MALEVOLENT CREATION – La dodicesima profezia

Pubblicato il 23/11/2015 da

Ogni volta che li si dà per spacciati, i Malevolent Creation puntualmente fanno ricredere fan e detrattori con un veemente ritorno. Il nuovo “Dead Man’s Path” è uscito addirittura per Century Media, segno che l’interesse che i veterani statunitensi generano nella scena death e thrash metal è ancora tutt’altro che modesto. Ovviamente il songwriting di Phil Fasciana e compagni ha vissuto tempi migliori, ma, tutto sommato, non si può affermare che il gruppo stia invecchiando male: il mestiere, la fame e un grande entusiasmo sono tutti elementi rintracciabili nella nuova opera in studio, registrata dopo il ritorno del notevole batterista Justin DiPinto e mixata da quella vecchia volpe di Dan Swanö (Edge Of Sanity, Bloodbath). Il tour europeo con i Grave attualmente in corso contribuirà inoltre a riportare sulla bocca di altri ascoltatori questo nome semi-leggendario. Se i colleghi Cannibal Corpse continuano a farsi largo con la classe, i Malevolent Creation lo fanno a colpi di onesta perseveranza. Una qualità facilmente evincibile anche dalle parole dello stesso Fasciana…

malevolent creation - band

COME AVETE AFFRONTATO LA COMPOSIZIONE DI “DEAD MAN’S PATH”? LE IDEE SONO ARRIVATE FACILMENTE OPPURE CI È VOLUTO DEL TEMPO PER COMPLETARE I BRANI? DEVE ESSERE DIFFICILE SCRIVERE QUALCOSA CHE VI SODDISFI DOPO TUTTI QUESTI ALBUM…
“Metà del disco è stata scritta poco più di un anno fa: abbiamo messo su nastro cinque canzoni. Dopo averle incise ci siamo resi conto di non essere contenti del lavoro di batteria e di come Gus Rios stava collaborando. Non volevamo accontentarci e lasciare che Gus ci frenasse, così abbiamo deciso di trovare un nuovo batterista. Ci siamo rivolti al nostro vecchio amico Justin DiPinto, il quale ha convenuto con noi sul fatto che quei pezzi necessitassero di un drumming più intenso. Così, con lui di nuovo nel gruppo, ci siamo tutti ritrovati per una settimana e in questo lasso di tempo abbiamo composto altre cinque tracce. Devo dire che ho sempre nuove idee per il materiale dei Malevolent Creation, ma per me è importante avere attorno persone sveglie e che vogliono i miei stessi risultati. Amo lavorare con Justin e con il nostro secondo chitarrista Gio: ci viene facile comporre insieme”.

MOLTE DELLE DEATH METAL BAND DELLA VOSTRA GENERAZIONE SONO DIVENTATE PIÙ TECNICHE O PIÙ MELODICHE NEGLI ANNI, MENTRE I MALEVOLENT CREATION HANNO MANTENUTO SEMPRE UNO STILE TRADIZIONALE, LEGATO ANCHE AL THRASH. COME VEDI LA VOSTRA EVOLUZIONE?
“I Malevolent Creation non si sono mai allontanati troppo dal loro stile di partenza. Al massimo siamo diventati più veloci e pesanti in alcuni dischi. Il nostro unico obiettivo è sempre quello di scrivere le canzoni più feroci possibile, senza aderire ad alcuna moda. Il nostro sound non cambierà mai: cercheremo sempre di essere veloci, heavy e orecchiabili con ogni nuova uscita”.

A VOLTE RISULTA DIFFICILE DIRE SE I MALEVOLENT CREATION SIANO UNA DEATH METAL BAND CON FORTI INFLUENZE THRASH O L’ESATTO CONTRARIO. A QUALE SOUND O SCENA VI SENTITE PIÙ LEGATI?
“Quando io e Bret Hoffmann abbiamo fondato la band nel 1986 eravamo notevolmente influenzati da Kreator, Dark Angel, Slayer, Sodom e Destruction. Per il nostro primo demo, registrato nel 1987, tutti dissero che eravamo dei discepoli di Kreator e Slayer e io non ho mai osato affermare il contrario. Poi, con il passare degli anni, abbiamo iniziato ad incorporare molte altre influenze: dal punk al grindcore, sino ad arrivare al death metal che i nostri coetanei stavano proponendo. Dopo aver ascoltato gruppi come i Napalm Death o i Death di ‘Scream Bloody Gore’ abbiamo realizzato che esistevano suoni più aggressivi del thrash che amavamo. Da qui abbiamo cercato di mischiare queste varie sonorità e nel giro di due album abbiamo trovato il nostro stile. Ci sentiamo completamente a nostro agio con il tipico sound Malevolent Creation: è un mix che funziona da sempre”.

QUANDO COMPONETE CERCATE MAI DI BILANCIARE LE INFLUENZE? SE UN PEZZO SUONA TROPPO DEATH METAL, FATE IN MODO DI INSERIRE DEL THRASH, AD ESEMPIO?
“No, devo dire che cerchiamo di essere il più spontanei possibile. In generale, i nostri brani sono molto serrati, ma cerchiamo quasi sempre di spezzare l’andatura con qualcosa di più lento e quadrato. Il tutto però viene concepito in maniera naturale, senza forzare alcun aspetto”.

