per il fatto che avevo avviato i miei corsi di chitarra, mi sono voluto esporre di più, usando vari tipi di scale come ad esempio scale etniche giapponesi o cinesi. Sul nuovo album per quanto riguarda gli assoli sono tornato più sul neoclassico. In generale per questo disco ho composto molta musica classica partendo dal piano e passando poi per arrangiamenti con violini e altro. Questa grande presenza di musica classica rende il lavoro in un certo senso più vicino ai primi due album dei Rhapsody, ‘Legendary Tales’ e ‘Symphony Of Enchanted Lands'”.
SU “ASCENDING TO INFINITY” HAI SUONATO TUTTE LE PARTI DI TASTIERA. A TUO GIUDIZIO SEI PIÙ BRAVO COME CHITARRISTA O COME TASTIERISTA?
“No, io non sono bravo nè come chitarrista, nè come tastierista. Non è una cosa banale che dico per rendermi simpatico… Roberto De Micheli, il chitarrista preso dai Rhapsody Of Fire al posto mio e che ha fatto le scuole con me, è dieci volte più bravo di me. Io son stato reso famoso perchè la band è diventata famosa. Prendi le classifiche dei migliori chitarristi… spesso in cima trovi chitarristi che non sono molto bravi ma suonano in band famose e magari più in fondo altri come Jason Becker che dovrebbero stare tra i primi tre. Roberto, come dicevo, ha iniziato a suonare la chitarra assieme a me. Suonavamo otto ore al giorno. Poi lui è andato avanti a suonare otto ore al giorno, io invece mi sono dedicato alla composizione. Ecco diciamo che mi sento bravo più come compositore”.
A LIVELLO DI PRODUTTORE SEI INVECE PASSATO DA SACHA PAETH A SEBASTIAN ROEDER. IN CHE MODO QUESTO CAMBIO HA INFLUITO SUL SOUND DEL DISCO?
“La verità è che già da tempo, almeno quattro album, io e Alex producevamo i nostri lavori e Sacha interveniva più nel mix. A Sascha non è mai piaciuto molto il nostro stile, lui viene da Frank Zappa, però con il suo sound engineering, il suo mix, era comunque parte di una squadra eccezionale. Io ora, volendo fare qualcosa di nuovo e per avere nuovo ossigeno dal punto di vista della metodologia del lavoro, ho preferito cambiare”.
ARRIVIAMO FINALMENTE ALLA PRESENTAZIONE DEL NUOVO CANTANTE ALESSANDRO CONTI. PRIMA DICEVI CHE È STATO FABIO A METTERTI IN CONTATTO CON LUI.
“Sì al momento della separazione con Alex io non sapevo se fossi o meno andato avanti come Rhapsody e da un’altra casa discografica, non la Nuclear Blast, mi era stato proposto questo progetto in stile Avantasia con molti cantanti famosi. Mi offrivano tantissimi soldi per questa cosa (e non era l’unica, c’era anche una proposta esterna per comporre musica per trailer e i videogiochi a cui ora spero di poter dedicare del tempo). Ero in tour con i Rhapsody Of Fire e stavo cercando una voce possibilmente italiana per quel progetto. Fabio mi ha detto: ‘perchè non provi Alessandro Conti che sa prendere quelle note altissime in stile Michael Kiske (ex-Helloween, ndr) dei tempi migliori?’. Io sono un grande fan di Kiske dei due ‘Keeper’ ma per me questo non bastava, perchè volevo una voce che potesse muoversi anche su altri stili, come ad esempio Fabio. Ho quindi chiesto ad Alessandro di spedirmi cento titoli cantati da lui, pezzi che spaziavano dall’heavy metal al pop di Celine Dion, Al Bano o Francesco Renga, tanto per fare alcuni esempi. Nel corso dell’estate mi ha mandato i pezzi uno dopo l’altro e ho capito che era il cantante che cercavo. Sono rimasto stupito nel constatare che potesse cantare anche in maniera operistica in modo incredibile. Decisi di chiamarlo ma per i Rhapsody, perchè nel frattempo avevo deciso di non andare avanti col progetto in stile Avantasia”.
VUOI ANTICIPARCI QUALCOSA CIRCA LE PROSSIME DATE LIVE? (quattro date italiane a novembre, ndr)
“Certo. Cercheremo ovviamente di attirare più gente possibile con questo ‘Ascending To Infinity Cinematic World Tour’. ‘Cinematic’ non è tanto per dire ma è proprio perchè vogliamo proporre un impatto visivo vicino a quello che noi intendiamo come ‘cinematic’. Non posso dire molto ma sarà una cosa dal grosso impatto scenico a cui stiamo già lavorando”.
