I Malfeitor, bisogna ammetterlo, hanno sorpreso positivamente un po’ tutti. Nato sin da subito come vera e propria band e non come capriccio di Fabban degli Aborym, i nostrani Malfeitor hanno pubblicato due album micidiali in pochissimo tempo, attestandosi nel giro di un brevissimo periodo come una delle migliori realtà black metal italiane attualmente in circolazione. Il nuovo album “Incubus” bissa il successo del suo predecessore “Unio Mystica Maxima”, volgendo verso un universo sonoro, se possibile, ancora più oscuro. Black metal occulto e violentissimo, questa è la semplice e vincente proposta dai Malfeitor. Metalitalia.com non poteva mancare all’appuntamento con questa nuova realtà italiana…
IL DEBUT ALBUM ERA DAVVERO CONVINCENTE E “INCUBUS” NON È DA MENO. CI VOLETE RACCONTARE QUALI SONO SECONDO VOI LE DIFFERENZE PIÙ MARCATE TRA I DUE ALBUM?
Fabban: “L’album ‘Incubus’ è stato concepito, pensato e realizzato per due chitarre, cosa che non accadde per ‘Unio Mystica Maxima’ e questa è di per sé qualcosa di estremamente importante. ‘Incubus’ è un disco molto più tortuoso, a tratti alienato, complicato e profondo tanto quanto complicate e profonde sono le tematiche affrontate nei testi. Credo che abbiamo fatto un lungo salto nel vuoto senza guardare e personalmente sono fiero di ciò che è venuto fuori. Abbiamo fatto, credo, un salto di qualità non indifferente, di quelli che di solito si fanno dopo 3-4 dischi. La gente non è stupida, e in tantissimi hanno imparato ad apprezzare musica di qualità e fino ad ora questo disco piace. Piace molto. Resta cosa fondamentale che tutti, all’intero di questo gruppo, siano totalmente appagati da ciò che è venuto fuori. Poi viene tutto il resto”.
NELLA CAPITALE C’È SEMPRE STATA UNA TRADIZIONE DI BUONI STUDI DI REGISTRAZIONE. VOI STAVOLTA AVETE SCELTO I LE SERPENT ROUGE. COME SI SONO SVOLTE LE REGISTRAZIONI? SIETE PIENAMENTE DEL RISULTATO FINALE O SI POTEVA MIGLIORARE/CAMBIARE QUALCOSA?
Hell:I0:Kabbalus: “La situazione creatasi fin dall’inizio all’interno dello studio di registrazione è qualcosa che in dieci anni che sono in questo campo non mi era mai capitata, in particolar modo da un punto di vista umano. Discussioni, litigi, una serie di comportamenti ed intromissioni che sono andate anche ad inficiare i rapporti all’interno della band fino all’allontanamento di Atum. Ciononostante con una grande dose di pazienza e costanza siamo riusciti ad ottenere un risultato di un certo livello in grado di competere senza problemi sul mercato internazionale, ed alla fine è questo che mi interessa”.
IL TITOLO DELL’ALBUM È “INCUBUS”, I TESTI INVECE, SE NON ERRO, PARLANO DI DIVINITÀ, DI ANTICHI CULTI, DI COSMOLOGIA. SONO QUESTI GLI INCUBI CHE VI TORMENTANO?