SECONDO TE COSA HA DI DIVERSO “DEAD MAN’S PATH” RISPETTO AL PRECEDENTE “INVIDIOUS DOMINION”?
“Secondo me ‘Dead Man’s Path’ è un lavoro più pesante. ‘Invidious Dominion’ è un’opera particolarmente diretta e veloce, senza molti cambi di ritmo. Con il nuovo album abbiamo invece cercato di dipingere delle montagne ma anche delle valli, se capisci quello che intendo. Il drumming è assai più frenetico e puoi sentire delle parti molto rocciose che non avevano usato affatto sul disco precedente. Insomma, credo che su ‘Dead Man’s Path’ ci sia più varietà. Inoltre, la produzione è più spessa ed equilibrata: Dan Swano si è occupato di mixaggio e mastering e ha fatto un lavoro notevole. Non finiremo mai di ringraziarlo per il suo contributo”.

HAI UN BRANO PREFERITO SUL NUOVO ALBUM? LA TITLE TRACK, AD ESEMPIO, È UN EPISODIO PIUTTOSTO PARTICOLARE PER VOI, DATO CHE APRE IL DISCO IN MANIERA SOFFUSA, MANTENENDOSI SU REGISTRI CONTROLLATI…
“Sono d’accordo con te, ma devo dire che il mio pezzo preferito è senza dubbio ‘Imperium (Kill Force Rising)’: amo tutti i riff su questa traccia e l’assolo e il lavoro di batteria sono semplicemente spettacolari. Si tratta di un brano piuttosto lungo per i nostri abituali standard, ma contiene diverse parti e si mantiene interessante sino alla fine”.

LA LISTA DEGLI EX MEMBRI DEI MALEVOLENT CREATION È DAVVERO CORPOSA. PENSI CHE LA LINEUP ATTUALE SIA FINALMENTE QUELLA DEFINITIVA?
“La lista non fa poi così impressione, almeno se pensi che alcuni dei musicisti sono poi ritornati nella band per altri periodi. In ogni caso, il nostro chitarrista Gio fa parte della band da ormai un decennio, mentre Justin, come accennavo prima, ha già suonato con noi. Io, Bret e Jason siamo membri originali: certo, sia Bret che Jason non sono qui da sempre, ma nel complesso questa lineup è davvero solida. Ci troviamo alla perfezione!”.

CON TALMENTE TANTI ALBUM NELLA DISCOGRAFIA, COME GIUDICHI LA VOSTRA CARRIERA? AVETE REALIZZATO OGNI VOSTRO SOGNO?
“Questo è il nostro dodicesimo album in studio e non mi sarei mai aspettato di andare avanti tanto a lungo. Sono davvero contento di avere ancora la possibilità di scrivere musica e di andare in tour. Abbiamo fondato questa band quando avevamo 16-17 anni e dopo quasi tre decenni siamo ancora qui. Il sogno è questo e lo stiamo vivendo”.

GLI ANNI E GLI ALBUM PASSANO, MA PER MOLTI FAN “RETRIBUTION” CONTINUA AD ESSERE IL VOSTRO LAVORO MIGLIORE, MENTRE “STILLBORN” PARE ESSERE QUELLo MENO COMPRESO. COME LO SPIEGHI?
“Personalmente apprezzo entrambi i lavori, ma ‘Retribution’ gode senza dubbio di una produzione migliore. È passato tanto tempo e credo che come musicisti siamo incredibilmente migliorati da allora, tuttavia puoi sempre dire che si tratti della stessa band. Questa è la cosa più importante. Ognuno ha i suoi dischi preferiti, ma nessuno può negare il fatto che il gruppo abbia mantenuto il suo tocco distintivo intatto”.

RIMPIANGI QUALCOSA DEI VOSTRI ESORDI?
“Mi manca l’attesa per un nuovo album delle mie band preferite, quella curiosità di conoscerne le prossime mosse. Oggi è davvero facile ascoltare una band e capire cosa sta facendo: basta andare su internet. Non c’è più mistero e l’eccitazione per qualcosa di nuova cala di giorno in giorno”.

GLI SLAYER SONO PROBABILMENTE LA PRIMA INFLUENZA DEI MALEVOLENT CREATION. COME REPITI IL LORO NUOVO ALBUM? COSA NE PENSI DELLA LORO DECISIONE DI PROSEGUIRE DOPO LA SCOMPARSA DI JEFF HANNEMAN?
“Per adesso ho ascoltato solo cinque di quelle nuove canzoni e devo dire di non essere rimasto particolarmente impressionato. Ho sentito pareri discordanti in merito al disco, ma dovrò aspettare di ascoltarlo per intero per potermi esprimere. Jeff Hannemann era sicuramente il compositore più geniale degli Slayer e deve essere stato difficile per loro prendere questa decisione, ma, del resto, io non so cosa avrei fatto se mi fossi trovato nella stessa situazione”.

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