LYNYRD SKYNYRD – Damn Right, Rebel Proud

Pubblicato il 03/07/2009 da

Incontriamo Rickey Medlocke nella cornice principesca del Four Season Hotel, vicino al lusso sfrenato di via Montenapoleone, poche ore prima dell’attesissima quanto rara performance dei Lynyrd Skynyrd a Milano. L’hall of famer siede su un tavolo intarsiato con una tazza di tè oramai consumato, lisciandosi la chioma oggi completamente grigia dietro l’ampia fronte. I lineamenti sono indubbiamente quelli degli indiani americani, caratteristica che ne aumenta considerevolmente il carisma. La sua parlata è lenta e riflessiva, e sebbene tenti di scandire perfettamente, ogni singola parola è sporcata dall’accento del Sud. Ecco cos’è rimasto sui nastri di Metalitalia.com di quella piacevole chiacchierata…

 

PENSI CHE LO SPIRITO DELLA PRIMA FORMAZIONE DEI LYNYRD SKYNYRD VIVA CON IL GRUPPO ATTUALE?
“Gary è ancora tra noi, io ero con la band nei primi anni ’70 come batterista, poi abbiamo Johnny, fratello di Ronnie (Van Zant, il primo cantante dei Lynyrd, ndR), che è alla voce da più di vent’anni ed è amatissimo da tutti i nostri fan, e di fatto la sua permanenza è stata molto maggiore di quella del suo predecessore. Quando Billy ci ha lasciato a gennaio non sapevamo davvero cosa fare, la tragedia ci mise di fronte a pensieri molto seri: era davvero l’ora di smettere? La risposta che abbiamo trovato è l’unica cosa di cui siamo veramente certi: siamo musicisti, la musica è la nostra vita, abbiamo milioni di fan in giro per il mondo, e fermarci probabilmente non sarebbe giusto verso tutti i nostri ascoltatori che ci hanno sorretto per anni e anni con lealtà straordinaria. Abbiamo quindi deciso di ultimare il nostro prossimo album, che sarà presto nei negozi. Abbiamo cercato un sostituto degno di calzare i suoi panni. Eravamo consapevoli che sarebbe stato impossibile trovare un altro Billy Powell, ma abbiamo trovato un musicista estremamente dotato nella persona di Peter Keys. Ha studiato le parti di Billy alla perfezione, e vi posso assicurare che l’ha fatto per mesi, e quando lo sentirete suonare capirete che lo spirito di Billy rivive nelle sue partiture attraverso le mani di Peter. Non possiamo essere più felici di aver trovato un artista tanto appassionato”.

PUOI DARCI QUALCHE ANTICIPAZIONE SUL NUOVO ALBUM “GOD & GUNS”, CHE SEGNA IL VOSTRO RITORNO DOPO SEI ANNI DI SILENZIO DISCOGRAFICO?
“Il nuovo disco è un album molto completo, con diverse sfumature. C’è hard rock, rock, southern rock, pop, blues, country. Ci siamo dedicati alla stesura dei nuovi pezzi per molto tempo, senza porci una scadenza per comporre o per registrare, e dopo aver scartato moltissime idee pensiamo sinceramente di aver raccolto solo il meglio del meglio di quello che possiamo offrire. Siamo davvero fieri del risultato finale, come del lavoro eccezionale del produttore Bob Marlette, famoso per i suoi lavori con Ozzy, Black Sabbath, Shinedown, Black Stone Cherry e altre fantastiche band”.

NEL 2006, DOPO PIU’ DI TRENT’ANNI DI ATTIVITA’, SIETE STATI INDOTTI NELLA “ROCK N’ ROLL HALL OF FAME”. CREDI CHE QUESTO RICONOSCIMENTO SIA ARRIVATO TROPPO TARDI?
“Forse sarebbe potuto arrivare prima, ma penso che tutto accada per una ragione precisa. E’ stato un grande onore, un sogno essere celebrati da artisti tanto grandi. Ricordo che quella sera c’era Ozzy, i ragazzi dei Black Sabbath, Sting. Ricordo anche che quella sera mi fu presentato Brian May, e mi disse che un suo grande desiderio è sempre stato essere colui che suona l’assolo finale di ‘Free Bird’. Gli risposi che io avrei voluto fare lo stesso con tantissime canzoni dei Queen… qualche mese dopo mi arrivò a casa un pacco: conteneva una delle sue chitarre, che conservo con estremo onore e gelosia”.

