LUNARSEA – Il Mare delle Verità

Pubblicato il 08/08/2009 da

Nonostante siano passati ormai un po’ di mesi dall’uscita di “Route Code Selector”, uno dei migliori esempi di melo-death made in Italy e presente in numerose top-ten del 2008, la (meritata) fama ancora non sembra arridere ai capitolini Lunarsea: questa almeno la disamina offerta dal chitarrista Fabiano Romagnoli, nostro disincantato interlocutore in una chiaccherata sullo stato del music business tricolore e non solo…

CIAO RAGAZZI, INNANZITUTTO BENVENUTI SU METALITALIA. COM! ALLORA, SONO PASSATI ALCUNI MESI DALL’USCITA DI “ROUTE CODE SELECTOR”, COME SONO STATI I RESPONSI DI PUBBLICO E CRITICA FINORA?
“‘Route code selector’ è stato accolto ottimamente dalla stampa estera, e in parte bene dalla stampa italiana. Dico questo perché in Italia c’è sempre chi si diverte a stroncare lavori per il solo gusto di farlo, aggrappandosi sempre a qualche particolare di un lavoro per farlo diventare il punto cardine di un prodotto e sminuirlo. ‘Route Code Selector’ è un CD che non ha pecche evidenti: ben suonato, ben prodotto, ben registrato e con una grande ricerca e studio per i dettagli. Certo è un prodotto indirizzato ad un certo target di persone e che ha determinate influenze al suo interno. Questo per noi è un punto di partenza, non di arrivo. Non ci sentiamo precursori di un nuovo genere, né vogliamo cercare l’originalità a tutti i costi. Ci piace suonare questo tipo di musica e continueremo a farlo perché ci dà emozioni e ci diverte. Chi crede di ascoltare i Lunarsea sperando di trovare una nuova band di death melodico innovativo e originale a tutti i costi sbaglia strada, perché siamo noi i primi a non ricercare per forza certe soluzioni musicali. Prima di giudicare bisognerebbe interpellare i diretti interessati per capire quali siano le intenzioni e le motivazioni che spingono in una direzione piuttosto che in un’altra”.

RISPETTO AL VOSTRO PRECEDENTE LAVORO SONO EVIDENTI I PROGRESSI SIA IN FASE DI SONGRWITING CHE IN SEDE DI PRODUZIONE: PARTENDO DAL PRIMO ASPETTO, AVETE CAMBIATO QUALCOSA NEL MODO DI COMPORRE I PEZZI O E’ SEMPLICEMENTE FRUTTO DEL NORMALE PERCORSO DI CRESCITA ARTISTICA?
“Paradossalmente ‘Route Code Selector’ suona più ‘facile’ del nostro debutto. Ci sono meno sovraincisioni e virtuosismi gratuiti, e una struttura delle canzoni più lineare. Mentre scrivevamo e ascoltavamo le canzoni, ci rendevamo conto di come suonassero più ‘fredde’ e ‘meno solari’, e ci siamo mossi di conseguenza. Crediamo che alcune nostre influenze black metal siano venute fuori con questo disco.  Ci sono molte parti in blast-beat e un uso apocalittico delle tastiere, due caratteristiche che non sono molto comuni nel melodic death”.

PARLIAMO INVECE DELLA PRODUZIONE: QUELLO CHE ERA FORSE IL PRINCIPALE LIMITE DI “HYDRODYNAMIC WAVE” E’ DIVENTATO UNO DEI PUNTI DI FORZA DEL NUOVO LAVORO, GRAZIE ANCHE ALL’OTTIMO LAVORO SVOLTO DA GIUSEPPE ORLANDO NEI SUOI OUTER SOUND; COME SIETE ARRIVATI A LUI E COME SI SONO SVOLTE LE REGISTRAZIONI?
“Sì, la produzione è stata fatta a regola d’arte, sicuramente è un punto di forza di ‘Route Code Selector’. Giuseppe Orlando è un nostro caro amico, e siamo stati nei suoi studio anche per registrare le tracce di batteria di ‘Hydrodynamic Wave’, che fu mixato e masterizzato da me, sia per un discorso economico sia perché mi ritenevo abbastanza esperto in materia. Alla fine non suona male, ma non ci sono paragoni con il lavoro svolto da Giuseppe in ‘Route Code Selector’ (Orlando è presente anche in veste di cantante in alcuni chorus del CD, sebbene in forma anonima). Giuseppe è un professionista che non si accontenta solo di premere il tasto REC del mixer, ma se trova le persone giuste e che hanno l’umiltà di riconoscere i propri errori, dà consigli e pareri su come migliorare le cose. E’ il numero uno in Italia senza ombra di dubbio”.