Fabban: “Mi permetto di correggerti, qualora tu non avessi letto i testi. Ho voluto racchiudere all’interno del concetto di ‘incubo – incubus’ tutta una serie di ‘esplorazioni’ compiute nel Sentiero della Mano Sinistra nonché tutta una serie di conseguenze derivate. Nei testi ci sono parecchi riferimenti alla ‘messa a terra’ (Malkuth) di pensieri trasformati in azioni, concretizzazione quindi… Ci sono sempre punti di contatto con la realtà, realtà che si muove attraverso le sefiroth e il loro ‘sbilanciamento’ (qliphot). Ogni singola sfera non è mai funzionante senza il suo opposto: su questa base trovano riscontro diverse dinamiche raccontate nei testi, come ad esempio il binomio Sekmet/Sutekh, visto che citavi divinità antiche (in questo caso egizie) nella tua domanda. Mi piace definirli come dei ‘racconti’, spaccati di un lungo periodo non particolarmente facile da affrontare, all’interno dei quali esiste l’estasi panica attraverso l’esplorazione di mondi terribilmente oscuri. Dove è facile essere divorati. In alcuni casi veri e propri V.it.r.i.o.l. condotti in solitaria ora assieme ad altre persone a me care e spesso portati avanti anche attraverso attriti molto forti, come possono essere fatica psicofisica, dolore fisico, buio, condizioni climatiche particolarmente ardue in luoghi particolarmente impervi. Peraltro il destino ha voluto qualcosa di strano: i nuovi entrati Goraath e Narchost, come me, sono grandi appassionati di montagna e insieme spesso attacchiamo qualche ghiacciaio sulle Alpi e non c’è niente di più perfetto di questo per compiere operazioni come questa. Spesso è in condizioni realmente impervie e difficili in cui è possibile entrare in simbiosi con i mondi oscuri e sconosciuti dove l’abbandono della logica favorisce qualcosa che agisce e si muove in noi e tutt’ attorno a noi. Molti esseri umani prendono decisioni, agiscono solo quando camminano su una corda tesa e sotto di loro il vuoto: è in quei momenti che avviene una crescita. Il tutto con un unico enorme obiettivo (per il quale lavorerò credo tutta la mia vita): la conoscenza del sé. L’incubo è una metafora che simboleggia l’estrema difficoltà in questa ricerca. Difficoltà: mente umana quindi”.
AL PRIMO IMPATTO IL VOSTRO SOUND SEMBRA PARECCHIO VICINO A QUELLO DEI PRIMI IMMORTAL, SOPRATUTTO NELLE PARTI PIÙ VELOCI DELL’ALBUM, MA A BEN SENTIRE VOI RIUSCITE AD AGGIUNGERE TUTTA UNA SERIE DI ELEMENTI BLACK METAL CHE ALL’INIZIO DEGLI ANNI ’90 NON ERANO STATI ANCORA SPERIMENTATI. CREDETE IL VOSTRO PUNTO DI FORZA SIA QUESTA CAPACITÀ DI MESCOLARE LE CORRENTI VECCHIE E NUOVE DEL BLACK METAL? ORA COMUNQUE LA BONTÀ DELLA NOSTRA SCENA STA CRESCENDO E QUALCOSA COMINCIA A CAMBIARE…SIETE DELLO STESSO AVVISO?
Hell:I0:Kabbalus: “Guarda, ultimamente mi capita di scoprire casualmente tra la marea di band che infestano il nostro panorama musicale delle ottime proposte, nuove e meno nuove. Il problema è che nonostante ci sia la qualità, non ci sono strutture né label professionali che promuovano la loro proposta musicale. Ci sono tante, troppe etichette che non fanno altro che sfruttare il lavoro di queste persone che non solo non vedono un euro, ma spesso ci rimettono di tasca loro una quantità spropositata di soldi credendo di fare il grande salto. Poi non parliamo della mafia dei concerti, con agenzie e cazzate varie che si intascano le tangenti dei gruppi per fargli fare ogni tre mesi un concertino d’apertura a band più importanti (cioè alle 8 di sera quando ci sono 3 persone nel locale). La situazione mi sembra ormai piuttosto cristallizzata, non vedo molti margini di miglioramento per il futuro”.
C’È UN ALBUM BLACK METAL AL QUALE TUTTI I GRUPPI DEVONO NECESSARIAMENTE LA PATERNITÀ? QUALE?
