LYNYRD SKYNYRD – Gli Ultimi Ribelli

Pubblicato il 24/08/2012 da

Poche ora prima di salire sul palco di Vigevano, i Lynyrd Skynyrd si sono concessi ad una breve chiacchierata. Nel breve tempo a nostra disposizone, meno di dieci minuti, ci siamo intrattenuti con Johnny Van Zant, cantante e carismatico leader della band portabandiera del rock sudista. In uscita con il nuovo “Last Of A Dyin’ Breed”, la band di Jacksonville conferma il suo stato di buona salute a suon di musica, con grandi canzoni degne di una tradizione lunga più di trentacinque anni. Johnny si rivela cordiale, simpatico e ben disposto a rispondere alle poche domande che abbiamo potuto porgli.

JOHNNY, COME STA ANDANDO IL TOUR DI SUPPORTO A “GOD & GUNS”?
“Il tour sta andando molto bene, siamo contenti di vedere tanti fan ai nostri concerti. La cosa bella è che a vederci vengono persone di tutte le età, giovani e meno giovani, questo è un segnale che la musica dei Lynyrd Skynyrd non piace solo ai nostalgici ed ai nostri coetanei, ma anche ai ragazzi delle nuove generazioni. Anche ‘God & Guns’ ci ha dato molte soddisfazioni, il disco è andato benissimo, addirittura negli Stati Uniti è entrato nella classifica Billboard. Da molti anni non ottenevamo un risultato così positivo. I fans ci vogliono molto bene e noi gliene vogliamo altrettanto, cerchiamo di ricambiarli con la miglior musica”.

COME SI SONO SVOLTI I LAVORI SUL NUOVO “LAST OF A DYIN’ BREED”?
“Si sono svolti con le stesse modalità dei precedenti. Ancora una volta abbiamo lavorato con il produttore di ‘God & Guns’, Bob Marlette, ed abbiamo registrato a Nashville, nel Tennessee. I lavori si sono svolti molto velocemente, tra febbraio e marzo abbiamo completato ‘Last Of A Dyin’ Breed’”.

CHE FEELING SI E’ INSTAURATO TRA VOI ED IL PRODUTTORE BOB MARLETTE?
“Bob è un grande professionista, un produttore eccezionale e noi ci siamo trovati molto bene a lavorare con lui. Credo che Bob sia riuscito a capire ed immedesimarsi nello spirito dei Lynyrd Skynyrd. In studio si è instaurato un bel rapporto di amicizia, stavamo insieme, si rideva e si è creato un ottimo feeling. Questo è l’ingrediente chiave, per fare bella musica devi essere tra amici. Certo, ovviamente il rapporto nasce come professionale, ci sono soldi in gioco, ma non si è trattato di avere insieme due entità differenti, band e produttore, abbiamo lavorato in modo unito”.

C’E’ UNA CANZONE DEL NUOVO DISCO CHE APPREZZI PARTICOLARMENTE?
“Faccio molta fatica a citare un solo pezzo del disco. In realtà ce ne sono almeno quattro che mi piacciono particolarmente, ma se mi rifacessi tra qualche tempo questa domanda, potrei cambiare idea. Le canzoni di ‘Last Of A Dyin’ Breed’ mi sono tutte care, mi trovo in difficoltà a sceglierne una in particolare, perché sarebbe come fare una graduatoria fra i tuoi figli. In generale sono molto fiero del lavoro che abbiamo svolto, siamo riusciti a scrivere delle canzoni in pieno stile Lynyrd Skynyrd, che parlano di libertà, ribellione, donne e tutti quegli argomenti che sono classici per noi”.

IL VOSTRO NUOVO BASSISTA E’ JOHNNY COLT DEI BLACK CROWES. COME E’ NATA QUESTA COLLABORAZIONE?
“Il nostro precedente bassista Robert Kearns ha lasciato la band perché voleva dedicarsi ad altri progetti. La ragazza di Rickey Medlocke, il nostro chitarrista, ci ha parlato di Johnny Colt. Dopo esserci presentati, abbiamo fatto qualche jam insieme e con piacere questo sodalizio ha funzionato. Johnny è un bassista eccezionale, ormai abbiamo fatto molti concerti insieme e…siamo ancora qui”.

JOHNNY TU SEI L’ANIMA DELLA SECONDA VITA DEI LYNYRD SKYNYRD. COSA E’ RIMASTO IN COMUNE RISPETTO ALLA PRIMA LINE-UP?
“Fondamentalmente abbiamo mantenuto la stessa filosofia nello scrivere canzoni. Noi facciamo musica per la gente semplice come noi, per la classe lavoratrice, per chi ha sogni e per coloro che possiedono un’anima ribelle. Sin da quando abbiamo riformato i Lynyrd Skynyrd siamo sempre stati molto attenti alle nostre origini, non ci è mai passato per la testa di rompere con quanto fatto da mio fratello e dagli altri ragazzi che oggi non sono più fra noi. Non saremmo qui oggi se avessimo rinnegato le nostre radici”.

DOPO COSI’ TANTI ANNI ON THE ROAD. QUANTO E’ IMPORTANTE L’ASPETTO LIVE ED IL CONTATTO CON I FANS?
“E’ fondamentale, i Lynyrd Skynyrd sopravvivono grazie ai fan. Noi adoriamo il contatto con il pubblico, siamo sempre in tour perché ci piace suonare di fronte alla gente, che così può avere un contatto diretto con noi e la nostra musica. L’ultima volta che siamo venuti in Italia, a Milano, insieme agli Shinedown, eravamo stupefatti dal calore che i fan italiani ci hanno riservato. C’erano tre differenti generazioni, tutte insieme ad ascoltare la nostra musica”.

COSA ASCOLTI IN QUESTO PERIODO?
“Ascolto musica di tutti i generi, non mi pongo limiti. Ad esempio mi piacciono molto gli Shinedown, che sono stati con noi in tour, ma anche Adele, la considero una cantante straordinaria”.

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