MANILLA ROAD – In alto i martelli!

Pubblicato il 30/08/2014 da

Abbiamo cercato di rendere in forma di intervista quella che in realtà è stata quasi un’ora di amichevole chiacchierata con i Manilla Road. Li abbiamo incontrati al Legend, in occasione del festival di Truemetal.it, e, seduti attorno ad un tavolo con parecchie birre, Mark e gli altri membri della band hanno toccato molti argomenti, alternando discorsi seri ad altri molto più leggeri. Per essere la cult band che sono, i Manilla Road si sono rivelati persone semplici, molto alla mano e con cui è facile instaurare subito un buon feeling, tanto che ci si dimentica di avere davanti un musicista come Mark Shelton, autore di capolavori come “Crystal Logic” o “Open The Gates” e sembra, invece, di passare una serata al pub con un vecchio amico. Ci auguriamo di essere riusciti a rendere lo spirito di questo incontro e, sopratutto, di queste eccezionali persone, dall’umiltà quasi disarmante.

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SIETE UNA BAND ABBASTANZA DI CULTO, C’È GENTE DA TUTTO IL NORD ITALIA CHE È VENUTA A VEDERVI STASERA. VI CAPITA SPESSO?
Mark Shelton: “Si, in effetti. C’è gente che è venuta dalla Grecia, Svizzera, Slovenia… E’ buffo perché suoneremo in Slovenia tra qualche giorno, ma questi ragazzi sono venuti fino a qua perché sanno che stasera ci sarà un set più lungo. Abbiamo sempre degli ottimi ritorni, ovunque andiamo. Abbiamo terminato da poco un tour in sud America e non sapevamo cosa aspettarci. Abbiamo scoperto di avere molti fan anche da quelle parti ed è stata una sorpresa per noi. Conoscevano il nostro repertorio e mostravano molto rispetto anche per le cose più nuove… La stessa cosa ci è successa in Canada. C’era gente da tutto il mondo, con un’atmosfera fantastica, molto intensa. Mancavamo da cinque anni, sai, e cerchiamo sempre di tornare nei posti dove abbiamo già suonato, di rivedere le persone che sono venute ai nostri concerti”.

AVETE SUONATO IN GERMANIA CON IN RAVEN, NEL REGNO UNITO CON I SATAN. COME AVETE DECISO DI ANDARE IN TOUR CON BAND CHE -COME VOI- HANNO CONTRIBUITO A CREARE UN GENERE MUSICALE SENZA DIVENTARE DEI COLOSSI COME IRON MAIDEN O JUDAS PRIEST?
Mark Shelton: “E’ stato un onore, per noi. Questi ragazzi sono amici, ma sono anche musicisti che, come hai detto, hanno fatto la storia. Anche quando abbiamo suonato con gli Angel Witch è stato grandioso. Ci siamo ricordati di quando eravamo più giovani e avevamo appena iniziato; siamo davvero amici con loro, sin da quei tempi”.
Bryan Patrick: “Lo stesso è successo con i ragazzi dei Candlemass (Bryan mostra una t-shirt dei Candlemass ridendo). E’ pazzesco, poi, quante cose scopri: pochi giorni fa ho cenato con Billy Gibson (ZZ Top, ndr), abbiamo fatto colazione con gli Accept, abbiamo passato una serata coi Death Angel…”

E’ IL POSTO CHE VI SPETTA, QUELLO TRA LE GRANDI BAND…
Mark Shelton: “Beh…grazie, davvero. Ci sono voluti un bel po’ di anni”.

INFATTI, C’È VOLUTO PARECCHIO TEMPO PERCHÉ ARRIVASTE DOVE SIETE ORA.
Bryan Patrick: “Diciamo che siamo molto metodici”. (ridono tutti).
Mark Shelton: “Ho la testa molto dura, sono un tipo ostinato. Il mio modo di pensare è ‘si fottano tutti, io faccio come voglio’; forse è per questo che, poi, ci vogliono 20 anni a diventare dei big”.
Bryan Patrick: “Più che venti, direi trentacinque”. (ridono tutti).