IL VOSTRO SOUND, SOTTO LA PATINA SWEDISH DEATH, PRESENTA UNA MIRIADE DI INFLUENZE: PERSONALMENTE HO COLTO, O CREDUTO DI COGLIERE, ECHI DEGLI INTO ETERNITY (NELLE PARTITURE VOCALI E CHITARRISTICHE), RITMICHE QUADRATE VICINE AGLI HEAVEN SHALL BURN E UN GUSTO MALINCONICO TIPICO DELLA SCENA FINLANDESE, MA NON VORREI ESSERMI PERSO QUALCOSA…
“Non ti sei perso nulla, anzi la tua analisi è l’unica che condivido. Hai colto nel segno le nostre influenze e questo dimostra la tua preparazione, cosa piuttosto rara nella maggior parte dei recensori che hanno ‘diagnosticato’ il nostro CD. In fase di scrittura ascoltavo spesso e volentieri gli Heaven Shall Burn e impazzivo per le loro ritmiche serrate e improvvise, al punto che ho cercato di inserirle in alcuni punti del CD (per lo meno nelle canzoni che ho scritto io). Sono contento che le abbia individuate, così come la vena malinconica delle canzoni. Ci sono accostamenti anche ad una certa corrente americana di progressive in alcuni frangenti del disco, intendo il progressive serrato e non ultratecnico, stile Zero Hour o una ricerca della melodia in stile Shadow Gallery. Il tutto inglobato in una base death metal. Purtroppo per chi ascolta il CD con un orecchio, mentre con l’altro sente la partita di calcio, il tutto suona solo esclusivamente melodeath alla In Flames ecc., ecc.”.

GRAZIE A GRUPPI COME VOI, I RAINTIME O I SUBLIMINAL FEAR, LA SCENA MELO-DEATH TRICOLORE NON HA NULLA DA INVIDIARE A NAZIONI BEN PIU’ BLASONATE, EPPURE L’IMPRESSIONE E’ CHE L’ITALIANO MEDIO SIA ANCORA MALATO DI ESTEROFILIA… COME MAI SECONDO VOI?
“L’italiano medio è malato e basta. Conosco i Subliminal Fear in quanto facevano parte del rooster con la nostra prima etichetta, mentre i Raintime li seguo da un po’ e credo siano veramente eccezionali. Purtroppo a nessuno frega niente di supportare queste band, noi compresi, perché c’è come la sensazione che chi riesce a fare CD e a cambiare etichette facilmente ce l’ha fatta ad uscire dall’underground, e questo al 90% del popolo metallaro dà fastidio e cominciano a blastarti in un modo o nell’altro, mentre si osannano le band con a malapena uno o due demo in attivo perché tanto non possono dare fastidio a nessuno finché non trovano un’etichetta. Non so come sia la situazione al nord, ma qui a Roma, credimi, sono poche le persone che ci conoscono, nonostante abbiamo due full length e tre demo all’attivo. Così come quasi nessuno è a conoscenza dei Raintime o dei Subliminal Fear. La verità è che se una band non vende 50-60 mila copie di un CD, non potrà mai dire di avercela fatta, neanche se sei sotto la century media. A conti fatti, bisogna vedere quanti CD si vendono, questo è l’unico dato per poter sperare di fare tour, produzioni sempre migliori e aspirare a vivere di musica. A meno che non fai tutto di tasca tua, e allora, sì, ti fai fico a dire che suoni in giro, all’estero, ma è questo il significato della musica? Una mole di date da postare sul MySpace?”.

IL BATTERISTA ALESSIO COLONNA E’ USCITO DALLA BAND A REGISTRAZIONI ULTIMATE: COME MAI? IL SUO SOSTITUTO STUART FRANZONI INVECE, SE NON ERRO, E’ UNA VOSTRA VECCHIA CONOSCENZA…
“Alessio è uscito dalla band per motivi personali, non aveva più tempo e modo di seguire la band. Stuart faceva parte dei Lunarsea nel primissimo periodo. Si è trattato di un come back avvenuto spontaneamente una volta che abbiamo saputo che non suonava più con i Corpse fucking Art. I batteristi sono una razza a parte, credimi… ne abbiamo cambiati quattro, chi per un motivo chi per un altro. Colgo l’occasione per ricordare Francesco Martino, nostro batterista per un breve periodo, scomparso tragicamente in un fottutissimo incidente ferroviario”.

LA VOSTRA PRECEDENTE ETICHETTA BURNING STAR E’ FALLITA PRIMA CHE “ROUTE CODE SELECTOR” POTESSE VEDERE LA LUCE; COME SIETE ENTRATI IN CONTATTO CON L’ITALIANISSIMA PUNISHMENT 18 E COME VI STATE TROVANDO CON LORO?
“Immagina di trovarti con un CD in registrazione, in uno studio professionale, con una buona parte delle spese di produzione pagate dall’etichetta e di ricevere una mail riportante il fallimento della stessa. Una mazzata in testa! Questa è stata la nostra ultima esperienza con la Burning Star. Presi dal panico abbiamo subito cercato una nuova etichetta e la Punishment del buon Corrado Breno ci ha subito contattato entusiasta del CD e ci ha proposto di collaborare con lui. E’ una persona in gamba che si sbatte in quattro tra lavoro e etichetta per promuovere le band di suo interesse. Tanto di cappello. Ultimamente ci siamo appoggiati alla Kick Agency per dare un’altra spinta di promozione al CD e ne siamo molto soddisfatti al momento”.

