I Madball non sono un gruppo che trovate sulle copertine delle riviste, nè hanno una enorme visibilità all’interno dei programmi dedicati alla musica heavy, ma tra i pesi massimi di una frangia della musica estrema come l’hardcore il loro è un nome storico e irrinunciabile, una vera leggenda che meriterebbe molto di più del successo che sta riscuotendo. Il leader Freddy Cricien è più tatuato di un galeotto, più incazzato di un pugile e più Newyorchese degli Yankees, ma ha negli occhi ancora la semplicità, l’umiltà e la sincerità di un ragazzino, in un involucro decisamente poco raccomandabile è il caso di dirlo! Eccolo ai microfoni di Metalitalia…
HO LETTO DA QUALCHE PARTE CHE “LEGACY” HA AVUTO IL DEBUTTO PIU’ FOLGORANTE DELLA DISCOGRAFIA DEI MADBALL: LE COSE VANNO BENE IMMAGINO!
“Non male, non male! Sono molto fiero del nostro ultimo album, io come il resto della band. Penso che ‘Legacy’ possa essere tranquillamente definito come una summa di tutto quello che sono i Madball e del suono che abbiamo rappresentato negli anni”.
RAPPRESENTATE L’HARDCORE VERO. PENSI CHE IL GENERE ABBIA OTTENUTO UNA VENTATA D’ARIA FRESCA CON IL SUCCESSO DI HATEBREED ED ALTRI?
“Può essere, anche se la band che hai menzionato non fa completamente parte dell’hardcore come lo intendo, avendo molto metal al suo interno. D’altro canto hanno dato un’esposizione a moltissimi della filosofia e dell’universo hardcore tradizionale. Penso che il genere stia crescendo perchè sta infettando tutto il mondo, diventando internazionale, ci sono dunque molte più occasioni per suonare e per farsi conoscere”.
PUOI NOMINARMI QUALCHE BAND CHE A TUO AVVISO PUO’ PORTARE AVANTI LA BANDIERA DELL’HARDCORE TRADIZIONALE?
“Terror. Direttamente dal bill di stasera, se c’è una band su cui punterei per il futuro e che metterei direttamente dietro ad Agnostic Front e Sick Of It All sarebbero sicuramente loro. E chiaramente nel futuro vedo anche i Madball !!! (risatina, ndR)”.
DOPO TUTTI QUESTI ANNI DI ATTIVITA’ COSA RAPPRESENTANO I MADBALL PER FREDDY C.?
“Un importante capitolo della mia vita, sin da quando ero molto giovane, non è la mia intera vita ma ne è la fetta più grande, è diventato il mio mezzo di sostentamento e la mia carriera, mi ha regalato moltissime esperienze come viaggiare e suonare per il mondo. Il gruppo sarà sempre una grande parte di me”.
HAI MOLTISSIMI TATUAGGI, VUOI RACCONTARCI COME TI SEI APPASSIONATO E QUALI SONO STATI I PRIMI CHE HAI AVUTO?
“Penso il mio primo tatuaggio sia quello che ho sulla mia caviglia, è poco più di uno scarabocchio e l’ho fatto molto giovane, attorno ai quindici anni. Sono stato esposto ai tatuaggi sin da piccolissimo, in quanto mio fratello più grande ne ha sempre avuti moltissimi, così come i suoi amici più stretti. A mio parere si tratta di una vera forma d’arte ed è tutta la vita che la amo. Dopo la prima esperienza mi tatuai un cristo, e continuai sullo stile con disegni a sfondo religioso. Sono cresciuto in una famiglia cattolica: ora ho qualche interrogativo riguardo al cattolicesimo, ma è sempre parte della mia cultura e della mia vita, mi piace l’arte religiosa come le sue raffigurazioni. L’ultimo pezzo invece l’ho fatto sulla mia gamba durante un viaggio in Nuova Zelanda: è un disegno tipico dei guerrieri maori, e mi porta il ricordo di questa terra esotica e lontanissima. Volevo farlo nella maniera tradizionale, osso e bacchetta, ma non avevo proprio il tempo materiale e l’ho fatto con una macchina, il ragazzo che me l’ha disegnato però è un maori vero”.
