LUCA TURILLI’S RHAPSODY – Inno alla vita

Pubblicato il 24/07/2015 da

L’entusiasmo (ma forse, considerando il contenuto dell’intervista, è meglio chiamarlo ‘energia’) di Luca Turilli è incontenibile e contagioso. Il portavoce e protagonista indiscusso dei nuovi Luca Turilli’s Rhapsody attinge a piene mani da quello che lui stesso definisce ‘una fonte primordiale di energia creazionale’ per ogni aspetto della sua vita, che sia la composizione di un album variegato come il nuovo “Prometheus Symphonia Ignis Divinus” o il semplice fatto di fare un’intervista. Metalitalia.com percorre col vulcanico compositore triestino le motivazioni principalmente spirituali che stanno dietro alla creazione di queste nuove undici canzoni, rivelandovi in questa strana intervista più che qualche colpo di scena…

luca turilli rhapsody - band - 2015

“PROMETHEUS SYMPHONIA IGNIS DIVINUS” È UN SECONDO ALBUM PER I LUCA TURILLI’S RHAPSODY. IL SECONDO DISCO DEI RHAPSODY ERA INVECE “SYMPHONY FROM THE ENCHANTED LAND”, CHE NON HA BISOGNO DI PRESENTAZIONI. QUALI SONO LE TUE SENSAZIONI ALL’ALBA DI QUESTA PUBBLICAZIONE? SONO PIÙ O MENO LE STESSE CHE AVESTI ALL’EPOCA, O QUALCOSA È CAMBIATO?
“In realtà il momento attuale credo sia uno dei migliori della mia intera carriera, quindi anche migliore rispetto a quando pubblicammo “Symphony Of The Enchanted Lands”. Con la maturità affronti le cose in maniera diversa, e la musica adesso la faccio non più col sogno di sfondare e la volontà di arricchirmi, ma solo spinto dalla forte volontà di portare un messaggio positivo a chi mi ascolta. Questa nuova avventura Rhapsody mi permette proprio questo, di veicolare questo tipo di messaggio senza l’intralcio delle aspettative per un futuro che ai tempi ancora non conoscevamo. L’eccitazione riguardo l’uscita è la stessa, non mi fraintendere, ma le aspettative nostre sul successo dell’album sono decisamente cambiate. Quando quel disco uscì nel 1998 i responsi furono totalmente oltre ogni nostra previsione, ed è chiaro che la possibilità di farcela veramente e di sistemarci anche economicamente, entrò prepotente nelle nostre teste. Adesso la mia vita è cambiata, sono cambiate tante altre cose intorno, e questo tipo di risultato, che ci sia o non ci sia, non mi interessa più. C’è, lo ripeto, una certa eccitazione per quanto riguarda l’aspetto artistico e soprattutto il messaggio, ma diciamo che una volta finito il disco l’attesa del responso da parte di critica e pubblico è cambiata radicalmente”.

UNA MAGGIOR TRANQUILLITÀ FA LAVORARE MEGLIO?
“Più o meno. Per spiegartelo, ti racconterò una cosa. Sono passati tre anni da “Ascending Into Infinity”, e io non ho mai fatto passare così tanto tempo tra un disco e l’altro. Anche con i vecchi colleghi, siamo sempre stati d’accordo che si doveva pubblicare ogni anno, o al massimo ogni due anni. Questa volta ne sono passati tre e… non ho sentito alcun disagio! Non è che non fossero pronte le composizioni, o che fossi a secco di idee, semplicemente non c’era più la fretta di mantenere un certo tipo di schedulazione. I lavori per “Prometheus…” però sono stati ritardati perché ho investito più di un anno e mezzo nella costruzione di un sistema di registrazione audio molto potente che mi permetterà di lavorare a grosse produzioni nell’ambiente di Hollywood. Non si tratta di materiale necessariamente metal, voglio mettermi a lavorare come compositore anche per il cinema, la tv e il settore dei videogames, tutti ambienti per i quali da sempre nutro una grande passione. La creazione di questo studio, che è uno dei più importanti di Europa, mi permetterà di competere con compositori sul livello di Elfman… e andava testato adeguatamente. Mi sono quindi preso il tempo di testare tutto il sistema proprio col nuovo disco dei Luca Turilli’s Rhapsody, scoprendone così le piene possibilità. Un tempo non mi sarei dedicato tutto questo tempo… ma non avrei ottenuto questo risultato!”.

