MÅNEGARM – Nella terra del lupo

Pubblicato il 26/10/2025 da

Lo scorso mese di agosto i Månegarm hanno pubblicato il loro dodicesimo album in carriera. “Edsvuren”, questo il titolo del nuovo disco, va a coronare un percorso discografico che proprio nel 2025 spegne le sue trenta candeline, sottolineando ancora una volta il ruolo primario della band svedese all’interno del panorama viking, black e folk.
Ci siamo messi quindi sulle tracce del leader del gruppo Erik Grawsiö, con il quale abbiamo ovviamente parlato del nuovo lavoro in casa Månegarm, cercando di entrare nel profondo di qualche brano, sempre ispirato alla storia e al mito norreno, dal quale è nato anche il loro monicker, il lupo Mánagarmr… Buona lettura!

BENTORNATI SU METALITALIA.COM. 1995–2025: TRENT’ANNI DI CARRIERA SONO UN TRAGUARDO IMPORTANTE. COSA SIGNIFICA QUESTO NUMERO PER VOI?
– È fantastico essere ancora qui a suonare dopo trent’anni! Ma ci piace così tanto che andare avanti è una scelta facile!

QUAL È STATA LA VOSTRA MAGGIORE SODDISFAZIONE FINORA?
– Avere il nostro festival: il Månegarm Open Air! È la cosa più divertente e gratificante che abbiamo mai fatto!

DALL’ALTRA PARTE, SE C’È STATA, QUAL È STATA LA DELUSIONE PIÙ AMARA? C’È UNA DECISIONE CHE, GUARDANDO INDIETRO, AVRESTE PRESO DIVERSAMENTE?
– Abbiamo firmato un contratto discografico con la Displeased Records nel 1997 per cinque album, e non è stata la nostra decisione più intelligente. Ci sono voluti molti anni per portare a termine quel contratto!

AVRESTE MAI IMMAGINATO DI FESTEGGIARE UN ANNIVERSARIO DEL GENERE? TRENT’ANNI CELEBRATI CON LA PUBBLICAZIONE DEL NUOVO ALBUM “EDSVUREN”. POSSIAMO CONSIDERARLO UNA SORTA DI COMPENDIO DEL VOSTRO SOUND?
– No, non credo. O forse non lo so davvero. Abbiamo semplicemente suonato la nostra musica e il tempo è volato! A volte sembra che abbiamo iniziato ieri, a essere onesti. Ma il tempo vola quando ti diverti!
Per quanto riguarda invece “Edsvuren”, penso sia un album che mostra molto del sound dei Månegarm: duro e morbido, veloce e lento, metal e acustico. Ha praticamente tutto.

OLTRE ALLA TRIPLA COMPONENTE TIPICA — VIKING, BLACK E FOLK — VI E’ INFATTI ANCHE UN ELEMENTO CLASSIC METAL CHE RENDE ALCUNI PASSAGGI PIÙ MELODICI E ORECCHIABILI.
– Sì, è vero! Amo il classic metal, mi piace il groove, quindi molte cose sono ispirate a quello stile; come “Hör mitt kall”, per esempio.

A PROPOSITO DI “HÖR MITT KALL”, HO AVUTO L’IMPRESSIONE CHE POTESSE SVILUPPARSI ULTERIORMENTE INVECE DI TERMINARE COSÌ BRUSCAMENTE. È SOLO UNA MIA IMPRESSIONE? COSA NE PENSI?
– Per me la canzone va bene così com’è. Non la volevo più lunga. Quando la canzone finisce, la gente dovrebbe pensare: “Accidenti che bella, devo ascoltarla di nuovo“!

PARLANDO SEMPRE DI CANZONI, TRA LE PIU’ RAFFINATE C’È SICURAMENTE “RODHINS HAV”, ACCOMPAGNATA DA UN VIDEO SEMPLICE E DIRETTO. L’IMMAGINE DELLA PICCOLA BARCA CHE NAVIGA SUL FIUME È SUGGESTIVA. C’È QUALCHE COLLEGAMENTO CON I CORVI CHE INVECE VOLANO SULLE ACQUE DEL MARE?
– La piccola barca di corteccia simboleggia la lotta dell’uomo e della barca in mezzo ai mari tempestosi. Il corvo invece, nella credenza popolare e nella mitologia, rappresenta sia il male, la sfortuna e la morte, sia la saggezza, l’intelligenza e la trasformazione. In particolare, nella mitologia norrena, il corvo è un uccello sacro associato al dio Odino, si crede che andando in giro raccolga informazioni per lui.