PARLANDO DELLA VOSTRA MUSICA, VI CONSIDERATE UNA BAND EPIC METAL, DOOM O NON VE NE FREGA UN CAZZO DI TUTTE QUESTE DEFINIZIONI?
Bryan Patrick: “La band ha preso tante di quelle direzioni negli anni… Psichedelia, space rock; poi -progressivamente- il sound è diventato sempre più pesante, fino a diventare quello che è oggi. Cioè una combinazione di tutti gli stili…”
Mark Shelton: “Differenti gusti, stili musicali… Ogni nostro disco è un esperimento e questa è una cosa che, spero, non perderemo mai, perché questo è ciò che crea grandi band, band come Rush o Led Zeppelin, gente che non ha mai fatto un album che suonava come quello prima… Questo non significa che non mi piacciano band come gli AC/DC che hanno mantenuto sempre lo stesso stile”.

QUESTO È UN ASPETTO PARTICOLARE DEI MANILLA ROAD: DI SOLITO LE BAND DI CULTO COME LA VOSTRA SONO STRETTAMENTE COLLEGATE AD UN PARTICOLARE GENERE, DI CUI SONO RITENUTI INIZIATORI… MA QUESTO NON ACCADE CON VOI.
Bryan Patrick: “E’ vero. Ora ti spiego perché: i musicisti più giovani vogliono esplorare e scoprire cose nuove, continuamente. E fumare molta erba. (ridono). Finchè continuano, fanno buona musica.”

QUINDI IL MOTIVO È L’ERBA ?
Bryan Patrick: “Assolutamente” (ridono tutti).
Andreas Neuderth: “In una canzone può esserci la chitarra che suona smaccatamente metal e la batteria no. O l’opposto. Anche all’interno di una singola canzone, per noi, non ci sono quasi mai solo le classiche cose metal”.

SI. QUESTO, FORSE, È QUELLO CHE RENDE LA VOSTRA MUSICA “DIFFICILE”, AL PRIMO APPROCCIO. SPESSO SI PARLA DI VOI COME DI UNA BAND EPIC METAL; QUANDO HO ASCOLTATO LA PRIMA VOLTA “CRYSTAL LOGIC” MI RICORDO DI ESSERE RIMASTO SPIAZZATO. CREDETE CHE QUESTO VI ABBIA CREATO QUALCHE PROBLEMA?
Mark Shelton: “Le cose, per noi, non sono mai state semplici. Mi ricodo che Kerrang, agli inizi, ci definì come una band di hippy satanisti; anche in Germania, all’inizio, non abbiamo avuto una grande accoglienza”.
Bryan Patrick: “Gli hippy sono tornati !” (ridono)
Mark Shelton: “Comunque  abbiamo sempre fatto quello che volevamo fare, suonando quello che sentivamo di voler suonare; se una cosa non viene dal cuore, allora è inutile farla”.
Andreas Neuderth: “Lui non dice mai ‘Non puoi fare questa cosa’; proviamo sempre qualunque proposta”.
Mark Shelton: “Si, non ragiono con la teoria musicale. Se una cosa suona bene, suona bene e non me ne frega un cazzo se è giusta o sbagliata. Se suona ‘cool’, vuol dire che è fottutamente ‘cool’. E’ semplice. Ed è così che mi piace suonare. E’ come i nostri testi sui vichinghi. Perché li facciamo ? Perché i vichinghi sono ‘fucking cool’.”

OLTRETUTTO VEDO CHE PORTI IL MARTELLO; TUTTI LO PORTATE. 
(ognuno mostra uno più ciondoli raffiguranti il martello di Thor)
Mark Shelton: “Anche tu lo porti. Hai anche il Valknut. E’ un gran simbolo, merita rispetto. Sia il simbolo che chi lo porta…”

A VOLTE LE PERSONE SONO PERPLESSE, PERCHÉ I VICHINGHI NON SONO MIEI ANTENATI…
Mark Shelton: “Non dirlo; siamo stati dappertutto, potresti scoprire che non è come credi. Come quella cosa che girava su internet, dell’astronauta che arriva sula luna e trova il relitto di una drakkar. (ridono tutti). Quella è la nostra gente”.

