È la Londra più truce e mefistofelica quella rappresentata dai Lvcifyre. Il gruppo britannico non usa mezzi termini e non scende a compromessi, proprio come hanno già ben dimostrato “The Calling Depths” e il recente “Svn Eater”, i due album sinora rilasciati dai Nostri, velenosissimi concentrati di death e black metal dalla forte componente satanica. Parlare con T. Kaos, chitarrista e cantante della formazione, conferma quindi le impressioni: pochi giri di parole, dichiarazioni secche e convinzione ostentata in ogni dove. I Lvcifyre non sono qui per farsi piacere, bensì per divulgare un messaggio che, a detta loro, ha origini profonde e autori spaventosi. Davanti ad una tale attitudine è difficile non rimanere almeno un po’ incuriositi…
NON SI CONOSCE GRANCHÈ SULLE ORIGINI DELLA BAND. PUOI RACCONTARCI COME SONO NATI I LVCIFYRE?
“I Lvcifyre hanno preso vita a Londra nel 2007, quando ho lasciato gli Adorior. Poco dopo sono stato raggiunto dall’altro chitarrista degli Adorior, T. Slutsodomizer, e dal batterista dei Witchmaster, S. Bonewhipper. Inizialmente proponevamo un black-death metal molto primitivo sulla scia dei Sarcofago, ma dopo varie prove insieme abbiamo notato che la musica stava prendendo una piega differente”.
QUAL È LA FILOSOFIA ALLA BASE DEI LVCIFYRE?
“I Lvcifyre sono alimentati dalla materia occulta, dalla cabala clifotica, da visioni dell’inferno e da tutti i culti notturni che destano la nostra attenzione”.
QUALI SONO LE VOSTRE INFLUENZE PRIMARIE OGGIGIORNO?
“Certamente quelle che ho menzionato poc’anzi”.
PERCHÈ TI SEI AVVICINATO AL DEATH METAL E AL METAL ESTREMO IN GENERALE? QUALI SONO LE QUALITÀ DI QUESTA MUSICA CHE TI HANNO ATTRATTO SIN DA SUBITO?
“Per me si è trattato di una sorta di liberazione da tutti i concetti di ordine e struttura. Queste emanazioni demoniache in grado di liberarmi mi hanno irretito come una droga. Secondo me la musica è una droga alla pari di tante altre cose che ci danno piacere: libri, internet, arte, cibo, alcohol, ecc. La musica satanica ha sconvolto il mio mondo quando ero un ragazzo e da allora non sono più tornato indietro. Vi sono purezza e nobiltà in questa oscura arte sonica e ciò è qualcosa che ha molto valore per me. Qualcuno mi ha detto che con la mia musica sto ricreando i capolavori di John Martin”.
I LVCIFYRE FANNO PARTE DI UN’ONDATA DI NUOVE DEATH METAL BAND CHE HA DATO UN FORTE SCOSSONE AL CIRCUITO UNDERGROUND NEGLI ULTIMI ANNI. COME VEDI QUESTA SCENA? TI SENTI PARTE DI UN MOVIMENTO IN CRESCITA?
“Vi sono senz’altro delle ottime realtà là fuori. Parlo di gruppi composti da persone che credono veramente nella forza e nello spirito di questa musica. Tuttavia trovo che la maggior parte del death metal odierno sia assai debole o finto. Saper cantare in growl o ribassare la chitarra non significa essere in grado di suonare death metal. Il death e il black metal provengono dalla stessa fonte: essi sono delle carrozze lanciate a tutta velocità nell’oscurità. Alcuni dei personaggi che ruotano attorno a questa scena si limitano all’apparenza, ma essi non hanno niente a che vedere con me”.
COME DESCRIVERESTI LA VOSTRA EVOLUZIONE MUSICALE DA “THE CALLING DEPTHS” A “SVN EATER”? PERSONALMENTE HO TROVATO UN APPROCCIO PIÙ VIOLENTO E BLACK METAL NEL NUOVO ALBUM…
“Ci siamo semplicemente lasciati andare e abbiamo fatto sì che l’entità Lvcyfire prendesse vita e ci guidasse. Niente è stato calcolato. Il disco è frutto della più pura onestà”.
AVETE DECISO DI APRIRE IL DISCO CON IL BRANO PIÙ LUNGO DEL LOTTO, “NIGHT SEA SORCERY”. SPIEGACI QUESTA CURIOSA SCELTA…
“L’album nel suo insieme è molto intenso e feroce. Volevamo però che l’ascoltatore si immergesse nella sua atmosfera lentamente, come se venisse avvolto dalle fiamme poco a poco. Questo pezzo è basato sui riti di Leviathan e vede la partecipazione alla voce di Mark of the Devil dei Cultes Des Ghoules. Siamo molto contenti del suo contributo”.
VI SONO DEI BRANI NEL VOSTRO REPERTORIO AI QUALI TI SENTI PARTICOLARMENTE LEGATO?
“Mi piace ancora molto il nostro primo 7″, ‘Dying Light of God’. Dal nostro debut album invece tendo ad estrarre spesso ‘Husk of Impurity'”.
SECONDO TE È DIFFICILE COMPORRE MUSICA CERCANDO DI NON RIPETERE GLI ULTIMI VENTICINQUE ANNI DI DEATH E BLACK METAL?
“Non credo sia effettivamente possibile. Puoi giocare con le sfumature, ma concepire qualcosa di totalmente nuovo è un’altra cosa. Semmai, penso che sia importante mantenere un approccio onesto e lasciarsi guidare dalle voci dentro sè stessi. Solitamente noi ci lasciamo guidare dall’oscurità dentro di noi”.
MOLTI GRUPPI DEATH E BLACK METAL TENDONO A RILASCIARE EP, 7″, SPLIT E ALTRE PUBBLICAZIONI “MINORI”. VOI INVECE NON SEMBRATE INTERESSATI A QUESTI FORMATI…
“No, non sono un grande fan dei 7″, anche se riconosco che dell’ottimo materiale è stato pubblicato su di essi. Preferisco i 12″ e devo ammettere che abbiamo in mente uno split con un’altra band, ma potrebbero volerci anni per vederlo completato, quindi non faccio promesse. Dopo tutto, l’underground è pieno di pessimi split”.
ANCHE VOI SIETE PASSATI ALLA DARK DESCENT, ETICHETTA LEADER DEL VOSTRO SETTORE, DOPO UN PASSATO SU BLOOD HARVEST E PULVERISED. COME È MATURATA QUESTA SCELTA?
“La Blood Harvest ha fatto la sua parte, ma la Pulverised non ha affatto mantenuto le promesse. È stato naturale passare alla Dark Descent: il livello di comunicazione e professionalità qui è ben altro e le cose stanno andando per il meglio”.
CHE COSA FARETE NEI PROSSIMI TEMPI?
“La priorità ora è tenere dei rituali live dove poter manifestare la nostra potenza. Fino a quando non riveleremo i dettagli, potrete ascoltarci su http://darkdescentrecords.bandcamp.com/album/svn-eater“.