CHE PROGRAMMI AVETE PER QUANTO RIGUARDA L’ATTIVITA’ ON THE ROAD? POSSIAMO SPERARE DI VEDERVI DAL VIVO DURANTE L’ESTATE, MAGARI IN QUALCHE FESTIVAL?
“No, nessuno ci ha mai offerto di partecipare a nessun festival, tantomeno qualche locale…Eppure, credimi, abbiamo mandato il nostro press-kit a tutti i festival estivi italiani, dai più grandi ai più piccoli, specificando di voler partecipare GRATIS! A questo punto i casi sono tre. O il press-kit e il CD non sono mai arrivati a nessuno (cosa improbabile), o nella nostra cara italietta si suona solo dietro raccomandazioni (cosa probabilissima) che per nostra sfortuna noi non abbiamo.  O il nostro CD fa così schifo da non piacere proprio a nessuno (anche questa una considerazione fattibile, perché no…i gusti sono gusti). A te l’ardua sentenza…”.

OLTRE AI LUNARSEA, CI SONO ALTRI PROGETTI CHE VI VEDONO COINVOLTI? AD ESEMPIO, SO CHE FILIPPO MILITA ANCHE NELLE FILE DEI BREATHIN GOD, UNA DELLE MIGLIORI REALTA’ EMERGENTI DELLA CAPITALE IN AMBITO MODERN METAL…
“Io mi diletto a comporre musica strumentale, feci uscire nel 2001 un solo album autoprodotto, Filippo si diletta in collaborazioni, Stuart ha il suo progettino fusion e così via. La nostra priorità sono e saranno i Lunarsea, ma la nostra passione per la musica ci porta nei tempi morti tra un CD e un altro a occupare il poco tempo che abbiamo nel divertirci anche a fare altro. Bisogna essere aperti mentalmente…”.

FACCIAMO UN PASSO INDIETRO, ALL’INIZIO DELLA TUA CARRIERA: COME E QUANDO HAI DECISO CHE “DA GRANDE” AVRESTI VOLUTO FARE IL MUSICISTA METAL?
“Quando vidi per la prima volta in videocassetta il Lve After Death degli Iron Maiden al Long Beach Arena. Da lì è nato tutto”.

GUARDANDO AL PASSATO E AL FUTURO: QUAL E’ LA PIU’ GRANDE SODDISFAZIONE CHE VI SIETE TOLTI FINORA E QUALE, VICEVERSA, IL VOSTRO SOGNO NEL CASSETTO?
“La nostra più grande soddisfazione è stata la release party del nostro debut album fatta ad Atene in una stanza d’albergo con intervistatori di vari magazine che entravano ogni mezz’ora per farci l’intervista. Ci abbiamo passato un intero pomeriggio. Eravamo davvero soddisfatti ed entusiasti, così come le successive volte che ci siamo esibiti ad Atene dove abbiamo un buon seguito. Il nostro sogno è organizzare un tour europeo, ma un tour in cui sappiamo di suonare in posto dove ci sia un’audience che effettivamente sa chi siamo e a cui piace la nostra musica. Che siamo due persone piuttosto che cinque non fa differenza. Viceversa non vorremo mai imbarcarci in date estere alla cieca per il solo gusto di dire che suoniamo all’estero. Non è nel nostro DNA”.

LA VOSTRA POSIZIONE NEI CONFRONTI DEL FILE SHARING? STRUMENTO DI PROMOZIONE PER LE REALTA’ UNDERGROUND O ULTERIORE DANNO ECONOMICO PER BAND GIA’ COSTRETTE AD IMMANI SACRIFICI PER DARE ALLE STAMPE UN DISCO?
“Hai detto bene… abbiamo investito all’incirca 10.000 Euro tra registrazioni, promozione, stampa della copertina (realizzata in Uruguay), il tutto di tasca nostra e quando vedo il CD immagazzinato in qualche torrent o peer-to-peer pronto per essere downloadato è quasi uno sfregio per i sacrifici fatti. Il file sharing intasa l’arte e non è uno strumento per emergere, anzi, semmai è il contrario. I gruppi storici famosi lo sono stati nei tempi in cui bisognava andare alla posta a spedire la propria cassetta alle etichette, con il vero problema che i pacchi non arrivavano a destinazione, parlo degli anni ottanta. Se una band ha talento e qualità emergerà con o senza il supporto di internet e delle sue applicazioni collaterali (vedi i vari MySpace, Facebook, o anni fa Vitaminic, ecc., eCc)”.

BENE RAGAZZI, E’ TUTTO PER IL MOMENTO: COMPLIMENTI ANCORA PER L’OTTIMO LAVORO SVOLTO E A VOI LE ULTIME PAROLE…
“Grazie per l’intervista e complimenti per collaborare con Metalitalia.com, l’unico portale italiano ad avere la migliore sezione NEWS aggiornata in tempo reale!”.

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