Il recente “The Broken Seal”, uscito lo scorso settembre per Norma Evangelium Diaboli in Europa, ha rappresentato per i Lvcifyre l’album della perfetta confluenza tra rinnovati umori black metal e la tipica solidità death metal della band, il tutto declinato in una struttura ritmica sempre più curata, che ha lasciato intravedere, rispetto ai lavori precedenti, un’atmosfera più densa e solenne. La combinazione di questi elementi e l’indubbia capacità di scrittura da sempre in dote al gruppo londinese hanno portato a un risultato estremamente interessante e a un netto salto di popolarità fra il pubblico, che ha premiato il disco inserendolo in numerose liste di fine anno. A qualche mese dalla sua pubblicazione, il frontman T. Kaos ha risposto ad alcune nostre domande sul disco, partendo dalla decisione di curare le registrazioni presso uno studio italiano…
I LETTORI ITALIANI HANNO TROVATO CURIOSO CHE ABBIATE SCELTO DI REGISTRARE L’ALBUM A MILANO. POTRESTI PER FAVORE FARE UN PO’ DI LUCE SU QUESTA SCELTA E QUESTA ESPERIENZA? AVETE REGISTRATO L’ALBUM ALL’INIZIO DELLA PANDEMIA: QUALI SFIDE HA COMPORTATO QUESTA SITUAZIONE?
– Stefano Santi degli SPVN Studios è il nostro fonico dal vivo, lavoriamo insieme già da un po’ di tempo e la sua dedizione ci conforta, quindi fa parte della squadra. Direi che l’intera sessione di registrazione è andata esattamente come avrebbe dovuto andare, tenendo conto del caos e della malattia: l’essenza si è accumulata in studio notte dopo notte e, in questa fase, tutto è stato eseguito come previsto. Ciascuna delle sessioni dei Lvcifyre è avvenuta in uno stato ultraterreno, mentre l’aria si faceva sempre più densa. In questi momenti di passione scatenata ci siamo sentiti fortunati una volta tirate le somme delle circostanze, del tempo e del luogo esatto sulla Terra che ci era stato dato per registrare “The Broken Seal”, proprio all’inizio del malessere in Europa.
“THE BROKEN SEAL” RAPPRESENTA PER ME UNA NATURALE EVOLUZIONE DEL VOSTRO STILE, CHE OGGI TROVO PIÙ RICCO E ATMOSFERICO, SENZA PERDERE NULLA DELLA SUA TIPICA AGGRESSIVITÀ. VI È QUALCOSA CHE HA GIOCATO UN RUOLO IMPORTANTE NELL’ISPIRARTI MUSICALMENTE QUESTA VOLTA?
– Ciò che mi ispira è il Sentiero della Mano Sinistra e gli altri Mondi – è sempre stato così, e finché questo spirito invade questo corpo, ogni altra opzione sembra francamente inutile. Sono d’accordo sul fatto che l’entità all’interno della musica di Lvcifyre cresca con ogni album. Questo è l’obiettivo, penso: dare Vita all’Oscurità e rilasciare i suoi poteri in questo mondo.
QUALI SONO SECONDO TE GLI ELEMENTI DI SEPARAZIONE/RELAZIONE TRA GLI ALBUM PRECEDENTI E “THE BROKEN SEAL”?
– L’essenza rimane la stessa: non ci siamo allontanati dal nostro cammino. Tecnicamente o musicalmente, “Sun Eater” è forse un po’ più orecchiabile, almeno per quanto riguarda alcuni modelli di riff, ma in generale vedo progressi in ogni capitolo, compreso il modo in cui utilizziamo i nostri strumenti. Direi che “The Broken Seal” è in un certo senso più melodico e contorto, pur non compromettendo l’atmosfera e nemmeno la nostra solita immagine spirituale.
VI SONO CANZONI CHE TI APPASSIONANO PIÙ DI ALTRE NEL NUOVO ALBUM? IO CONTINUO A RIASCOLTARE LA TITLETRACK, COSÌ OSSESSIONANTE GRAZIE A QUEI CORI CHE AVETE INSERITO…
– Penso che “Headless Rite” e “Black Mass” risaltino più degli altri, anche se entrambi ovviamente hanno una componente magnetica molto diversa. “Headless Rite” ha una qualità davvero unica, la sua vibrazione in qualche modo mi fa immaginare come potrebbe avvenire il processo di creazione e distruzione della materia. C’è una risonanza nascosta che innesca certi schemi astratti: in questo album abbiamo deciso di andare oltre e di rendervi testimoni delle proiezioni delle nostre menti. I cori della titletrack, invece, sono nati in modo piuttosto naturale, invocando i morti mentre fumavano le ceneri dei loro corpi.
ALCUNI HANNO QUALCHE PROBLEMA A DESCRIVERE LA VOSTRA MUSICA. È PIÙ BLACK O PIÙ DEATH METAL? COME VEDI IL SUONO CHE CREI DA UNA PROSPETTIVA STRETTAMENTE MUSICALE?