PARLACI DI QUESTO SOUNDS OF THE UNDERGROUND TOUR, QUALI SONO LE TUE IMPRESSIONI?
“La versione degli States era su scala maggiore, più gruppi, più date etc. Mi piacciono i festival, sono un’ottima vetrina per il gruppo. E’ interessante inoltre vedere faccia a faccia diversi generi, oltre a gruppi che li mescolano sapientemente. Avevano bisogno che l’hardcore fosse rappresentato, l’hanno chiesto a noi e… Perchè no?”.
“Non male, non male! Sono molto fiero del nostro ultimo album, io come il resto della band. Penso che ‘Legacy’ possa essere tranquillamente definito come una summa di tutto quello che sono i Madball e del suono che abbiamo rappresentato negli anni”.
RAPPRESENTATE L’HARDCORE VERO. PENSI CHE IL GENERE ABBIA OTTENUTO UNA VENTATA D’ARIA FRESCA CON IL SUCCESSO DI HATEBREED ED ALTRI?
“Può essere, anche se la band che hai menzionato non fa completamente parte dell’hardcore come lo intendo, avendo molto metal al suo interno. D’altro canto hanno dato un’esposizione a moltissimi della filosofia e dell’universo hardcore tradizionale. Penso che il genere stia crescendo perchè sta infettando tutto il mondo, diventando internazionale, ci sono dunque molte più occasioni per suonare e per farsi conoscere”.
PUOI NOMINARMI QUALCHE BAND CHE A TUO AVVISO PUO’ PORTARE AVANTI LA BANDIERA DELL’HARDCORE TRADIZIONALE?
“Terror. Direttamente dal bill di stasera, se c’è una band su cui punterei per il futuro e che metterei direttamente dietro ad Agnostic Front e Sick Of It All sarebbero sicuramente loro. E chiaramente nel futuro vedo anche i Madball !!! (risatina, ndR)”.
DOPO TUTTI QUESTI ANNI DI ATTIVITA’ COSA RAPPRESENTANO I MADBALL PER FREDDY C.?
“Un importante capitolo della mia vita, sin da quando ero molto giovane, non è la mia intera vita ma ne è la fetta più grande, è diventato il mio mezzo di sostentamento e la mia carriera, mi ha regalato moltissime esperienze come viaggiare e suonare per il mondo. Il gruppo sarà sempre una grande parte di me”.
HAI MOLTISSIMI TATUAGGI, VUOI RACCONTARCI COME TI SEI APPASSIONATO E QUALI SONO STATI I PRIMI CHE HAI AVUTO?
“Penso il mio primo tatuaggio sia quello che ho sulla mia caviglia, è poco più di uno scarabocchio e l’ho fatto molto giovane, attorno ai quindici anni. Sono stato esposto ai tatuaggi sin da piccolissimo, in quanto mio fratello più grande ne ha sempre avuti moltissimi, così come i suoi amici più stretti. A mio parere si tratta di una vera forma d’arte ed è tutta la vita che la amo. Dopo la prima esperienza mi tatuai un cristo, e continuai sullo stile con disegni a sfondo religioso. Sono cresciuto in una famiglia cattolica: ora ho qualche interrogativo riguardo al cattolicesimo, ma è sempre parte della mia cultura e della mia vita, mi piace l’arte religiosa come le sue raffigurazioni. L’ultimo pezzo invece l’ho fatto sulla mia gamba durante un viaggio in Nuova Zelanda: è un disegno tipico dei guerrieri maori, e mi porta il ricordo di questa terra esotica e lontanissima. Volevo farlo nella maniera tradizionale, osso e bacchetta, ma non avevo proprio il tempo materiale e l’ho fatto con una macchina, il ragazzo che me l’ha disegnato però è un maori vero”.
PARLACI DI QUESTO SOUNDS OF THE UNDERGROUND TOUR, QUALI SONO LE TUE IMPRESSIONI?