E’ UN’EREDITÀ MOLTO FORTE. QUANTO È IMPORTANTE NELLA VOSTRA MUSICA?
Mark Shelton: “Per me è sempre stata importante, così come per la mia famiglia. Sai, la mia famiglia ha molte diramazioni, tra inglesi, irlandesi, scozzesi… io sono per un quarto tedesco…ho antenati svedesi, altri norvegesi. E’ molto importante che conosciamo e capiamo le nostre tradizioni più antiche. Non quelle cristiane… I miei non hanno mai cercato di spingermi in una direzione, mi hanno insegnato a guardare le cose dal mio punto di vista ed è quello che continuo a fare”.

NON PENSI CHE NEGLI ULTIMI ANNI TROPPE BAND STIANO USANDO QUESTO ARGOMENTO, RENDENDOLO QUASI UNA MODA?
Mark Shelton: “Si, abbastanza”.
Bryan Patrick: “Qualcuno ha detto Amon Amarth ?” (ridono)
Mark Shelton: “Ma, alla fine, questa è la prova che i vichinghi sono ‘fucking cool'” (ridono).
Bryan Patrick: “Hanno fatto anche una serie TV, ‘Vikings’”.
Mark Shelton: “E anche quello è ‘fucking cool’.”

AL DI LA’ DEGLI AMON AMARTH CHE, PENSO, RAPPRESENTINO QUALCOSA DI DIFFERENTE, MI RIFERIVO PIÙ ALLE BAND NORVEGESI CHE HANNO INIZIATO NEGLI ANNI 90 COME BLACK METAL E POI, SI SONO “TRASFORMATE” IN VIKING METAL. 
Mark Shelton: “Non saprei. Sono in contatto con alcune band black metal, sopratutto con Fenriz dei Darkthrone. E’ davvero geniale, molto creativo. Mi piace quello che fa. Lui è una grande persona ed anche la sua musica è grande”.

I DARKTHRONE HANNO FATTO UNA CANZONE IN CUI SI PARLA PARECCHIO DI VOI…
Mark Shelton: “Si (ride). ‘Raised On Rock’. Loro ci supportano e noi supportiamo loro; è così che dovrebbe funzionare… Sai, purtroppo non ho molto tempo per ascoltare tutta la musica che vorrei, ma posso dire che mi piace una parte di ogni genere. Questo è anche quello che fa funzionare bene questa line-up. Siamo tutti molto aperti e proviamo soluzioni molto diverse. Se metti insieme le cose che ognuno sente e le fai funzionare insieme, se queste cose vengono dal cuore, allora viene fuori qualcosa di bello”.
Bryan Patrick: “Basta che non sia rap”. (ridono)
Andreas Neuderth: “Pensa anche i festival dove suoniamo: due giorni fa abbiamo suonato all’Hell’s Pleasure ed eravamo circondati da band black e death. E le persone che amano questi generi, spesso conoscono ed ascoltano i Manilla Road”.
Josh Castillo: (indicando la t-shirt dei Possessed indossata dal sottoscritto) “Anche tu, sei qua stasera ma ascolti anche metal estremo, credo”.

SI, CERTO.
Josh Castillo: “Abbiamo suonato con i Possessed in Portogallo, due anni fa”.
Bryan Patrick: “Si, molti ci apprezzano per la nostra epicità e pesantezza, qualcosa che c’è anche in molto metal estremo. Ok, lo stile è diverso, sopratutto il modo di cantare, ma per il resto, credo che ci siano molti punti di contatto tra noi e queste band”.

