MÅNEGARM – Tradizione e… divertimento!

Pubblicato il 03/06/2022 da

I lupi svedesi giungono al decimo capitolo della loro ormai lunga carriera con il fresco di stampa ”Ynglingaättens Ode”, un buonissimo disco di viking metal che riprende le antiche melodie folk tanto care alla band e unisce l’aggressività e suggestioni più moderne e accessibili, senza disdegnare una scrittura a tratti più complessa ed elaborata. Un album che si dimostra nuovamente all’altezza della discografia di un gruppo precursore di quel fenomeno viking/folk/pagan metal che, dopo il boom e la conseguente rapida saturazione di qualche anno fa, sopravvive grazie a chi, come i Månegarm, mette ancora passione in ciò che fa per mestiere.
Abbiamo raccolto le parole del leader e co-fondatore Erik Grawsiö, che si è mostrato ancora una volta affabile ed estremamente disponibile nel parlare della propria musica, sempre legata a doppio filo al folklore e le tradizioni della propria terra.

VORREMMO INIZIARE CON IL NUOVO ALBUM: ”YNGLINAAETTENS ODE” ARRIVA TRE ANNI DOPO ”FORNALDARSAGOR”; QUALI SONO LE MAGGIORI DIFFERENZE TRA I DUE?
– Credo che l’ultimo nato segua lo stesso sentiero di ”Fornaldarsagor”, solo con un po’ più di melodia, maturità e forse di onestà. Per quanto riguarda i testi, rimaniamo fedeli allo stesso tema principale: la mitologi scandinava e l’era vichinga, ma questo disco è fondato sull’antico poema scaldico ” Ynglingatal”. Questo poema (forse del decimo secolo dopo Cristo) racconta di una dinastia di regnanti svedesi che governava su Uppsala (che si trova molto vicino a dove viviamo), delle loro gesta e – soprattutto – delle loro morti. La casata degli Ynglinga sosteneva di avere origini divine, in quanto discendente dal dio Freyr. I re erano leader militari e religiosi e spesso le loro morti erano misteriose, fosche e alcune volte perfino innaturali.

AVETE FATTO USCIRE TRE NUOVI VIDEO, TRA CUI ”EN SNARA AV GULD” E ”ULVHJAERTAT”, DAVVERO BEN FATTI E PROFESSIONALI. COM’È STATO LAVORARE CON SVARTNA FILM?
– Fantastico, come sempre. Avevamo già lavorato con loro sul video di ”Hervors Arv”, sono ragazzi meravigliosi. Tobias Rydsheim suona nella band e Isak Skagerström è prima di tutto un ottimo amico di vecchia data di Tobias. È estremamente facile lavorare con loro, sono professionali e hanno sempre idee che funzionano.

AL CONTRARIO VOSTRO, LA QUALITÀ DI MOLTI VIDEO PRODOTTI DA METAL BAND È PIUTTOSTO BASSA. SI TRATTA SECONDO TE DI UN MEZZO NEL QUALE BAND ED ETICHETTE NON CREDONO POI MOLTO?
– Non posso parlare per conto delle altre band ed etichette, ma la Napalm Records vuole video di qualità, e la stessa cosa vale per noi: far uscire brutti video o di cattiva qualità non ha alcun senso, per quel che ci riguarda! I video sono un’ottimo strumento, anche piuttosto importante ai giorni nostri, e credo siano un apporto interessante alla musica.

L’ULTIMO VIDEOCLIP È DIFFERENTE, ESSENDO COMPOSTO DA SCENE ’DIETRO LE QUINTE’ E SEQUENZE TRATTE DA LIVE. DIVERTENTE ED INTIMO, RIVELA I MUSICISTI OSPITI SU ”STRIDSGALTEN”. COM’È NATA LA COLLABORAZINE CON JONNE JARVELA DEI KORPIKLAANI, ROBSE DAHN DEGLI EQUILIBRIUM E PAR HULKHOFF DEGLI HULKHOFF/RAUBTIER?
– Sì, esatto, ”Stridsgalten” è molto diverso dagli altri due. Volevamo fortemente realizzare un videoclip del tipo ’dietro alle quinte’ perché ci piace quel tipo di approccio, che crediamo dia un bel tocco personale, aggiungendo anche un po’ di ironia! Sono molto soddisfatto di com’è uscito, dice tanto di chi siamo in una manciata di minuti.
Per quel che riguarda le collaborazioni, ne siamo molto soddisfatti! Ho avuto l’idea ascoltando l’ultimo album dei Korpiklaani, un ottimo lavoro con grandi linee vocali. Mi piace molto la voce di Jonne, perciò gli ho chiesto di unirsi a noi, e lui ha subito accettato. Ho coinvolto anche Hulkoff, perchè era tempo di riscuotere (ride, ndr). Avevo registrato alcune linee vocali per il suo album ”Pansarfolk”, così ho pensato fosse giunto il momento di coinvolgerlo nei Månegarm; ha una voce profonda e particolare, che ho trovato perfetta per questo pezzo. In quanto a Robse, lui ha un growl fottutamente intenso e profondo, per cui lo volevo su questa canzone, e anche lui è stato subito felice di aderire al progetto.
Si tratta di tre ragazzi con i quali eravamo già in contatto e con i quali abbiamo condiviso date e interi tour, e in generale io apprezzo molto la collaborazione tra musicisti. Hanno fatto tutti un ottimo lavoro e sono felice che facciano parte di questo album!