HAI NOTATO UNA GRANDE DIFFERENZA SUL TUO MODO DI LAVORARE USANDO QUESTA NUOVA TECNOLOGIA COSI ALL’AVANGUARDIA?
“Tantissimo! Come ti dicevo, i tempi però si sono allungati di parecchio. Oltre al tempo materiale per l’assemblaggio fisico del sistema in sé, anche le fasi di lavorazione del disco stesso sono cambiate molto. Per ‘Prometheus’ si parla di sette mesi di composizione, tre mesi di registrazioni e due mesi solo di mixing sulla nuova consolle. E’ stata un esperienza quasi spirituale potrei dire! Certo, potrei dirlo di tutte le produzioni dei Rhapsody fino ad ora, ma stavolta ho dedicato un intero anno a questo progetto e quindi lo sento veramente come il risultato di un modo diverso di lavorare”.
STAI PARLANDO SOPRATUTTO DA COMPOSITORE E POCO DA STRUMENTISTA. E DIRE CHE HAI COMINCIATO COME FIGURA ICONICA DEL GRANDE CHITARRISTA NEOCLASSICO…
“Hai colto nel punto, ora mi considero al 100% un compositore, non un chitarrista o un tastierista. Chitarre e tastiera sono solo un mezzo fisico per arrivare al mio scopo, che ti dicevo essere il messaggio da trasmettere tramite una musica sinfonica, epica e orchestrale. Durante l’anno di lavorazioni a ‘Prometheus’, molto di quel tempo è stato dedicato alle orchestrazioni e agli arrangiamenti. Solitamente, le band metal con molti elementi orchestrali all’interno dei propri dischi usano pagare degli ‘arrangers’ esterni per rifinire le varie parti, ma io non potrei farlo perché mi sembrerebbe di non lavorare al mio disco! Molte cose sono cambiate, dicevamo, e ora come ora la parte che mi diverte di più è proprio quella legata all’aspetto compositivo e dell’arrangiamento. E’ strano ma è così”.

SEI MOLTO SODDISFATTO DELL’ALBUM, VEDO. MA SENTIVI COMUNQUE LA PRESSIONE DI DOVER SUPERARE LE ASPETTATIVE CHE I FAN SI ERANO COSTRUITI DOPO “ASCENDING INTO INFINITY”?
“ “Ascending Into Infinity” è stato accolto in maniera strabiliante, lo ammetto. Però tutta questa aspettativa come la chiami tu a noi della band genera solo euforia. Non vediamo l’ora di capire come la gente prenderà questo nuovo lavoro! Per adesso tutto va per il verso giusto: i media ne parlano, i preordini sono raddoppiati rispetto l’uscita precedente… te lo dicevo: tre anni sono un periodo lungo per me, ma ne è valsa la pena!”.

NEL CORSO DELLA RISPOSTA DATA ALLA PRIMA DOMANDA, HAI TOCCATO UN PUNTO INTERESSANTE. ORA TI SENTI PIÙ TRANQUILLO NEI CONFRONTI DEL RISULTATO EFFETTIVO DELL’ALBUM, E QUESTO TI PERMETTE DI LAVORARE CON PIÙ SERENITÀ. MA TI RIGIRO LA DOMANDA: SENZA PIÙ LA ‘SFIDA’ DI DOVER FARE SEMPRE MEGLIO PER COLPIRE IL PUBBLICO, DOVE TROVI LA MOTIVAZIONE E LO SPRONE A SUPERARTI E A MIGLIORARE IL RISULTATO? COSA TI FA ANDARE AVANTI A COMPORRE?
“Eh eh, che domanda maligna. Però in parte ti ho già risposto. La cosa più importante ora per me è il messaggio. Prima con Alex (Staropoli, ndR) eravamo legati ad una storia e ad una trama, però già allora nascondevamo messaggi nei testi in modo che avessero più chiavi di lettura. L’abbiamo sempre fatto. Ora sono più libero, affronto argomenti prima solo accennati e soffocati dalla storia in maniera più personale. Argomenti difficili e che non hanno ancora una soluzione univoca, come la meccanica quantistica, i misteri del pianeta o la metafisica, ma che al centro hanno sempre un unico argomento che è l’evoluzione e la maturazione spirituale. E’ questo l’argomento più importante per me al momento, e quello che mi sprona a continuare e a fare sempre del mio meglio”.

CI SPIEGHI MEGLIO QUESTO PUNTO? IN EFFETTI SEMBRA ESSERE IL TEMA ALLA BASE DI “PROMETHEUS”, LA RICERCA DEL FUOCO VISTA COME MATURAZIONE SPIRITUALE.
“Si, infatti! In questo disco cerco di parlare di una fonte primordiale di energia spirituale che viene donata a tutti noi. E’ una energia infinita, misteriosa, che non ha nulla a che fare con la religione o l’uomo stesso. Questa energia, una energia ‘creazionale’ possiamo dire, ci è stata fornita all’inizio dei tempi, e solo dopo l’uomo ha cercato di spiegarla ed incanalarla nella direzione che riteneva più giusta, tramite le religioni e i vari credi. Con risultati positivi e meno positivi, ricordiamoci! E’ la connessione dell’ego delle varie persone con questa fonte di energia che crea i risultati più diversi, i quali possono essere positivi come la formazione di una dottrina illuminata, o negativi come una guerra. Ma la fonte, come ti dicevo, è unica. Il mio scopo è risalire all’origine delle cose, e parlare di questo”.