INFATTI VOI SIETE SPESSO CITATI COME “INFLUENZA” DA MOLTE BAND. QUALI SONO, INVECE, LE VOSTRE INFLUENZE?
Mark Shelton: “All’inizio, quando ho iniziato a suonare, direi i Beatles e Jimi Hendrix. I Beatles sono stati, in assoluto, la prima band rock che mi ha ispirato, quando ero molto giovane; sai, a qull’epoca c’era roba tipo The Monkees (Bryan canta in falsetto un pezzo di ‘I’m a Believer’). Niente di più lontano dal metal; ma, col passare del tempo, mi è capitato di andare ad un concerto dei Black Sabbath; anche questa fu una cosa che mi influenzò parecchio. Era il tour di ‘Paranoid’ e quando li vidi sul palco, rimasi colpito da quanto fossero ‘oscuri’ e mi dissi: ecco cosa voglio fare ! Ero tra il pubblico, indicavo Iommi (che non sapevo neanche chi fosse, all’epoca) e dicevo ‘ehi tu, io voglio fare quello che fai tu’. Questo è stato il modo in cui ho conosciuto la musica heavy metal. Se mi chiedi, chi è il padre dell’heavy metal, ti rispondo che è il doom e, ovviamente, i padri del doom sono i Black Sabbath. Anche se, a quel tempo, nessuno lo chiamava metal, era solo rock… Poi sono stato influenzato sicuramente anche dai Led Zeppelin, dagli Hawkwind, Rush, Jimi Hendrix, Johnny Winter poi Genesis (sopratutto i primissimi Genesis), King Crimson…gli Yes. Mi piaceva molto la musica progressive, ma mi piaceva anche il country-rock come quello degli ZZ Top, Allman Brothers Band, Crosby, Stills, Nash & Young…”
Bryan Patrick: “Quell’aneddoto di Mark sul concerto dei Black Sabbath mi ha fatto venire in mente il primo grande concerto a cui sono stato… I Cheap Trick”.
Mark Shelton e Andreas Neuderth: (in coro): Cheap Trick?
Bryan Patrick: “Si e ho pensato più o meno le stesse cose: ‘voglio fare quella roba, voglio suonare in questo modo, è troppo figo’ !” (ridono tutti)
Josh Castillo: “A me è successo con gli Stone Temple Pilots”.
Mark Shelton: “Ecco la differenza tra chi ha 57 anni e chi ne ha 32. Però le miei influenze musicali non si sono fermate alle prime; ho continuato con Scorpions, Judas Priest, Uli Jon Roth, Frank Marino, Michael Schenker, amo come cazzo suona la chitarra. Ma col tempo ho scoperto anche il vecchio blues, tipo B.B. King, John Lee Hooker. Quindi, sai, prendo un po’ da tutto quello che mi piace e lo mescolo con quello che faccio io e così viene fuori la mia musica…”

NELLA VOSTRA MUSCIA, IN EFFETTI, SI SENTONO TUTTE QUESTE INFLUENZE. SOPRATUTTO SI SENTE L’INFLUENZA PROGRESSIVE E QUELLA COUNTRY-ROCK. SOPRATUTTO AVETE UN SOUND MOLTO AMERICANO…
Mark Shelton: “Si, forse più che country direi folk irlandese. Ma, in fondo, è più o meno la stessa cosa”.
Andreas Neuderth: “Quando Randy Foxe si unì alla band, le influenze progressive si sentirono molto di più. Già in ‘Open The Gates’, ma molto più negli album successivi. Sopratutto a causa del suo modo di suonare fantastico e folle, qualcosa che non ti saresti mai aspettato di sentire. Da batterista lo ascoltavo e pensavo che avrebbe fatto una cosa, e lui faceva sempre l’opposto”.
Mark Shelton: “Si, lui era grande in questo; aveva sempre voglia di fondere, sperimentare… Credo che il abbiamo sempre ‘toccato’ così tanti generi ed alla fine abbiamo toccato un po’ tutti i generi metal: abbiamo fatto pezzi doom, speed, thrash ed ogni disco è diverso, più pesante, più cattivo esattamente come un ‘fucking cool viking’.”