Hell:I0:Kabbalus: “Direi di no, alla fine ogni musicista arriva a fare ciò che fa nel bene e nel male grazie alla varietà dei suoi ascolti, alla sua capacità di manipolare la materia sonora per ottenere i risultati desiderati. E ci sono persone che hanno portato con il loro talento un genere verso uno stadio di evoluzione successiva, come possono aver fatto i Morbid Angel con ‘Altars of madness’ o i Mayhem di ‘De mysteriis…’, ma fondamentalmente non vedo un unico filo diretto da un album o una band in particolare che abbia stravolto il concetto di musica estrema”.
Fabban: “Mmmh… mi piace pensare che se qualcuno non avesse tirato fuori pietre di oro come ‘Killers’ (Iron Maiden), ‘Beneath The Remains’ (Sepultura) i primi due di Bathory o ‘Soulside Journey’ di Dark Throne o i dischi che ha citato Hell:IO:K forse non staremmo qui a parlare e magari a quest’ora personalmente sarei davanti la tv a guardare uno di quei quiz tipo ‘la ruota della fortuna’, in tuta e con un gustoso succo di frutta alla pera in mano… Riguardo il black metal per la fattispecie, credo che i Bathory siano stati i veri grandi precursori di qualcosa che poi è divenuto una vera e propria costola della musica estrema. Venom più coreografici e ‘divertenti’, Celtic Frost a loro modo fondamentali (non avrebbero mai dovuto riformarsi, li ho rivisti live a Bergen e ho ancora le lacrime agli occhi per la delusione), ma i Bathory hanno iniziato a colorare tutto di nero… Poi sono arrivati Mayhem, Satyricon, Emperor e via dicendo…”.
GLI ABORYM HANNO DIMOSTRATO CHE SI PUÒ AVERE UNA RISONANZA INTERNAZIONALE NEL PANORAMA BLACK METAL ANCHE SE SI PROVIENE DALL’ITALIA. PERCHÈ ALLORA C’È ANCORA UN CERTO SCETTICISMO DI FONDO DA PARTE DEI NORD EUROPEI NEI CONFRONTI DELLE NOSTRE BAND? LE ETICHETTE CONTINUANO A DIRE CHE UN GRUPPO ITALIANO SI ‘VENDE CON DIFFICOLTÀ’? SI TRATTA DELL’ENNESIMA OTTUSITÀ CHE CIRCOLA IN UNA CERTA SEZIONE DELL’AMBIENTE UNDERGROUND EXTREME METAL?
Fabban: “In Italia ci sono veramente tanti ragazzi a mio avviso geniali, musicalmente parlando. Purtroppo l’Italia spesso vive all’ombra di tantissime, a loro modo grandi realtà scandinave. Ma credo che questo derivi fondamentalmente dalla gente, dai metalhead. Non dimentichiamoci che il successo o l’insuccesso di un gruppo è al 99% decretato dall’audience, dalla gente quindi. Gli Aborym si sono imposti non solo per la qualità ma anche per l’innovazione, per essere arrivati prima di altri, per aver ‘inventato’ in parte qualcosa, e ci siamo arrivati anche togliendoci dalla testa che, in quanto italiani, siamo al di sotto o meno all’altezza degli altri. Ci siamo sempre confrontati con altri artisti norvegesi o svedesi, in molti casi siamo diventati amici, in molti casi ci siamo incontrati per scambiare idee e opinioni. Ci siamo aperti, quindi. Non credere che siamo arrivati a suonare con gente come Csihar o Bard Faust semplicemente pagando le loro prestazioni o leccando il culo. Avevamo qualcosa da dire e alcuni se ne sono accorti. In Italia c’è molta gente poco umile, che da tutto per scontato e che poi è sempre pronta a lamentarsi. E l’80% di loro non riesce neanche a comunicare in inglese, uno dei gravissimi problemi degli italiani in generale. Come si può pretendere di esser presi in considerazione quando non si riesce neanche a comunicare? Inoltre in Italia abbiamo una situazione ‘sociale’ parecchio complicata… In Scandinavia la musica e l’arte vengono incentivate e supportate dallo stato, la gente lì cambia lavoro ogni due tre mesi e quando non lavora vive con il sussidio. Hanno molto tempo da dedicare alla musica e di riflesso la produzione musicale è enorme. Io credo che in Italia ci siano tantissime realtà che potrebbero esplodere all’estero: alla base deve esserci però modestia, professionalità, disponibilità e idee molto chiare”.