– Se eseguiti correttamente, a mio avviso temi simili dovrebbero presentarsi in entrambi gli stili ed esaltare la musica. Immagino che la miscela di black e death metal sia semplicemente il vero riflesso dello stile dei Lvcifyre. Non ho mai sentito la pressione su quale stile adottare. Il processo di composizione diventa più onesto se si evita di prendere ispirazione da altri album, classici compresi.
VI È TUTTAVIA QUALCHE ALBUM METAL IN PARTICOLARE CHE PUÒ FUNGERE DA TUO ARCHETIPO PERSONALE? IL DISCO ‘PERFETTO’ O QUASI?
– Per me i Morbid Angel hanno raggiunto il loro pieno potenziale con “Covenant”: penso che questo album sia il trono del death metal, nient’altro si è mai avvicinato ad esso. L’alchimia che puoi sentire tra Azagthoth e Sandoval ha una qualità così unica… la dinamica del plettro della chitarra e i tempi fuori posto rendono tutto estremamente organico, mentre le melodie e i riff sono incredibilmente ben scritti. Vincent, tuttavia, ha scritto testi migliori per “Blessed Are The Sick”. Penso che questo album abbia lasciato qualcosa in me, qualcosa che ha cambiato per sempre la mia intera percezione del metal. Ecco, potrei dire che, pur essendo i nostri caratteri sono molto diversi, lo stile di chitarra di Azagthoth mi abbia mostrato un modo completamente nuovo di avvicinarsi alla più profonda brutalità sonora.
PUOI PARLARE UN PO’ DELLA MUSICA CON CUI SEI CRESCIUTO? E CHE GENERI TI PIACE ASCOLTARE IN QUESTO MOMENTO?
– Ho circa quarant’anni, quindi sono cresciuto con la musica degli anni ’80 e ’90. Ero lì quando gli stili di death e black metal sono stati creati e sviluppati fino alle loro rispettive fasi più interessanti: ho divorato tutto, dai Mercyful Fate e Bathory, Slayer e Deicide, Samael, Mayhem, Beherit o le prime opere degli Emperor. La scena attuale non fa per me in generale, tuttavia ci sono delle eccezioni: le band che tengono accesa la fiamma nera come Funeral Mist, Watain, Necros Christos, Teitanblood e Deathspell Omega hanno sempre la mia piena attenzione. Sto anche ascoltando dark ambient sperimentale: progetti come Lustmord, Arktau Eos, Coil, Endura, Emme Ya… sono cose che mi mettono sempre dell’umore giusto.
IL PROCESSO DI CREAZIONE DELLA MUSICA DEI LVCIFYRE È PER TE PIÙ UNO SFOGO SPIRITUALE CHE CREATIVO? PER INTENDERCI, L’IMPULSO VIENE DALLE TUE CONVINZIONI SPIRITUALI PIUTTOSTO CHE DAL SOLO SUONARE LA CHITARRA?
– Sì, il tutto viene puramente dalla metafisica spirituale. Scrivo principalmente per questo motivo, quindi non vedo il punto di sprecare le mie energie se questo significa perdere la mia essenza. Per esperienza personale, in giovane età, ho notato cosa distingue i musicisti dai veri creatori. A volte mi chiedo perché mi sia piaciuto suonare la musica di qualcun altro o compromettere una mia creazione inserendo di tanto in tanto qualche riff altrui: non c’è voluto molto per rendermi conto che era inutile continuare su questa strada.
I LVCIFYRE SONO LA TUA CREATURA. COM’È ESSERE LA SUA UNICA FONTE DI VITA E DI ISPIRAZIONE? IMMAGINO CHE I LVCIFYRE NON FUNZIONEREBBERO SE CI FOSSERO MOLTE ALTRE FORZE COINVOLTE NEL PROCESSO.
– Immagino di no. La visione più autentica appartiene solo a una persona. Puoi vedere questo come un approccio molto primordiale. Non sto parlando di essere soltanto padroni di qualcosa. Si tratta più che altro di devozione e di essere in grado di accendere un vero fuoco interiore. Se ci sono troppi ‘boss’ la trasmissione diventa distorta, quindi poniamoci una domanda: ti interessa di più un collettivo che va d’amore e d’accordo oppure una manifestazione onesta? Vorrei, tuttavia, sottolineare che, una volta scritto il materiale, Menthor (il batterista dei Lvcifyre) gioca un ruolo sostanziale negli aspetti ritmici finali e riadatta diverse parti all’interno delle canzoni. Non sono tanto cambiamenti strutturali, quanto piuttosto l’estrazione e l’esaltazione di alcune qualità preziose. Il contributo di Menthor al suono e alla forma finale dell’album è assolutamente importante.
QUALI SONO LE PROSPETTIVE PER LA BAND? CI SONO PIANI PER SUONARE DAL VIVO O PREFERITE RESTARE A GUARDARE E VALUTARE ATTENTAMENTE LE PROSSIME MOSSE?
– Le offerte continuano ad arrivare, tuttavia i cartelloni dei festival lasciano molto a desiderare. Non ci interessa molto l’attività dal vivo, quindi il nostro approccio è piuttosto selettivo. Abbiamo già qualcosa in programma per il prossimo anno, ma spetterà ai promoter diffondere la notizia quando sarà il momento.