QUESTO VOSTRO CONTINUO CAMBIARE VI HA PRESERVATO DALLE CRITICHE CHE PIOVONO SU MOLTI GRUPPI QUANDO TENTANO QUALCOSA DI DIVERSO. SI SENTE SPESSO PARLARE DI GRUPPI METAL CHE HANNO, IN QUALCHE MODO, TRADITO IL LORO SOUND…
Bryan Patrick: “Invece, con noi, ci si aspetta che questo accada”.
Mark Shelton: “Sarebbe un errore se cercassimo di ricreare ‘Crystal Logic’ o ‘Open The Gates’. Dobbiamo continuare a spingerci oltre, sperando -ogni volta- che quello che creiamo sia nuovo e interessante e che piacerà a qualcuno quanto sono piaciuti i dischi precedenti”.
Bryan Patrick: “Eppure c’è sempre qualcosa che puoi sentire dal primo all’ultimo disco: le radici, una specie di trademark, qualcosa per cui puoi dire: ‘questi sono i Manilla Road’.”
Mark Shelton: Già un certo trade Mark (riferendosi al suo nome, Mark). Tornando ad una delle tue prime domande, sul perché ci sia voluto così tanto per noi per raggiungere una certa notorietà… Abbiamo sempre mescolato e fatto quello che volevamo e la gente, probabilmente, non capiva e si chiedeva cosa stessimo facendo. Anche la mia voce creava una sensazione di ‘amala o odiala’. C’è voluto un po’ perché la nostra musica arrivasse…”
Andreas Neuderth: “Anche alcuni giornalisti hanno avuto la loro parte. In Germania c’è un giornalista che, all’epoca, nella recensione di ‘Open The Gates’ diede un voto di 3 su 10; lo stesso giornalista, non molto tempo fa, ha detto ‘E’ un disco da 10 su 10, un vero classico dell’heavy metal’. Lo stesso giornalista”.

BEH, TUTTI POSSONO CAMBIARE IDEA…
Andreas Neuderth: “Si, ma di 7 punti ?”

OK, FORSE ALCUNI CAMBIANO IDEA ED ALTRI SONO SOLO DEGLI OPPORTUNISTI.
Josh Castillo: “O delle teste di cazzo”. (ridono)

CREDO CHE FOSSE ANCHE IL PERIODO. NEGLI ANNI 80 SI DAVANO MOLTE ETICHETTE NEL METAL: UN DISCO ERA THRASH OPPURE ERA SPEED, POWER, ECCETERA, MA RARAMENTE UN MIX DI GENERI…
Andreas Neuderth: “Però negli anni 80 c’erano band che facevano cose completamente differenti e ‘fuori moda’, come i Cirith Ungol o i Celtic Frost. Oggi tutte quelle band sono band di culto e tutti le amano”.
Bryan Patrick: “Tom Warrior è un genio”.
Mark Shelton: “E’ una persona molto schietta, molto onesta”.

ABBIAMO PARLATO CON LUI ALCUNI MESI FA ED, IN UN CERTO SENSO, HA DETTO COSE MOLTO SIMILI A QUELLE CHE AVETE DETTO VOI STASERA…. VENENDO A STASERA, E? LA PRIMA VOLTA IN ITALIA DOPO BEN CINQUE ANNI.?
Bryan Patrick: “Per questo faremo sopratutto classici, solo un pezzo dall’ ultimo disco: ‘Only The Brave’. La setlist sarà quasi tutta da ‘Metal’, ‘Crystal Logic’, ‘Open The Gates’ e ‘The Deluge'”.
Mark Shelton: “Sopratutto perché manchiamo da 5 anni e la gente vorrà sentire i nostri classici. Credo anche che molte delle persone che sono qua stasera non ci abbia mai sentito suonare quei pezzi e, dato che siamo ancora in grado di suonarli, li faremo. Nei posti dove suoniamo spesso, proponiamo più cose nuove, ma quando manchiamo da un paese per qualche hanno, preferiamo fare uno show più classico. Comunque abbiamo da poco finito di registrare un disco nuovo, che dovrebbe uscire verso l’inizio dell’anno prossimo”.
Bryan Patrick:: “Uscirà anche in vinile”.
Mark Shelton: “Si, è vero. Quindi col prossimo tour, probabilmente, faremo un po’ di materiale nuovo, ma quest’anno andiamo avanti con i classici. Sai, pezzi come Necropolis…”
Andreas Neuderth: “Alcune canzoni sono un po’ diverse, ogni sera”.
Bryan Patrick: “Tutto per colpa del batterista”. (ridono)
Mark Shelton: “E’ vero, però. C’è un feeling diverso ad ogni show e questo, in qualche modo, si riflette sul nostro modo di suonare. A volte suono esattamente come sul disco, a volte sperimento un po’.”
Andreas Neuderth: “Ed io aspetto finché lui non si volta verso di me e mi dice, tipo, ‘vai avanti, continua’”.
Bryan Patrick: “In ogni band c’è sempre un tizio sul palco che sembra un po’ sperduto e non capisce bene cosa stia succedendo. Quel tizio è il batterista. (ridono)”.
Josh Castillo: “Di solito questa presa per il culo è riservata ai bassisti”.
Andreas Neuderth: “Si, ma questa è la serata ‘prenditela col batterista’”.
Bryan Patrick: “Scherzi a parte, Andreas è un batterista fantastico, ma ancora di più è una persona meravigliosa che ha portato e sta portando molto ai Manilla Road. Non è solo uno della band, è un fratello, un fan ed è molto importante per noi”.