LE IMMAGINI LIVE MOSTRATE IN ”STRIDSGALTEN” REGALANO UN GRANDE SENSO DI NOSTALGIA. LE PERSONE SONO ASSETATE DI CONCERTI E FESTIVAL. ANCHE VOI SARETE ANSIOSI DI TORNARE IN TOUR!
– Certo, non vediamo l’ora di salire nuovamente sul palco! Abbiamo fatto una fantastica data a metà aprile – un release party – ed è stato divertentissimo. Si è trattato della prima uscita live dopo ben ventisei mesi, quindi eravamo un po’ nervosi: abbiamo commesso qualche errore e ci sono stati piccoli problemi tecnici legati al nostro equipaggiamento, ma chissenefrega! È stata una serata magica e il pubblico si è divertito molto.

HAGKOMST AV ETT LIV” RICORDA L’EP ”URMINNES HAEVD – THE FOREST SESSIONS”. ESISTE QUALCHE POSSIBILITA’ DI ASCOLTARE NUOVAMENTE UN ALBUM ACUSTICO IN FUTURO?
– Ad essere sincero ci piacerebbe molto e abbiamo realmente pianificato un altro disco di quel tipo. Non c’è ancora nulla di deciso – né abbiamo composto materiale – perciò non sappiamo dire quando, ma vogliamo veramente lavorare ad un altro album sullo stile di ”Urminnes Hävd”.

AD ECCEZIONE DI ”LEGIONS OF THE NORTH”, I VOSTRI LAVORI SONO NORMALMENTE CANTATI IN SVEDESE. SOLAMENTE ”RAVENOUS” E ”ODIN OWNS YE ALL” (ANDANDO A MEMORIA) SONO IN INGLESE. COME MAI AVETE AGGIUNTO UNA VERSIONE IN LINGUA INGLESE DI ”ULVJHAERT” SUL DISCO?
– Sì, cantiamo prevalentemente in svedese, abbiamo solo un paio di canzoni in inglese. La prima – ”Daughters of Eve” – era addirittura già sul nostro secondo demo, datato 1997 – poi ”Ravenous” sull’album ”Dödsfärd” del 2003. Per questo disco avevamo pensato di registrare tutte le composizioni in inglese per farne un dischetto ’bonus’, ma poi ci siamo resi conto che non ne avremmo avuto il tempo, quindi abbiamo deciso, in accordo con la Napalm, di registrare solamente tre brani: il primo singolo uscito – ”The Wolfheart” – e altre due canzoni (”Auns Söner” e ”Vitta Vettr”) che saranno presenti esclusivamente nel box di legno a tiratura limitata, in veste di sette pollici.

JONAS ‘RUNE’ ALMQUIST, MEMBRO FONDATORE, HA LASCIATO IL GRUPPO NEL 2016 MA AVETE SCELTO DI NON SOSTITUIRLO. COME VANNO LE COSE IN VESTE DI POWER TRIO?
– Perfettamente! Le cose girano molto meglio, ad essere onesto. Non voglio dire che prima funzionassero male, e sul versante compositivo mi manca l’apporto di Jonas, ma la chimica che si è creata come ’power trio’ è ottima e tutto scorre incredibilmente liscio. I Månegarm, intesi come band non sono mai stati così in forma.

HAI DATO VITA AI MÅNEGARM NEL 1995. ERA UN’EPOCA INCREDIBILE PER IL METAL ESTREMO IN GENRALE E PER QUELLO SCANDINAVO IN PARTICOLARE. COSA PUOI DIRCI DELL’ENERGIA DI QUEL TEMPO?
– Quelli erano i giorni migliori! Solo pensare a quell’epoca mi fa sorridere: quando abbiamo dato vita alla band e iniziato a trovarci per le prove, composto le prime canzoni e suonato i primi concerti… È stato un periodo incredibile e la creatività era senza limiti.

ALL’INIZIO IL VOSTRO SOUND CONTENEVA UNA FORTE COMPONENTE BLACK METAL CHE È ANDATA GRADUALMENTE SFUMANDO. È STATO UN PROCESSO NATURALE?
– Direi che è stato un processo naturale. Trovo che i Månegarm siano passati da un sound indirizzato verso il black metal ad uno più prettamente viking già a partire dal 2003, con il già citato ”Dödsfärd”. Pur mantenendo lo spirito ’nordico’ tipico della band quel disco ha tratti più folk, con tempi meno tirati e canzoni più ’catchy’, nelle quali violino e voci pulite hanno giocato una parte importante. Da quel momento in poi abbiamo semplicemente cercato di migliorare questa formula, facendola evolvere all’interno di una cornice tipicamente Månegarm, con l’obiettivo di scrivere buona musica. Ci piace il nostro stile e ci piace quello che facciamo, e questo è tutto.

COME VEDI IL FUTURO DELLA BAND? TI IMMAGINI ANCORA SU UN PALCO VERSO I SETTANT’ANNI E OLTRE? DOVE TROVATE L’ISPIRAZIONE E LA FORZA PER RIMANERE FEDELI A VOI STESSI E CONTINUARE A COMPORRE BUONA MUSICA, DOPO TUTTI QUESTI ANNI?
– Beh, non credo suonerò viking metal fino al giorno della mia morte! Credo che questo genere abbia una data di scadenza naturale, nel senso che fatico a vedermi su un palco verso gli ottant’anni ad urlare ’Ooooodin!’ (ride, ndr), ma amiamo tutto questo e continueremo a suonare ancora per molti anni, perché sentiamo di avere ancora molto da dare. I Månegarm sono, insieme ai miei figli e alla mia famiglia, la cosa più importante della mia vita. I miei amici e la mia passione sono nella band. Non riesco ad immaginarmi lontano dalla musica e questo rende facile continuare il percorso con il gruppo. Finché ci divertiremo continueremo a fare musica!

 

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