“La versione degli States era su scala maggiore, più gruppi, più date etc. Mi piacciono i festival, sono un’ottima vetrina per il gruppo. E’ interessante inoltre vedere faccia a faccia diversi generi, oltre a gruppi che li mescolano sapientemente. Avevano bisogno che l’hardcore fosse rappresentato, l’hanno chiesto a noi e… Perchè no?”.
QUALE BAND TI PIACE GUARDARE TUTTE LE SERE DAL LATO DEL PALCO?
“I Terror! Sono tutte ottime live band, ma solo i Terror fanno l’hardcore tradizionale per il quale vado pazzo…”. C’E’ INVECE QUALCHE GRUPPO IN GIRO CHE, A TUO PARERE, MERITEREBBE PIU’ ATTENZIONE DI QUELLA CHE HA ATTUALMENTE?
“Direi i ‘Death Before Dishonour’: stanno facendo molto bene in giro e suonano hardcore tradizionale, li apprezzo moltissimo. Ascoltate pure i Donnybrook… E in generale buttate l’orecchio alla strada ogni tanto, ci sono moltissime band valide che meritano di essere scoperte”.
ESISTE (O E’ ESISTITA IN PASSATO) UNA RIVALITA’ TRA HARDCORE DELLA COSTA EST E QUELLO DELLA COSTA OVEST (I TERROR SONO DI LOS ANGELES, NDR) ?
“No, assolutamente, condividiamo il tour bus! Non c’è rivalità, magari c’è stata qualche scaramuccia anni fa tra i gruppi punk storici ma è stata montata. C’è sempre stato un grande rispetto nella scena, e non ci è mai successo un episodio antipatico nella West Coast”.
COME DESCRIVERESTI UN VOSTRO LIVE SHOW?
“Non è solo la musica, è anche energia e atmosfera, una cosa fondamentale che non fa che amplificare tutta la cattiveria e l’aggressività che vogliamo rappresentare”.
COSA TI DA’ FASTIDIO PIU’ DI OGNI ALTRA COSA AL MONDO?
“Ci sono diverse cose che mi fanno incazzare. Te ne dirò una che si può applicare come insieme di tutte le altre: la mancanza di rispetto. Come esseri umani tutti abbiamo il diritto di commettere degli errori, ma il rispetto per il prossimo è fondamentale, nel lavoro, nella vita normale e in tutte le cose che fai. Non posso tollerare le persone che non hanno rispetto”.
C’E’ UN “MOMENTO MEMORABILE” NELLA TUA CARRIERA DI MUSICISTA?
“Ce ne sono parecchi, come quello di fare da headliner a un grande festival per esempio. I Madball mi hanno dato moltissime soddisfazioni, ma spero che il momento migliore debba ancora arrivare ovviamente!”.
HAI MAI PENSATO SERIAMENTE DI SMETTERE CON I MADBALL?
“Ci ho pensato. Adesso le cose vanno bene, il disco è ancora fresco e piace molto alla gente, non intravedo nulla in un futuro prossimo che possa mettere in crisi il mio amore per i Madball, il passato è alle spalle. Fin quando andrà bene e sarà la passione a guidarci saremo qui”.
COS’E’ LA “DMS CREW” CHE CITI SPESSO NEI TUOI PEZZI?
“E’ fondamentalmente un gruppo di amici, un gruppo che è stato molto unito e che lo è ancora. Nel corso degli anni la gente che ne faceva parte è cresciuta e molti hanno fatto cose molto importanti, altri meno, ma è sempre una famiglia estesa, di cui faccio parte”.
ULTIMA DOMANDA: PARLACI DI “FAMILIA CLOTHING”
“E’ una suddivisione della ‘Pitchfork NY Hardwear’, un marchio molto presente tra le bands e tra i ragazzi agli show. Sono miei amici e tramite loro ho avuto l’opportunità di creare questo marchio, che mi girava per la testa da moltissimo. Hanno sponsorizzato la mia linea, che è partita con una maglia con stampata una foto degli anni sessanta, è quella che mi ha dato la scintilla. Ho sempre avuto un forte senso di legame, di famiglia appunto, ed è per questo che ho scelto quel nome. E’ abbigliamento che possono usare tutti”.