OK. PREFERITE SUONARE IN VENUE PICCOLE, COME QUESTA SERA, O NEI GRANDI FESTIVAL?
Mark Shelton: “Sai qual’è la cosa più divertente dei Manilla Road in questo periodo? Che posso risponderti: mi piacciono entrambi perché abbiamo la fortuna di poter fare entrambe le cose. Negli show più piccoli hai un contatto maggiore col pubblico, stai suonando proprio di fronte a loro; ma negli show più grandi hai dei palchi dove puoi allestire un set più bello e, sopratutto, hai l’energia che ti trasmette il vedere migliaia di persone, come -per esempio- all’Hellfest l’anno scorso. Ma è divertente che tra due grandi festival (uno in Germania ed uno Slovenia) suoniamo ad un piccolo festival in Italia. Ed e’ bello vedere come tutta questa gente sia qua e come si affollerà nella sala… Mi piacciono entrambe le situazioni, ma -se mai dovessi scegliere- forse sceglierei gli show più piccoli, come quello di stasera”.
Bryan Patrick: “Ma hai un contatto personale anche nei grossi festival. Ce l’hai con i ragazzi della security, mentre io faccio i selfie col telefono”. (ridono)
Mark Shelton: “I tizi della security mi guardano sempre in modo strano, come se non capissero cosa cazzo sto facendo”.
Bryan Patrick: “Mi ricordo in Maryland uno che mi guardava come dire ‘oh cazzo, cosa sta per combinare questo tizio ? Farà qualche stronzata ?’ Ed io lo guardavo come dire ‘Cazzo, si !'” (ridono)
Mark Shelton:: “Ok, ma parliamo ancora di vichinghi”.
Bryan Patrick:: Si, sono ‘fucking cool'”.
Andreas Neuderth: “C’è una cosa molto figa dei festival. E’ quando incontri band che sono più importanti di noi e questi vengono da te e ti dicono ‘ehi, tu suoni coi Manilla Road ? Amo tutti i vostri dischi !’. Quando me l’ha detto Phil Anselmo all’Hellfest, è stato pazzesco”.
Bryan Patrick: “Comunque non è semplice. C’è molto duro lavoro e molto supporto, che non arriva solo dalla fanbase, ma anche dalle nostre famiglie, da chi ci sta vicino… Perché per fare questa cosa bene, devi metterci ogni parte della tua energia”.
Andreas Neuderth: “Si, devi essere fottutamente parte della band, nei momenti belli ed in quelli brutti”.
Mark Shelton: “Già e devi essere sempre fedele a quello che fai, comunque vada, sopratutto nei momenti difficili e, in qualche modo, mantenere la tua ‘fede’. Per molto tempo il mercato discografico è stato completamente ‘non metal’. Mi ricordo quando la dance arrivò negli Stati Uniti, il mercato heavy metal crollò; ma se rimani fermi nelle tue convinzioni, i sogni posso davvero realizzarsi”.

CREDO CHE SIA UN MESSAGGIO MOLTO IMPORTANTE. C’È QUALCOSA CHE VORRESTE AGGIUNGERE?
Mark Shelton: “Vorrei ringraziare tutte le persone che ci seguono e che ci permettono di vivere e di fare musica, senza i fan non potremmo mai fare quello che amiamo fare. E ringraziare anche chi ci da spazio e fa in modo che sempre più persone possano conscerci. Up the hammers!”
Bryan Patrick: “E’ stato un vero piacere, amico. Up the hammers!”

 

 

 

 

 

 

 

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