CHI SUONERÀ LA TASTIERA DAL VIVO?
“All’inizio l’idea era che suonassi qualcosa anche io ma poi non era il massimo cambiare da chitarra a tastiera e vice versa nel corso dello show, quindi ho preferito prevedere un tastierista turnista per il tour”.
VUOI ANTICIPARCI QUALCOSA CIRCA LA SETLIST?
“Ovviamente ci saranno pezzi del nuovo album. Poi faremo anche alcuni miei brani solisti che mi sono stati spesso richiesti e altri soprattutto dai primi album dei Rhapsody. Invito tutti alle prossime date live. Non sarà un semplice show. Terremo fede al motto ‘born to sound cinematic’ che ha coniato la Nuclear Blast con qualcosa di visivamente molto importante. A presto!”
ALESSANDRO CONTI
ALESSANDRO, TU PASSI DA TRICK OR TREAT A RHAPSODY. DECISAMENTE UN BEL SALTO…
“Direi di sì. Diciamo che con i Trick si è lavorato duramente negli anni e quindi è bello essere premiati. Abbiamo raggiunto una buona visibilità grazie a cui siamo saltati all’occhio di nomi come Rhapsody o Helloween e Stratovarius con i quali siamo andati in tour”.
COME CI SI SENTE A PRENDERE IL POSTO CHE NELL’ALTRA VERSIONE DEI RHAPSODY È RICOPERTO DA UN CANTANTE COME FABIO LIONE? TEMI IL CONFRONTO?
“Ci può stare che i fan facciano dei confronti. Fabio è un grandissimo cantante ed è normale che qualcuno preferisca lui a me, soprattutto in certi ambiti nei quali è del tutto inarrivabile. Spero di per contro di avere anche io delle altre qualità che lui non ha. L’importante però è non deludere la maggior parte dei fan… qualcuno di deluso sicuramente ci sarà, è sempre così e fa parte del gioco”.
SUL BRANO “CLASH OF THE TITANS” HAI UTILIZZATO ANCHE UN CANTATO SPORCO IN CERTI PUNTI. UNA PRIMA PROVA?
“Si è trattata di una cosa non prevista che abbiamo provato in studio e ci è piaciuta. È stato un esperimento che credo ripeteremo nei prossimi album”.
RIMARRAI NEI TRICK OR TREAT ANCHE ORA CHE SEI ENTRATO IN QUESTA VARIANTE DEI RHAPSODY?
“Sì certo. Abbiamo appena finito di registrare il nuovo album che uscirà dopo l’estate”.
GLI ALTRI RAGAZZI DEI TRICK OR TREAT COME HANNO PRESO QUESTO TUO IMPORTANTE INGAGGIO?
“Sono contenti… certo ora ci sarà da programmare tutto con più cura perchè con i Rhapsody gli impegni vengono programmati con largo anticipo e quindi dovremo far slittare alcune date”.
DEI TRICK OR TREAT COVER BAND DEGLI HELLOWEEN COSA MI DICI? SIETE ANCORA ATTIVI DA QUEL PUNTO DI VISTA?
“No cover non ne facciamo più già dall’uscita del secondo album ‘Tin Soldiers’. Difatti abbiamo qualche data in meno di prima ma va bene così”.
SULLA BIOGRAFIA HO LETTO CHE HAI CANTATO E STUDIATO ALLA CORALE LIRICA ROSSINI DI MODENA, VUOI DIRCI QUALCOSA IN PIÙ?
“Sì alla Corale di Modena ha cantato anche Pavarotti prima di diventare famoso e anche suo padre, un’altra incredibile voce. La Corale è un’entità storica e prestigiosa, anche se semi amatoriale. Io sono entrato nel 2003, facendo il provino come tenore primo. È un’esperienza importante, perchè cantare in una corale ti insegna molto. Tu non senti quello che canti ma senti quello che canta chi ti sta vicino nel coro, quindi devi essere molto concentrato sulla voce. La preparazione di un’opera dura mesi e l’esecuzione, che deve essere perfetta, dura ore. Quando invece vai sul palco con una band hai la tua spia in cui ti senti e non è un grosso problema se non è tutto perfetto. Quindi risulta estremamente facile cantare in queste condizioni dopo che hai fatto un’esperienza in una corale”.
QUALI SONO, OLTRE IMMAGINO A MICHAEL KISKE, I CANTANTI CHE TI HANNO ISPIRATO?
“Nel metal Kiske ovviamente è sempre stato il mio punto di riferimento. Poi direi anche Bruce Dickinson, Andrè Matos e Rob Halford che, sebbene non sia un purista della tecnica, è uno dei miei cantanti preferiti in assoluto”.