OGGI VOSTRE CANZONI RIVIVONO COME PARTE INTEGRANTE DI VIDEOGIOCHI COME GUITAR HERO: E’ UN FATTORE APPREZZATO PER UN GRUPPO DELLA VECCHIA SCUOLA COME I LYNYRD SKYNYRD?
“Certo che lo è. Siamo uno dei pochi gruppi al mondo che può vantare tre generazioni di fan. Ai nostri concerti ci sono persone che vanno dai 15 ai 65 anni, e noi siamo ancora sul palco. Avere le canzoni in Guitar Hero, nei film, nelle pubblicità, nelle suonerie dei cellulari – ‘Sweet Home Alabama’ è stata scaricata più di un milione di volte! – è tutto fenomenale considerando la nostra età, noi siamo sempre in piedi e siamo sempre in crescita. Guitar Hero e gli altri mezzi portano la nostra musica a persone che potrebbero non aver mai l’occasione di scoprirci, e parlo soprattutto delle nuove generazioni”.

PENSI CHE CANZONI COME “FREE BIRD” E “SIMPLE MAN” RAPPRESENTINO LA FILOSOFIA E IL CARATTERE DEI LYNYRD SKYNYRD?
“Penso di sì. ‘Simple Man’ è la maniera in cui Rob ringrazia i suoi genitori per averlo cresciuto come è stato cresciuto. ‘Free Bird’ è nata come una canzone d’amore. Penso che quelle canzoni, così come molte altre, incarnino i Lynyrd Skynyrd pienamente. Anche oggi nelle nostre canzoni parliamo di cose reali, di vita di tutti i giorni, cerchiamo di relazionarci con le persone che ci ascoltano in maniera semplice, perché in fondo siamo persone normalissime, non così diversi dai nostri fan. Noi viviamo l’essere ‘rockstar’ in modo diverso da come lo interpreta la gente. Siamo consapevoli che se non fosse per i nostri fan non sarei seduto in questo hotel di lusso a fare interviste, noi li ringraziamo col cuore tutti i giorni”.

COSA SIGNIFICA ESSERE UNA BAND DI SOUTHERN ROCK AL GIORNO D’OGGI IN AMERICA? MOLTI ASSOCIANO ANCORA LA BANDIERA CONFEDERATA AL RAZZISMO…
“Abbiamo sempre subito molte critiche a causa della bandiera confederata, ovvero la ‘rebel flag’. Se guardiamo la storia quella fu una bandiera di battaglia. Non è nata come segno di oppressione, razzismo e cose del genere. Ora molti gruppi hanno associato quel simbolo alla loro politica, e in molti casi questo ci dà molto fastidio, perché ignorano il vero significato che la bandiera possedeva alla nascita. Non siamo razzisti, la mia famiglia ha origini indiane, e se ci fosse del razzismo da parte di qualsiasi elemento del gruppo me ne sarei accorto da anni. I Lynyrd Skynyrd sono formati da persone che credono nella famiglia, che hanno una forte etica. Crediamo nella libertà, nella possibilità di scegliere, di vivere come ci si sente di vivere senza subire imposizioni”.

QUAL E’ LA TUA SINCERA OPINIONE SU KID ROCK, CHE HA PRESO IN PRESTITO LA VOSTRA “SWEET HOME ALABAMA” PER IL SUCCESSO DELL’ESTATE SCORSA “ALL SUMMER LONG”?
“Siamo buoni amici, lo conosciamo da oramai dieci anni. Cerca sempre di saltare sul palco e cantare assieme a noi. E’ vero, ha usato ‘Sweet Home Alabama’, ma è buona cosa per lui quanto per noi. Ha avuto un successo enorme, e noi grazie a questo richiamo continuiamo a conquistare nuovi ascoltatori. Ho incontrato la mia ragazza grazie a quella canzone, lei faceva la corista… insomma è stata una fortuna per tutti, direi!”.

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