Non è per fare sensazionalismo che additiamo i Madball come delle leggende viventi dell’hardcore, parlando della loro attitudine come esempio e citando concerti e dischi come lezioni in materia. Nati come side project degli Agnostic Front con un Freddy Cricien pre-adolescente, i Madball hanno segnato la scena di New York City come pochi altri, e restano uno dei punti di riferimento nella scena contemporanea. Dopo Freddy C e Hoya Roc è Bryan “Mitts” Daniels il membro con più lunga permanenza nel gruppo, è così che in occasione della pubblicazione di “Hardcore Lives” scambiamo con lui qualche battuta non solo sull’ultimo disco, ma anche sullo stato di salute della scena nell’anno 2014…
L’HARDCORE E’ DIVENTATO UN CASO MONDIALE NEGLI ULTIMI ANNI, QUESTA ESPANSIONE HA IMPATTATO I MADBALL? LA VOSTRA FANBASE E’ PIU’ GRANDE AI NOSTRI GIORNI?
“Ci siamo accorti della diffusione dell’hardcore. Ai vecchi tempi l’hardcore esisteva in piccole scene di poche città. Ora, con l’aiuto della rete, l’hardcore è conosciuto in ogni continente della Terra. La nostra fan base è allargatissima, diffusa come non mai a livello geografico. Spero anche sia più numerosa, di sicuro è più diversificata rispetto al passato, e siamo davvero molto contenti di essere i benvenuti in così tanti paesi nel mondo”.
“HARDCORE LIVES” E’ UNA FRASE D’IMPATTO, SI RIFERISCE ALLO STATO DELLA SCENA O ALLO SPIRITO DEI COMPONENTI DEI MADBALL?
“Il titolo dell’album vuole semplicemente ricordare che siamo ancora qui. L’Hardcore è ancora qui. Le mode sono arrivate e sono sparite, ma l’hardcore è rimasto per più di 30 anni. Freddy urlava ‘Hardcore Lives’ nel ‘Ball Of Destruction EP’, noi viviamo ancora oggi secondo le regole dell’hardcore”.
HARDCORE E’ SEMPRE ASSOCIATO AD UNITA’ E SUPPORTO. TI PIACE ASCOLTARE BAND UNDERGROUND? SE SI’ CE NE CONSIGLIERESTI QUALCUNA? UTILIZZI INTERNET PER SCOPRIRE NUOVA MUSICA?
“Tento di restare aggiornato e di ascoltare le band nuove, ma la maniera in cui vengo introdotto alla musica è tramite i tour. Le band locali con cui suoniamo, come le band che scegliamo come supporter. E’ sempre bello vedere sangue giovane ravvivare la scena e lasciare il proprio marchio”.
C’E’ QUALCHE BAND O SOTTOGENERE CHE TI DA FASTIDIO VENGA ASSOCIATO ALL’HARDCORE?
“No, direi di no. Non sono mai stato uno che giudica chi è Hardcore e chi non lo è. So di per certo che alcune band più vecchie di noi ci hanno criticato agli esordi, non è corretto a mio modo di vedere. Finchè un artista è sincero ed appassionato in riguardo a quello che suona per me è ok. Se si vuole definire Hardcore o Metal per me non fa differenza… Non si fanno i soldi con questo tipo di musica. Di conseguenza non potete accusare nessuno di ‘vendersi’ saltando sul carrozzone hardcore”.
LO STILE DEI MADBALL E’ STATO SEMPRE MOLTO CODIFICATO, MA POSSIAMO SENTIRE ANCHE QUALCOSA DI NUOVO NEL VOSTRO ULTIMO DISCO, PER ESEMPIO LO STREET PUNK DI “DOC MARTEN STOMP”, SEI D’ACCORDO?
“Quella canzone è un grande passo avanti per noi. E’ la prima volta in cui abbiamo aggiunto della melodia al nostro sound. Tentiamo sempre di spingerci oltre, ma non ci siamo mai concessi di andar troppo lontano dal nostro sound caratteristico. E’ di sicuro la canzone più ‘punk’ che abbiamo mai composto, ma allo stesso tempo non la ritengo fuori contesto”.
LE SESSIONI DI REGISTRAZIONE SONO STATE DIVERSE RISPETTO AL PASSATO?
“Abbiamo registrato questo disco in diverse location. Chitarre basso e batteria sono state registrate in Massachussetts assieme al nostro amico Ken Susi. Freddy ha registrato le voci a Miami, mentre il mixing è stato fatto in un altro studio dal nostro caro amico Zeuss. Il disco precedente è stato fatto interamente in una singola location. In ogni caso i risultati sono stati buoni, siamo molto felici della produzione. Penso sia la migliore di sempre”.
PERCHE’ STUDI DI REGISTRAZIONE E PRODUTTORI DIVERSI?
“Questione di logistica e schedulazione. Volevamo lavorare esattamente con le persone con cui abbiamo lavorato, era l’unico modo perchè potesse accadere”.
COME HA FATTO INVECE CM PUNK A FINIRE SU “MY ARMOR”?
“E’ un amico di Chad Gilbert (New Found Glory) e Toby Morse (H2O). Quando sono venuti a registrare le guest vocals che Toby ci ha concesso in quella canzone se lo sono portati dietro. All’inizio della canzone ci sono una serie di click fatti con le bacchette della batteria. Gli ospiti hanno suggerito che qualcuno urlasse ‘One, two, three, four!’, e alla fine CM Punk è stato il prescelto. La cosa bella è che è un grande fan dei Madball. E’ un bravo ragazzo”.
COME AVETE SCELTO GLI ALTRI OSPITI, SCOTT VOGEL E CANDACE PUOPOLO?
“Gliel’ha chiesto Freddy. Sono entrambi buoni amici, e provengono da band contemporanee che consideriamo nostre pari. Abbiamo condiviso il palco moltissime volte sia coi Terror che coi Walls Of Jericho, quindi è stata una bella opportunità lasciare che aggiungessero qualcosa di unico al nostro disco”.
HO VISTO CHE AVETE AVUTO UN FOTOGRAFO MOLTO SPECIALE PER LE IMMAGINI PROMOZIONALI…
“Conosciamo Randy Blythe dalla prima volta in cui siamo andati in tour coi Lamb Of God. Ci ha detto subito che è sempre stato un fan dei Madball, sin dai primissimi tempi. Non tutti lo sanno, ma è un bravo fotografo. Penso abbia iniziato per hobby, ma a mio parere è al livello di qualunque professionista con cui abbiamo lavorato in passato o che abbia conosciuto. In tour quando non è sul palco ha sempre con sè la sua macchina fotografica. Così è successo che la scorsa estate ci siamo incrociati più di una volta, e Randy ci ha scattato qualche foto che ci è davvero piaciuta. Quando è venuto il momento di mettere insieme il layout del nuovo disco gli abbiamo chiesto se potevamo usarle, e ne è stato felice”.
COSA AVETE IN PROGRAMMA PER IL FUTURO PROSSIMO?
“La solita routine dei Madball… andremo on the road a supportare il nuovo disco. Siamo appena tornati da una serie di festival e un tour nei club in Europa. In autunno ci dedicheremo al Regno Unito e all’Irlanda, e più avanti all’Europa dell’Est con un tour chiamato ‘Enter The Nu Breed 2’. Abbiamo suonato in quel tour l’anno scorso per la prima volta ed è andato molto bene, non vediamo l’ora di ripetere l’esperienza”.