Hell:I0:Kabbalus: “Per la mia esperienza non vedo questa particolare diffidenza nei confronti di qualcosa che arriva dall’Italia, al limite un po’ di curiosità visto che per loro siamo il paese di spaghetti, sole, mafia e Berlusconi, non certo del metal estremo. Per dirti, un mio amico norvegese che ha seguito fin dalle origini lo sviluppo del black metal e ora si interessa principalmente di elettronica ed EBM, mi ha confessato che grazie a ‘Unio…’ e ‘Incubus’ dopo molti anni gli è venuta voglia di riavvicinarsi al black metal, per me è stato un grande complimento. Secondo me lo scetticismo lo abbiamo noi italiani nei confronti dei nostri stessi gruppi, tendiamo sempre a svalutare ciò che esce da casa nostra considerandolo derivativo e provinciale, osanniamo sempre la solita scena norvegese o svedese oppure quella più recente francese, ma sputiamo merda su tutto quanto è italiano o ce ne freghiamo proprio. Per le etichette il discorso è diverso, in Italia la scena metal è comunque limitata, raramente ci sono strutture adeguate per fare live o organizzatori seri, e per una label che ragiona da un punto di vista economico una band tedesca o norvegese avrò più visibilità perché ci sono più magazine, più ascoltatori, più locali e più supporto nel loro contesto d’origine, quindi più vendite. Tutto qua”.
UNA DOMANDA RIGUARDO AGLI ALTRI VOSTRI GRUPPI: DEGLI ABORYM IN MOLTI ASPETTANO UN NUOVO ALBUM, GLI STORMCROW HANNO TROVATO UN CONTRATTO DISCOGRAFICO? “WOUNDED SKIES” MI AVEVA POSITIVAMENTE IMPRESSIONATO…
Hell:I0:Kabbalus: “Con gli Aborym stiamo lavorando alacremente con Fabban e Bard, in nemmeno un mese abbiamo già due pezzi pronti e una gran quantità di materiale. Quello che sta uscendo è ben oltre le nostre aspettative, sarà un disco folle ed epocale, con un concept altrettanto deviato. Dovremmo entrare in studio intorno all’inizio del prossimo anno, quindi entro metà 2010 avrete modo di gustarvelo”.
Fabban: “Sì, il nuovo Aborym credo spazzerà via tutto quello che abbiamo fatto in passato. Nessun dubbio. Stiamo lavorando duro e quel che abbiano in mano fa paura anche al sottoscritto. Stiamo tornando ai tempi di ‘With No Human Intervention’, con l’oscurità di ‘Fire Walk With Us’ e l’isterismo di ‘Generator’, tutto in un unico disco. Se riusciremo a fare un buon lavoro in studio ti preannuncio uno dei dischi più malati degli ultimi vent’anni”.
Goraath: “Grazie del complimento, attualmente con Stormcrow siamo alla ricerca di un contratto discografico serio che ci permetta di scatenare la creatura ‘Disposition To Tyranny’, il nostro primo full-length. Come hai già fatto notare però le cose non sono semplici, e trovare case discografiche degne di questo nome disposte a investire su un prodotto di una band emergente, anche se valido, non è così automatico. Ad ogni modo noi siamo pronti in tutto e per tutto, ed io ho la massima fiducia sia nel nostro album che nel destino della band Stormcrow”.
IL CONCETTO DI MISTICISMO È PRESENTE SU ENTRAMBE LE VOSTRE RELEASE. QUALE VALENZA DATE PERSONALMENTE A QUESTO RAPPORTO CON IL DIVINO?
Hell:I0:Kabbalus: “Le divinità sono nomi, e i nomi danno esistenza e potere alle cose. Ogni nome incarna un significante ed indica una particolare manifestazione di energia. Ciò che intendo per misticismo è il desiderio e la ricerca dell’armonizzarsi con queste correnti energetiche che l’uomo ha definito divinità, e trarne forza per portare alla luce il proprio dio interiore e raggiungere la propria realizzazione terrena e trascendente”.