HO LETTO INVECE CHE DIETRO LA CANZONE “EN NIDING DÖD” C’È UN INTERESSANTE RACCONTO LEGGENDARIO. PUOI DIRCI QUALCOSA IN PIÙ? MOLTE DELLE VOSTRE CANZONI SONO INFATTI ISPIRATE A MITI E TRADIZIONI SCANDINAVE.
– Il testo di “A Nithing’s Deed” si basa su un episodio della saga leggendaria “Örvar-Odds saga” e sulla corrispondente poesia associata.
In breve, la saga racconta dell’eroe norvegese Odd, incaricato da un re svedese di sottomettere e ottenere tributi dal re Alf/Alv di Bjarmaland. Nella saga e nella poesia, Odd è cristiano. Arrivato a Bjarmaland, compie molte imprese, ma il figlio del re raduna dei soldati per affrontarlo.
Odd uccide il principe nel sonno e ne impala la testa su una picca, mentre Re Alf/Alv viene mortalmente ferito dalle frecce magiche dello stesso Odd; la moglie di Alf/Alv infine, Gyda/Gyðja viene schiacciata da una pietra che Odd le lancia mentre sta pregando il dio Freyr.

TRA I VARI OSPITI, PER IL SECONDO ALBUM CONSECUTIVO, TROVIAMO UN NOME MOLTO FAMILIARE: LEA GRAWSIO LINDSTRÖM, CHE CANTA NELLA PRIMA TRACCIA. COM’È STATO AVERLA A LAVORARE CON LA BAND DI SUO PADRE?
– La adoro. È davvero bello averla anche su questo album. All’inizio era un po’ nervosa, ma avendo il mio piccolo studio in casa, le cose sono state più semplici. Abbiamo potuto provare diverse soluzioni senza stress. Credo che abbia fatto un ottimo lavoro.

ANCORA UNA VOLTA AVETE UNITO I TRE FILONI—VIKING, BLACK E FOLK—CHE MEGLIO DEFINISCONO LE TRE ANIME DEI MÅNEGARM. MA QUALE DEI TRE SENTITE PIÙ VICINO AL CUORE DELLA BAND?
– Non saprei sinceramente, questa è una domanda difficile. Credo che tutti e tre questi stili definiscano i Månegarm. Siamo sempre stati una miscela di questi stili, quindi per me è impossibile sceglierne uno solo.

PER IL VOSTRO TRENTESIMO ANNIVERSARIO, AVETE IN PROGRAMMA SHOW ESCLUSIVI? GUARDANDO AI PROSSIMI CONCERTI DAL VIVO, È PREVISTA UNA DATA ITALIANA?
– Non abbiamo date in programma per i prossimi mesi, ma va benissimo così. Quest’anno è stato piuttosto intenso con l’uscita dell’album, il Månegarm Open Air e altri concerti o festival.
Ma a dicembre andremo in America Latina per alcuni show: suoneremo in Colombia, Argentina, Cile e infine in Messico. Sarà fantastico!

IL LUPO È NEL VOSTRO NOME, PROTAGONISTA DI DIVERSI ALBUM E SIMBOLO UFFICIALE DELLA BAND. COSA RAPPRESENTA PER VOI?
– Månegarm deriva dalla mitologia norrena. È il nome di un grande lupo che sputa sangue sul sole, cercando di inghiottirla durante il Ragnarök. Fa parte della nostra storia, della nostra terra e quindi della nostra band.

A PROPOSITO, COSA PENSATE DELLA DECISIONE DEL GOVERNO SVEDESE DI DIMEZZARE LA POPOLAZIONE DI LUPI, NONOSTANTE SIA CLASSIFICATA COME SPECIE STRETTAMENTE PROTETTA?
– Non mi piace! In Svezia ci sono solo circa quattrocento lupi. La popolazione è protetta, ma è piccola e isolata. I lupi devono essere gestiti con grande cautela. Se, per ragioni necessarie, si dovesse permettere la caccia, è importante che questa non rappresenti una minaccia per la sopravvivenza della specie e non ostacoli il mantenimento di una popolazione vitale a lungo termine.

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