TI SENTO MOLTO LEGATO ALL’ASPETTO SPIRITUALE. C’È UN MOTIVO?
“Nel 1993 ho rischiato di morire. Ero su un letto di ospedale, con un tumori e metastasi in tutto il corpo, e anche i dottori dicevano che non c’era più niente da fare. Era stata proposta a mia madre la chemioterapia, ma non c’era molta speranza… poi, qualche anno dopo, il miracolo e la malattia è regredita. Ero già indirizzato verso un certo tipo di percorso spirituale, ma questi eventi mi hanno rafforzato l’idea che mi stavo creando. Quegli anni sono stati incredibili, in quel periodo dopo essere guarito ho conosciuto Alex a un corso di dinamica mentale, grazie al quale imparavi attraverso tecniche di rilassamento ad attivare zone dormienti della tua psiche per liberare le tue potenzialità, e anche questo ha cambiato ancora la mia vita. Devo molto del mio stato di felicità attuale a queste scelte spirituali e a questi incontri. Ancora adesso faccio molto rilassamento tibetano e yoga  e sono sicuro che, se non lo facessi, mi sarebbe scoppiato il cervello a metà delle lavorazioni di “Prometheus”! Un anno intero di lavoro al pc e alla consolle… ancora non riesco a spiegarmelo”.
IMMAGINO CHE TUTTO QUESTO DISCORSO INFLUENZI IN MANIERA PESANTE IL MESSAGGIO CHE VUOI TRASMETTERE.
“Il mio è un messaggio positivo, un messaggio di speranza. E’ un inno alla vita riproposto con la musica orchestrale e metal. Vedo intorno a me tanta gente che vive la propria vita in maniera annoiata, o addirittura negativa, mentre secondo me bisogna ogni giorno rendersi conto di quanto si è fortunati e della bellezza di tutto quello che ci circonda, che come ti dicevo arriva da questa fonte creazionale di energia. Non è scontato nascere su questo pianeta, ma per molta gente lo è! Ora che mi sono slegato da un certo tipo di liriche, con i Luca Turilli’s Rhapsody posso lavorare bene su questo aspetto e quindi… sì, il messaggio è tutto, te lo confermo. Non ci sono soldi, non c’è successo, queste cose non importano più. Certo, io sono stato fortunato sotto questo aspetto e magari si può pensare che faccio in fretta a dirlo, ma ti assicuro che è così per me, ora”.

MA CONTINUI A CREDERE CHE L’HEAVY METAL SIA LA MUSICA GIUSTA PER TRASMETTERE UN MESSAGGIO DI QUESTO TIPO?
“Me lo chiedono in tanti, ma continuo a pensare di sì. Quando ho chiuso con i vecchi Rhapsody, avrei potuto chiudere anche con il metal, e dedicarmi solo all’industria dell’intrattenimento. Avevo già tutto quello che serviva. Invece, pur intraprendendo un discorso legato appunto alle colonne sonore e alla musica orchestrale, mi sono accorto che l’elemento metal farà sempre parte di ciò che voglio esprimere. La musica epica e bombastica del metal sinfonico è per me lo strumento giusto per esprimere quello che penso, quindi non posso prescindere da essa nel portare il mio messaggio. Sono un compositore, ti dicevo, e la chitarra, o la batteria fanno parte integrante del mio modo di scrivere. Semplicemente, la mia musica è così”.

DOBBIAMO CHIUDERE QUESTA INTERESSANTE INTERVISTA, PURTROPPO, MA VORREI SAPERE SE CON I LUCA TURILLI’S RHAPSODY SENTI ANCORA MOLTO IL CONFRONTO CON GLI ALBUM O I BRANI PIÙ FAMOSI DEI VECCHI RHAPSODY.
“In realtà meno di quanto si potesse pensare. Abbiamo cambiato il monicker, anche se di poco, e il concetto che si tratta di un’altra band è per fortuna passato. La gente non valuta il materiale nuovo sui parametri di “Emerald Sword” o “Dawn of Victory”, e questa è una cosa di cui sono grato. Si stanno però già creando nuovi paragoni… ad esempio “Dark Fate Of Atlantis” è il nuovo modello contro cui i fan rapportano i nuovi lavori. Non è un problema, è sempre stato così in questa scena musicale”.

PRIMA DI CHIUDERE, UNA DOMANDA VELOCE: ASPETTEREMO ALTRI TRE ANNI PRIMA DEL PROSSIMO LAVORO O RITORNERETE ALLA VOSTRA VECCHIA SCHEDULE?
“Ci sentiamo tra due anni e forse meno! Lo studio si è preso diciassette mesi per essere completato, dai quattro che avevo preventivato, ma ora siamo pronti e stiamo procedendo a pieni giri! Il prossimo album arriverà prima, lo prometto!”.

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