ALCUNI DEI MEMBRI DELLA VOSTRA BAND PROVENGONO SIA DAGLI ORMAI FAMOSI ABORYM CHE DAGLI EMERGENTI E CAPACI STORMCROW. I MALFEITOR, IN QUALCHE MODO, COMBINANO ASSIEME LE INFLUENZE DERIVANTI DA QUESTE ALTRE BAND OPPURE VI SENTITE IMMUNI DAI VOSTRI ALTRI PROGETTI?
Goraath: “Come sai Incubus è stato registrato con la vecchia line-up, quindi in questo senso né io né Narchost siamo potuti intervenire nel processo compositivo. Nonostante ciò credo che sia naturale che la nostra attitudine e personalità cresciuta con Stormcrow alimenti questa vera e propria macchina da guerra chiamata Malfeitor. Personalmente ho una visione del mio strumento che mi porta a personalizzare ed attualizzare costantemente i pezzi che suono, in una sorta di continuo autosuperamento e ricerca. Credo che già i pezzi di ‘Incubus’ che proporremo dal vivo, pur non essendo stati modificati nella loro sostanza, risentiranno positivamente del nostro ingresso nella band.
ESCLUDETE LA POSSIBILITÀ DI INSERIRE IN FUTURO I SYNTH, MAGARI IN MANIERA PARTICOLARE E CHE SI PRESTI AL VOSTRO TRADEMARK?
Hell:I0:Kabbalus: “Non ci poniamo limiti, se questo è quello che ci sentiremo di fare, lo faremo. Tra l’altro se ascolti bene ‘Mysterious, Mystical, Majestic’, noterai che nel ritornello ci sono dei cori sintetici di sottofondo, quindi non sarà proprio una novità”.
COME NASCE UN BRANO DEI MALFEITOR?
Hell:I0:Kabbalus: “Nessuna formula particolare, arriviamo con del materiale e ci lavoriamo fino ad arrivare al risultato che ci soddisfa, la gestazione di un pezzo può anche durare mesi prima che raggiunga la sua forma definitiva oppure essere pronto in una settimana. Ciò che conta è la purezza delle sensazioni che un pezzo vuole trasmettere, non tanto il ‘processo produttivo’. La differenza di approccio credo sia principalmente che ‘Unio’ era il primo disco, ‘Incubus’ il secondo: quindi ti trovi in un certo modo faccia a faccio con quello che hai lasciato dietro di te e con il dovere di andare oltre e migliorarlo ulteriormente. Ed è quello che crediamo di aver fatto con la nostra ultima release”.
SIETE DELL’IDEA CHE IL VERBO DEL BLACK METAL VADA DIFFUSO ANCHE IN SEDE LIVE O VI VOLETE CONCENTRARE PREVALENTEMENTE NELLA REGISTRAZIONE IN STUDIO DI NUOVI ALBUM?
Hell:I0:Kabbalus: “Sinceramente non voglio diffondere niente, non sono un predicatore, un pubblicitario o un integralista invasato di qualche ridicola dottrina politica o pseudo-religiosa, mi interessa solo stare sul palco suonando al meglio delle nostre possibilità e cercando di realizzare un assoluto coinvolgimento con il pubblico. Punto. Malfeitor è un progetto concepito con questo scopo, quindi cercheremo compatibilmente con gli impegni di tutti di suonare il più possibile in Italia e soprattutto all’estero, specialmente ora che con i nuovi arrivi Goraath e Narchost abbiamo finalmente trovato la quadratura del cerchio. Per il momento abbiamo fissato due data ad ottobre, una il 4 allo Zoe di Milano insieme ai Forgotten Tomb per il release party di ‘Incubus’ e il 31 al Country Star di Padova, poi saremo in Belgio il 5 dicembre ad un festival con i francesi Celestia”.